Buongiorno, ho un compagno con il quale ho molti problemi. Vorrei lasciarlo perché per quanto io cer

18 risposte
Buongiorno, ho un compagno con il quale ho molti problemi. Vorrei lasciarlo perché per quanto io cerchi di fare del mio meglio per la famiglia (abbiamo un bambino), a lui basta il nulla per arrabbiarsi... Io credo abbia diversi problemi dovuti a stress da lavoro, incapacità di gestire la rabbia, troppo fumo, caffè e... anche alcol.... Lui non lo ammette, nega tutto e mi fa passare spesso per quella sbagliata... Vorrei aiutarlo, ma con lui non c'è più comunicazione e per lui la psicoterapia significa solo buttare via soldi...
In tutto questo trambusto ovviamente io e nostro figlio ne risentiamo tantissimo... Il bimbo in realtà ancora non lo capisce direttamente, ma come riflesso, perché io non cerco mai di metterlo in cattiva luce (cosa che invece lui fa con me...) ed è il papà e gli vuole bene... E cmq riesce ad essere anche un buon papà, giocano insieme e si divertono, ma basta una virgola storta, non stare alle "sue regole" che cambia di umore repentinamente.... E poi inizia a "vomitare" parole contro di me anche davanti al bimbo nonostante io gli chieda di smetterla.... Io ora sto malissimo e non riesco più a sopportare questa situazione che dura già da troppo tempo.... Vorrei quindi intraprendere un percorso di psicoterapia, probabilmente per darmi il coraggio per lasciarlo che oggi non ho... solo x avergli accennato questa mia intenzione mi ha attaccata e ho paura che per ripicca non vorrà rimanere con nostro figlio durante le sedute....
Vorrei un parere perché non so quale tipo di terapia sia la più valida per me... Stavo valutando la cognitivo comportamentale o sistemico relazionale. Inoltre ho sentito parlare dello specchio unidirezionale, ma mi mette in soggezione .... Ovviamente sono aperta anche ad altri tipi di terapia.
Grazie
Salve, non solo sono d'accordo con lei, ma aggiungo che se la sua situazione non cambia suo figlio apprenderà che le donne possono essere sottomesse con l'uso della prepotenza.
È necessario che agisca velocemente per comprendere come tutelare se stessa sia come donna ma anche come persona meritevole di comprensione e rispetto.
In questo modo potrà recuperare quell' integrità che in queste situazioni viene gradatamente meno.
Non abbia timore di avvicinarsi alla psicoterapia, la consideri come un percorso in cui potrà crescere e trovare consapevolezza.
Le lascerò un invito, rimango a disposizione, dott.ssa Sandra Petralli
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Ciao, grazie per aver condiviso la tua situazione. Essendo una terapeuta sistemico-relazionale, posso offrirti alcune informazioni e considerazioni su questo approccio e sul tema dello specchio unidirezionale.

La terapia sistemico-relazionale si concentra sull'esplorazione delle dinamiche familiari e relazionali, riconoscendo che il comportamento di una persona è influenzato dal contesto in cui vive e interagisce. In questo tipo di terapia, l'accento è posto sulle relazioni tra i membri della famiglia e su come le loro interazioni e modelli comunicativi possono influire sul benessere di ciascuno. Il terapeuta lavora per comprendere e modificare questi schemi relazionali al fine di migliorare la comunicazione e risolvere i conflitti all'interno della famiglia.

Per quanto riguarda lo specchio unidirezionale, si tratta di una tecnica in cui un altro terapeuta può osservare la sessione senza partecipare attivamente. Questo metodo è utilizzato per fini formativi o supervisori. Tuttavia, è importante sottolineare che nessuno può osservare una sessione di terapia senza il tuo esplicito consenso. La tua privacy e il tuo comfort sono fondamentali, e qualsiasi forma di osservazione deve essere approvata da te in anticipo. Non devi mai preoccuparti che qualcuno possa osservare senza che tu sia informata e consapevole della situazione.

