Buongiorno, mi chiamo Cristina e scrivo, nonostante la vergogna che provo (i veri problemi, mi dico,

17 risposte
Buongiorno, mi chiamo Cristina e scrivo, nonostante la vergogna che provo (i veri problemi, mi dico, sono ben altri) perché mi sento bloccata in una sorta di spirale tossica dalla quale, da sola, non riesco ad uscire. Ho 47 anni, fino a 9 anni fa ho vissuto in una città dove avevo amicizie, genitori, lavoro, seppur precario e non sempre appagante. Un posto dove era facile spostarsi attraverso i mezzi di trasporto pubblici. Poi ho conosciuto il mio attuale compagno e, quindi, mi sono trasferita nel suo paese, dove i mezzi pubblici di trasporto sono scarsi, dove non ho amicizie, dove la gente è chiusa, fredda e indifferente, diversissima dal luogo da cui provengo, per cui è difficile fare amicizia, specie dai 40 anni in su. La mia famiglia ovviamente è rimasta dove vivevo prima, nella mia città natale. Inoltre, qui, non un lavoro, un po' per la difficoltà di trovarlo e, negli ultimi anni, perché non ho più cercato, volendo avere la libertà di andare e tornare dalla mia città natale per aiutare i miei genitori ormai anziani. Dunque, a intervalli mensili faccio la pendolare tra la mia città natale e dove vivo con il mio compagno. Quando torno nella mia città natale va tutto bene. Sto benissimo. Quando, invece, mi ritrovo nel paese del mio compagno sto male. Soffro di solitudine, e vivo praticamente di noia. Una noia che mi soffoca e mi spegne. Somatizzo feroci mal di testa dalle troppe letture e feroci mal di stomaco. Non mi fido della gente del posto che ho constatato sulla mia pelle essere, appunto, fredda e indifferente. Non ho amici. Non amo la palestra. E ogni cosa mi sembra irraggiungibile, in quanto si trova in città, costringendomi a guidare, per giunta in strade che non conosco, quando prima, nel mio paese, bastavano un treno o un autobus. Qui, in questo posto, tutto è spento, grigio, povero. Povere, culturalmente, le persone e poveri i luoghi, privi di stimoli e occasioni. Un trasferimento del mio compagno nel mio paese è impossibile, al momento, non è fattibile. Un mio ritorno nel mio paese, idem, dato che dovrei andare a vivere con i miei genitori. Non so come uscirne. Mi sento sbagliata io. Sento che la noia che provo mentre aspetto che il mio compagno torni dal lavoro è sempre più un muro. Ho come perso quello slancio interiore, la curiosità di vedere come sarà ogni giorno nuovo, che ho sempre avuto, l'entusiasmo, l'allegria. Leggo compulsivamente, è la mia unica salvezza. Cerco stimoli, slancio, vitalità, contro tutto il grigiore che sento circondarmi. Solo spesso non basta. La testa mi scoppia... e mi ritrovo a guardare una stanza circondata di solitudine, di noia, di nostalgia. Ricordando gli anni della scuola, pieni di voci, di scoperte, di attività. Come posso uscire da questa spirale? Grazie.
Buon pomeriggio gentile Cristina,
ho letto con attenzione la sua richiesta.
Sta vivendo un momento di crisi personale poichè ha subito un cambiamento importante nella sua vita, forse non ha ancora bene accettato il cambiamento e non elaborato bene la perdita della sua vecchia vita.
Sintomi fisici come mal di testa sono un chiaro segnale di ciò.
le consiglio un colloquio con uno psicoterapeuta che possa ascoltarla e capire assieme il percorso da intraprendere.
Resto disponibile anche in video call.
