Buongiorno, ho due figli maschi, uno di 34 anni e l'altro di 20. Hanno vissuto praticamente in simbi

17 risposte
Buongiorno, ho due figli maschi, uno di 34 anni e l'altro di 20. Hanno vissuto praticamente in simbiosi sino all'età di 14 anni del minore, poi il fratello dopo la laurea e trovato lavoro si è trasferito e convive. Abbiamo notato che questa situazione ha prodotto dei cambiamenti. Ora, a vent'anni di età, è assolutamente riservato al punto di non confidarci neppure cosa mangia a mezzogiorno in università o perché ieri che doveva uscire con gli amici poi non è uscito e i voti degli esami superati. E' iscritto alla facoltà di informatica, passa molte ore sul PC, appassionato di videogiochi, alla sera si connette quasi sempre con il fratello e giocano sino alle 2 del mattino ed oltre, ovviamente come conseguenza dorme molto. Lui, come il fratello, non ama i socials ed in particolare l'esposizione mediatica dei propri fatti...per quanto a me e mia moglie ci è dato sapere. Non ama le effusioni da parte dei genitori, ma penso che a 20 anni sia normale. Io e mia moglie cerchiamo di avviare discussioni, specie durante la cena, su questioni anche importanti (come gli ultimi tragici eventi), cerchiamo di smorzare gli eccessi nelle opinioni dando importanza ai valori. Ma non si apre, non si confida. In più, lo scorso anno, è stato operato per un tumore fortunatamente risultato benigno, e anche di questo non ne parla, abbiamo cercato di "proteggerlo" parlando sempre di cisti benigna, ma non siamo neppure certi che invece (come è probabile) sia invece ben informato. Non esprime particolari necessità, forse il tutto a lui sta bene, così come non riteniamo di offrirgli un aiuto psicologico, non sappiamo neppure se lo necessita, e non vogliamo scatenare una reazione. Sino a che il fratello maggiore era in casa era sempre un adolescente sorridente e disponibile al dialogo. Sarà l'età, sarà che il fratello è fuori casa, sarà stata anche l'operazione, ma noi vogliamo aiutarlo ad aprirsi e ad essere più sereno, ma non sappiamo neppure se stiamo agendo bene e se è ciò di cui ha bisogno. A volte, se SEMBRA scherza, ci dice che l'ha cresciuto il fratello maggiore: su questa cosa in parte gli do ragione dati i gravi problemi di lavoro avuti proprio tra i suoi 10 e 14 anni. Grazie per una vs risposta e consigli.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare il ragazzo e la preoccupazione di voi genitori. Ritengo fondamentale che voi possiate richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarvi ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buon giorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Da terapeuta cognitivo comportamentale credo che possa davvero aiutarvi un percorso di psicoterapia, che veda coinvolti lei e sua moglie, poi anche il minore. Questo per capire cosa è successo anni fa, lei accenna a problemi di lavoro, che emozioni si sono innescate in quel frangente? questo rapporto simbiotico, tra fratelli, nasce in risposta a cosa? anche il tumore benigno è un evento molto stressante, ecco sinceramente credo sia sano e doveroso concedersi del tempo. resto a disposizione
M.D.A
Buongiorno,
se una terapia è una cosa estremamente privata e personale a maggior ragione la è a 20 anni, quando una persona è adulta a tutti gli effetti. Sua moglie e lei potete esortare vostro figlio a fare degli incontri per avvicinarsi ad un terapeuta, ma la motivazione deve essere sua, altrimenti non si potrà porre in essere alcun tipo di percorso che possa portare a dei risultati. Quello che di sicuro potete fare, se il vostro sistema di rapporti con lui ve lo consente (anche questo è un argomento delicato) è rassicurarlo circa il vostro sostegno economico qualora volesse affrontare un percorso terapeutico e questo può avvenire in maniera esplicita, come una qualsiasi prestazione sanitaria o, vista la delicatezza dell'argomento, attraverso una scherzosa ammissione di colpa "te lo devo a titolo di risarcimento danni".
Cordialmente dottoressa Giada Di Veroli.
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi.
Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Gentile utente, per un genitore non è semplice comprendere i propri figli specialmente quando quest'ultimi decidono di tenere il loro mondo segreto e privato. La vostra preoccupazione è legittima e giusta. Mi sembra di capire che vi sembri di camminare sulle uova con vostro figlio. Forse è proprio dalla condivisione della vostra preoccupazione che varrebbe la pena partire. Per quando la comunicazione sia complessa con vostro figlio, provate a condividere con lui in modo onesto e sincero la vostra preoccupazione. Un percorso di terapia può sempre essere proposto ad un figlio. Anche solo con l'idea che quello spazio possa essere per lui un luogo dove elaborare dei vissuti, riflettere sulle emozioni e pensare ai propri pensieri. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno sicuramente ci sono stati molti cambiamenti nelle vita di vostro figlio: il fratello è andato via di casa, l'esperienza traumatica del tumore. Credo che di questi eventi si debba parlare per i vissuti emotivi collegati a questi cambiamenti. Suggerisco un percorso per il ragazzo al fine di avere uno spazio personale di elaborazione per comprendere meglio le proprie emozioni.
Resto a disposizione Dott.ssa Robertiello Bologna
Buongiorno, credo che la vostra attenzione ed osservazione del comportamento di vostro figlio sia già importante, diteglielo che siete preoccupati per lui e nel caso valutaste un’apertura, potete invitarlo ad intraprendere un percorso.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Buongiorno, la prima cosa che risulta evidente da questa descrizione è che l'uscita di casa del fratello/figlio maggiore ha modificato gli equilibri del "sistema famiglia". Si è parlato addirittura di rapporto simbiotico tra i 2 fratelli pertanto mi chiedo questo cosa abbia comportato nel figlio più piccolo e come quest'ultimo possa in questo momento vivere il distacco da una figura così importante, ma anche cosa abbia comportato nelle figure genitoriali che, forse, forti della presenza/guida del maggiore, hanno involontariamente trascurato di creare le basi per una aperta e genuina relazione col figlio minore. Dal mio punto di vista la cosa prioritaria per questi genitori è quella di prendersi del tempo in autonomia, o guidati da un professionista, per "coltivare" la relazione con il loro figlio. Dopodiche sono abbastanza certa che se ci fossero tematiche di disagio o di fragilità da parte del figlio, quest'ultimo si sentirà libero di esprimerle ai genitori ed insieme troveranno delle soluzioni.

