Buongiorno, la faccio breve: sono maschio, 24 anni e sono orgoglioso di esserlo (biologicamente), m

17 risposte
Buongiorno,
la faccio breve: sono maschio, 24 anni e sono orgoglioso di esserlo (biologicamente), ma mi sento poco maschio. Assalito da dubbi del tipo: Perché non sono simile agli altri ragazzi maschi? Perché per strada il viso di un ragazzo e il suo taglio di capelli mi colpisce più di quello di una ragazza? E' attrazione sessuale? Perché non faccio "le cose che fanno gli altri maschi (che tra poco elencherò)?". Questo è quello che ho appreso in terapia: questi dubbi provengono dalla mancanza di amore dei miei genitori nella mia infanzia e dalla mancanza della figura di mio padre.
Posso dire che sto vivendo ora, a 24 anni, la mia adolescenza e gli attacchi ormonali, e i desideri che un ragazzino ha alla sua età, io li sto avendo ora, specialmente quello di far parte di un gruppo di amici (che io non ho). Oltre al fatto che tra una compagnia maschile e una femminile, sceglierei centomila volte la prima, perché per me l'amicizia è sempre stata più importante di qualsiasi ragazza.
I Dottori mi chiederanno: cosa intendi "simile a loro?" "cosa hai in meno rispetto a qualsiasi altro ragazzo?" La risposta è che nel corso degli anni ho individuato, non di proposito ma solo "registrandole con i miei occhi", caratteristiche comuni alla maggior parte dei ragazzi maschi che abbia mai conosciuto, che io non ho. (Maggiore irruenza nel parlare, maggiore coraggio e anche sconsideratezza, maggiore voglia di rischiare, maggiore desiderio di fare palestra a partire dai 13 anni, maggiore nonchalance nel mostrare il fisico, maggiore lasciarsi sfilare i problemi di dosso (con frasi del tipo: che te ne frega a te? non pensarci e basta), maggiore intraprendenza dal punto di vista sessuale e altre). Non mi si dica che generalizzo: so anche io che non tutti i maschi sono così, ma la maggior parte sì. Comunque, tutte queste caratteristiche che ho elencato, io non le posseggo.
E infine ho sempre avuto dubbi sulla mia sessualità. Sarò molto diretto: non ho mai avuto rapporti sessuali in vita mia, e a letto mi immagino di farlo con una ragazza: anche nei miei sogni la stessa cosa, sempre eccitazione con ragazze. Eppure, i porn* che mi eccitano di più sono quelli dove è un maschio ad avere l'orgasmo, anzi il video non lo apro proprio se vedo che non c'è almeno un maschio dentro. Mi eccita vedere video di masturbazio** maschile, mentre quasi per niente dove c'è quella femminile.
Do quest'ultima indicazione ai Dottori: sono confuso dalla mia nozione di "idea". Cioè, penso sempre che mi piace l'"idea" di farlo con una ragazza, e respingo categoricamente l'idea di farlo con un ragazzo; eppure, anche se mi piace l'idea, non posso dire di essere "attratto" dalla vagina, nel senso che non capisco nemmeno cosa significhi. Casomai, mi attrarrebbe una ragazza, come credo sia successo in passato, ma non il suo organo riproduttivo! Faccio confusione tra queste due cose, confusione corroborata dal fatto che tutti gli altri ragazzi, meno che me, parlano di sempre di vagina e io, come al solito, non capisco cosa ci provino. Parlano tutti come se fosse l'organo riproduttivo ad attrarli più che la ragazza in sè: questo non lo capisco e non lo sento.
Insomma qui la domanda sarebbe: la sola vista della ..., in un porn* o nella realtà, dovrebbe automaticamente farmi eccitare? Chiedo scusa per la brutalità della domanda, ma una risposta sincera già mi aiuterebbe molto a capire.
In attesa di affrontare le mie paure con un terapeuta, grazie a tutti quelli che prenderanno cinque minuti per leggere e buona giornata.
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi il suo vissuto emotivo? Scrive di aver già intrapreso un percorso psicologico: credo che sia opportuno per lei continuare a confrontarsi con il collega che la segue, per evitare di confondersi. Vedrà che con il tempo troverà le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Gentilissimo, leggo molti dubbi comprensibili, altri frutto forse di solo rimuginio favorito da un certo isolamento e solitudine. Spero che in un percorso terapeutico riesca a dissolvere i dubbi e a realizzare una dimensione intima con una persona, in modo per lei soddisfacente.
