Buongiorno, ho bisogno di un parere in merito ad una situazione che coinvolge mia madre. Sia io che

16 risposte
Buongiorno, ho bisogno di un parere in merito ad una situazione che coinvolge mia madre.
Sia io che mio fratello sospettiamo che sia depressa ma non sappiamo come aiutarla.
Purtroppo 4 anni fa nostro padre è morto e di lì non si è mai ripresa. Abbiamo provato a suggerirle di parlare con uno psicologo ma si è sempre rifiutata di farlo. Nell'ultimo periodo la situazione sembra essere peggiorata in quanto, quando in estate siamo andati a trovarla (viviamo entrambi lontano) non ha mai voluto uscire con noi, sebbene ci fosse anche la sua nipotina di 4 anni. Non ha mai voglia di far nulla, neppure di cucinare, cosa che prima la appassionava molto.
È anche una persona con cui è impossibile confrontarsi poiché prende qualsiasi frase come un'offesa o qualcosa contro di lei. Abbiamo un rapporto estremamente complicato anche per questo motivo (è sempre stata una persona manipolatrice, che usa ricatto e senso di colpa per ottenere quello che vuole ed anche verbalmente violenta quando si va fuori da quello che lei ritiene essere giusto).
Per cui vorrei capire qual è l'approccio corretto con una persona che presenta le problematiche elencate per portarla, per lo meno, ad un miglioramento della situazione.
Buongiorno,
mi spiace per la situazione che la sua famiglia sta vivendo:
Purtroppo il confronto con una persona che non desidera aiuto per le proprie difficoltà è estremamente complicato e frustrante, l'unico consiglio che posso darle se sua madre è davvero così inamovibile rispetto al parlare con un professionista è di provare a coinvolgere altre persone (altri familiari, amici, persone di cui lei si fida o di cui ha stima) che possano convincerla meglio di quanto possiate fare voi figli (non perchè non ne siate in grado, ma è possibile che proprio per questo vostro ruolo vostra madre non vi tenga in considerazione) a cercare l'aiuto che le serve.

