Buongiorno, ho un compagno con il quale ho molti problemi. Vorrei lasciarlo perché per quanto io cer

16 risposte
Buongiorno, ho un compagno con il quale ho molti problemi. Vorrei lasciarlo perché per quanto io cerchi di fare del mio meglio per la famiglia (abbiamo un bambino), a lui basta il nulla per arrabbiarsi... Io credo abbia diversi problemi dovuti a stress da lavoro, incapacità di gestire la rabbia, troppo fumo, caffè e... anche alcol.... Lui non lo ammette, nega tutto e mi fa passare spesso per quella sbagliata... Vorrei aiutarlo, ma con lui non c'è più comunicazione e per lui la psicoterapia significa solo buttare via soldi...
In tutto questo trambusto ovviamente io e nostro figlio ne risentiamo tantissimo... Il bimbo in realtà ancora non lo capisce direttamente, ma come riflesso, perché io non cerco mai di metterlo in cattiva luce (cosa che invece lui fa con me...) ed è il papà e gli vuole bene... E cmq riesce ad essere anche un buon papà, giocano insieme e si divertono, ma basta una virgola storta, non stare alle "sue regole", che cambia di umore repentinamente.... E poi inizia a "vomitare" parole contro di me anche davanti al bimbo, nonostante io gli chieda di smetterla.... Io ora sto malissimo e non riesco più a sopportare questa situazione che dura già da troppo tempo.... Vorrei quindi intraprendere un percorso di psicoterapia, probabilmente per darmi il coraggio per lasciarlo che oggi non ho... solo x avergli accennato questa mia intenzione mi ha attaccata e ho paura che per ripicca non vorrà rimanere con nostro figlio durante le sedute....
Vorrei un parere perché non so quale tipo di terapia sia la più valida per me... Stavo valutando la cognitivo comportamentale o sistemico relazionale. Inoltre ho sentito parlare dello specchio unidirezionale, ma mi mette in soggezione .... Ovviamente sono aperta anche ad altri tipi di terapia.
Grazie
Gentilissima, grazie della sua condivisione e di avere il coraggio di affrontare la situazione, per lei e per suo figlio. Se il suo compagno non accetta un confronto di coppia, l’unica via è quella che indica lei: una psicoterapia che la sostenga e l’aiuti a prendere le giuste decisioni. Che sono anche di tipo pratico: dove vivere, aspetti economici e di organizzazione rispetto al bambino. Rispetto all’orientamento psicoterapeutico, le posso dire che non ne esiste uno ideale e che quello che conta veramente, al di là delle tecniche, è la relazione che si stabilisce con il terapeuta. E’ la qualità della relazione (di ascolto profondo, di fiducia, di sintonia (non voglio usare la stra-abusata empatia), che fa la differenza. Poi le tecniche si applicano, ma funzionano quando c’è un’alleanza di base. Potrebbe, per scegliere, prendere due o tre appuntamenti con diversi psicoterapeuti di orientamenti diversi e dopo il colloquio sentire al suo interno dove si è sentita meglio, più accolta e dove desidererebbe tornare. Non si avvalga di indicazioni di amici/conoscenti, senza provare di persona. La scelta è molto soggettiva. Per far tenere il bambino veda se può trovare altre soluzioni, non lasci questo potere al suo compagno. Cominci a sentirsi svincolata da lui. Lui non sembra voler cambiare comportamento, ma lei sì e questo farà la differenza anche per lui. Visto che avete un bambino insieme, consulti se può anche un’assistente sociale o un avvocato in modo da essere ben informata sui suoi diritti e doveri rispetto al bambino. Le faccio tanti auguri, è dura ma fa bene a cambiare le cose, anche perché il bambino si trova in mezzo a rapporti conflittuali e messaggi ambivalenti e questo non fa bene alla sua crescita e serenità. Sono a disposizione se le serve un approfondimento, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente, posso solo immaginare l'enorme fatica e sofferenza che descrive. La situazione che sta vivendo è delicata anche a fronte della presenza di un bambino. Lavorare su di sé è sicuramente un ottimo punto di partenza, dato che ad oggi il suo compagno non sente di voler fare lo stesso. Non possiamo obbligare nessuno a prendersi cura di sé stesso ma possiamo lavorare su di noi per comprendere come agire e reagire a delle dinamiche che ci recano dolore e malessere.
Nella scelta della giusta terapia non credo ci sia una risposta assoluta. Il giusto approccio e il terapeuta giusto, non esistono in termini oggettivi ed assoluti. Ma esiste ciò che funziona meglio per noi. Si fidi un po anche del suo istinto nella scelta del terapeuta. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Credo innanzitutto che sia importante che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero mediante il quale poter condividere pensieri e vissuti emotivi circa la situazione da lei riportata al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, i problemi nella relazione con il suo compagno sono evidenti dal suo racconto e sono portatori di profondo malessere, se è arrivata a decidere di lasciarlo. Una possibile psicoterapia di coppia potrebbe aiutarvi a mettere il luce quali sono le cause del malcontento del suo compagno che viene riversato in famiglia e a capire quali sono le aspettative reciproche che rimangono insoddisfatte. Il problema che lei evidenzia è che lui un ricorso alla psicoterapia non lo prende neanche in considerazione, pertanto il piano B è quello di procedere con una psicoterapia individuale. Se non vi sono problemi di traumi del passato, le consiglio un orientamento cognitivo-comportamentale, anche online.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno, valuti la possibilità di rivolgersi ad un centro antiviolenza. In totale anonimato e senza alcun rischio per suo figlio. Può chiamare anche solo per avere qualche consiglio.
Gentile,
Come ben suggerito da altri colleghi non esiste un approccio più indicato di un altro. Giacchè sembra che si stia delineando la possibilità di una Psicoterapia individuale (ne sente il bisogno Lei) direi che un approccio integrato e, magari, anche con L' EMDR Lei possa raggiungere gli obiettivi che si prefigge: arrivare, cioè, all' eventualità di staccarsi dal suo compagno e ri-ridefinirsi un individuo autonomo ed indipendente.
Sicuramente, ne trarrà beneficio per se stessa ma anche (e soprattutto) per il suo bambino che, ancorchè stia bene, sicuramente non sta giocando di questo clima.