Cordialmente
Dott.ssa Arianna Sala
Psicologa Psicoterapeuta
Consulente di Coppia
Cernusco sul Naviglio (MI)
buongiorno, comprendo la vostra sofferenza , però ho l'impressione che stiate trattando vostro figlio come un bambino. Lui è adulto e come tale dovete considerarlo e accettare che ci siano argomenti che non vuole condividere con i genitori. L'esperienza della malattia deve essere stata molto pesante. Se come dite ci sono buoni rapporti tra fratelli questo aiuterà sicuramente vostro figlio ad aprirsi e confidarsi. Potrebbe essere proprio il fratello maggiore a consigliargli un percorso terapeutico di sostegno, senza che voi genitori invadiate la sua vita privata
Buonasera, mi dispiace molto per la situazione in cui vi trovate. Sicuramente, il fratello maggiore ha avuto e ha tutt'ora un ruolo molto importante, tanto da mettervi in secondo piano, da quanto leggo. Una cosa importante da fare è mostrargli il vostro "esserci" come genitori e il vostro sentimento e interesse verso di lui. Qualche colloquio con vostro figlio sarebbe molto utile, lo potrebbe aiutare a capire cosa ha dentro e come mai prova questa chiusura nei vostri confronti. Se avete piacere rimango a disposizione. Un caro saluto, Giada
Caro utente, la sua testimonianza è davvero preziosa poiché sono molti i genitori accomunati da preoccupazioni circa l’eccessiva chiusura dei propri figli.
Nel suo caso, il rapporto con il fratello potrebbe essere la risorsa da cui partire per comprendere meglio come aiutare il ragazzo. In qualità di coppia genitoriale potreste richiedere un supporto per meglio capire come supportare vostro figlio a una maggior presa di consapevolezza di quelle che possono essere le sue difficoltà. Sarebbe opportuno partire porvi alcuni interrogativi: come manifestate le emozioni in famiglia?
Come ne parlate? Quali reazioni avete condiviso nei momenti di difficoltà? Come li avete superati? Mi auguro che questi spunti possano esservi utili.
Un caro saluto

