Buongiorno, ho bisogno di un consiglio. Convivo con il mio ragazzo da circa 7 anni. Abbiamo una sple

17 risposte
Buongiorno, ho bisogno di un consiglio. Convivo con il mio ragazzo da circa 7 anni. Abbiamo una splendida bimba di 1 anno. Lui ha ed ha avuto già in passato degli scatti di rabbia con me e con altri sempre per motivi più che futili. Avevamo iniziato una terapia di coppia, poi abbandonata per sua volontà. Da poco ha riavuto uno scatto di rabbia forte dove ha coinvolto anche le nostre famiglie. Avevo deciso di lasciarlo, a lui è caduto il mondo. Non se lo immaginava. Per non perdermi ha iniziato una terapia individuale. Si sta impegnando molto, a casa con la bimba. Ho paura che possa ripetersi. Che conseguenze avrebbe per la bimba? Quanto può essere efficace una terapia per la gestione della rabbia? Sono a disagio con le nostre famiglie, si è spenta la fiamma e non so se si riaccenderà
Buongiorno,
mi spiace per il momento di difficoltà che sta vivendo, purtroppo è molto difficile dare un'indicazione su una situazione del genere, perché è impossibile prevedere il comportamento che il suo compagno avrà in futuro.
Quello che posso dirle è che se il suo compagno le pare sincero nel suo impegno nella terapia per la gestione della rabbia è probabile che abbia compreso di aver sbagliato, e questo è un buon punto di inizio. Inoltre in terapia potrebbe approfondire le motivazioni per le quali questi scatti di rabbia si presentano e quindi lavorare su di esse per evitare di rifarlo in futuro.
Pe quanto riguarda l'effetto sulla bambina, è difficile sbilanciarsi e bisognerebbe capire in cosa consistono gli scatti di rabbia a cui si riferisce.
Potreste valutare anche la possibilità di ricominciare la terapia di coppia se il suo compagno ha compreso l'importanza cha ha per lei