Resto a disposizione.

Dr.ssa Ruocco Claudia
Gentilissima, scegliere di stare accanto ad una persona del genere, che ha scarso controllo della rabbia, che le usa violenza verbale, che la svaluta, che dipende da sostanze...sta danneggiando sia Lei che il bambino. Non è l' approccio terapeutico che conta, ma la qualità della sintonizzazione emotiva e relazionale che stabilirà con il suo o la sua terapeuta . Lei ha tutto il dovere e diritto di tutelare la sua immagine di madre e l' armoniosa crescita di suo figlio, pertanto chieda subito aiuto. Gradualmente saprà come e se aiutare il suo compagno, se mai accetterà di essere aiutato. Intanto agisca per star meglio...adesso; nel presente!
Le auguro giorni belli. Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, credo però che la sua scelta sia quella giusta. Intanto se sente il bisogno di aiuto inizi lei il suo percorso. ogni approccio è valido, per cui scelga lei la modalità in cui si sente più a suo agio. magari se la discriminante può essere quella di non poter trovare qualcuno che l'aiuta con il bambino può valutare la terapia online, ma solo se poi riesce effettivamente poi a ricavare un'ora in cui può parlare liberamente senza interruzioni dagli altri membri della sua famiglia. In bocca al lupo!
Gentilissima,
quanta instabilità relazionale, quanta svalutazione, quanta collera sperimentata, aggravata dai comportamenti a rischio del compagno; ne sono tanto dispiaciuta , specie immaginando quanto lei ha creduto, ha investito e sta investendo in questa relazione e nella vs famigliola. Appoggio l idea di farsi sostenere in un percorso di terapia, nonostante l avversione sperimentata dal partner; si documenti e avverta l approccio che le sembra maggiormente congeniale. Conoscere poi il terapeuta cogliendone la compatibilità e la sintonizzazione emotiva le permetterà di fare la scelta giusta.
Rimango a disposizione e la saluto