Per il tuo caso specifico, la terapia sistemico-relazionale potrebbe offrirti strumenti utili per affrontare la situazione con il tuo compagno e per lavorare sui tuoi sentimenti e preoccupazioni. Questa terapia può aiutarti a esplorare le dinamiche tra te, il tuo compagno e vostro figlio, e potrebbe fornire strategie per migliorare la comunicazione e la gestione dei conflitti. È importante che tu abbia uno spazio sicuro per lavorare sui tuoi sentimenti e sulle tue preoccupazioni riguardo alla tua situazione familiare. La terapia potrebbe anche supportarti nel trovare il coraggio di prendere decisioni difficili riguardanti la tua relazione e il benessere di tuo figlio.

Resto a disposizione per ulteriori domande o per ulteriori chiarimenti riguardo alla terapia sistemico-relazionale e ad altre opzioni che potrebbero esserti utili.
Gentile utente, posso solo immaginare l'enerome fatica che sta affrontando. Ciò che mi sento di dirle è che non esiste la terapia migliore in termini assoluti. Ma esiste la terapia che può funzionare meglio per lei, a prescindere dall'approccio. Si affidi un po alle sue sensazioni, il terapeuta giusto non dipende solo dall'aprocio usato dal professionista ma del rapporto terapeutico che si crea tra lei e il professionista. Rimango a sua disposizione cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Mi sembra una situazione complicata e frustrante. Non deve essere facile inoltre badare ad un figlio piccolo in queste condizioni. La sua intenzione di intraprendere un percorso la trovo giusta per lei innanzitutto, che potrà così facendo trovare la chiarezza che le serve per affrontare la situazione e prendere la decisione migliore.
Gentilissima, grazie della sua condivisione e di avere il coraggio di affrontare la situazione, per lei e per suo figlio. Se il suo compagno non accetta un confronto di coppia, l’unica via è quella che indica lei: una psicoterapia che la sostenga e l’aiuti a prendere le giuste decisioni. Che sono anche di tipo pratico: dove vivere, aspetti economici e di organizzazione rispetto al bambino. Rispetto all’orientamento psicoterapeutico, le posso dire che non ne esiste uno ideale e che quello che conta veramente, al di là delle tecniche, è la relazione che si stabilisce con il terapeuta. E’ la qualità della relazione (di ascolto profondo, di fiducia, di sintonia (non voglio usare la stra-abusata empatia), che fa la differenza. Poi le tecniche si applicano, ma funzionano quando c’è un’alleanza di base. Potrebbe, per scegliere prendere due o tre appuntamenti con diversi psicoterapeuti di orientamenti diversi e dopo il colloquio sentire al suo interno dove si è sentita meglio, più accolta e dove desidererebbe tornare. Non si avvalga di indicazioni di amici/conoscenti, senza provare di persona. La scelta è molto soggettiva. Per far tenere il bambino veda se può trovare altre soluzioni, non lasci questo potere al suo compagno. Cominci a sentirsi svincolata da lui. Lui non sembra voler cambiare comportamento, ma lei sì e questo farà la differenza anche per lui. Visto che avete un bambino insieme, consulti se può anche un’assistente sociale in modo da essere ben informata sui suoi diritti e doveri rispetto al bambino. Le faccio tanti auguri, è dura ma fa bene a cambiare le cose, anche perché il bambino si trova in mezzo a rapporti conflittuali e messaggi ambivalenti e questo non fa bene alla sua crescita e serenità. Sono a disposizione se le serve un approfondimento, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Credo innanzitutto che sia importante che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero mediante il quale poter condividere pensieri e vissuti emotivi circa la situazione da lei riportata al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, la situazione che espone mi sembra complessa e delicata considerando che non deve essere facile per lei crescere un figlio in un clima poco adeguato e confuso. Anche suo figlio come lei avete bisogno di rispetto e di essere riconosciuti come persone. La psicoterapia potrà aiutarla ad acquisire consapevolezza di sè e maggiore chiarezza. La psicoterapia potrà aiutarla nella misura in cui si sviluppi un buon rapporto tra Lei e il Professionista. Resto a disposizione se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, cordialmente, dott.ssa Mariangela Vitagliani.

