buongiorno, ho bisogno di qualche consiglio per convincere mio marito a partecipare ad una terapia d

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buongiorno, ho bisogno di qualche consiglio per convincere mio marito a partecipare ad una terapia di coppia
Salve Signora, domanda netta e precisa, alla quale è complicato rispondere poichè è difficile immaginare il perchè Lei voglia 'convincere' suo marito ad intraprendere un percorso di terapia di coppia: c'è un problema specifico,?vi trovate in una fase di stallo? da quanto tempo state insieme? E' solo una sua necessità o ha già provato a parlarne a suo marito? sarebbero tante le domande da porle...
In generale posso dirLe che un percorso terapeutico, incluso quello di coppia è un lavoro faticoso che si può intraprendere e portare avanti solo se si ha una grande motivazione, se suo marito si rifiuta non sarebbe il caso di insistere. Potrebbe provare a proporgli un unico incontro con l obiettivo di valutare la discrepanza tra le vostre opinioni rispetto ad una eventuale terapia, ma dopo dovrebbe lasciare a lui la scelta se continuare o no; inoltre potrebbe valutare l'eventualità di iniziare un percorso individuale per analizzare il suo stato emotivo e la sua spinta al cambiamento.
Cordialmente.
Dr.ssa Caterina Cresciullo

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Gentile Signora, proverò a risponderle tenendo della totale mancanza di informazioni. Partiamo dal presupposto che non è possibile costringere qualcuno a sottoporsi a qualunque tipo di trattamento. Possiamo solo puntare sulla motivazione. Se suo marito pensa che non sia necessaria una terapia di coppia, forse non ha la stessa sua visione della situazione oppure immagina che in quel contesto possa diventare oggetto di accuse e colpevolizzazioni. Spetta a lei provare a motivarlo, magari rassicurandolo e facendogli sentire di aver bisogno di un confronto alla pari, dove anche lei proverà a mettersi in discussione, al fine di raggiungere degli obbiettivi comuni, per poter migliorare la relazione e poter vivere un futuro migliore insieme. Cordiali saluti
Gentile signora non è che sta partendo con il piede sbagliato? Lei sta chiedendo consigli su come convincere una persona, suo marito, a fare qualcosa che non vuole fare. Non sarebbe meglio lasciare a suo marito la libertà di decidere in proprio cose importanti come intraprendere o meno un percorso psicoterapeutico? Non è che lei vuole manipolare la volontà di suo marito? Non è magari che è proprio questo suo modo di fare che inquina la sua relazione matrimoniale? Le suggerisco di parlare con suo marito sinceramente, esponendogli tutte le sue ragioni ma lasciando a suo marito la libertà di decidere per se. Se suo marito non aderisce ad un trattamento di coppia non significa che lei non può intraprenderne uno suo personale e, mi creda, sicuramente avrà delle ricadute anche nella coppia.
Buongiorno,
Vivere una crisi affettiva con il proprio partner è un'esperienza che può generare grandi rabbie e dolori. Immagino che la sua domanda nasca dal bisogno di trovare un professionista che si prenda cura della sua relazione.
Utilizzare una comunicazione efficace è il primo passaggio per confrontarsi con suo marito. Provi ad utilizzare la tecnica del messaggio-Io azzerando giudizi e critiche, descrivendo solo il COMPORTAMENTO e non la persona di suo marito e parlando dei suoi stato d'animo dunque ad esempio "Quando tu non mi ascolti (comportamento), io mi sento triste (stato d'animo)". In questo modo potrà entrare maggiormente in connessione emotiva con lui e parlare a cuore aperto di ciò di cui ha bisogno.
La saluto,
Dottoressa Maria Daria Giri
Buonasera, forse, prima di rispondere alla Sua domanda, bisognerebbe capire qual è il problema e quindi cosa la spinge ad iniziare un percorso terapeutico con il Suo compagno. Poi da lì si può iniziare a comprendere come e cosa fare.
Gentile signora vorrei capire perché lei vuole fare una terapia di coppia . Se mi dice qualcosa penso di poterle rispondere
Buongiorno. Se lei ritiene di voler intraprendere un percorso di coppia potrebbe esplicitarlo a suo marito e chiedergli solo la presenza ad un colloquio.
A volte, se si presenta così circoscritta, l'opzione di prendere un appuntamento con uno psicoterapeuta diventa intimamente sostenibile.
Saluti!