Liza Bottacin
Salve, credo di aver già risposto a questa domanda.
Dal momento che continua a riproporla integro a ciò che le ho già detto.
Io le potrei dire, sono una psicoterapeuta a formazione umanista, e a lei direbbe poco o niente.
Quello che conta è che rompa gli indugi e trovi mal persona che abbia i tratti dell’accompagnatore ideale per lei.
Ciò impone esplorazione e ricerca.
Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno. Mi dispiace molto della situazione che sta vivendo, quanto ha scritto rappresenta già un atto di coraggio e fotografa la spinta ad uscire da questa situazione.
Io le consiglierei di iniziare con una terapia individuale online o di presenza, valutando anche la tecnica EMDR per l'elaborazione dei traumi. Rimango a disposizione
Buongiorno, le consiglio il mio approccio che è applicabile anche a distanza e utilizza sia la Terapia Strategica Breve che la Terapia della Gestalt. Glielo consiglio perché ho sperimentato che è molto efficace e veloce anche per i problemi di coppia. Infatti è molto spesso efficace anche se viene un solo partner. Qualora ciò non bastasse spesso è più facile indurre il partner a partecipare perché noterebbe dei cambiamenti in lei. Qualora persistesse nel rifiuto probabilmente dovrebbe prendere delle decisioni importanti. Può trovare in rete miei articoli sul trattamento delle relazioni interpersonali con questo approccio integrato che io chiamo strategico-gestaltico. Cordiali saluti
gentile utente, la ringrazio per aver descritto qui il suo malessere e mi sento di dirle sin da subito che lei è davvero molto forte nel cercare aiuto in una situazione del genere, poichè non è sempre semplice riuscire ad avere la lucidità di rendersi conto che c'è un forte problema relazionale, che si ripercuote su tutti (lei e il bambino) e che in questi casi è necessario chiedere aiuto per riuscire ad attivare delle soluzioni efficaci. Mi dispiace molto per quello che vive, e capisco che essere svalutati continuamente e restare in un contesto di violenza verbale la possa mettere in enorme difficoltà. la prima cosa che le chiederei è se lei ha una rete sociale attorno (madre, padre, fratelli e sorelle, amici ecc) che possano sostenerla e di cui si fida. L'approccio cognitivo- comportamentale è molto pratico e si fonda sul problema attuale, ma in generale penso che il miglior terapeuta e il miglior approccio siano quelli con cui lei si sente a suo agio e totalmente libera di affidarsi. Le consiglierei comunque un lavoro su se stessa piuttosto che sulla coppia che possa aiutarla a comprendere delle cose di se, riconoscere le sue risorse, il suo valore, ed adottare strategie efficaci per il suo benessere e quello del bambino che purtroppo anche se indirettamente ne subisce delle conseguenze.
Un caro saluto, dott.ssa Carmen Tedeschi
Gentile utente, la sua decisione di prendersi cura di sé attraverso una psicoterapia che le renda possibile affrontare un cambiamento la può aiutare a chiarire quale sia il confine di ciò che è accettabile per lei e i comportamenti che sono negativi per lei e il bambino. L'alleanza terapeutica con un professionista con cui possa aprirsi è il primo passo della psicoterapia, poi ogni professionista avrà tecniche specifiche per procedere a fronte dei problemi emersi. Comprendo la complessità della sua situazione e la necessità che sente di una valutazione attenta. La buona scelta sarà suggellata dalla qualità di ciò che sentirà quando incontrerà qualcuno cui affidarsi.
La situazione che descrivi sembra riflettere una dinamica relazionale molto complessa, in cui emergono segnali di violenza psicologica. È importante sottolineare che la violenza non si manifesta solo attraverso atti fisici, ma anche attraverso comportamenti verbali e psicologici che minano la tua autostima e la tua sicurezza emotiva. Questo tipo di violenza può essere insidioso e difficile da riconoscere, soprattutto quando viene camuffato da stress o problemi personali dell'altro.

Riguardo alla scelta del tipo di terapia penso che la cosa più importante sia scegliere il terapeuta con cui intuitivamente pensi di poterti sentire al sicuro e che ti ispiri fiducia, perché la tua problematica può essere affrontata con tanti approcci diversi.
Personalmente ti proporrei un percorso terapeutico di mindfulness e ipnosi. La MINDFULNESS può offrirti uno spazio sicuro per ritrovare la calma interiore e la consapevolezza di ciò che sta accadendo, permettendoti di osservare la situazione con maggiore chiarezza e meno reattività emotiva. L’IPNOSI, d'altra parte, può essere uno strumento potente per esplorare l’origine profonda di certe dinamiche relazionali e rafforzare le tue risorse interne, aiutandoti a superare le paure e a prendere decisioni in linea con il tuo benessere.


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Gentilissima utente,
Grazie per averci scritto.
Come ben suggerito da altri miei colleghi non esiste un approccio che si più valido di altri.
Sicuramente però in base al suo caso le consiglio una terapia di coppia, se il suo compagno non vuole può iniziare una terapia individuale anchr con approccio sistemico relazione perché tratta anche pazienti individuali.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Stia serena un saluto

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