Buongiorno ho commesso un errore sul lavoro. Un errore seppur importante, in un campo però molto com

19 risposte
Buongiorno ho commesso un errore sul lavoro. Un errore seppur importante, in un campo però molto complesso e che può trarre in errore. Il problema che mi fa stare peggio però è che l'errore l'ha commesso una mia collega che tra l'altro ha cambiato ufficio da poco tempo, io avrei dovuto controllare ma mi sono fidato forse con superficialità. Ora tutti sanno che l'errore l'ho fatto io ma per mia etica non mi sognerei mai di accollare o condividere l'errore con un'altra persona. Quindi mi sto prendendo questo carico che è molto pesante E mi fa stare davvero male. È come se mi sentissi tutti gli occhi puntati addosso e che tutti hanno perso la fiducia in me. Cosa mi consigliate?
Gentile utente, sentirsi osservati dopo aver commesso un errore è normale. Tuttavia lei da questo errore deduce che che le persone abbiano perso fiducia in lei in termini assoluti. Può un errore definirci in maniera così assoluta ed estrema? Inoltre mi le chiedo come mai si è assunta la piena responsabilità dell'errore? Poteva assumersi la responsabilità del non aver controllato, senza però il resto? Le capita spesso di assumersi le responsabilità per proteggere gli altri? Riflettere su cosa la muove e su come mai nell'errore lei mette in discussione se stessa a pieno. Potrebbero essere due spunti di riflessione interessanti da cui partire. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Buon pomeriggio, la situazione che ci descrive sembra essere delicata, la ringrazio per aver condiviso il suo stato d'animo. In questa questione sembrano emergere temi importanti, quali la fiducia nell'altro, la capacità di accettare il fallimento, l'autostima o la tendenza a farsi carico delle cose. Spesso eventi di vita inaspettati come questo attivano in noi temi importanti e ci permettono di mettere a fuoco delle "difficoltà" che hanno a che fare con le nostre caratteristiche di personalità, la nostra autostima, la nostra storia personale. Indagarle attraverso un percorso di supporto psicologico è sempre un buon modo per comprendere cosa ci accade in determinate occasioni ed imparare a gestire al meglio le emozioni connesse. Le auguro il meglio. Se lo vorrà sono a sua disposizione anche online. Dott.ssa Cristiana Danese
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Gentile utente buongiorno.
Probabilmente lei sta confondendo l'etica con la gentilezza. Da un lato, non desidera screditare una sua collega, magari pensando alle conseguenze negative per lei, d'altro canto si sente profondamente frustrato per non poter dimostrare la sua responsabilità solo parziale nella vicenda.
Le decisioni, in ogni caso, sono difficili da prendere e inevitabilmente porteranno degli strascichi, su di lei personalmente o sul suo ambiente di lavoro.
Proprio perché non è questo il caso di una bugia "buona", ritengo che la verità nella narrazione degli eventi sia la soluzione migliore. Una forma scritta potrebbe aiutarla a non tralasciare nessun dettaglio e a non lasciarsi prendere dall'emotività che in una riunione o un colloquio potrebbero condizionare la trasposizione dei fatti. L'onestà intellettuale sta nell'ammettere di aver peccato di superficialità nel processo di supervisione e, quindi, prendersi la sua giusta dose di responsabilità. Ma sta anche nel testimoniare quanto accaduto alla sua collega, nei termini di un errore umano che, sebbene grave, può accadere ed è comprensibile nella complessità della situazione lavorativa, di cui lei ci ha parlato. Nell'elaborare questo suo resoconto fedele della verità sia anche foriero di possibili soluzioni per fare in modo che l'errore non si ripeti, migliorando in questo modo situazioni future simili.

