buongiorno, ho 59 anni sono 3 mesi da quando una mattina mi sono alzato e ho iniziato ad avere dolor
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buongiorno, ho 59 anni sono 3 mesi da quando una mattina mi sono alzato e ho iniziato ad avere dolore alla "sciatica", ho fatto punture di voltaren e muscoril e cortisone in seguito, senza nessun beneficio, ho effettuato un RM lombare (sotto allego risultato) e mi sono rivolto ad un fisioterapista, e visto lo scarso risultato mi sono rivolto ad un osteopata, e al momento sono alle 3 seduta. la prima e la seconda seduta mi hanno dato beneficio mentre la terza (vado una volta alla settimana) la situazione è peggiorata tornando come all'inizio. ho un dolore principalmente al polpaccio e al gluteo a momenti alterni. se cammino mi si alleggerisce tutto e sembra di non avere nulla, appena mi fermo in piedi mi arriva il dolore (polpaccio) sto bene solo in posizione orizzontale. non riesco a stare senza antidolorifico, sia l'osteopata che il fisioterapista mi hanno detto vedendo l'esito che era una cosa risolvibile, ma non riesco a venirne fuori. sono da 12 anni diabetico ma la glicemia è sotto controllo e mi curo con la pastiglia e non ho mai avuto picchi glicemici o altri problemi da diabete. normalmente (prima di questo problema) svolgevo attività fisica non intensa come camminata e bicicletta. vi chiedo e vi ringrazio per l'aiuto che mi darete, come detto sopra allego risultato RM lombare
RM lombare
Studio effettuato con acquisizioni multiplanari in varie pesature, in condizioni basali, anche con tecnica di soppressione del segnale dei tessuto adiposo Questo diagnostico/Raccordo anamnestico: persistente lombosciatalgia
Lordosi lombare tendente alla rettilineizzazione con allineamento corretto dei metameri e con discreti segni di spondilosi, senza cedimenti vertebrali, con diametri canalari lievemente ridotti soprattutto tra L3 ed L5. Si riconosce un aspetto disidratato dei dischi intersomatici del tratto lombare medio. In L2-L3 ed L3-L4 è possibile rilevare una bulging circonferenziale dell anello fibroso che restringe i forami ed impronta il sacco durale. In L4-L5 più circoscritta formazione erniana con sviluppo nella regione mediana e paramediana destra del canale che comprime il sacco durale e la tasca radicolare destra di L5 e contribuisce alla stenosi del forame di coniugazione. Piuttosto ipoplasico il disco L5-S1 caratterizzato da una piccola ernia mediana posteriore
Normale aspetto delle radici nervose nei tratti visualizzabili. Regolare rappresentazione del cono midollare alla altezza di L1
vi ringrazio
RM lombare
Studio effettuato con acquisizioni multiplanari in varie pesature, in condizioni basali, anche con tecnica di soppressione del segnale dei tessuto adiposo Questo diagnostico/Raccordo anamnestico: persistente lombosciatalgia
Lordosi lombare tendente alla rettilineizzazione con allineamento corretto dei metameri e con discreti segni di spondilosi, senza cedimenti vertebrali, con diametri canalari lievemente ridotti soprattutto tra L3 ed L5. Si riconosce un aspetto disidratato dei dischi intersomatici del tratto lombare medio. In L2-L3 ed L3-L4 è possibile rilevare una bulging circonferenziale dell anello fibroso che restringe i forami ed impronta il sacco durale. In L4-L5 più circoscritta formazione erniana con sviluppo nella regione mediana e paramediana destra del canale che comprime il sacco durale e la tasca radicolare destra di L5 e contribuisce alla stenosi del forame di coniugazione. Piuttosto ipoplasico il disco L5-S1 caratterizzato da una piccola ernia mediana posteriore
Normale aspetto delle radici nervose nei tratti visualizzabili. Regolare rappresentazione del cono midollare alla altezza di L1
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Buongiorno
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Buongiorno,
Mi dispiace per il disagio che sta vivendo e la capisco: convivere con un dolore persistente può essere molto difficile. Ho letto con attenzione la sua descrizione e il referto della RM lombare, che evidenzia alcune alterazioni importanti a livello della colonna, come l’ernia a L4-L5 e altre condizioni degenerative. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che, nonostante queste indicazioni, non sempre è possibile correlare in modo diretto i sintomi al referto. In altre parole, per comprendere veramente la causa del dolore è necessario valutare come il suo corpo si comporta attraverso il movimento, il tocco e altre indagini cliniche.
