Buongiorno, il mio non è un quesito a livello medico, si tratta principalmente di un consulto a live
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Buongiorno, Una donna con sindrome di down di 50 anni dopo la morte della madre (figura con la quale aveva un grande rapporto affettivo) ha smesso di mangiare e di bere, assistita dalla sorella, che sembra non volere nessun tipo di aiuto e sembra ACCETTARE la "scelta" di lasciarsi andare della donna diversamente abile. Ora, io non sono totalmente esperta in materia. Ma da quello che so la sorella in quanto amministratore di sostegno dovrebbe prendere in mano la situazione e cercare di risolvere facendo ricorso ai servizi del territorio. Anche il medico curante della donna si è rifiutato di fare una segnalazione ai servizi perché dice che è la sorella a dover prendere decisioni. Stiamo parlando di una vita, una vita che si sta lasciando andare tramite scelte inconsapevoli in quanto derivano da una mente non normo dotata. Mi saprebbe dire quali strade si possono percorrere per fare si che la situazione venga segnalata e magari anche risolta? Da parte dei familiari della donna in questione c'è un atteggiamento abbandonico, di rinuncia, non c'è la voglia di provare a risolvere e tutelare la persona con disabilità... Come si deve muovere l'amministratore di sostegno? Quali sono i suoi doveri? Se l'assistito con disabilità mentale rifiuta cibo e acqua, cosa dovrebbe fare l'amministratore di sostegno?
Grazie
Grazie
Deve fare un tso segnalando al medico di base il problema. Se però la persona è mentalmente consapevole dello sciopero della fame : solo il tribunale può intervenire tramite segnalazione del direttore sanitario allo stesso tribunale quando la donna è ricoverata.
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