Buongiorno, ho una fascite plantare da 6 mesi. Dolore acuto nel primo mese, poi quasi sparita per qu

14 risposte
Buongiorno, ho una fascite plantare da 6 mesi. Dolore acuto nel primo mese, poi quasi sparita per qualche giorno, e tornata in maniera cronica. Il dolore prima era localizzato all’altezza del primo metatarso, ora dolore lieve ma si è spostato anche nel lato interno del tallone. Ho fatto onde d’urto e laser, poi riposo e di nuovo adesso esco da 10 sedute di onde d’urto e vari esercizi senza essere guarito. Non so più cosa fare
buongiorno, senza poterla visitare è difficile poter dare un parere, ma senz'altro la fascite plantare è una patologia fastidiosa e complicata. manualmente si potrebbe lavorare sulle strutture del piede che sono andate in contro ad accorciamento e lavorare anche sulla catena della gamba e magari sulla postura. apparte le terapie fisiche, che lei ha già fatto, le consiglierei quindi di rivolgersi ad un professionista che possa trattarla anche manualmente. saluti

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Salve, la fascite plantare è una patologia che può necessitare di tempo per guarire. Probabilmente hanno riscontrato una spina calcaneare per cui hanno ritenuto di eseguire delle onde d'urto. Avendone però già eseguite diverse, insieme ad esercizi specifici e alla laser terapia con scarso beneficio, suggerirei una valutazione posturale e una visita osteopatica. Grazie a questi trattamenti si potrebbe capire se un disequilibrio degli arti inferiori nonché una sofferenza della colonna, giustifichino la persistenza del suo dolore. Nel frattempo indossi delle scarpe comode, a pianta larga e morbida possibilmente leggermente rialzate soprattutto sul tallone, e una talloniera in silicone che potrebbe poi essere sostituito da un plantare specifico qualora fosse necessario.
Buongiorno, la fascite è difficile da curare e il suo andamento può essere caratterizzato da ricadute. La terapia fisica strumentale deve essere effettuata durante la cura di questa fastidiosa patologia, come tecar e ultrasuoni, che possono essere somministrate in maniera più continuativa durante la terapia, a differenza delle onde d’urto.
Le consiglio di farsi valutare attentamente da un fisioterapista e di continuare con le terapie.
Cordiali saluti
salve per risolvere la fascite plantare è importante associare alla terapia strumentale anche quella manuale per allungare la porzione tendinea e per eseguire degli esercizi propriocettivi al fine di ritrovare un corretto appoggio del piede. inoltre è necessario controllare tutta la struttura muscoloscheletrica del corpo ed eliminare i compensi posturali. le consiglio di seguire il trattamento osteopatico ed esercizi a casa che l'osteopata potrà consigliarle. nonostante il processo di guarigione sia piuttosto lento, i risultati sono efficaci utilizzando anche un plantare da inserire nelle scarpe.
Buongiorno,cerchi di indossare come prima cosa delle scarpe più morbide possibili,e provi a fare un esame baropodometrico per capire se necessita anche di un eventuale plantare.
Cordiali saluti.
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Buonasera. Per risolvere una fascite plantare che si ripresenta nonostante l'intervento strumentale con le onde d'urto è necessario andare a fondo della causa che l'ha provocata inizialmente. Vuol dire eseguire una valutazione della postura che possa evidenziare quale squilibrio meccanico abbia potuto favorire un uso inappropriato e disfunzionale della muscolatura che poi , di conseguenza, si è infiammata . e da li impostare un lavoro manuale piu' globale. Grazie della domanda.
Salve, risolvere una fascite plantare non è semplicissimo e spesso il percorso terapeutico presenta alti e bassi. Oltre alla terapia strumentale, che ha già eseguito, il trattamento non può non comprendere anche esercizio terapeutico a carico progressivo, stretching della fascia plantare, terapia manuale per eventuali limitazioni articolari (ad esempio alla caviglia) e per scaricare la muscolatura (spesso rigida a livello dei polpacci) e trovare alcune strategie di comportamento per ridurre la sintomatologia, spesso l'uso di bendaggi o lo scarico con un plantare può aiutare a sentire meno il dolore. Il percorso terapeutico è comunque non di breve durata.
Saluti
Salve, la fasciate plantare come le hanno già detto i colleghi è una patologia che può presentare nel suo decorso diverse fasi. Accanto al lavoro strumentale che da solo non può bastare abbinerei un lavoro specifico sulla catena muscolare posteriore, e magari cambierei anche qualche abitudine se possibile. Osservare il problema da un altro punto di vista potrebbe aiutarla. Guardare il problema nel complesso. Saluti
Buonasera
Avrei necessità di avere maggiori informazioni, potrebbe inviarmi un messaggio con il suo contatto telefonico? senza impegno. Grazie
Buonasera, smetta immediatamente di fare terapie mirate al piede, in quanto se il piede fosse la causa dovrebbe già essere guarito (consideri che di norma con 4-5 sedute di onde d'urto il dolore scompare), potrebbe essere che a seguito di atteggiamenti posturali alterati o vecchie cicatrici non trattate il suo carico si sia accentato sulla parte interna- anteriore del piede e le provoca dolore, per maggiori chiarimenti non esiti a contattarmi, sarei molto felice di aiutarla
Buonasera, se dopo tutte queste terapie il dolore non è migliorato, vuol dire che bisogna trattare il problema sotto un altro aspetto, o secondo un'altra ottica. Il dolore al piede può derivare ad esempio da una postura scorretta che porta alterazioni del carico, dal ginocchio ecc... Personalmente tratterei il problema dal punto di vista manuale ed esercizi terapeutici, successivamente si potrebbe valutare anche l'utilizzo di un plantare studiato appositamente da un tecnico ortopedico, tuttavia senza vederla posso solo esprimermi sulla teoria.
Gentile Utente, sicuramente dopo una visita medio specialistica, Le consiglio una visita posturologica informazionale di approfondimento, cosi da evidenziare eventuali adattamenti disfunzionali posturali in atto e correggerli. Esempio il modo di camminare ma non solo.. perché va bene lavorare come ha fatto sull’infiammazione, ma anche lavorare su cosa innesca queste infiammazioni.