Il dolore, infatti, non è semplicemente una "risposta al danno": è influenzato da molti fattori, inclusi i tessuti coinvolti, il sistema nervoso e persino aspetti emotivi e comportamentali. Questo è uno dei motivi per cui un approccio pratico e individualizzato è fondamentale.
Il fatto che abbia riscontrato beneficio nelle prime due sedute è un buon segnale, ma è altrettanto normale incontrare momenti di regressione, come quello che descrive dopo la terza. Questi "flair-up" sono una parte comune del percorso di recupero, specialmente quando si lavora con una condizione che il corpo sta cercando di compensare da tempo. Non si tratta di un segno di fallimento, ma di un processo che richiede tempo e pazienza.
L’aspetto positivo è che il movimento, come camminare, sembra alleviare i sintomi: questo ci indica che ci sono margini di miglioramento. D’altra parte, il dolore in stazione eretta e la necessità di antidolorifici sono segnali che richiedono un’attenzione mirata e graduale per aiutare il corpo a trovare un equilibrio più stabile.
In osteopatia e fisioterapia esistono diversi approcci, e non tutti sono adatti a ogni persona o a ogni situazione. È importante trovare un trattamento che si adatti al meglio alla sua specifica condizione. Nel mio studio mi concentro su un lavoro personalizzato, basato sia sull’esame clinico che sul dialogo costante con il paziente per monitorare le risposte al trattamento e adattare l’approccio.
Il percorso non è sempre lineare, ma sono convinto che con il giusto lavoro e la sua collaborazione si possa fare molto per aiutarla. Se vuole approfondire, sarò felice di accoglierla e discutere insieme come procedere.
Rimango a disposizione,
Un caro saluto.
Mi dispiace per il disagio che sta vivendo e la capisco: convivere con un dolore persistente può essere molto difficile. Ho letto con attenzione la sua descrizione e il referto della RM lombare, che evidenzia alcune alterazioni importanti a livello della colonna, come l’ernia a L4-L5 e altre condizioni degenerative. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che, nonostante queste indicazioni, non sempre è possibile correlare in modo diretto i sintomi al referto. In altre parole, per comprendere veramente la causa del dolore è necessario valutare come il suo corpo si comporta attraverso il movimento, il tocco e altre indagini cliniche.
Il dolore, infatti, non è semplicemente una "risposta al danno": è influenzato da molti fattori, inclusi i tessuti coinvolti, il sistema nervoso e persino aspetti emotivi e comportamentali. Questo è uno dei motivi per cui un approccio pratico e individualizzato è fondamentale.
Il fatto che abbia riscontrato beneficio nelle prime due sedute è un buon segnale, ma è altrettanto normale incontrare momenti di regressione, come quello che descrive dopo la terza. Questi "flair-up" sono una parte comune del percorso di recupero, specialmente quando si lavora con una condizione che il corpo sta cercando di compensare da tempo. Non si tratta di un segno di fallimento, ma di un processo che richiede tempo e pazienza.
L’aspetto positivo è che il movimento, come camminare, sembra alleviare i sintomi: questo ci indica che ci sono margini di miglioramento. D’altra parte, il dolore in stazione eretta e la necessità di antidolorifici sono segnali che richiedono un’attenzione mirata e graduale per aiutare il corpo a trovare un equilibrio più stabile.
In osteopatia e fisioterapia esistono diversi approcci, e non tutti sono adatti a ogni persona o a ogni situazione. È importante trovare un trattamento che si adatti al meglio alla sua specifica condizione. Nel mio studio mi concentro su un lavoro personalizzato, basato sia sull’esame clinico che sul dialogo costante con il paziente per monitorare le risposte al trattamento e adattare l’approccio.
Il percorso non è sempre lineare, ma sono convinto che con il giusto lavoro e la sua collaborazione si possa fare molto per aiutarla. Se vuole approfondire, sarò felice di accoglierla e discutere insieme come procedere.
Rimango a disposizione,
Un caro saluto.
Salve. Come prima cosa effettuerei una visita da un neurochirurgo per avere un parere su un eventuale intervento. Se l intervento viene escluso le consiglio di continuare con i trattamenti osteopatici, sono situazioni lunghe da risolvere. Può anche applicare il ghiaccio nella zona bassa della schiena, non più di 15 minuti 2/3 volte al giorno
Buongiorno, dopo aver eseguito la RMN si è recato da un neurologo? chiedo per scrupolo.