Buongiorno, convincere qualcuno ad affrontare una terapia (che sia individuale o di coppia) non è mai (o quasi mai) un buon punto di partenza! Come prima passo le consiglio di chiederglielo in modo sincero. Nel caso mostri ancora qualche riluttanza potrebbe iniziare lei a intraprendere un percorso psicologico. In questo modo sarà sicuramente più facile coinvolgere naturalmente suo marito esorcizzando paure e imbarazzo. Spesso il motivo per cui non si ha voglia di intraprendere un terapia di coppia è il sentirsi ridicoli e in imbarazzo, oltre al fatto che è molto stancante saper di stare per imboccare ad una strada che porterà quasi sicuramente qualche nodo al pettine! Proprio per questo non è possibile convincere qualcuno a non sentirsi ridicolo, ma accogliere invece la non volontà e iniziare da se stessi a fare qualche passo. Un saluto
Dott.ssa Federica MIccichè
Buonasera, provi a immaginare il rapporto di coppia come una danza a due. Perché il movimento sia armonico sono importanti la sintonia, la fiducia e l'esperienza di ciascuno dei due ballerini.
Il cambiamento di uno determina un cambiamento nella reazione dell'altro e nella danza stessa.
Questo accade anche nelle relazioni di coppia.
Partire da se stessa, dal suo potere personale può essere un primo passo per affrontare quello che sta accadendo. Cordialmente
Per prima cosa dovrebbe capire i motivi per cui suo marito non vuole partecipare e su questa base rassicurarlo. Una possibilità comunque (se suo marito è molto negativo) è sostenere che lei ha bisogno di essere aiutata o sostenuta dal terapeuta e che lui la può accompagnare: in qualche caso è stato utile che la moglie dicesse "Caro, ma così puoi esprimere direttamente le tue idee e questo può essere importante anche per te". Un'altra possibilità è dire che lo psicoterapeuta vuole vedere anche lui per poter aiutare lei stessa, cioè facendo ricadere sul terapeuta la responsabilità della cosa e non sostenendo lei stessa che anche lui deve essere "curato".
Gentile signora, buonasera. Possono essere diversi i motivi per i quali il marito non vuole "partecipare alla terapia di coppia", come dice lei. Forse non ci crede? Forse pensa di non averne bisogno? Forse non ha voglia di andare a raccontare i fatti propri ad un estraneo, che va pure pagato? Probabilmente un po' tutte e tre...e magari ci sarà qualche altro forse ancora. Ma certamente gli può dire che il percorso di Psicoterapia non parte subito, ma almeno dopo un primo colloquio ( dove ci si conosce, io personalmente spiego il mio metodo di lavoro, si inizia a parlare dei motivi principali per i quali siete venuti) , per cui intanto può "provare" con un incontro... e poi vediamo se "da cosa nasce cosa".
La saluto cordialmente.
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Buongiorno signora, concordo con i miei colleghi: rispetto a una terapia di coppia voler convincere è già partire con il piede sbagliato...D'altra parte le richieste arrivano principalmente dalla donna perché più sensibile alla percezione del disagio e forse più propensa a chiedere aiuto. Vedrei più adatto proporre o chiedere di essere accompagnata ad un incontro esplorativo che possa lasciare allo specialista la valutazione della necessità o meno di un percorso di coppia. L'importante comunque è che lei parli a suo marito delle sue sensazioni e della sua percezione del vostro problema , cerchi di aprirsi e di fargli capire che per lei è importante esplorare questa possibilità. Un caro saluto
Salve, se suo marito non è motivato ad intraprendere un percorso di coppia, potrebbe intanto iniziare lei un percorso individuale...il lavoro anche su uno dei coniugi porta comunque ad un cambiamento all'interno della coppia.
Salve. suo marito al momento non è motivato ad iniziare un lavoro di coppia. È così? Forse suo marito non ritiene che stiate vivendo delle difficoltà oppure è convinto che la psicoterapia non riesca a condizionare e cambiare le persone ed i loro destini. Oppure per molti altri motivi. Come hanno sottolineato molti miei colleghi forse iniziando lei una sua terapia alla fine potrebbe innescare un cambiamento . Inevitabilmente suo marito dovrà confrontarsi con tutto questo e magari considerare l'ipotesi di fare un lavoro assieme. Cordiali Saluti. Dottor Grilli.
Salve Signora, la domanda è molto specifica per una situazione che sicuramente risulta complessa e dolorosa per lei. Per intraprendere una terapia è necessaria una forte motivazione e costanza, che se non condivisa da suo marito potrebbe non avere nessun effetto, o risultare addirittura iatrogena. Le posso consigliare come primo passo, se ne sente la necessità, di cominciare lei per prima un percorso che le possa permettere di avere lo spazio, la comprensione e gli strumenti per affrontare la situazione e il suo vissuto doloroso.
