Buongiorno ho una figlia di 25 anni che soffre del disturbo borderline e anche altri disturbi già ri

26 risposte
Buongiorno ho una figlia di 25 anni che soffre del disturbo borderline e anche altri disturbi già riconisciutii .Qui nel Veneto Friuli Venezia Giulia abbiamo già visto qualche psicologo, psichiatra ,psicoterapeuta... ma nessuno che fosse "andato bene". Con il passare del tempo mia figlia si sta sempre più scoraggiando nella possibilità di poter guarire e sta perdendo fiducia nei psicologi... Sono molto preoccupata... mi chiedevo se mi poteste consigliare su come muovermi.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo utile che lei non si scoraggi e che porti avanti una terapia psicologica al fine di trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Queste esperienze che ha avuto possono sicuramente aiutarla per capire più in profondità cosa desidera da una terapia e se le sue aspettative possano essere più o meno corrette.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL

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buongiorno, comprendo la sua preoccupazione. sicuramente un percorso psicoterapeutco e farmacologico andrebbe portato avanti. Potrebbe provare a crearle delle alternative per es. proporle una terapia online.
Resto a disposizione,
un saluto. dott.ssa Daniela Chieppa
Gentile Sig.ra mi dispiace molto che sua figlia non abbia avuto un valido aiuto! Come mai i terapeuti visti non sono "andati bene per sua figlia? Provate a parlarne con il vostro medico di base e anche a chi le ha fatto la diagnosi chiedendo quale percorso sarebbe più adatto. sua figlia, o eventualmente provare una consulenza online magari sua figlia si sentirà più a suo agio. Se avete bisogno di altre informazioni sono disponibile.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Buona sera

Provi a cercare centri psicoeducativi specializzati per ragazzi con doppie diagnosi nei quali i ragazzi vengono seguiti sia da un punto di vista farmacologico che terapeutico e riabilitativo.
Sperando di averle dato delle indicazioni utili, la saluto cordialmente.

Dott.ssa Letizia Muzi
Buongiorno, l’importanza di un supporto duraturo nel tempo è fondamentale per accompagnare sua figlia, pertanto la invito a contattare professionisti psicoterapeuti specializzati adeguatamente a trattare questo tipo di disturbo che collaborino con lo psichiatra continuativamente. Un caro saluto. Dott.ssa Villa
Credo che la scelta migliore sia quella di rivolgersi presso un Centro specializzato in disturbi borderline,per trovare un equipe che lavori in squadra..A Milano ce ne sono ma in Veneto non conosco Un caro augurio dottoressa Luciana Harari
Buonasera Gentile Utente, purtroppo il disturbo borderline è, per sua natura, restio al trattamento. Ciò non significa che non si possa fare nulla, ma che il successo della terapia non passa esclusivamente dai professionisti della salute mentale, bensì anche dal paziente. Per poter funzionare, una terapia ha bisogno di una buona relazione e della cooperazione delle due figure in gioco: se sua figlia non ha fiducia e cambia velocemente professionista perché si aspetta risultati immediati, difficilmente funzionerà, a prescindere dal terapeuta. Certo, è possibile che sua figlia non si trovi bene con un professionista, ma quando è così con tutti difficilmente può essere un demerito dello stesso, piuttosto una sua difficoltà relazionale. Non ho consigli da darle se non quello di non demordere alle prime fatiche e difficoltà, cercando di passare questo messaggio a sua figlia. Cordialmente, dott. Simeoni
Buonasera. Chi soffre del disturbo borderline di personalità tende con maggiore frequenza ad interrompere i percorsi terapeutici rispetto a chi soffre di altre difficoltà psicologiche, per via di alcune caratteristiche del disturbo specifico, quali ad esempio una visione dell'altro e della relazione che può oscillare repentinamente tra "tutto bianco (positivo)" - "tutto nero (negativo)". Il mio suggerimento è quello di rivolgersi lei stessa come genitore ad uno/a psicoterapeuta per avere maggiori indicazioni sulla problematica di sua figlia, e di incoraggiare sua figlia nel continuare a prendersi cura di sé con l'aiuto di un/a professionista, rivolgendosi eventualmente ad un centro specializzato nel trattamento di chi soffre del disturbo borderline di personalità presente sul suo territorio o ad un/a terapeuta competente a cui sua figlia sente di volersi affidare. Alcuni psicoterapeuti sono specializzati nell'approccio DBT - Dialectical Behavior Therapy, che è considerato un approccio particolarmente efficace per questo tipo di difficoltà. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile utente di mio dottore, Il principale trattamento per il disturbo borderline di personalità è la psicoterapia. Molti interventi psicoterapeutici sono efficaci nel ridurre i comportamenti suicidari, migliorare la depressione, e il funzionamento nei pazienti con questo disturbo. Alla domanda come aiutare sua figlia? Creare le condizioni affinchè si possa affidare ad uno specialista. Potrebbe esser opportuno magari un trattamento di tipo familiare, che coinvolga anche altri membri della famiglia vista la sofferenza condivisa. Attraverso la terapia solitamente la maggior parte dei pazienti affetti da DBP può trovare sollievo dai sintomi e manifestare una remissione della condizione, definita come un sollievo costante dai sintomi per almeno due anni consecutivi. La psicoterapia deve esser molto spesso accompagnata da un adeguato trattamento farmacologico affinchè il paziente possa vivere con maggior serenità la propria condizione. I farmaci in tal senso possono esser intesi come una rete di protezione che prevengono anche alcune importanti ricadute. Della farmacoterapia se ne deve occupare uno psichiatra. Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua domanda. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, invalidare terapia e terapeuta è tipico del disutrbo bordeline di personalità. Scostanza, non tolleranza della frustrazione ed immaturità caratteriale sono esiti comportamentali che nascondono un forte senso di vuoto e paura dell'abbandono. Sono pazienti difficili ma con la giusta pazienza è possibile agganciarli. Occorre naturalmente lavorare subito sull'alleanza terapeutica esplicitando certi concetti. è un disturbo pervasivo soggetto a recidive per cui serve moltissima pazienza e forza d'animo anche e soprattutto per chi convive con la persona affetta dal disturbo.
Buonasera Signora, comprendo la sua angoscia ma è opportuno che la relazione con il terapeuta è fondamentale. Non so a chi questi professionisti non siano"andati bene", suppongo a sua figlia. Continuate a cercare. Magari può fare una selezione qui nel portale e proporla alla ragazza. Se fosse necessario uno psichiatra non è necessario che questo le sia gradito ma che proponga una terapia farmacologica efficace.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentilissima, mi dispiace molto che sua figlia non sia riuscita a trovare un collega di cui fidarsi. Il disturbo di sua figlia è particolare e in certi aspetti delicato. L’unica cosa che mi viene da dirle è di non smettere di cercare e non perdere la fiducia. Sicuramente riuscirà a trovare la persona giusta per lei. Se hai piacere rimango a disposizione.
Un caro saluto, Giada
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione e la volontà di aiutare sua figlia. Lei sta menzionando ad alcuni disturbi, è stata data a sua figlia una diagnosi certificata? Spesso questi tipi di disturbo sono molto complessi e il più delle volte è necessario un trattamento integrato/multidisciplinare che spesso lo si trova all'interno di strutture pubbliche o private. Premetto che non so che tipo di percorso abbia fatto sua figlia, se a livello ambulatoriale, anche alla luce delle difficoltà tipiche della patologia, non ha avuto successo, si potrebbe pensare ad un intervento all'interno di strutture specializzate oppure di comunità.
Resto a disposizione.
Un caro saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia.
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Gentile utente, la situazione di sua figlia é chiaramente molto complessa e richiede di essere seguita da più figure professionali insieme (in primo luogo uno psicoterapeuta ed uno psichiatra) tutte con formazione specifica nel trattamento di quelle patologie.
Il primo consiglio, pratico, é quindi di identificare dei centri specializzati nei disturbi di sua figlia o dei singoli professionisti specializzati a cui rivolgersi per poter essere presi in carico da loro e per essere inviati da loro agli altri professionisti necessari.
Oltre a ciò va tenuto sempre a mente che é tipico del disturbo Borderline di personalità investire facilmente in un rapporto,poi tagliarlo completamente per poi riprenderlo forse in seguito. Questa cosa si riflette anche nel rapporto professionista-paziente ed é quindi possibile che sia questo il motivo per cui finora i colleghi incontrati “non andassero bene”.
Il secondo consiglio, più relazionale, é quindi di investire con sua figlia, per quanto possibile, nel resistere dall’interrompere il percorso con chi la sta seguendo, ribadendo l’importanza della continuità nel percorso.