Effettivamente il caso è abbastanza complesso e non poter valutare direttamente il complesso attraverso dei test specifici non aiuta a dare un parere.
Per quanto riguarda il trattamento osteopatico, nella terza seduta è cambiato qualcosa? il metodo di approccio per esempio.
Resto a disposizione per portare avanti questa discussione, mi contatti pure in privato in modo da poter colloquiare più liberamente.
Effettivamente il caso è abbastanza complesso e non poter valutare direttamente il complesso attraverso dei test specifici non aiuta a dare un parere.
Per quanto riguarda il trattamento osteopatico, nella terza seduta è cambiato qualcosa? il metodo di approccio per esempio.
Resto a disposizione per portare avanti questa discussione, mi contatti pure in privato in modo da poter colloquiare più liberamente.
Buonasera, a questo punto consiglierei una visita d aut ortopedico così che possa abbinare oltre alla terapia manuale anche una terapia mirata a combattere l'infiammazione che ora è presente.
Rimango a disposizione.
Martina
Rimango a disposizione.
Martina
Salve purtroppo il mero referto astrumentale non ha nessuna indicazione se non incrociata con la clinica ergo non si può dare nessuna indicazione. Certo è strano che con l osteopata stava migliorando e c è stato un peggioramento netto alla 3a.....magari problema venoso? Magari altro? Per capirlo meglio va fatto un esame clinico accurato mi spiace darle così poche informazioni ma non è mia consuetudine darli quando la situazione è fumosa. Cordialmente Osteopata Davide Savoia
Salve. È possibile che sia la situazione del bacino e del sacro a provocarle tali disturbi. È probabile anche un interessamento del nervo sciatico. Sarebbe necessario valutare la zona lombare, il bacino e il sacro per dare spazio alle strutture vascolari e nervose che passano in quella zona. Resto a disposizione in caso di necessità. Dott. Federico Ghio
Buongiorno. L’approccio alla sciatalgia è multidisciplinare: la terapia farmacologica (importante in questi casi per la gestione del dolore e l’abbassamento dei fenomeni infiammatori che colpiscono il nervo sciatico) trova graduale beneficio se associata alla regolare esecuzione di esercizi specifici (propedeutici alla diminuzione della risposta dolorifica agli stimoli motori ed al mantenimento delle posizioni). Questi esercizi vanno valutati fase per fase e posso essere eseguiti dal paziente sia a casa che in presenza con il professionista (fisioterapista o osteopata purché abbia sufficiente esperienza in merito). La terapia manuale, così come quelle strumentali (es. tecar o altro), non sono risolutive in questi casi ma sono un valido aiuto per abbassare il dolore e permettere al paziente di portare avanti regolarmente il programma di esercizi concordati (che rimangono uno degli aspetti fondamentali). Successivamente al miglioramento dei sintomi è poi fondamentale portare avanti un attività motoria adeguata (che probabilmente comprenderà alcuni degli esercizi appresi durante il percorso di guarigione) ed accogliere l’idea di modificare in parte le abitudini e lo stile di vita che ha portato a sviluppare la problematica. Cordiali saluti
Buongiorno, avere una ricaduta, nonostante gli iniziali benefici, può essere normale quindi non me ne preoccuperei. Le consiglio di proseguire i suoi trattamenti con l'osteopata in quanto possono aiutarla a risolvere definitivamente. A presto!
Il quadro che descrivi suggerisce una lombosciatalgia cronica, probabilmente causata dalla combinazione di:
Ernia discale in L4-L5: la più significativa, che comprime il sacco durale e la radice di L5.
Bulging discale in L2-L3 e L3-L4: restringe i forami e può contribuire alla sintomatologia.
Disidratazione dei dischi e segni di spondilosi: degenerazione discale e artrosi, comuni con l’età.
Analisi del problema:
Dolore che migliora con il movimento e peggiora stando fermi o in piedi è tipico della compressione radicolare.
La compressione di L5 spiega il dolore al polpaccio, al gluteo e anche al dorso del piede, poiché queste aree sono innervate dal nervo sciatico che origina dalla radice di L5.