Cara, ti ringrazio per aver condiviso la tua storia e le tue preoccupazioni. Comprendo quanto questa situazione possa essere dolorosa e difficile da gestire, soprattutto quando ci sono di mezzo un bambino e la necessità di proteggere la sua serenità.
Da ciò che descrivi, sembra che tu stia vivendo una situazione di violenza domestica. La violenza non è soltanto fisica; può anche essere verbale, emotiva e psicologica, come quando il tuo compagno "vomita" parole contro di te e ti fa passare per quella sbagliata. È importante riconoscere che nessuno merita di essere trattato in questo modo e che la tua sicurezza e quella di tuo figlio devono essere la priorità assoluta.
La cosa più urgente in questo momento è mettere in sicurezza te stessa e il tuo bambino. Ti incoraggio fortemente a rivolgerti a un centro antiviolenza. Questi centri sono specializzati nell’aiutare le donne a uscire da situazioni di violenza domestica, offrendo supporto psicologico, legale e pratico. Anche se non so da dove tu scriva, posso rassicurarti che esistono centri antiviolenza in molte città che potrebbero offrirti il sostegno necessario per proteggerti e per proteggere tuo figlio.
Rivolgersi a un centro antiviolenza è fondamentale perché ti offre immediatamente un ambiente sicuro e il supporto di cui hai bisogno. La terapia è sicuramente un passo importante e utile per lavorare su te stessa e acquisire forza emotiva, ma i tempi della terapia possono essere lunghi e la priorità deve essere la tua sicurezza fisica e quella psicologica di tuo figlio. Anche se non hai menzionato episodi di violenza fisica, è importante essere consapevoli che la situazione potrebbe degenerare. Il comportamento del tuo compagno potrebbe diventare più pericoloso e imprevedibile con il tempo, soprattutto se già mostra segni di rabbia incontrollata e manipolazione emotiva.
Vorrei anche evidenziare le conseguenze della violenza assistita sul tuo bambino. Anche se ora può sembrare che lui non capisca direttamente cosa sta succedendo, è molto probabile che stia comunque assorbendo il clima di tensione e di conflitto. I bambini sono estremamente sensibili all'ambiente familiare e possono essere profondamente influenzati da dinamiche di violenza, anche solo verbalmente.
La violenza assistita può avere effetti profondi e duraturi, dando luogo a traumi che possono essere trasmessi da una generazione all'altra, un fenomeno noto come trauma transgenerazionale. Questo accade quando i bambini, esposti a violenze e abusi, interiorizzano questi comportamenti come modelli di relazione, portando avanti una "catena di violenza domestica" nel loro futuro.
Per spiegare meglio cosa intendo per "modello relazionale interiorizzato", immagina che il tuo bambino stia crescendo osservando e vivendo dinamiche familiari in cui ci sono tensioni, rabbia o manipolazione emotiva. Anche se non comprende ancora pienamente cosa accade, il bambino può interiorizzare questi comportamenti come normali o accettabili. Questo significa che, senza volerlo, potrebbe imparare a vedere la rabbia o la mancanza di rispetto come parte naturale delle relazioni affettive.
Ad esempio, un bambino che cresce vedendo il padre alzare la voce o insultare la madre, anche senza capire tutte le implicazioni, può imparare che questi sono modi normali di comunicare in una relazione. Quando crescerà, potrebbe ripetere questi comportamenti con i suoi partner, pensando che sia normale esprimere rabbia o frustrazione in modo aggressivo. Allo stesso modo, potrebbe cercare partner che riproducano dinamiche simili, perpetuando inconsciamente un ciclo di violenza o abuso.
Intervenendo ora, puoi proteggere tuo figlio da questi effetti a lungo termine e interrompere questo ciclo, creando un ambiente più sano e sicuro per lui.
Intraprendere un percorso di psicoterapia è comunque una decisione molto positiva. La terapia sistemico-relazionale potrebbe essere particolarmente indicata per te, poiché ti permetterebbe di riflettere su te stessa e sulla tua relazione di coppia, aiutandoti a comprendere meglio le dinamiche che si sono create e a prendere decisioni più consapevoli e sicure per il tuo futuro e quello di tuo figlio.
L'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) può essere un valido supporto aggiuntivo. Questo approccio terapeutico è molto efficace nel trattare traumi e può aiutarti a far emergere risorse interne utili, a elaborare i sentimenti profondi che ti legano a questa relazione, e a ridurre l’impatto emotivo degli eventi traumatici che hai vissuto.
Vorrei introdurre il concetto di "dipendenza affettiva", che può sembrare forte, ma è utile per descrivere una dinamica emotiva in cui ci si sente legati a una persona o a una relazione nonostante la sofferenza e il disagio che provoca. Nel tuo caso, hai menzionato che, nonostante il malessere causato dalla relazione, ti senti incapace di distaccarti e di trovare il coraggio per lasciarlo. Questo può indicare una forma di dipendenza emotiva, in cui la difficoltà a separarsi dalla persona o dalla situazione è molto intensa, anche quando si riconosce che non è sana.
Quando parlo di "dipendenza affettiva", mi riferisco a questa difficoltà di distacco che può essere molto comune in relazioni dove c'è manipolazione emotiva o violenza psicologica. La terapia può aiutarti a esplorare questi sentimenti, a capire meglio da dove derivano e a trovare la forza e le risorse per affrontarli.
Ti incoraggio fortemente a prendere in considerazione tutte queste opzioni e a non sottovalutare l'importanza di ricevere supporto in un momento così delicato. La tua decisione di cercare aiuto attraverso la terapia è un primo passo molto importante, ma è cruciale che tu possa contare anche su altre forme di sostegno per assicurarti che tu e tuo figlio siate al sicuro.
Sono qui per offrirti tutto il supporto possibile come esperta in psicoterapia sistemico-relazionale e con esperienza nel trattamento della violenza domestica. Se desideri, puoi contattarmi per discutere ulteriormente della tua situazione e per capire insieme quale percorso potrebbe essere il migliore per te.
Ricorda che non sei sola, e che meriti di vivere una vita libera dalla paura e dalla violenza. Sei molto coraggiosa ad affrontare questa situazione e ad aprirti sulla piattaforma. Prendere decisioni per il tuo benessere e quello di tuo figlio è un atto di amore e responsabilità.
Con affetto e comprensione, dott.ssa Miroddi