Un caro saluto dott.ssa Laura Prosdocimo
Salve, lei sta seguendo un percorso psicologico, dove con pazienza cercherà le risposte ai dubbi che l'assalgono e la tormentano. Prima o poi colmera' con nuove esperienze di vita quel gap coi coetanei che tanto la turba, abbia fiducia in se stesso e bel suo terapeuta. Un caro saluto, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera
Più che risposte che andrebbero ad alimentare altri scenari direi che e’ più funzionale aspettare di confrontarsi in una relazione terapeutica che la aiuti a lavorare sulle dinamiche psicologiche che la portano a costruire una rete di dubbi, incertezze e idee preconcette in merito al tema esposto.
Buonasera, ha fatto un esposto piuttosto lungo, che a mio parere indica il suo bisogno di avere un discrero confronto sul tema personale dell'identità maschile, della sessualità ect. Se lei sta già seguendo un percorso con un collega è bene che continui per affrontare al meglio i suoi dubbi interni.
Nell'elenco che fa delle caratteristiche maschili a cui non si accomuna e si pone dubbi, mi fa pensare che lei possa semplicemente essere una persona delicata, dove si intende per delicato una caratteristica di personalità, che non c'entra nulla con la preferenza sessuale. Eppoi come anche lei asserisce, porta con sé l'esigenza di fare esperienze sociali e intime con l'altro sesso, per una maturazione più completa. Le auguro di proseguire col suo percorso.
Dr. Vittorio Cameriero
Gentile utente di mio dottore,
diversi sono i dubbi che la accompagnano e direi che non riguardano solo aspetti legati alla orientamento sessuale ma piuttosto alla sua identità in toto. C' è uno scarto tra l immagine che ha di se e quello che vorrebbe che fosse. È proprio questo probabilmente il motivo principale del suo malessere e aspetto su cui sarebbe opportuno lavorare in terapia. Probabilmente nel corso della sua storia è stato investito da aspettative di questo tipo e il peso di talr proiezioni potrebbe averla schiacciata al punto adesso di dover chiedere aiuto. Direi potrebbe esser importante iniziare un lavoro su di sé, intraprendendo un percorso psicoterapico, al fine di poter costruire la sua immagine identitaria e non quella che gli altri o qualcuno voglia che lei abbia. La definizione è la chiave della sua crescita personale e del suo benessere ci pensi.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
I suoi quesiti sono tutti legittimi e, se elaborati in un contesto psicoterapeutico valido, sono tutti apportatori di spunti costruttivi
Sono del parere che ci sia bisogno, per ottenere risultati soddisfacenti, di un rapporto psicoterapeutico in cui ci sia molta accoglienza, in cui si lavori seriamente sugli aspetti inconsci che generano malessere.
Una psicoterapia che la renda consapevoli di cause, contesti, meccanismi di difesa e le strategie di sopravvivenza che sono alla base delle sue difficoltà esistenziali e che le permetta di dare luce e vicinanza a quello che il medico gallese Edward Bach (fondatore della Floriterapia di Bach) denominava Vero Se.

Salve. Dalla sua descrizione non è chiaro se i suoi dubbi sono in relazione a ciò che sente o nel confronto con quello che lei ritiene normalità. Si ricavi uno spazio per sé in un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a fare chiarezza e che stimolando la fiducia in sé le farà trovare la sua risposta. Distinti saluti
Buongiorno, credo che parlarne in terapia sia molto più utile per lei. Non è possibile darle risposte che le siano di aiuto per dissipare i suoi dubbi. Il lavoro da fare mi pare più a livello relazionale con l'altro sesso, in rapporto alla sua storia personale. Mettersi in gioco mi pare più importante e più proficuo anziché cercare confronti con una presunta "normalità" maschile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Ciao, in questi ultimi anni siete in molti ad avere dubbi sulla sessualità, da chi si è attratto, dai confronti con gli altri. Rilevo tanta confusione tra i giovani e tanta paura di riconoscersi sessualmente. Non esiste un modo giusto o sbagliato di essere, si sente e si dovrebbe seguire quello che si prova. Certo, oggi tutta la "libertà" e l'eccesso di "comunicazione" non fanno altro che rendere più confusi, meno liberi e soprattutto più fragili. Il mio consiglio è di continuare ad affrontare questi suoi disagi con un professiomista e di provare a sintonizzarsi sul.tuo "sentire" provando a silemziare il pensare.