A disposizione
Dott. Maurizio Di Benedetto
Salve. La sua condizione patologica è molto diffusa e la questione relativa alla cura e al trattamento è più delicata di quello che si pensa. Nel suo racconto mancano molte informazioni che potrebbero essere rilevanti per la corretta interpretazione del sintomo. Ogni percorso è diverso, anche dal punto di vista terapeutico. La mia affermazione non è solo una metafora, ma vuole canalizzare la sua attenzione sui passi che muove nella vita, proprio come la sua condizione patologica, invece, vorrebbe impedirle di fare. Se desidera, vista la cronicità del sintomo, approfondire la questione posso supportarla in un consulto online gratuito. Il 12 novembre i consulti saranno dedicati proprio a questa condizione patologica. Può inviarmi un messaggio per prenotarsi o, in alternativa, può procedere lei stesso con la prenotazione online (indirizzo Bari, consulti tematici). A disposizione per qualsiasi richiesta di chiarimento,
cordialità,
Alessia C
Buongiorno,
Capisco la sua frustrazione, soprattutto dopo aver intrapreso diverse terapie senza ottenere il miglioramento sperato. La fascite plantare, in alcuni casi, può evolvere in una condizione cronica, che risponde più lentamente ai trattamenti. Il dolore che si sposta dal primo metatarso al lato interno del tallone può indicare che la fascia plantare è ancora sollecitata o che ci sono altre strutture coinvolte, come il tendine o la borsa calcaneare.

Le consiglio di considerare quanto segue:

1. **Rivalutazione della diagnosi**: Se non l'ha già fatto, potrebbe essere utile sottoporsi a un esame di imaging (come ecografia o risonanza magnetica) per escludere altre patologie concomitanti, come tendinopatie o problemi legati ai muscoli del piede o della caviglia, che potrebbero mascherare o complicare la fascite plantare.

2. **Trattamenti aggiuntivi**: Se le onde d'urto e il laser non sono stati completamente efficaci, potrebbe essere il caso di esplorare altre opzioni terapeutiche:
- **Terapia manuale**: Un fisioterapista esperto in terapia manuale potrebbe lavorare su mobilizzazioni e tecniche di rilascio miofasciale per ridurre la tensione muscolare e migliorare la funzionalità della fascia plantare.
- **Taping funzionale**: L’utilizzo di bendaggi terapeutici (taping) può aiutare a supportare il piede durante la fase di recupero, riducendo il carico sulla fascia plantare e migliorando la stabilità.
- **Trattamenti biologici**: Se non l'ha già fatto, potrebbe essere valutato un trattamento con PRP (Plasma Ricco di Piastrine) o altre terapie rigenerative, che possono stimolare la guarigione dei tessuti.

3. **Approccio riabilitativo mirato**:
- **Esercizi di stretching** specifici per la fascia plantare e i muscoli del polpaccio. La tensione a livello del polpaccio può contribuire al dolore plantare, quindi è importante non solo allungare la fascia, ma anche rinforzare i muscoli del piede e della caviglia.
- **Rinforzo del piede**: Esercizi per migliorare la forza dei muscoli intrinseci del piede (come il "towel curl" o esercizi con palline) possono supportare meglio la fascia plantare e migliorare la funzionalità.

4. **Scarpe e plantari**: Verificare che le scarpe siano realmente adatte per la sua condizione. Scarpe con un buon supporto dell'arco e con un'ammortizzazione adeguata sono fondamentali. Inoltre, potrebbe essere utile una revisione dei plantari personalizzati, per garantire che siano ancora idonei e correttamente adattati alle sue esigenze.

5. **Approccio al dolore**: In alcuni casi, il dolore cronico può essere gestito con terapie complementari come l'uso di antinfiammatori topici o orali, o la stimolazione elettrica (TENS) per il controllo del dolore.

Infine, è fondamentale mantenere un approccio paziente e graduale: la fascite plantare cronica può richiedere più tempo per migliorare, e un trattamento combinato, che affronti più aspetti della condizione (meccanici, biologici e funzionali), è spesso la chiave per una gestione efficace.

Consiglierei di consultare un medico o fisioterapista specializzato in dolore muscoloscheletrico per una revisione completa e per personalizzare ulteriormente il suo piano terapeutico.

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