Le faccio i miei aguri
Dott. Giacomo Caiani

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gent.ma,
comprendo bene l'angoscia che può creare ai figli una situazione di sofferenza e trinceramento come quella della sua mamma. Non è possibile procedere direttamente con lei, perché si oppone ad ogni invito al trattamento. Ma è possibile lavorare con voi figli, per elaborare tutte le emozioni che tale impasse sta generando e per ridimensionare la portata di eventuali sensi di colpa o inadeguatezza. Utilizzo l'approccio sistemico-relazionale (terapia familiare) e so che in moltissimi casi si dimostra davvero efficace nella rivisitazione e nel cambiamento dei legami intrafamiliari. Cordialmente, B.C.
Gentile Utente, ciò che potreste fare come figli è intraprendere un percorso di accettazione, ovvero accettare che vostra madre sia come sia. A volte il cercare di far comprendere il nostro punto di vista a persone che non vogliono o non possono ascoltare, non fa altro che inasprire i rapporti già tesi. Per quanto riguarda l'umore deflesso o depresso di vostra madre, potete manifestarle la vostra preoccupazione, ma poi la decisione di intraprendere o meno un percorso di terapia la deve prendere lei. Il coinvolgimento di persone che le sono vicine potrebbe essere una strategia per aiutarla a rifletterci sopra con più respiro, senza sentirsi pressata da voi che le siete figli. Un cordiale saluto
dott.ssa Marina Bonadeni
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Buonasera, comprendo lo stress emotivo che questa situazione comporta per la famiglia, e posso immaginare che vissuti possa generare in voi figli, con sensazione di impotenza di fronte a una madre che al momento non accetta di farsi aiutare, nè mostra aperture di confronto e comunicazione affettiva se non rigide. Insistere potrebbe non essere utile, meglio tentare di coinvolgere persone esterne, amiche, con le quali potrebbe essere meno rigida nell'affrontare certi discorsi. Dall'altra parte è importante che anche voi figli stiate bene, e che le vostre emozioni possano trovare spazio e ascolto. Potrebbe essere utile, e meno impattante per vostra madre, uno spazio terapeutico familiare in cui provare ad affrontare ciò che vi preoccupa tutti. Rimanendo a disposizione, invio un cordiale saluto. D.ssa Rosarina Ventura Costa
Salve, la decisione di intraprenere un percorso psicologico deve partire da sua madre e lei può solo proporle di vedere uno specialista. Altrimenti statele vicino ma forzarla sarebbe un errore. Un saluto
Buongiorno, comprendo bene la sua preoccupazione per sua madre e la necessità di poter fare qualcosa per aiutarla. Come già altri colleghi le hanno indicato, è molto difficile se non impossibile convincere una persona ad intraprendere un percorso di psicoterapia se la persona stessa non ne sente la necessità. In questo caso, come accade di frequente, la persona stessa non riconosce di avere un disagio o un problema e dunque non agisce per cambiare la situazione. E' molto difficile come figli assistere alla sofferenza di un proprio familiare poiché ciò fa sentire molto impotenti, e l'impotenza è un sentimento difficile da tollerare. Lei poi descrive l'esistenza di un rapporto complicato con sua madre, cosa che complica ulteriormente i sentimenti provati nei suoi confronti. Se se la sente può provare a parlare con sua madre per capire se lei è consapevole del disagio che sta vivendo in questo periodo, e nel caso provare a suggerirle un aiuto, ma oltre a questo non c'è molto altro che si possa fare. Si può aiutare una persona solo se questa persona desidera essere aiutata. Come altri colleghi le hanno già suggerito, potrebbe essere utile per lei stesso/stessa effettuare qualche colloquio per elaborare i sentimenti che prova difronte al disagio di sua madre. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
Buongiorno, comprendo molto bene la situazione e la vostra preoccupazione. Lavoro con persone anziane e i loro familiari e mi confronto quasi quotidianamente con figli che si sentono impotenti, arrabbiati e molto altro. Purtroppo quando c'è un netto rifiuto da parte della persona interessata, è difficile fare qualcosa se non indirettamente. Vivendo lontano è anche difficile monitorare la situazione. Avete parenti/ amici nella città dove risiede vostra madre? Se sì potrebbe essere utile parlare con loro della vostra preoccupazione e vedere se loro possono avere un rapporto più ravvicinato con lei e monitorarla. Un’altra possibilità potrebbe essere parlare con il suo medico curante. Per privacy potrebbe non dirvi niente, ma chiedergli di approfondire con lei la situazione salute quando la vede, potrebbe aiutare. Ogni tanto, anche se state lontano, potreste fare dei blitz a casa sua, anche per assicurarvi di come vive, se si alimenta bene, come tiene la casa. Capisco che ci sono tanti “sospesi” con lei per il suo carattere e la vostra storia, ma sicuramente ora è una persona fragile. Purtroppo la fragilità non si manifesta con più collaboratività, al contrario, il carattere si inasprisce. Intanto, anche se vi costa, telefonare almeno due volte la settimana, può far mantenere un filo. Effettivamente non aver voluto vedere la nipotina è un gesto forte. O è arrabbiata con voi o vuole chiudersi ancora più in se stessa. Posso proporvi, e sarebbe utile che lo faceste entrambi insieme, (perché più punti di vista di fratelli aiutano), un periodico incontro, anche on line, con uno psicoterapeuta che si occupa di questo ambito. Aiuta ad essere sostenuti in questo nuovo ruolo, a separare quello che è stato il passato dal presente, ad avere più strumenti relazionali per comunicare con lei. Anche se uno non vuol pensarci e non ce l’ha nella quotidianità, questo problema del genitore da solo e lontano “lavora” dentro e non si vive bene, sentendosi un gran peso addosso. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera, dal suo racconto questi sembrano proprio essere i sintomi di una depressione.
Sua madre è fortunata ad avere due figli che si preoccupano per lei, tuttavia immagino che la distanza dalle vostre rispettive città costituisca un ulteriore ostacolo alla comunicazione che sembra già fortemente compromessa.
Ovviamente è complicato avere un quadro della situazione solo attraverso un racconto scritto, ma è importante che voi stiate cercando di attivarvi per aiutarla.
Un tentativo potrebbe essere quello di farle capire che ci tenete alla sua salute e che vederla così è anche per voi fonte di sofferenza, sofferenza che potrete affrontare insieme, se lei vorrà.
Le mie sono parole abbozzate, ripeto, non è semplice analizzare tutto ciò con una risposta qui, ma penso che comunque valga la pena tentare.
Si potrebbe valutare una terapia familiare, così che vostra madre si senta meno sola e meno bersagliata da uno psicologo (spesso le persone prendono come offesa i consigli di rivolgersi a uno specialista).
Purtroppo, essendo voi lontani, immagino non sia semplice, ma potere comunque tentare la via del lavoro di squadra.