In bocca al lupo
Claudia m
Buongiorno, grazie per aver condiviso i suoi più intimi pensieri e visto che si aspetta una risposta diretta io non penso che per forza l'immagine dell'organo riproduttivo femminile debba eccitarla, specie se ancora non ha avuto esperienze sessuali dirette. Purtroppo esistono ancora tanti pregiudizi a livello culturale rispetto ad una serie di caratteristiche che ahimè sembra debbano appunto appartenere all'uno o all'altro genere. Penso che le sarebbe utile parlare dei propri pensieri, dei dubbi e delle fantasie che ha in merito alla propria identità in terapia.
Un caro saluto
Gentilissimo, da ciò che scrive emerge lo smarrimento che prova rispetto ad aspetti importanti come la sfera identitaria e quella sessuale. Le consiglio di proseguire il percorso terapeutico in corso, che le darà modo di riappropriarsi degli aspetti di sé e della sua esperienza che ora le sfuggono. Riporta molti dubbi, questi la bloccano sul piano del pensiero, ma pensare alla sfera relazionale ed all'intimità non è la stessa cosa di viverla. Un consiglio, non dia per scontato che tutto ciò che dicono gli altri ragazzi corrisponda sempre a ciò che sentono, talvolta in determinati contesti e situazioni potrebbero essere portati ad esagerare alcuni aspetti. E' poi sempre molto rischioso cercare risposte su di sé solo dal confronto con gli altri, partendo dal presupposto, la maggior parte delle volte errato, che se si fosse così o cosà si sarebbe più felici.
Credo che attraverso un percorso terapeutico riuscirà a risolvere le sue difficoltà e trovare il suo equilibrio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Laura Della Ratta
Gent.mo, sebbene riferisca molti particolari della sua esperienza, sarebbe meglio potesse comunicare questi suoi molteplici aspetti e dubbi personali all'interno di una consultazione con uno specialista, in modo che ci si possa fare meglio un'idea della situazione e capire poi come eventualmente condividere un lavoro terapeutico. SG
Buongiorno, tante domande, tanti dubbi, tutti legittimi che riguardano la sfera della sessualità e più in generale forse riguardano proprio l'aspetto identitario.
Tutti buoni spunti per conoscersi meglio e fare luce sulla confusione di un giovane uomo che si chiede come trovare la sua strada per trarre piacere dall'amore e dalla vita. Un bravo terapeuta può aiutarla a sciogliere molti nodi.
Buongiorno, ha condiviso molti dubbi con noi, questo indica la necessità di trovare uno spazio adeguato per parlare di sé e riappropriarsi di ciò che la fa sentire bene nella relazione di coppia. Tormentarsi su ciò che appare essere il desiderio degli altri non la porterà da nessuna parte. Separare gli organi sessuali dalla persona con cui si entra in relazione probabilmente è fuorviante. La relazione anche sessuale è sempre un essere con l'altro, non è scindibile genericamente come se fosse composta da oggetti del desiderio, anche se fosse per un rapporto breve.
Ciò che oggi appare confuso un domani potrebbe essere chiaro all'interno di un rapporto reale con qualcuno. Abbia fiducia che la verità su di sé emerge con una buona terapia.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno, ci sono molte domande che hanno origini profonde e che probabilemente, come lei ha detto, risalgono al suo passato. Deve affrontare tutti questi dubbi tramite una psicoterapia.
Saluti, dott.ssa Marini
Buongiorno, capisco la complessità dei dubbi che sta vivendo e quanto sia difficile fare chiarezza su aspetti così delicati e profondi. La sua confusione, che riguarda la sua identità, il confronto con gli altri e la sessualità, può essere vista come il riflesso di un percorso di crescita non lineare, che può includere sia aspetti legati alla sua storia familiare che la naturale evoluzione della sua identità. In questo caso, un percorso di terapia breve strategica potrebbe aiutarla ad affrontare direttamente i suoi dubbi e le sue paure, cercando di bloccare il circolo vizioso di pensieri confusi e ripetitivi. Questo approccio, focalizzandosi sulle soluzioni, la aiuterebbe a comprendere meglio il suo vissuto, a dare significato alle sue emozioni e a gestire la pressione che sente nel confronto con gli altri ragazzi, in modo da poter vivere una sessualità più serena e autentica, senza essere sopraffatto dal bisogno di risposte definitive.

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