Spero di averla aiutata a valutare la situazione alla luce di una prospettiva maggiormente oggettiva.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, sicuramente emerge un senso di responsabilità significativo che le fa onore e una ripercussione sulla qualità della sua vita di quelle che sono dinamiche lavorative. Per quanto concerne la situazione in sè, direi che quella che definisce etica, potremmo anche definirla senso di responsabilità. Sicuramente è encomiabile il rispetto che lei ha nei confronti del collega a sua volta responsabile dell'errore: qualora tuttavia tale errore andasse a ripercuotersi negativamente sul suo lavoro e sulla sua posizione, forse potrebbe essere necessario esporre l'effettiva dinamica dei fatti, alla luce della consapevolezza che un errore può essere plausibile, oltre che stimolo per individuare future strade per anticiparlo ed evitarlo. Anche questa potrebbe rientrare nell'etica di cui lei parla: limpidezza e sincerità rispetto all'andamento effettivo dei fatti. Le andrebbe di approfondire durante un colloquio? Qualora lo ritenesse utile prenoti online e ne parleremo in modo più dettagliato.
Buona sera, grazie per aver condiviso quanto le è capitato. È sicuramente una situazione difficile e pesante e dal suo raccolto emergono tanti temi importanti, che sicuramente parlano di lei. Sarebbe interessante comprendere dove lei "ha appreso" questo tipo di comportamento e se è ricorrente nella sua vita o eventualmente se presente e ricorrente nella sua storia familiare. Se le va di parlane non esiti a contattarmi. Forza e coraggio!
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Innanzitutto, è importante capire che l'errore non ti definisce come persona, ma è un evento isolato che può capitare a chiunque. È normale sentirsi in colpa e sotto pressione in una situazione del genere, ma è importante anche ricordare che l'errore può essere un'opportunità di apprendimento e crescita.
Potresti parlare apertamente con la tua collega e cercare di capire insieme cosa è andato storto e come potete evitarlo in futuro. Questo potrebbe aiutare a dissipare eventuali tensioni tra voi e a risolvere il problema in modo collaborativo.
Inoltre, potresti parlare con un supervisore o un consulente psicologico per esprimere le tue preoccupazioni e ricevere supporto emotivo. Potrebbe essere utile lavorare sulla tua autostima e sulla gestione dello stress per affrontare meglio la situazione.
Infine, cerca di non isolarti e di mantenere una comunicazione aperta con i tuoi colleghi. Parlando apertamente dei tuoi sentimenti e delle tue preoccupazioni, potresti ricevere sostegno da chi ti circonda e trovare soluzioni per superare questa situazione difficile. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione anche online.
Dott. Cordoba
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Buongiorno, posso immaginare come si sente perché chi non ha mai commesso errori?
Sentirsi gli occhi puntati è più che normale, ma io credo che lei debba lavorare sulle sue emozioni, che l'hanno portata a comportarsi in questo modo.
Non esiti a contattarmi anche online per un supporto psicologico in un momento di fragilità.
Dr. Garzia Chianetta
Buongiorno,
lavorare su questo vissuto implica approfondire meglio la Sua percezione e valutare come si sta comportando per cercare di gestirla.
Considerato il contesto pare importante una riflessione sul senso di responsabilità (vs colpa), capire come gestire il problema e anche ile ma del "sentirmi gli occhi addosso".
A disposizione. Saluti
Buongiorno, mi spiace molto del carico di cui si sente addossato, non oso immaginare quanto possa essere pesante per lei, tanto da sentirsi osservato da chiunque. Tuttavia non reputo che queste sensazioni possano derivare da paranoia o pensieri ossessivi, piuttosto sono conseguenze dirette del carico che si è preso, come se adesso tutti potessero vedere ciò che ha fatto e le decisioni prese. Capiterebbe a chiunque di noi. L'unica cosa che mi sento di consigliarle è di fare un profondo respiro quando si sente sommerso da tutta la situazione, e provare ad ascoltarsi: sembra infatti da come scrive che lei abbia cercato di adattarsi alla situazione a tal punto da oscurare i suoi bisogni e desideri. Va bene andare incontro agli altri, ma se questo significa schiacciare i propri bisogni al punto da star male ne vale la pena? Provi allora ad ascoltare ciò di cui ha bisogno, e sarà lei stesso a comprendere quale può essere la via migliore in questa situazione per aiutarsi a togliere un pò di quel peso che prova. Per qualunque cosa possa aver bisogno sono a disposizione, a presto ed in bocca al lupo!
Buongiorno, lei descrive una situazione lavorativa che l'ha gettata in uno stato di ansia e agitazione. In questo quadro si trova ora impaurito e confuso. La persona che ha commesso l'errore è andata via dal posto di lavoro e lei, che inizialmetne non ha considerato l'errore stesso o non se n'è accorto, ora si trova a prendersene la responsabilità.
Questa dinamica potrebbe presentarsi come un copione che si è verificato anche in altre situazioni. Prendersi le responsabilità degli altri o comunque difenderli e pagarne le conseguenze potrebbe essere qualcosa di ricorrente.
Potrà risolvere la questione riferendo come realmente si sono svolti i fatti, nello stesso tempo, sarebbe utile per Lei approfondire in che modo contribuisce, con il suo comportamento e le sue emozioni, a ritrovarsi in questo tipo di situazioni. Questo apprendimento le permetterebbe di agire con piu' assertività e gestirle meglio queste dinamiche in futuro. Le auguro il meglio. Dr.ssa Claudia Quaglieri
Si dice "errare è umano, perseverare è diabolico". Tutti sbagliamo. Gli errori capitano. Il Suo mi sembra un unico errore e non una sequenza di errori. Un errore può essere utile per trarre insegnamento e per fare attenzione a non ripeterlo in futuro. Forse è Lei che punta su di sé uno sguardo di disapprovazione piuttosto che i Suoi colleghi. Sia più indulgente con sé stesso. Cordiali saluti.
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Gentile utente, è importante riflettere sul rapporto che ha con i suoi colleghi, al lavoro si dovrebbe essere un team: all'interno di una squadra tutti possono sbagliare. Solo con un clima sereno, si potranno avere maggiori risultati a livello aziendale.
Se ne avesse voglia, può scrivermi per un primo incontro gratis.
Se dovesse avere dei dubbi, può scrivermi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno,