Un caro augurio,
Dott.ssa
Laura Rostiti
Buonasera gentile utente, mi dispiace molto per la situazione che lei racconta inerente a sua madre e alle dinamiche famigliari tra di voi, che creano incomprensioni e sofferenza. Se pensa che sua mamma sia in una situazione di sofferenza emotiva e sia reticente a rivolgersi ad uno psicologo, potrebbe provare a consigliarle di parlare con il suo medico di base, per avere un primo approccio in merito. Sicuramente confrontarsi con un medico già di sua conoscenza, inizialmente potrebbe essere più semplice essendoci già presumibilmente instaurato nel tempo, un rapporto di fiducia e collaborazione. Un cordiale saluto, Dott.ssa Arianna Magnani
Salve, la situazione non è di semplice soluzione, potete tentare alcune strade, ma la volontà di chi entra in terapia é sempre l’oggetto primo. Le terapie per procura difficilmente funzionano.
Potreste chiedere al medico di famiglia di collaborare con voi. Se iniziasse a prendendo un farmaco forse dopo sarebbe meglio ben disposta ad incontrare uno psicologo.
Oppure potete proporgli una terapia familiare, o ancora chiamare uno psicologo disposto a venire a domicilio. Sono tutti tentativi che potrebbero risultare frustranti, posso solo augurarvi buona fortuna.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve purtroppo a volte i figli sento un irrefrenabile desiderio di aiutare i genitori, i quali però non vogliono (nè possono) essere aiutati.
La invito a riflettere sul suo bisogno di soccorrere sua madre.
Da dove viene?
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Buongiorno,

Capisco quanto possa essere difficile affrontare questa situazione con tua madre. La perdita di una persona cara può avere un impatto profondo e duraturo, e sembra che tua madre stia ancora lottando con il dolore e la depressione.

È importante avvicinarsi a lei con empatia e comprensione. Potrebbe essere utile cercare di coinvolgerla in attività che una volta le piacevano, come cucinare, senza forzarla. Offrire il tuo supporto e la tua presenza può fare una grande differenza.

La terapia interazionista potrebbe essere una strada da esplorare, poiché si concentra sulle dinamiche relazionali e può aiutare a migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca. Potresti anche considerare di parlare con un terapeuta per ricevere consigli su come gestire la situazione e trovare modi per incoraggiare tua madre a cercare aiuto.

Ricorda, è importante prendersi cura di sé stessi mentre si cerca di aiutare gli altri. Continuare a cercare supporto e parlare delle tue esperienze è un passo importante verso il miglioramento.

Cordialmente, Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Salve, non scrive l'età di sua mamma, immagino sia una persona anziana. Quello che, intanto, potete fare per non gestire soli la situazione è coinvolgere il medico di base per far effettuare tutta una serie di controlli a sua mamma: cardiologici, geriatrici, di medicina interna, neurologici eccetera, in questo modo saranno i sanitari specializzati ad indirizzare la mamma alle cure che servono ed eventualmente accertare e parlare della depressione. Non avrete voi il compito di "spingerla" alle cure, visto anche la modalità ricattatoria. Voi, di vostro, potrete trovare strategie per aiutarvi a gestire il tutto rivolgendovi ad un professionista. Un cordiale saluto
Buongiorno, dalle sue parole emerge chiaramente il dolore e il senso di impotenza che sta provando.
Purtroppo non si può aiutare chi non vuole essere aiutato e la scelta di iniziare una psicoterapia deve essere prettamente personale per poter sortire gli effetti desiderati.
La invito a prendere in considerazione la possibilità di iniziare lei stessa un percorso di psicoterapia per poter esplorare i suoi vissuti che meritano attenzione. E' probabile che questo suo lavoro di consapevolezza e di elaborazione si rifletterà anche in una gestione diversa della situazione e smuoverà gli equilibri familiari.
Un caro saluto.
Buongiorno. comprendo la sua preoccupazione e la ringrazio per aver condiviso qui la sua storia. E' importante che sua madre sia motivata a intraprendere un percorso. Potete chiedere aiuto al medico di base che potrebbe aiutarvi per aumentare la collaborazione
Cordiali saluti, Dott.ssa Di Gennaro Laura

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