Spero di esserle stata utile.
Buon giorno! vedo solo ora la sua domanda e sarò molto sintetica. Le propongo di pensare di intraprendere lei una terapia in modo da capire le problematiche che il suo essere coppia le pone. Forse così potrà gestire meglio il rapporto ed individuare con maggior precisione quali sono i problemi. Così potrà essere di aiuto anche a suo marito per migliorare la comunicazione tra di voi.
Un cordiale saluto
Salve signora purtroppo ci dà pochi elementi per fornirle in questo contesto una risposta utile. Quello che mi sento di consigliarle é di identificare ciò che per lui non funziona nel vostro rapporto e utilizzarlo come leva per convincerlo a rivolgervi ad uno specialista. Il resto viene da sé
Gentile Signora,
mi sembra di capire dalla sua domanda che lei sente l'urgente necessità di una terapia di coppia e che al contempo suo marito non abbia lo stesso tipo di richiesta, essendo lui reticente al suo dichiarato bisogno di vedersi con uno specialista. Già di per sè questa situazione rappresenta una divergenza di coppia. Purtuttavia non si può costringere alcuno ad un percorso terapeutico. Quello che posso dirle è che ognuno di noi può solamente agire su sè stesso. Detto ciò, l'unica cosa che realisticamente e certamente al momento può fare è quella di eventualmente intraprendere lei una terapia individuale e grazie a questa già risolvere parte dei disagi che ha con suo marito. Nella mia esperienza ho spesso assistito a situazioni in cui uno dei due partner ha incominciato un percorso e in cui lo stesso cambiamento di chi ha intrapreso ha poi convinto anche l'altro a cimentarsi in analoga atiività. Gentili saluti
Salve, nella sua richiesta non ci dà molte notizie riguardo la vostra coppia, non ci scrive che età avete, da quanto tempo siete insieme e principalmente che cosa sta succedendo alla vostra coppia. Lei ci scrive che suo marito deve essere convinto, non so forse lui pensa che va tutto bene mentre per lei ci sono dei motivi che la disturbano. E' molto difficile costringere suo marito come qualsiasi altra persona a mettere in atto dei comportamenti che non vogliamo. Nel frattempo potrebbe essere lei ad iniziare ad eseguire delle sedute psicologiche, per analizzare che cos'è che la fa stare male quando interagisce con suo marito, ed elaborare il modo come trovare le modalità giuste per consolidare il vostro rapporto. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Può esprimere a suo marito il fatto che lei abbia bisogno in questo momento di un aiuto e quindi chiedere di un consulto psicologico individuale. In seguito sarà il collega a valutare se e come coinvolgere eventualmente suo marito.
Per intraprendere un percorso di coppia, è necessario che entrambe le parti siano sicure e fiduciose di quello che andranno a scoprire in terapia. In psicoterapia, con la "convinzione", non si ottiene molto purtroppo. Lasci che suo marito si prenda un po' più di tempo per riflettere e nel frattempo, come consigliato anche da alcuni miei colleghi, potrebbe provare ad intraprendere un percorso individuale di terapia. Un saluto, Dott.ssa Eleonora Di Nardo
Salve signora,
se sente il bisogno di intraprendere una psicoterapia con suo marito e lui non è d'accordo, più che tentare di convincerlo, potrebbe esserle utile intraprendere un percorso individuale. Molto probabilmente suo marito al momento non sente il suo stesso bisogno e potrebbe vivere l'inizio di una terapia di coppia come un'imposizione.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o richiesta di informazioni. Cordiali saluti, P.C.
Buongiorno signora, quali sono i motivi che spingono, innanzitutto lei, a voler intraprendere una terapia di coppia?
Questa è la risposta che potrebbe aiutare noi a darle un consiglio, o un'indicazione.
