Buongiorno, la questione riguarda mia nonna di 96 anni, ricoverata presso il reparto di Ortopedia

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Buongiorno,

la questione riguarda mia nonna di 96 anni, ricoverata presso il reparto di Ortopedia il 15 dicembre scorso per una frattura di femore. Poichè era in terapia con anticoagulanti orali - Coumadin - è stato necessario attendere il 19 dicembre per effettuare l'intervento. Seguiva inoltre una terapia per pregresso infarto nel 2005 e per insufficienza renale.

Ovviamente l'equipe di Ortopedia ci aveva informati sul rischio operatorio; l'intervento poi è stato eseguito e nell'immediato non ci sono state complicazioni. La signora è stata quindi dimessa il 23 dicembre e trasferita al reparto di riabilitazione ortogeriatrica.

Una volta terminata la fase di "riabilitazione" (resa problematica anche dal fatto che mia nonna aveva manifestato delirium, sin dall'inizio del ricovero ), è stata dimessa il 19 gennaio. Dopo cinque giorni però, è stato necessario ricoverarla in altro ospedale, dove le veniva diagnosticato uno scompenso cardiaco, e dopo cinque giorni è deceduta in seguito a blocco renale.

Naturalmente eravamo consapevoli che la situazione fosse critica, data soprattutto l'età di mia nonna, ma pensavamo che una volta superato l'intervento ci fossero discrete probabilità di ripresa. Quello che è successo rappresenta un evento "normale", per cui l'intervento chirurgico per certi pazienti è solo un tentativo privo di significative aspettative, oppure è una triste eccezione? Che ne pensate?

Quello che impressiona maggiormente è il fatto che fossero passati solo cinque giorni dalla dimissione da Ortogeriatria prima della manifestazione delle nuove complicanze poi fatali.

Ringrazio per l'attenzione.

Distinti saluti.
La frattura del femore in un paziente anziano è sempre un momento critico; purtroppo i rischi possono essere sia intra che post operatori; anche a distanza; in letteratura, purtroppo, la mortalità ad un anno dalla frattura è molto alta; a parere mio però, affrontare i rischi intra e post operatori, è spesso l'unica strada da seguire per provare a evitare le quasi inevitabili sofferenze legate al prolungato allettamento a cui il paziente sarebbe costretto qualora si decidesse per il non intervento; quindi in conclusione la situazione, che ha convolto la nonna , non è un evento eccezionale, ma a parere mio ha avuto un senso affrontare i rischi per poter provare a darle una possibilità di avere una qualità di vita decorosa e con meno sofferenze possibili; condoglianze

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