Più generalmente la raccomandazione é che lei si mostri sicura é convinta con sua figlia che il seguire continuativamente nel tempo il percorso coi vari specialisti sia la cosa giusta e necessaria per stare meglio, cosa che é assolutamente possibile benché faticosa da raggiungere.
A proposito mi permetto di invitarla anche a non sottovalutare l’umana è normale fatica di stare vicini e supportare una persona con queste difficoltà e di trovare dei modi per gestire lo stress e la preoccupazione che ovviamente prova per la situazione di sua figlia.
Se avesse bisogno di ulteriori informazioni o semplicemente di parlare ancora mi scriva pure in chat, leggeró.

Dottor Mauro Simonetti
Buongiorno provi a contattare il Centro di salute mentale della sua ASL. Il disturbo borderline è molto complesso da trattare. E’ utile l’inserimento in una comunità terapeutica dove c’è un equipe specializzata per trattare le persone con questa patologia.
Gentilissima, mi spiace molto per la situazione, che comprendo essere molto difficile. Non conosco nel dettaglio il caso di sua figlia, tuttavia il disturbo di cui parla è complesso e con degli elementi emotivi e relazionali molto delicati. Una delle caratteristiche più rilevanti è proprio l'aspetto relazionale: nel disturbo borderline, si alternano momenti di forte senso di coinvolgimento con l'altra persona, a momenti di forte conflittualità causata dalla paura dell'abbandono, che potrebbero portare all'interruzione precoce del percorso. Le consiglio come prima cosa di parlare con sua figlia cercando di promuovere la motivazione a restare in terapia per un certo tempo utile e continuativo. Le consiglio inoltre di cercare nella sua zona dei centri specializzati in tale problematica, che permettano a sua figlia di essere seguita da dei professionisti sia dal punto di vista psicologico che, eventualmente, farmacologico. Se invece preferirà, almeno all'inizio, cercare dei professionisti al di fuori della vostra, vi è la possibilità anche di effettuare colloqui psicologici in modalità online: possono aiutare sua figlia a riprendere contatto con il percorso terapeutico, aumentando la sua motivazione. Mi rendo conto che è difficile rispondere in poche righe a tutti i suoi dubbi, quindi nel caso in cui avesse bisogno di altre informazioni mi contatti pure. Inoltre, sono disponibile anche per colloqui online. La strada è difficile, ma il trattamento efficace è possibile.
Con i migliori auguri, porgo cordiali saluti. Dott.ssa Asya Cappalli.
Salve signora. Il problema che pone è frequentemente connotato da resistenze al trattamento… implicite nel tipo di disturbo. Prima di procedere verso l’ennesimo tentativo, provi a premettere a sua figlia che da quel disagio che avverte ne uscirà anzitutto con le proprie forze e che uno specialista potrebbe “semplicemente” aiutarla a riconoscerle. Questo suo contributo potrebbe valere come propedeutico allo step successivo che probabilmente si rivelerebbe valido se l’aiuto si configurasse in un intervento di equipe. Eventualmente potrebbe ricercare un centro specializzato regionale. Buone cose. Drssa Daniela Savarese, psicologa transpersonale
Salve signora, comprendo a pieno la complessità e la delicatezza della situazione da lei riferita. La natura del disagio manifestato da sua figlia richiede, a volte, un piano di intervento globale con il coinvolgimento dei servizi territoriali o centri specializzati per il trattamento dei disturbi borderline di personalità. Per questo le suggerisco di fare riferimento al centro di salute mentale della sua Asl di appartenenza. Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti. Un cordiale saluto,
Dott. Omar Isa
Gentile, mi spiace molto per la situazione che lei e sua figlia state attraversando. Non conoscendo nel dettaglio il caso di sua figlia non sono in grado di dare un'indicazione specifica, tuttavia il disturbo di cui parla è complesso dal punto di vista emotivo ma soprattutto relazionale. Mi sento di aggiungere che focalizzarsi su un'etichetta diagnostica piuttosto che sulla persona, come caso unico e individuale, sia sempre limitante e il rischio poi diventa quello di considerare sua figlia come una paziente border e non come persona unica e irripetibile. Le consiglio comunque di non chiudere le porte alla psicoterapia magari tentando anche la terapia online che le da maggior possibilità di spaziare tra terapeuti diversi senza il vincolo della vicinanza.