Saluti
Dott.ssa Supino Alessia

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buona sera, mi spiace per questa sua situazione che descrive come una spirale senza uscita. Da quanto tempo si è trasferita in questa nuova città? Paese? Si è spostata dal sud Italia al nord? Quando ci si trasferisce si può vivere uno shock da cambiamento, perché è tutto diverso e da ricostruire ed un senso di disorientamento e sradicamento. Se guarda a tutto quello che manca nel nuovo posto e se crede che sia impossibile fare amicizie, rischia di cadere in un tunnel dove vede tutto nero. Lei dice che non le piace la palestra, ma cosa le piace fare oltre a leggere? passeggiare, dipingere, ballare? Riparta da sé, non dall'esterno ma da quello che ama, e con questo potrebbe inserirsi in gruppi che svolgono le attività che piacciono anche a lei.
Potrebbe essere utile in questo periodo di riadattamento farsi sostenere da uno psicologo o psicoterapueta che possa aiutala a capire che cosa le sta accadendo davvero e a trovare i giusti stimoli per riaccendere la fiamma vitale assopita in lei. Resto a sua disposizione, non si scoraggi, ogni problema ha una soluzione. Un abbraccio.
Buonasera Cristina.
E' importante poter riflettere sulle proprie scelte e non lasciarsi abitare dal sentimento del sentirsi sbagliati. Questo cambiamento nella sua vita, questo passaggio viene da lei descritto come difficile e poco vitalizzante. E' quello che si aspettava? La noia, la nostalgia e la solitudine sono emozioni che necessitano una elaborazione soggettiva rispetto alla condizione attuale che sente di vivere. C'è sempre una via di uscita. C'è sempre la possibilità di poter riscrivere il proprio presente.
Poter parlare ed affrontare tali emozioni in un percorso di psicoterapia le potrebbe essere di grande aiuto al fine di ritrovare lo slancio vitale che in questo momento avverte come perduto.
Un caro saluto.
Dr. Elia Cadente
Purtroppo lei sta vivendo un cambiamento che non riesce a fare suo per n motivazioni… e la somatizzazione è un chiaro sintomo. Forse sarebbe utile chiedersi, non come uscirne ma, perché vi è ancora dentro senza per forza arrivare a una soluzione risolutiva. Spesso non esistono soluzioni che vanno bene per ogni cosa, ogni caso è a se ed è chiaro che c’è bisogno di più info per capire meglio, però intanto iniziare a pensare a questo quesito potrebbe portare a possibilità.
Stia bene.
Dott Giuseppe Berenati.
Buongiorno Cristina, capisco quanto questa situazione possa farla stare male. L'unica cosa che penso possa aiutarla è intraprendere un percorso di terapia per pensare a se stessa e a tutto quello che in questo momento la tormenta. Solo così potrà, con l'aiuto di qualcuno, comprendere davvero le ragioni del suo malessere. Saluti
Buongiorno Cristina. Ho letto attentamente il suo scritto. Ogni cambiamento porta con se qualche disorientamento, ma può essere anche l'occasione di un nuovo inizio. Quello che le posso suggerire è intraprendere un percorso di terapia per affrontare la situazione in cui attualmente si trova.
Un caloroso saluto.
Buongiorno Cristina, quanta solitudine e quanto dolore mi raggiunge. Sarebbe importante esplorare questo senso di solitudine e questo malessere per scoprire quali sono i bisogni sottostati profondi e come lei se ne può prendere cura.
Un caro saluto
Sara Genny Chinnici
Buongiorno Cristina, comprendo quello scrive, ha pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia che la aiuti ad attraversare tanti cambiamenti?