Camilla Giacomini
Gentile signore,
ciò che che ci predispone in una posizione favorevole o non nella vita, é la capacità di cavalcare l'onda dei cambiamenti inevitabili dentro cui veniamo catapultati.
Lei descrive tanti cambiamenti dovuti ad eventi della sua vita ma a fronte di questi non noto un suo nuovo adattamento. Sembra quasi che non veda la crescita di suo figlio e la possibilità che questo possa trovarsi un modo nuovo per affrontarla, sento la sua paura di aver perso la spalla su cui poggiarsi ( il figlio maggiore). Tutto questo non deve demoralizzarla ma semplicemente spingerla a riflessioni su sè stesso per lavorarci insieme a un professionista
Cordiali saluti
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza con noi. Il "lavoro" del genitore non è una cosa semplice e in maggior modo quando come nel suo caso si sono affrontati tanti eventi che hanno causato preoccupazioni. La terapia è una scelta strettamente personale e come tale appartiene solo a suo figlio. Ad ogni modo può iniziare provando a parlare con lui delle vostre preoccupazioni.
Resto a sua disposizione per lei qualora scegliesse di prendersi un suo spazio.
Dott.ssa Veronica Guidi
Buongiorno potete pensare lei e suo marito a fare qualche incontro con uno psicoterapeuta come sostegno genitoriale per avere una figura di riferimento con cui parlare dei vostri dubbi e adottare strategie indicate. Un caro saluto, Rossella Chiusolo
Vostro figlio sta attraversando il periodo della transizione dall'adolescenza all'età adulta e in questa fase le persone cambiano e vanno rispettate per ciò che sono. Forse voi avete bisogno di colloqui psicologici mirati al sostegno della genitorialità perché non è facile essere genitori nei momenti di cambiamento dei figli.
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Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua situazione.Sono 6 anni praticamente che suo figlio vive da figlio unico con voi. I cambiamenti sono stati graduali o nota che sono degli ultimi tempi?. A venti anni i figli non parlano molto con i genitori, presi dalla loro vita e dalla loro introversione. Almeno così riferiscono tanti genitori, scoraggiati dal comportamento dei figli. Vostro figlio ha un giro di amici, fa attività sportiva? Avete degli amici con figli coetanei del vostro? A loro come va? Faccio tutte queste domande per allargare la visuale ed includere altri elementi per comprendere la situazione. L'intervento dello scorso anno non avrà certo facilitato le cose. é possibile che vostro figlio si senta molto osservato da voi? Questo potrebbe portare ad una maggior chiusura in un ventenne. Sono tutte ipotesi e certamente l'allontanamento del fratello/genitore ha avuto dei grossi effetti su di lui. Un'idea, se non l'avete già fatto, potrebbe essere di parlare con il vostro figlio maggiore, sentire che ne pensa lui e che propone. Un'altra possibilità è che parliate con il figlio ventenne, esponendo il vostro punto di vista, anche se in genere i figli di quell'età non accettano i consigli dei genitori, ma piuttosto di un amico o del fratello. Un'Ulteriore possibilità e forse la più percorribile, che lei e sua moglie facciate un percorso di sostegno genitoriale per confrontare le vostre preoccupazioni con un esperto/a e per rileggere eventi della vostra vita familiare (Lavoro, uscita di casa del figlio grande ecc.) alla luce del presente, attribuendo significati possibili. Questo percorso potrebbe aiutarvi anche a trovare diverse modalità di relazione con vostro figlio e a cambiare l'atmosfera familiare. Rimango a disposizione per approfondimenti, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera,

Capisco la vostra preoccupazione per il cambiamento nel comportamento di vostro figlio, soprattutto dopo l'uscita di casa del fratello e l'operazione. A 20 anni, è naturale che i giovani cerchino maggiore indipendenza e riservatezza, specialmente se hanno vissuto un periodo di grande cambiamento. È probabile che la partenza del fratello maggiore, con cui aveva un legame forte, abbia creato un vuoto che ora sta cercando di gestire.

È importante continuare a essere presenti e disponibili per vostro figlio, senza forzare la comunicazione. Mostrarsi aperti e accoglienti senza pressioni può aiutare. Potreste creare momenti di condivisione più leggeri e spontanei, magari facendo attività insieme che possano interessarlo. Anche il mantenimento del contatto con il fratello attraverso i videogiochi può rappresentare per lui una fonte di conforto.

Se ritenete che la situazione resti preoccupante, o se percepite un calo significativo del suo benessere, potrebbe essere utile suggerire un supporto psicologico in modo delicato. Potreste proporgli di parlarne come un’opportunità per prendersi cura di sé in modo completo, senza aspettative.

Inoltre, se sentite che anche come coppia avete bisogno di supporto su come gestire la situazione, io mi occupo anche di psicoterapia di coppia e sono disponibile a offrire il mio aiuto per comprendere meglio come affrontare insieme questi aspetti e sostenere vostro figlio.

Resto a disposizione per ulteriori domande o per discutere di come affrontare questi aspetti.
D.ssa Violeta Raileanu

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