grazie per aver condiviso la tua situazione. Capisco quanto possa essere difficile affrontare questo momento di grande stress e disagio.

Innanzitutto, è importante riconoscere che gli errori fanno parte del processo lavorativo, soprattutto in campi complessi come il tuo. Accettare che possono capitare è un primo passo per alleviare il peso emotivo che stai portando.

Hai fatto una scelta etica e coraggiosa assumendoti la responsabilità dell’errore, anche se non è stato interamente tuo. Questo dimostra la tua integrità e il tuo impegno professionale. Tuttavia, è fondamentale anche prendersi cura di se stessi. Potresti considerare di parlare con un supervisore o un collega di fiducia per spiegare la situazione in modo trasparente, senza incolpare nessuno, ma chiarendo come è accaduto l’errore e cosa puoi fare per evitare che si ripeta.

La sensazione di avere gli occhi puntati addosso è comprensibile, ma è probabile che sia più amplificata nella tua mente rispetto a come gli altri effettivamente vedono la situazione. Le persone apprezzano la sincerità e la capacità di ammettere gli errori.

Se senti che il peso emotivo è troppo grande, considerare un breve percorso di supporto psicologico può fare una grande differenza, aiutandoti a elaborare queste emozioni e a trovare strategie efficaci per affrontarle.