Gentile signora,
si faccia aiutare presto ad uscire da un ciclo di insoddisfazione e malessere al quale assiste e/o percepisce anche il bambino, la dinamica relazionale è sbilanciata, in quanto lei ha comunicato al suo compagno disponibilità ad una terapia di coppia, se ho compreso bene ma lui non ha colto l'aiuto per entrambi. A questo punto inizi lei a cambiare facendo un percorso per far emergere quelle risorse utili ad uscire dal ciclo affettivo di interdipendenza in cui vi trovate.
Una psicoterapia integrata sistemico relazionale ed EMDR potrebbe sicuramente aiutarla. Dovrà fare un ottimo lavoro su la sua autostima come donna per non accettare più condizioni affettive in cui si sentirà maltrattata.
Gentile Signora grazie per aver condiviso il suo grande disagio. La sua situazione le sta comportando una grande sofferenza e la scelta di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale la supporterà considerevolmente in questa difficile fase di vita. Sarebbe preferibile fare un percorso di coppia affinché possa essere esplorata e affrontata anche questa rabbia del suo compagno, ma la sua ritrosia e i suoi pregiudizi sulla psicoterapia lo renderebbe improduttivo. Io ritengo che un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale possa permetterle di affrontare efficacemente questo periodo e le intense emozioni che lo caratterizzano. Se desidera ulteriori approfondimenti sono disponibile. Dott. Lucio Aucello
Buongiorno.
Innanzitutto, mostro la mia sincera comprensione per la difficile situazione che sta vivendo. A maggior ragione, considerando come le scelte future che si appresta a compiere saranno fatte non solo sulla base della responsabilità della propria salute mentale, ma anche quella di suo figlio.
Solitamente, un percorso di psicoterapia breve integrata è di aiuto nei casi come i suoi, dove è possibile che, per effettuare determinate scelte di vita, sia preliminarmente necessario entrare in contatto coi propri bisogni e desideri (laddove si impara, nel contesto di vita quotidiana, a tacere questi ultimi, talvolta anche a sé stessi).