Il miglioramento temporaneo con l'osteopatia e la fisioterapia è un buon segno, ma il peggioramento successivo indica che la compressione è ancora presente e persistente.
Cosa fare ora:
1. Gestione del dolore:
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): Voltaren e Muscoril sono utili, ma puoi considerare alternative come ibuprofene o naprossene.
Gabapentin o Pregabalin: Se il dolore neuropatico è intenso, questi farmaci possono essere più efficaci degli antidolorifici tradizionali.
Miorilassanti leggeri: Per ridurre la tensione muscolare.
Consulta il medico per ottimizzare la terapia farmacologica, magari con farmaci più mirati.
2. Terapie fisiche:
Continua con l’osteopatia e fisioterapia, ma focalizzati su tecniche di trazione lombare o esercizi per ridurre la compressione nervosa.
Metodo McKenzie: è un approccio che spesso aiuta in caso di ernia, con esercizi di estensione lombare per ridurre la compressione radicolare.
Idroterapia: Camminare in acqua o fare esercizi leggeri in piscina per alleggerire la pressione sulla colonna.
3. Procedure mininvasive:
Se il dolore persiste nonostante la terapia conservativa, si potrebbe valutare:
Infiltrazioni epidurali di cortisone: Per ridurre l’infiammazione delle radici nervose.
Ozono terapia: Può ridurre la dimensione dell’ernia e l’infiammazione, con risultati promettenti in alcuni pazienti.
4. Chirurgia come ultima opzione:
La chirurgia è indicata solo se:
Il dolore persiste oltre 3-6 mesi senza miglioramento.
Vi è una compromissione della forza muscolare o della funzione neurologica (formicolii persistenti, debolezza).
L'intervento più comune sarebbe la microdiscectomia per rimuovere la compressione.
Conclusione:
Il tuo caso sembra essere ancora gestibile con terapie conservative. Ti consiglio di continuare con la fisioterapia mirata, di valutare l’utilizzo di farmaci specifici per il dolore neuropatico e di discutere con uno specialista la possibilità di infiltrazioni epidurali se la situazione non migliora. Resta importante monitorare attentamente eventuali segnali di peggioramento neurologico (debolezza muscolare, perdita di sensibilità).
Ernia discale in L4-L5: la più significativa, che comprime il sacco durale e la radice di L5.
Bulging discale in L2-L3 e L3-L4: restringe i forami e può contribuire alla sintomatologia.
Disidratazione dei dischi e segni di spondilosi: degenerazione discale e artrosi, comuni con l’età.
Analisi del problema:
Dolore che migliora con il movimento e peggiora stando fermi o in piedi è tipico della compressione radicolare.
La compressione di L5 spiega il dolore al polpaccio, al gluteo e anche al dorso del piede, poiché queste aree sono innervate dal nervo sciatico che origina dalla radice di L5.
Il miglioramento temporaneo con l'osteopatia e la fisioterapia è un buon segno, ma il peggioramento successivo indica che la compressione è ancora presente e persistente.
Cosa fare ora:
1. Gestione del dolore:
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): Voltaren e Muscoril sono utili, ma puoi considerare alternative come ibuprofene o naprossene.
Gabapentin o Pregabalin: Se il dolore neuropatico è intenso, questi farmaci possono essere più efficaci degli antidolorifici tradizionali.
Miorilassanti leggeri: Per ridurre la tensione muscolare.
Consulta il medico per ottimizzare la terapia farmacologica, magari con farmaci più mirati.
2. Terapie fisiche:
Continua con l’osteopatia e fisioterapia, ma focalizzati su tecniche di trazione lombare o esercizi per ridurre la compressione nervosa.
Metodo McKenzie: è un approccio che spesso aiuta in caso di ernia, con esercizi di estensione lombare per ridurre la compressione radicolare.
Idroterapia: Camminare in acqua o fare esercizi leggeri in piscina per alleggerire la pressione sulla colonna.
3. Procedure mininvasive:
Se il dolore persiste nonostante la terapia conservativa, si potrebbe valutare:
Infiltrazioni epidurali di cortisone: Per ridurre l’infiammazione delle radici nervose.
Ozono terapia: Può ridurre la dimensione dell’ernia e l’infiammazione, con risultati promettenti in alcuni pazienti.
4. Chirurgia come ultima opzione:
La chirurgia è indicata solo se:
Il dolore persiste oltre 3-6 mesi senza miglioramento.