Cordiali saluti, Dott. Andrea De Simone
Buongiorno. Purtroppo, qualsiasi tentativo volto a cercare di consigliarLe come convincere qualcuno a sottoporsi a una psicoterapia sarebbe non etico, poco professionale, e in seconda battuta, francamente inutile. Una terapia fatta senza motivazione, senza impegno o controvoglia non porta frutti. Se suo marito non intende intraprendere un percorso perché lo ritiene inutile o non necessario, forse può chiedersi se il disagio è percepito dalla coppia o soltanto da Lei e di conseguenza prendere in considerazione la possibilità di intraprendere invece un percorso individuale. Se è percepito da entrambi e Suo marito non ha interesse nel provare a modificarlo, è un'altra indicazione utile che può aiutarLa a riposizionarsi in merito. Quale che sia la situazione, forse il primo passo che possiamo consigliarLe è di intraprendere un percorso personale. Con il terapeuta sarà in grado di affrontare le motivazioni per le quali ritiene di aver bisogno di una terapia di coppia e comprendere quali passi sono necessari da ora in avanti per stare meglio con Suo marito (o per prendere qualsiasi altra decisione in merito). Cordialità, in bocca al lupo. DMP
Buongiorno, la terapia di coppia si può fare quando entrambi i partner sono motivati a intraprendere il percorso, qualora uno dei due non sia d'accordo è controproducente convincerlo. Provi a riproporglielo oppure iniziare un suo percorso individuale per capire con il/la professionista come affrontare la situazione. Saluti.
Buongiorno, per ogni tipo di terapia fondamentale è la motivazione.
Se suo marito non sente la necessità di fare insieme a lei un percorso di coppia non è possibile obbligarlo. Le consiglio di iniziare lei, per proprio conto, una terapia individuale. Nel corso del tempo suo marito potrà anche incuriosirsi soprattutto se lei mantiene la privacy sui suoi colloqui. Di rimando, ogni cambiamento che si verificherà in lei, inciderà sul suo rapporto di coppia.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Buonasera, sinceramente non saprei rispondere ad una domanda così...Lei cosa vorrebbe sentirsi dire se fosse al posto di suo marito?...a volte mettersi dal punto di vista dell'altro può aiutare. Le auguro buona giornata, Silvia Carrai
Gentile Signora, proverò a risponderle pur non avendo informazioni relative alla sua storia. Quando si decide di intraprendere una psicoterapia di coppia, è molto comune ritrovarsi nella sua situazione. Cimentarsi in questo viaggio è un impresa ardua e complessa ed è importante avere una buona dose di motivazione per decidere di intraprenderlo. Se sente di aver bisogno di convincere suo marito ad iniziare un percorso di terapia, questo può significare che per lui i tempi non sono ancora maturi, al contrario di lei che sembra essere pronta. Le suggerirei di provare a rassicurarlo sul fatto che in terapia non si cerca un colpevole ma sarà un'esperienza che farete entrambi alla pari, in cui vi potrete confrontare, ponendovi obiettivi comuni da raggiungere. Questa potrà essere la vostra occasione per riprendere in mano la vostra relazione coniugale, alleggerendola magari dai pesi ai quali è stata esposta. Mi permetta anche di aggiungere che semmai questo suo tentativo fallisse, può sempre pensare di avviarsi "da sola" in questo viaggio, e lavorando in un ottica di coppia vedrà che riuscirà in modo del tutto naturale a trovare la formula giusta per coinvolgerlo.
Spero di poterle essere stata utile. Cordialmente
Buongiorno, per quanto riguarda la mia esperienza come terapeuta di coppia, le posso dire che non è facile trovare la chiave per convincere un partner a intraprendere un percorso. Sicuramente può partire da lei, dal fatto che per lei sarebbe importante andare a parlare con qualcuno. Che lei ne sente la necessità perchè probabilmente è un periodo non facile. Proporrei a suo marito solo alcuni incontri (tipo due) per potersi anche lui farsi un'idea di che cosa si tratta e poi decidere.
Per quanto mi riguarda, ho notato che i partner sono spesso restii a venire in terapia, poi però riescono a trarne vantaggio e la terapia funziona.
Saluti
V. Barucci
Crudo da dirsi, ma: se non è interessato, non lo salverai certo tu.
Se hai spiegato in modo chiaro i perché e i motivi, ma non cambia idea, che altro puoi fare?
Forse è meglio se concentri le energie su te stessa.
Buongiorno! il consiglio che sento di darti è di parlare il più possibile in modo autentico a tuo marito. Per modo autentico intendo cercare di dare voce al tuo mondo interiore, a ciò che provi, a come ti senti, cercando il più possibile di utilizzare messaggi che parlano di te e di ciò che stai vivendo: "le nostre continue discussioni mi impauriscono e temo di perdere il rapporto che c'era tra noi due. Ho bisogno di te per capire cosa ci stia accadendo e se c'è una strada percorribile per ritrovare un nostro equilibrio".