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Buongiorno Cristina ne ha parlato con il suo compagno di come si sente? La prima cosa è parlare con lui in modo sincero,chiedervi anche a che punto è la vostra relazione. Il mondo dei libro sembra essere diventato un rifugio per lei e per un certo periodo va anche bene l unica cosa è che per sentirsi vitali abbiamo bisogno del confronto con gli altri. Le consiglio di intraprendere una psicoterapia per capire cosa le sta succedendo in questo periodo. Un caro saluto Rossella Chiusolo
Gentilissima, la immagino davanti a un bivio, congelata e comprendo quanto debba essere frustrante percepirsi in una impasse così delicata: da una parte, una quotidianità confortevole, accogliente, stimolante, comoda. Dall'altra, la necessità di tutelare il legame con il suo compagno, evidentemente molto prezioso se l'ha portata, tempo fa, a lasciare la sua zona di comfort per stargli vicino. Sembra che trovare un equilibrio tra queste due dimensioni le risulti impossibile e allora la invito a fermarsi un attimo, prendersi del tempo per riflettere, e soffermarsi su di lei, sui suoi personali bisogni, sul comprendere intimamente cosa sia più giusto per Lei. Prema il pulsante 'pausa' e, in questo tempo sospeso, di stagionatura, si faccia supportare da uno psicoterapeuta per uscire da questa ragnatela di pensieri ed emozioni al fine di voltare pagina, come quella dei tanti libri che divora giorno dopo giorno, pronta a leggere un nuovo capitolo della vita. La sua. Un caro saluto
Signora Cristina lei appare molto confusa . Penso che un aiuto psicologico le possa servire a fare chiarezza dentro di sè e capire cosa desidera veramente dalla vita. Sia fiduciosa e si rivolga ad un professionista. Auguri
Buongiorno Cristina, leggo la sua fatica e la sua ricerca di un posto giusto in cui poter mettere radici, che la possa nutrire e far crescere. Nel paese nuovo in cui si è trasferita sperimenta una delusione delle aspettative; aspettative riguardo al luogo ma forse anche nei confronti della relazione col suo compagno, che non riesce a riempire il suo vuoto in questo momento. Nella città natale mi chiedo se anche lì la situazione sia cambiata rispetto a quando è partita, vista l'anzianità dei suoi genitori e il bisogno che sia lei in questo momento a prendersi cura di loro. In una città c'è un vuoto e nell'altra città c'è un pieno. In entrambe, forse, sente di non riuscire a esprimere le sue reali potenzialità, a realizzarsi. Una sua grande risorsa, Cristina, è quella di chiedere aiuto e di provare a cercare soluzioni. La psicoterapia può esserle di grande sostegno nell'elaborare questi cambiamenti, nel comprendere le emozioni che sente contrastanti e nell'intraprendere un percorso verso una maggiore soddisfazione personale. Cordiali saluti
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente. dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Gentile Cristina,
innanzitutto bisogna lavorare sul suo senso di vergogna...Non le basta soffrire così tanto in questo periodo di cambiamenti importanti? Trovare uno spazio d ' ascolto per elaborare e dare significato ai vissuti spiacevoli che sta provando, Le darà modo di accogliere e " perdonare" quelle immagini di sé che attualmente sembrano in
aspro conflitto tra loro. Si sente più una compagna amorevole che attende con nostalgia il suo principe azzurro...o una figlia affezionata al suo regno dorato che rimpiange damigelle e privilegi? Questo solo uno dei conflitti interiori a cui dare voce... Un caro saluto
Giuseppina Cavallo
Pieve di Cento ( Bo)
qui bisogna cambiare qualcosa, parliamone. saluti
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Gentile Cristina, bisogna uscire dalla spirale! Altrimenti la depressione è a un passo. e la sua relazione ? Non credo che vada a gonfie vele. Si direbbe che non ha accettato proprio questo trasferimento e il fatto di non avere un lavoro la taglia fuori dall'ambiente (che lei comunque rifiuta).
Le consiglio nell'immediato una psicoterapia, anche on line se non vuole avere a che fare con persone di lì, che l'aiuti ad esternare il suo vissuto, pensieri, timori, rimpianti, rimproveri...mi fermo qua ma troppo ci sarebbe da dire. Poi ricomporrà il puzzle della sua vita e prenderà le sue decisioni, che oggi non può sapere quali siano, è troppo immersa nella spirale. Le auguro un atto di coraggio: contattare il/la terapeuta al più presto. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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