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Rimango disponibile anche per consulenze online.
Dott.ssa Elisa Folliero
Buongiorno, dalle sue parole si comprende quanto debba essere difficile e dolorosa questa situazione per lei. L'idea di intraprendere una psicoterapia testimonia la sua volontà di cambiare le cose, capendo che cosa realmente è meglio per lei e per suo figlio. Al di là dell'approccio specifico la psicoterapia è un percorso di autoconoscenza e cambiamento, che le permetterà di capire in che direzione andare, sentendosi supportata in un momento così complicato. Si tratta di una scelta assolutamente personale per la quale il suo compagno non deve necessariamente mostrarsi favorevole. L'unica che deve volerlo è lei. Magari provi a capire se può organizzarsi diversamente con il suo bambino, così da non dover chiedere al padre. Cordiali saluti
Buongiorno, trovo molto maturo il suo approccio, sia nel comprendere suo figlio e non voler creare tensioni o fazioni in famiglia, e poi anche nel comprendere che se suo marito non vuole andare in terapia può andarci lei per comprendere - allo stato delle cose - cosa può fare lei attivamente per migliorare la situazione, fosse anche l'ipotizzare una difficile separazione. Se vuole parlarne può contattarmi, ma sinceramente le consiglio di trovare un terapeuta nella sua zona dal quale andare di persona. Dott. Alessio Antonucci
Buongiorno signora, da ciò che racconta mi viene da condividere assolutamente il parere di molti colleghi. Lei, mi pare, sente una situazione di allarme e sofferenza e quindi può essere molto importante che lei si confronti con una o un professionista, cercando delle soluzioni di aiuto indipendentemente da suo marito, se lui non è disponibile. Eventualmente a disposizione
Buonasera,
Grazie per aver condiviso la Sua situazione.
La Sua sensibilità e il sentimento di responsabilità soprattutto per Suo figlio sono molto adatti. Anche se lui non ha ancora le parole per esprimersi, Suo figlio vive questa situazione di tensione e svalutazione.
Una terapia di famiglia con il Modello Strutturale Integrato può aiutare a chiarire le dinamiche interpersonali di tutti i membri e stabilire un equilibrio sano di rispetto ed accettazione anche dei punti di debolezza propri ed altrui; ma soprattutto arrivare alla consapevolezza che ci sono i problemi che vanno risolti per trovare la possibilità di un incontro.
Se da parte del Suo compagno non c'è l'idea che Vostro figlio in primis va tutelato, Lei deve pensare ad una separazione.
In tal caso, una terapia individuale La aiuterà ad abbandonare l'idea della famiglia che Lei cercava, e portarLa verso una maggiore autonomia da un uomo che Lei descrive come una persona con instabilità di umore.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Buongiorno,
dalle sue parole emerge tutto il suo dolore e la difficoltà a gestire la situazione che ha descritto in modo preciso e puntuale.
La sua decisione è molto importante e sarà il primo passo per prendersi cura dei suoi bisogni e per comprendere quale direzione prendere per cambiare tali dinamiche.
Non c'è un approccio psicoterapico migliore di un altro. Valuti lei quello che le sembra più affine alla sua personalità.
La scelta del terapeuta è molto importante: segua le sue sensazioni e le sue intuizioni per farsi guidare.
Un caro saluto.
Salve, condivido tutto ciò che è stato finora detto dai colleghi. Volevo aggiungere che lei sembra aver già deciso ma capisco che attuare una eventuale separazione dal suo compagno è molto più difficile. Rompere un progetto di vita come quello di una famiglia è davvero un percorso complesso e comunque vale la pena provare fino alla fine di recuperarlo. quindi se non vuole andare in terapia il suo compagno potrebbe essere importante che inizi intanto lei anche se da sola .La invito anche io a provare ad iniziare un percorso terapeutico Buona fortuna
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Un percorso di coppia, potrebbe anche aiutarvi a lasciarvi con serenità, senza che le diatribe con il tempo travolgano vostro figlio. Ne parli con suo marito, infondo sarebbe una opportunità di crescita per entrambi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara

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