Vi è una compromissione della forza muscolare o della funzione neurologica (formicolii persistenti, debolezza).
L'intervento più comune sarebbe la microdiscectomia per rimuovere la compressione.
Conclusione:
Il tuo caso sembra essere ancora gestibile con terapie conservative. Ti consiglio di continuare con la fisioterapia mirata, di valutare l’utilizzo di farmaci specifici per il dolore neuropatico e di discutere con uno specialista la possibilità di infiltrazioni epidurali se la situazione non migliora. Resta importante monitorare attentamente eventuali segnali di peggioramento neurologico (debolezza muscolare, perdita di sensibilità).
Buonasera , ho letto tutto mi piacerebbe sapere se prima di questo eposido acuto ha avuto altri dolori e li ha trascurati ? perche la sua condizione non la puo sviluppare in poco tempo . c'e' qualcousa si chiama sensibilizzazione preferica e sensibilizzazione centrale del sistema nervoso questo viene dopo che la zona soffre per periodi lunghi , si verificato che l'attivita fisica merita (nel suo caso al livello addominale per ridure la lordosi e di consegenza diminuendo il carico ) diminuendo la sensibilita dei neuroni che portanno il dolore al sistema nervoso centrale .
Salve, ritengo che il percorso che ha già intrapreso sia quello che la possa aiutare maggiormente. È possibile che durante il percorso di terapia Osteopatica ci sia un peggioramento dei sintomi cosa piuttosto normale in quanto potrebbe essere il segnale che il corpo si sta adattando a questo nuovo modo di funzionare . Abbia fiducia e continui con la terapia Osteopatica.
Resto a disposizione, Giulia Li Calzi Osteopata.
Resto a disposizione, Giulia Li Calzi Osteopata.
Buongiorno, da quello che racconta, sembra che stia affrontando una condizione di lombosciatalgia piuttosto complessa, con evidenti segni di patologie a livello dei dischi intervertebrali e delle strutture circostanti. La RM indica la presenza di disidratazione dei dischi, bulging e, in particolare, una discopatia con ernia a livello L4-L5 che comprime la radice nervosa di L5 e provoca stenosi del forame di coniugazione, oltre a una piccola ernia a L5-S1. Questi fattori sono molto probabilmente alla base dei suoi sintomi, tra cui il dolore che descrive a livello del polpaccio e gluteo, tipico della sciatica. Il suo dolore sembra essere modulato dalla postura e dal movimento, con un miglioramento durante la camminata e un peggioramento quando si ferma in piedi, il che può suggerire un'irritazione nervosa o una pressione sulle radici nervose, come evidenziato dalla RM . È interessante che lei stia bene in posizione orizzontale, poiché la posizione supina tende a ridurre la compressione sulle strutture spinali. La terapia che ha seguito finora, con farmaci e fisioterapia, non ha dato i risultati sperati, e questo non è raro in casi come il suo, dove le alterazioni strutturali dei dischi intervertebrali e delle radici nervose possono essere resistenti ai trattamenti più conservativi. Tuttavia, il fatto che le prime sedute osteopatiche abbiano dato miglioramenti suggerisce che il trattamento manuale possa avere un ruolo importante nella gestione del dolore e nel miglioramento della mobilità.
Saluti, Osteopata Emanuele Barone.
Buongiorno da quello che si può dedurre dalla risonanza la cosa più critica è la stenosi del canale, proprio in corrispondenza dell'eminenza sciatica. Non vedo allegati esami come Elettromiografia (consigliata a mio parere). In questi casi continuerei a fare manipolazioni osteopatiche in affiancamento ad altre terapie su indicazione di specialisti (x diabete) ed esercizio fisico mirato.
Salve, io personalmente in qualità di osteopata comunque prima di trattarla avrei chiesto consulto dal Neurologo. Più che altro perchè continua ad avere dei sintomi che la portano a non riuscire a stare neanche in piedi ormai da tempo e perchè in referto da ciò che ha riportato ci sono ernie che comprimono il sacco durale e c'è un restringimento (stenosi) del foro di coniugazione( foro da cui passa il nervo). non è una situazione grave e non voglio allarmarla, tuttavia ritengo opportuno fare un consulto col neurologo per vedere cosa ne pensa. Dopodichè passata la fase acuta, tratterei le zone in disfunzione e procederei con attività controllata di rinforzo muscolare in modo tale che possa darle sostegno dal punto di vista muscolare e portarla a condurre una vita più serena e senza limitazioni. Saluti.
nello specifico cosa voleva sapere ?