Questo è un breve esempio di come la comunicazione del nostro vissuto potrebbe essere espressa all'altro cercando di evitare così reazioni di attacco o di fuga. Ovvio che, se tutto ciò è già stato fatto, il percorso che desideri intraprendere in coppia ti consiglio di farlo da sola. Un caro saluto
Gentile signora. Intanto le proporrei d'iniziare lei la terapia. Vedrà che man mano che lei cambierà lungo il percorso della psicoterapia, troverà sicuramente un modo spontaneo per coinvolgere anche suo marito. Cordialmente.
Salve gentile utente, difficile immaginare come poterla aiutare con poche parole. Vorrei darle spunti di riflessione, invece che consigli, che potrebbero risultare slegati dal contesto e per questo poco utili.
Potrebbe riflettere sulla possibilità di iniziare intraprendendo un percorso di psicoterapia individuale, per esempio per approfondire da dove si genera in lei il bisogno di fare una terapia di coppia e che effetto le fa il rifiuto di suo marito. E ancora, come disporsi lei rispetto a questo rifiuto: in altre parole quali strategie mettere in atto nella coppia e tra sè e sè, in risposta alla situazione di fronte alla quale la mette suo marito, cioè il suo "no".
Perchè purtroppo, essendo il percorso psicoterapeutico un percorso mediamente lungo e sicuramente faticoso, non avrà significativi risultati se non intrapreso con convinzione.
Sperando di esserle stata utile, le auguro una buona giornata.

Dott.ssa Eleonora Zamperini
Gentile utente, ci dia qualche informazione in più, sicuramente può motivarlo in diversi modi, i colleghi hanno dato degli ottimi suggerimenti.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Buongiorno, qualora non riuscisse a convincerlo è bene che intraprenda lei un percorso individuale.
Dovrebbe essere chiara con suo marito sui motivi per cui ritiene necessaria una terapia; presumibilmente sulle problematiche del rapporto che vorrebbe risolvere. Non è possibile obbligare suo marito a intraprendere un percorso se non vuole, ma forse a partecipare ad un incontro sarebbe disponibile. Potrebbe rivedere la sua posizione o comunque essere occasione per comunicare meglio a suo marito alcune cose per lei importanti. Cordiali saluti.
Buongiorno! Non ho elementi sufficienti per dare una risposta mirata. Ma in linea generale sarebbe importante che lei comunicasse apertamente i suoi sentimenti senza incolpare o accusare e che condividesse come si sente riguardo alla relazione, spiegando perché pensa che la terapia di coppia possa essere utile per entrambi. Sarebbe utile che lei sottolineasse a suo marito che la terapia di coppia non è un segno di debolezza, ma piuttosto un modo per migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca. Provi a parlare degli obiettivi positivi che vorrebbe raggiungere attraverso questa esperienza. Potrebbe sottolineare che partecipare insieme alla terapia può portare benefici a entrambi, perché può aiutarvi a crescere individualmente e a migliorare la qualità della vostra relazione. Spieghi che partecipare alla terapia è un impegno reciproco. Entrambi avete un ruolo attivo nel processo, e la terapia può essere uno spazio sicuro per esplorare le dinamiche della vostra relazione. Se suo marito ha dubbi o preoccupazioni, lo ascolti attentamente senza giudicare. Capire le sue preoccupazioni può aiutarla a rispondere in modo più mirato alle sue esigenze e paure. Glie lo proponga come un tentativo temporaneo e specifico. Ad esempio, potreste iniziare con poche sessioni e poi valutare insieme i progressi e il vostro comfort nel continuare. La terapia di coppia può essere un percorso prezioso per molte persone, ma è essenziale che entrambi si sentano coinvolti e motivati per partecipare.
Un caro saluto
dott.ssa Sibilia
Salve, se da qualche indizio in più forse è possibile aiutarla.
Così il quesito non è comprensibile.
Saluti, dottoressa Sandra Petralli
Buongiorno, la motivazione per poter iniziare una terapia è un qualcosa di fondamentale. Non si può obbligare qualcuno a fare un qualcosa che non vuole/ non si sente di fare.
Quello che lei potrebbe fare è parlare e confrontarsi con suo marito e se crede che sia necessaria una terapia di coppia, potrebbe far comprendere al marito il suo stato d'animo, ciò che la preoccupa, che le causa un malessere a lei e all'intern del vostro matrimonio, mettere l'altro a conoscenza di ciò che prova, pensa e sente per poter raggiungere un punto di incontro e magari facilitare anche la comunicazione.
Resto a disposizione
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