Buongiorno."Lo stenting carotideo è preferibile all’endoarterectomia in caso di severa comorbidità c
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Buongiorno."Lo stenting carotideo è preferibile all’endoarterectomia in caso di severa comorbidità cardiaca o polmonare oppure in caso di precedente radioterapia o intervento al collo, tracheostomia, restenosi post-CEA o post-CAS, stenosi o biforcazione molto alta o molto bassa al collo, paralisi laringea contro laterale."Quindi lo stenting è riservato solo a casi selezionati.Se un paziente non fa parte dei casi selezionati ed è idoneo all'intervento di chirurgia tradizionale (TEA)perchè scegliere lo stenting carotideo?È forse meno invasivo e quindi con minore rischi operatori rispetto alla chirurgia tradizionale TEA?Nei pazienti ultraottuagenari è più indicata la TEA?Grazie
Gentile Utente,
Nella sua domanda è indicata già la risposta. L’unico consiglio che mi sento di darle è di rivolgersi ad un centro dove possono offrirle entrambe le tecniche e con una casistica annuale importante.
Un ultima cosa nella decisione finale è fondamentale il confronto diretto con paziente e famigliari ed un colloquio franco e chiaro.
Un cordiale saluto
Massimiliano Zaramella
Nella sua domanda è indicata già la risposta. L’unico consiglio che mi sento di darle è di rivolgersi ad un centro dove possono offrirle entrambe le tecniche e con una casistica annuale importante.
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Ogni caso è a se.
Esegua una visita presso un centro che esegue entrambe le procedure, come il nostro, e verrà indicato quello più idoneo al caso.
Esegua una visita presso un centro che esegue entrambe le procedure, come il nostro, e verrà indicato quello più idoneo al caso.
E'preferibile rivolgersi a un centro con ampia casistica, dove vengono eseguiti intervento con entrambe le tecniche.Ogni paziente ha le sue indicazioni. Cordiali saluti.
Le consiglio di leggere l’evidenza pubblicata sulla Cochran library, depositaria degli studi su cui si dovrebbe basare la medicina come scienza. In alternativa il cliente dovrebbe essere valutato in un centro specializzato e ricevete una completa anamnesi, esame fisico, valutazione dei fattori di rischio, discussione dei pro e contro delle diverse metodiche di trattamento (conservativo, chirurgico, Endovasculare), considerare i valori intrinseci e la volontà del cliente ed infine scegliere insieme il trattamento per lo specifico cliente
La questione, alla luce delle tecniche in evoluzione è ancora dibattuta.
Le tendenze attuali preferiscono ancora la soluzione chirurgica (asportazione della placca), anziché lo stent, a seguito della evidenza di microembolizzazioni cerebrali che avvengono anche nei giorni seguenti la applicazione di uno stent, e dimostrate, anche se non immediatamente sintomatiche, con esami di angio-risonanza cerebrale.
Pertanto, in un paziente che non abbia contro-indicazioni chirurgiche, attualmente è corretta la indicazione chirurgica alla luce delle procedure e degli studenti a disposizione.
Le tendenze attuali preferiscono ancora la soluzione chirurgica (asportazione della placca), anziché lo stent, a seguito della evidenza di microembolizzazioni cerebrali che avvengono anche nei giorni seguenti la applicazione di uno stent, e dimostrate, anche se non immediatamente sintomatiche, con esami di angio-risonanza cerebrale.
Pertanto, in un paziente che non abbia contro-indicazioni chirurgiche, attualmente è corretta la indicazione chirurgica alla luce delle procedure e degli studenti a disposizione.
I dati presenti in letteratura mettono le due tecniche pressoché sullo stesso piano. Quindi, ferme restando le indicazioni da lei ben elencate, vale il principio che dovrebbe valere sempre in Chirurgia, cioè maggiore è il numero di casi trattati con una specifica tecnica, maggiore sarà l’esperienza del centro al quale ci si rivolge. Lo stent (CAS) è senza dubbio meno invasivo della tecnica a cielo aperto (TEA), ma non scevro da rischi. Non ci sono particolari indicazioni di tecnica nei riguardi degli ultraottuagenari, forse per ragioni di praticità è più consigliata la TEA. Saluti.
Nei casi da Lei citati con gravi patologie in corso, o, ad alto rischio operatorio, si tende ad adottare la terapia chirurgica endovascolare e quindi lo stent. Ovviamente, un centro di chirurgia vascolare di alto profilo eseguirà tutti gli accertamenti necessari ed adotterà la tecnica più appropriata.
Innanzitutto mi permetto di evidenziare come ha correttamente segnalato i casi in cui è preferibile eseguire un trattamento endovascolare. Le evidenzio che le complicanze neurologiche dopo TEA carotidea o stenting sono praticamente sovrapponibili. Quindi in presenza di ridotte comorbilità, anche in pazienti ultraottuagenari, si preferisce il trattamento chirurgico "open". Inoltre il trattamento endovascolare richiede un Know how elevato e una conoscenza dei materiali endovascolari che non tutti i chirurghi vascolari posseggono nel loro bagaglio. E' ovvio che comunque, essendo personale il rapporto medico-paziente solo dopo un' accurata visita si potrà scegliere la strategia più idonea per il paziente.
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