Buongiorno, a mio avviso il lavoro osteopatico dovrebbe esser continuato ma ci vorrà sicuramente tempo per avere un risultato concreto ed è comune che si abbiano degli alti e bassi durante la terapia. Se però il sintomo rimane sempre uguale o addirittura peggiora io farei un controllo specialistico e nel caso valuterei di fare un ciclo di ozono ecoguidata. Ma ovviamente ciò spetta al medico deciderlo.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni.
Buongiorno
secondo me sarebbe utile scegliere un professionista, selga lei se fisioterapista o osteopata o un ortopedico, siano nuovi o quelli che ha già visto e decidere inizialmente degli obiettivi terapeutici da raggiungere in una quantità di tempo in modo da avere idea, sia dal suo lato che da quello del professionista, di come sta andando la terapia. Ovviamente nel momento in cui gli obiettivi non vengono raggiunti si ridiscute se ha senso continuare.
Inoltre è possibile che nella durata della terapia ci siano ricadute che vanno valutate insieme al professionista che lo tratta.
Spero possa esserle utile, saluti
Claudio
secondo me sarebbe utile scegliere un professionista, selga lei se fisioterapista o osteopata o un ortopedico, siano nuovi o quelli che ha già visto e decidere inizialmente degli obiettivi terapeutici da raggiungere in una quantità di tempo in modo da avere idea, sia dal suo lato che da quello del professionista, di come sta andando la terapia. Ovviamente nel momento in cui gli obiettivi non vengono raggiunti si ridiscute se ha senso continuare.
Inoltre è possibile che nella durata della terapia ci siano ricadute che vanno valutate insieme al professionista che lo tratta.
Spero possa esserle utile, saluti
Claudio
Buongiorno! Che ipotesi hanno effettuato entrambe le figure? Da quanto emerge dalla RM sembrerebbe un disturbo nettamente migliorabile tramite terapia manuale, in particolare tramite tecniche di neurotensionamento e poi esercizi da effettuare in modo autonomo a casa. Ciò è a livello ipotetico, in quanto sarebbe comunque necessaria una valutazione posturale e un'anamnesi più approfondita.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordialmente, Dott.ssa Donnini
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordialmente, Dott.ssa Donnini
Buongiorno mi spiace per la sua situazione e quello che sta passando, capisco quanto sia frustante non riuscire a risolvere subito un problema che da molto fastidio durante la vota quotidiana.
Il suo approccio è stata sicuramente corretto e le consiglio di continuare ad andare dal suo osteopata col quale ha già avuto dei primi miglioramenti, la ricaduta è una cosa che può capitare ma col tempo e i trattamenti vedrà che la situazione rientrerà.
Le consiglio di farsi dare dal fisioterapista o da un chinesiologo alcuni esercizi per migliorare la mobilità, la flessibilità e la conicità della muscolatura degli arti inferiori, dei glutei e della zona lombare e addominale, sicuramente questo in abbinamento ai trattamenti le darà giovamento dopo qualche settimana.
Sperando di esserle stato utile le porgo cordiali saluti e rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott. R. Caminiti
Il suo approccio è stata sicuramente corretto e le consiglio di continuare ad andare dal suo osteopata col quale ha già avuto dei primi miglioramenti, la ricaduta è una cosa che può capitare ma col tempo e i trattamenti vedrà che la situazione rientrerà.
Le consiglio di farsi dare dal fisioterapista o da un chinesiologo alcuni esercizi per migliorare la mobilità, la flessibilità e la conicità della muscolatura degli arti inferiori, dei glutei e della zona lombare e addominale, sicuramente questo in abbinamento ai trattamenti le darà giovamento dopo qualche settimana.
Sperando di esserle stato utile le porgo cordiali saluti e rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott. R. Caminiti
salve per esperienza personale è importante allegare alla sua clinica un appuntamento in sede cercando di ridurre il dolore con le nostre competenze, poi sarebbe opportuno una visita da un bravo neurochirurgo per la valutazione della situazione. (non per operare ma solo per un quadro oggettivo della situazione).
se vuole posso darle il nome di un bravissimo neurochirurgo.
se vuole posso darle il nome di un bravissimo neurochirurgo.
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