Spero che questi consigli possano esserti utili e ti auguro di superare presto questa situazione.
Buongiorno, dalle sue parole comprendo l'interesse rispetto alla dinamica successa nell'ambiente di lavoro. Come mai ha pensato di prendersi in carico un errore non suo? e come mai non può condividere questo suo malessere con la collega o con il suo datore di lavoro? Questo peso che lei porta mi sembra un buon punto di partenza per poter condividere con chi si fida di questa sua preoccupazione, un pò come ha fatto qui, in questo spazio.
Un saluto
Dott.ssa Stefania Rubiero
Gentile utente, prima di tutto, grazie per aver condiviso il suo vissuto. Posso immaginare il disagio che la situazione le provoca. Dare consigli, soprattutto sulla base di informazioni parziali, sarebbe incauto e prematuro. Non esiste, d'altronde, una cosa giusta o sbagliata in senso assoluto, ma ogni scelta va considerata in relazione ai bisogni e le sensibilità specifiche della persona. E, senza una conoscenza esatta di chi lei sia, fornire un consiglio valido è impossibile. L'unico consiglio che posso quindi darle in buona fede è di permettersi di condividersi con una persona con cui si sente di potersi aprire, che sia un conoscente o un professionista empatico. Questo sia per sgravarsi dal fardello del tenersi tutto dentro di sé, sia per fare della condivisione con un altro una preziosa opportunità per fare chiarezza dentro di sé. Spero di averle dato un consiglio utile e, rimanendo a disposizione, le auguro il meglio.
Un cordiale saluto,
Dott. Alessandro Pittari
Salve,
comprendo la sensazione fastidiosa che sta provando. Gli errori commessi sul posto di lavoro sono fonte di stress, colpa, vergogna e non è da tutti assumersene la responsabilità. In questo caso però mi sembra che per proteggere la collega non stia proteggendo se stesso e il suo benessere emotivo. Chiaramente spettava a lei controllare l’operato della collega meno esperta, però questa è una diversa responsabilità rispetto all’aver commesso l’errore in prima persona.
Forse le crea più disagio la sensazione di mettere in cattiva luce l’altra persona piuttosto che addossarsi colpe che non ha, e forse è abituato a fare questo anche nella vita privata.
In ogni caso, anche se difficile, sarebbe opportuno provare ad affrontare la situazione per quella che è realisticamente. Potrebbe parlare con un suo superiore, esporre con trasparenza la situazione, spiegare che non aveva ancora fatto chiarezza sull’accaduto perché consapevole della sua parte di responsabilità nel processo, ma visto che ora la situazione sta prendendo una piega un po’ fastidiosa sente di dover chiarire la dinamica della faccenda e per questo chiede un supporto per gestire il tutto in modo appropriato.
Provi anche a riflettere su come si sente lei in relazione a questa situazione. Provi a capire, ad esempio, se è presente una forte autocritica per non essere stato ineccepibile nel suo lavoro e per questo sente il peso del giudizio degli altri quando invece è il suo stesso giudizio a pesarle maggiormente. Oppure sono altre le emozioni legate a questo evento, come il senso di ingiustizia e l’incapacità di affermare i suoi diritti e stabilire sani confini.
Si concentri sulle emozioni che questo evento le ha scatenato dentro, più che su quello che dice la gente intorno.
Se vuole approfondire, sono a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso il suo vissuto. È sicuramente una situazione difficile e pesante e capisco la sua sofferenza. Dal suo racconto emergono tanti temi importanti, che sicuramente parlano di lei e del modo in cui si muove nel mondo. Dare dei suggerimenti o dei consigli, soprattutto sulla base di informazioni così parziali, sarebbe incauto e prematuro. Non esiste una risposta giusta o sbagliata in senso assoluto, ma va tarata sulle specificità e singolarità della persona. Se desidera approfondire, resto a disposizione.
Dott.ssa Martina Panzeri
Salve comprendo bene la sua situazione e immagino come possa sentirsi, tuttavia lei è responsabile solamente delle sue azioni e non di quelle degli altri; inoltre l'errore è umano e ricordo che non definisce il suo valore personale- la misura di un uomo la fà la sua intenzione e capacità di riparare. Se vuole sono disponibile per una consulenza. Dr. Angelini Omar
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Buongiorno, comprendo bene la sua frustrazione ma credo che lei deve essere più assertivo. Cerchi di essere sincero con se stesso e con i suoi colleghi, se dirà la verità non tradisce la fiducia di nessuno, cosa può accadere di così grave?
Provi a parlare con la collega che ha commesso l'errore e a dire quanto questa cosa le sta generando ansia e insieme riuscirete a trovare una soluzione per poi sistemare la situazione.

Resto a disposizione.
Le auguro una buona giornata

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