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani

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Salve, la sua perplessità è comprensibile, così come lo è il suo timore per possibili ripetizioni o conseguenze persua figlia.
Da momento in cui comunque è stata operata la scelta di entrare in terapia, lasci un po’ di tempo al suo compagno, in modo che possa iniziare la sua evoluzione interna e divenire così una persona piacevole con cui passare il la vita.
Poco si può dire sugli scatti di rabbia dato il numero scarso di informazioni.
Dal Momento però che questa situazione ha scosso molto anche lei, sarebbe opportuno che possa accedere ad un ciclo breve di sedute, in modo da comprendere meglio le dinamiche intercorse.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, la situazione è difficile, ma tra le righe io percepisco una mancanza di fiducia di fondo, oltre al fatto che lei evidenzia che la fiamma si sia spenta. Io le consiglierei di ascoltare la vocina interiore che sente, considerando che le scelte possono essere anche non definitive, possiamo prenderci del tempo, mettere una distanza e capire come proseguire. La fiamma si è spenta per l'aggressività o era già spenta e la situazione l'ha resa più consapevole? Magari anche riprendere un percorso ci coppia sarebbe il modo migliore per riuscire a rispondere alle sue domande.
Saluti. Dott.ssa Maria Romanelli
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera Utente. Il fatto che il suo compagno abbia deciso di intraprendere un percorso individuale mi fa pensare che abbia compreso l'importanza della situazione e che abbia deciso di affidarsi a qualcuno per risolvere un problema che al momento è centrale nella sua vita e nella vostra dimensione di coppia e di famiglia. Rispetto alla questione di vostra figlia, purtroppo la domanda che avanza è molto generica e di conseguenza non è facile dare una risposta. Un concetto che mi preme sottolineare è che indipendentemente dall'esito della psicoterapia di suo marito e soprattutto della vostra dinamica di coppia, entrambi voi siete genitori e questa veste la indosserete per sempre: anche a fronte di una separazione sarebbe necessario comunicare e fare squadra, come genitori, per il benessere e per lo sviluppo di vostra figlia. Il mio personale consiglio è dunque quello di tenere a mente questo dato e di cercare di sviluppare di nuovo il clima di fiducia che racconta esserci stato in passato, indipendentemente se nella coppia o diversamente. In ultima analisi terrei in considerazione di portare le domande e i dubbi che ha scritto qui ad uno specialista, anche in un ciclo di supporto psicologico, in modo che i suoi dubbi siano accolti e ascoltati. Le auguro il meglio!
Carissima utente, grazie per averci scritto.
La situazione che narra è di vera sofferenza.
La psicoterapia individuale per il suo compagno è molto utile... la paura di perderla lo sta facendo cambiare.
Consiglio inoltre alcune sedute di coppia per poter meglio comprendere se siete ancora una coppia coniugale o solo genitoriale.
La saluto con affetto
Gentilissima, grazie per averci scritto. La sua lettera, pur con toni pacati, trasmette molta preoccupazione, sfiducia e una dichiarazione finale molto chiara. In tutto quello che è successo, la cosa positiva è che il suo compagno, avendo paura di perderla, si sia deciso a fare terapia. Non specifica da quando ci va, comunque bisogna dare tempo al processo. Capisco le sue paure dell’eventuale ripetersi degli scatti di rabbia e degli effetti sulla bambina. Non sono ponderabili in questa sede. Vivere con una persona che ha manifestato scatti di rabbia non è semplice, si sta sempre sull’imprevedibilità, osservi se e come cambiano le cose, si dia un tempo e veda. Intanto
per la vostra coppia, al momento spenta ed anche per lei per essere rassicurata le consiglio la ripresa della terapia di coppia. In alternativa un percorso suo individuale per elaborare lo shock di quello che è successo, essere sostenuta e chiarirsi le idee sui suoi sentimenti. Le sono vicina, la saluto cordialmente e rimango a disposizione, dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, ci sono tante inquietudini nelle sue parole.
Le fiamme appartengono all'inizio dei rapporti, che poi evolvono nel tempo, e dipende solo dall'impegno di ognuno dei partner riuscire a crescere assieme.
Immagino sia stanca di sopportare la sua situazione familiare, e mi chiedo: ha bisogno di un supporto per capire cosa fare?
Resto a disposizione
Buonasera cara utente, mi dispiace per quanto sta vivendo. Le domande che lei pone non sono di facile risposta e sicuramente dovrà ascoltare le sue risposte interne nel tempo. Oggi forse è ancora alle domande. Il suo compagno sembra che abbia intrapreso un percorso dove con molta probabilità verrà affrontato il tema della rabbia. Lei potrà vedere come procedono le cose o riproporre anche una terapia di coppia. Rifletta anche su questa fiamma più spenta a cosa sia dovuta se paura, disamore, preoccupazione. Se vuole possiamo anche approfondire in privato. Un cordiale saluto. Dott.ssa Alessandra Domigno
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione, comprendo quanto possa essere difficile e doloroso ciò che sta attraversando.

Riguardo alla rabbia del suo compagno, è importante considerare che la gestione della rabbia è un processo complesso e richiede un impegno significativo da parte della persona interessata. È positivo che il suo compagno abbia intrapreso un percorso di terapia individuale, segno di volontà di cambiamento. Tuttavia, come lei stessa ha notato, esiste il rischio che questi episodi possano ripetersi, e questo può avere delle conseguenze rilevanti sul benessere psicologico di tutti i membri della famiglia, inclusa la vostra bambina.
La presenza di scatti di rabbia, soprattutto se frequenti e intensi, può creare un ambiente instabile e imprevedibile, che può influenzare negativamente lo sviluppo emotivo e psicologico della bambina. La violenza assistita, ovvero l'esposizione dei minori a comportamenti violenti o aggressivi, anche quando non sono direttamente coinvolti, può causare traumi emotivi e influire sulla loro capacità di sentirsi sicuri e protetti.
Considerando la situazione, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente con il suo compagno le ragioni per cui ha deciso di abbandonare la terapia di coppia in passato. Potrebbe aiutare a comprendere se vi siano resistenze o difficoltà specifiche che necessitano di essere affrontate per migliorare la dinamica di coppia e la coesione familiare.
Le consiglio anche di riflettere attentamente sui suoi sentimenti e sulle sue esigenze. Il disagio con le famiglie e la sensazione che "la fiamma si sia spenta" sono segnali importanti che meritano attenzione. Potrebbe essere utile per lei intraprendere un percorso di supporto psicologico personale, che le permetta di esplorare le sue emozioni e di prendere decisioni più consapevoli e serene riguardo al suo futuro e a quello della sua bambina.

La invito a considerare l'importanza del suo benessere e di quello della sua bambina come priorità assoluta. È fondamentale che entrambi possiate vivere in un ambiente sicuro, sereno e privo di tensioni o paure. Un percorso terapeutico personale potrebbe aiutarla a valutare meglio la situazione, a comprendere i suoi bisogni e a costruire una strategia per il futuro che tenga conto di tutte le variabili in gioco.

Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o supporto.
Cordialmente, Dott.ssa Miroddi

Buongiorno gentile utente, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto personale. Come già altri colleghi hanno evidenziato è difficile prevedere come potrebbe evolvere il percorso di psicoterapia che il suo compagno ha intrapreso; la rabbia ha a che fare con motivazioni inconsce profonde e necessita di un attento e approfondito lavoro su di sé per essere prima compresa e poi gestita. E' difficile anche comprendere quale sia la situazione attuale della vostra famiglia; dalle poche informazioni fornite si fatica a capire come si manifestino questi scatti di rabbia e con quale intensità. Come già altri colleghi hanno suggerito è importante che lei ascolti i suoi sentimenti e il suo vissuto in questa relazione poiché, indipendentemente da come procederà il percorso di suo marito, sarebbe importante per lei capire cosa vuole per sé stessa e per sua figlia, dal momento che ha parlato di una "fiamma che si è spenta". Anch'io le suggerirei di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale che la aiuti a comprendere i suoi vissuti a livello profondo. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
gentile utente, sicuramente il fatto che lui abbia iniziato un percorso di psicoterapia può essere molto utile per la sua capacità di gestire la rabbia. La cosa importante è che la motivazione al percorso sia di suo marito e non dettata dalla sua paura di perderla. Questo potrebbe portare solo ad un finto coinvolgimento, ma questo lo vedrà lei col tempo e nei fatti. Inoltre, se la fiamma si sta spegnendo, si deve chiedere se a prescindere dal cambiamento di suo marito, questo matrimonio ha ancora senso oppure no. Questo va indagato a fondo, attraverso un suo percorso personale. Rimango a disposizione.
Dott. Paolo Di San Diego
Buongiorno, mi pare che il suo ragazzo stia provando a fare il suo (ovvero una psicoterapia personale) e l'efficacia nel comprendere le proprie emozioni e imparare a viverle e incanalarle in maniera sana e non distruttiva è senz'altro qualcosa che potrà accadere anche grazie alla psicoterapia.
L'ultima frase che ha scritto però mi pare vada in tutt'altra direzione ("si è spenta la fiamma e non so se si riaccenderà"): detta così sembra quasi che lei abbia già deciso di lasciarlo ma la sua mossa di andare in terapia l'ha come rabbonita momentaneamente. Insomma, più che domandare se la terapia del suo compagno possa essere efficace o meno, prenderei in considerazione la possibilità di fare quantomeno una consultazione psicologica per sé stessa, o una psicoterapia breve, per provare a capire cosa prova davvero e cosa desidera per il futuro proprio, di vostra figlia e del suo compagno. Dott. Alessio Antonucci
Gentile utente,
comprendo la difficoltà della situazione che sta vivendo e le preoccupazioni che riferisce.
Ritengo tuttavia che sia positivo che il suo compagno si faccia aiutare da un professionista così come penso sia importante anche per lei avere un supporto psicologico in questo momento per poter dare voce ai suoi pensieri e timori.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Filippi
Salve, le psicoterapie non fanno miracoli in tempi brevi ma l'importante è che il suo compagno si impegni seriamente con il collega che lo ha in carico. Quanto al rapporto con le famiglie, il tempo è il miglior medico e se il vostro rapporto migliorerà anche le vostre famiglie ritorneranno ad avere fiducia in voi.Un saluto
Buongiorno, comprendo la difficoltà di vivere con una sensazione di imprevedibilità e di timore.Il suo compagno nell’’intraprendere un percorso di psicoterapia si sta prendendo cura di se’. Invito anche lei a trovare uno spazio tutto in cui dar voce ai suoi sentimenti e ai suoi vissuti. La consapevolezza che acquisirà le permetterà di comprendere i suoi reali desideri rispetto al vostro futuro. I miei auguri.
Gentile utente, grazie per la condivisione del suo disagio. Da quello che scrive soprattutto nell' ultima parte del racconto sembra che lei non sia più del tutto sicura della vostra relazione, anche se la mia potrebbe essere solo una percezione. Il consiglio che le posso dare è di iniziare un percorso terapeutico dove poter affrontare questa tematica e anche quella relativa alle vostre famiglie di origine a cui ha accennato. Cordialità dott. Gaetano Marino

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