Rimango a disposizione
La scelta dello psicologo è sempre soggettiva, è un po' come un vestito da dover indossare in un'occasione speciale. Dovrebbe innanzitutto capire se nessuno è andato bene perchè fuoriesce il lato anche un po' provocatorio e oppositivo tipico degli adolescenti, e in generale essendo borderline potrebbe sua figlia in un primo momento idealizzare lo psicologo e successivamente a seguito anche di una parola non gradita partire con la svalutazione dello stesso. Provi in generale con qualche terapia on line facendo scegliere a lei stessa lo specialista a cui affidarsi, magari rendendola partecipe di questo potrebbe andare meglio!
Buonasera, sicuramente la situazione non è semplice e la comprendo. il consiglio che mi sento di darle è quello di continuare la ricerca di una figura di riferimento che possa essere di gradimento a sua figlia. magari potrebbe proporle di fare una terapia online e di far scegliere a lei il professionista dal quale andare. un percorso riabilitativo e psico-educativo sicuramente la aiuterebbe e trovare uno psicologo che le possa andare bene le potrebbe garantire una continuità nella terapia anche farmacologica. Resto a disposizione,
cordiali saluti
dott.ssa Federica Lucchetti
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua preoccupazione. Le consiglierei di riflettere sulla possibilità di prendere in considerazione delle comunità terapeutiche specializzate nel Disturbo borderline di personalità. Nella speranza di esserle stata utile, resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto! Dott.ssa Eleonora Lazzarino
Buongiorno. Il disturbo che indica è difficile da trattare e fa parte dei segni e sintomi il perdere fiducia, non a caso è chiamato spesso (riduttivamente) sindrome dell'abbandono; paradossalmente lo stare peggio può aumentare le probabilità di una futura aderenza alla terapia, talvolta il problema è che non si sta male abbastanza e si preferisce allora rimandare con l'augurio che passi oppure di poterci convivere. Non rinunci alla possibiltà di andare verso il meglio, si ponga nella posizione di aiutare ma aspetti che sia comunque sua figlia a richiederlo, e le direi anche di rimandare la farmacologia solo a quando ci sarà una valida aderenza ad un nuovo percorso
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Buongiorno carissima,
mi dispiace molto che sua figlia si sia scoraggiata perdendo fiducia. E' importante trovare la figura di riferimento più adeguata per ciascuno di noi con la quale creare la giusta ed empatica alleanza terapeutica.
Mi rendo disponibile ad avere un colloquio online conoscitivo
Un caro saluto
Dottoressa Ilaria Redivo
Mi dispiace molto sentire che la vostra esperienza con gli psicologi non sia stata positiva finora. In situazioni come queste, potrebbe essere utile cercare un approccio psicologico sistemico relazionale, che si concentra sulle relazioni interpersonali e sugli schemi familiari che influenzano il benessere mentale di una persona.
Potrebbe essere utile cercare un terapeuta che abbia esperienza nel trattamento dei disturbi borderline e che utilizzi un approccio sistemico relazionale. Potreste chiedere consigli a specialisti della regione o consultare siti web specializzati per trovare professionisti con queste competenze.
È importante anche prendersi cura di voi stessi durante questo periodo difficile. Potreste considerare la possibilità di partecipare a gruppi di supporto per familiari di persone con disturbi mentali, dove potrete trovare sostegno e consigli da persone che si trovano nella vostra stessa situazione.
Infine, non perdete mai la speranza e continuate a cercare aiuto per vostra figlia. Con il giusto supporto e con l'impegno da parte di tutti, è possibile superare i disturbi mentali e migliorare la qualità della vita. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione anche online.
Dott. Cordoba
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Buon pomeriggio, sono dispiaciuta per quello che state attraversando. Sicuramente l'esito di un percorso terapeutico è qualcosa che non è possibile vedere a breve termine, ma necessita di costanza, fiducia e pazienza. Affidarsi ad un professionista della salute mentale vuol dire essere consapevoli di ciò... con motivazione e perseveranza i risultati arriveranno. Detto ciò come "regola generale", bisognerebbe poi capire nel vostro caso specifico cosa non ha funzionato e cosa non ha permesso di istaurare questo legame di fiducia che è la condizione senza la quale ogni percorso terapeutico è destinato a fallire. Se vorrete approfondire la questione, sono a vostra in studio o online. Vi auguro il meglio. Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
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