Buongiorno, ho 52 anni, da circa 2 anni in premenopausa, non fumo, no alcol, qualche caffè durante l

2 risposte
Buongiorno, ho 52 anni, da circa 2 anni in premenopausa, non fumo, no alcol, qualche caffè durante la giornata, non sono ipertesa, esami del sangue sempre perfetti, svolgo aquagym una volta alla settimana: da qualche anno soffro di extrasistole sporadiche, ritenute benigne e non preoccupanti anche a seguito di ECG e Ecodoppler nella norma. A febbraio 2024, la mattina, recandomi al lavoro, avverto frequenti extrasistole, battito accelerato, aritmia. Molto spaventata, anche perché mio padre ha sofferto di FA, quindi conosco i sintomi, mi reco al PS, dove si rileva alternanza RS/FA alla TLM; vengo trasferita in osservazione, dove si continua il monitoraggio, ma non viene più osservata FA, ritmo sinusale; dopo esami del sangue e ecodoppler, vengo dimessa con diagnosi di cardiopalmo extrasistolico, dubbia aritmia sopraventricolare, in lieve ipokaliemia, l'ecocardio ha escluso cardiopatie strutturali; corretta la disionemia e dato che non è stata più osservata FA, e anche in considerazione di CHADVASC 1, non è stata impostata terapia anticoagulante, ma solo un betabloccante. Nei giorni successivi ho effettuato Holter 24 : tutto nella norma, rarissime extrasistole sopraventricolari e rare extr. ventricolari monomorfe isolate. Mi reco dal mio cardiologo che prescrive esami ematologici approfonditi, tra cui la funzione tiroidea, ecoaddome e EcoTSA, che risulteranno nella norma; mi consiglia di rivolgermi in PS in caso di recidiva importante e comunque di tenere sotto controllo recidive lievi e transitorie da monitorare con strumenti digitali di registrazione del ritmo, non ritiene opportuno continuare con il betabloccante, valutata anche la mia situazione clinica. Durante le due settimane successive, mi capitano ancora un paio di episodi di palpitazioni, che si risolvono molto rapidamente, tanto che non faccio in tempo neanche a registrarle. Nei mesi successivi sto molto bene, fino ad agosto 24, nel periodo di grande caldo, in cui avverto palpitazioni e aritmia, almeno in 2 occasioni: episodi brevi, della durata di un paio di ore, in cui si alterna ritmo regolare, extrasistoli ripetute, battito accelerato e ritmo "disordinato", senza però altri sintomi (capogiri, dispnea); il mio dott.di base mi consiglia nuovo holter che risulta ancora nella norma, con rarissime BESV e BEV, ancora esami del sangue nella norma, così come la funzione tiroidea. Da qualche giorno, per cercare di capirci qualcosa di più, attraverso la collaborazione dell'unità di cardiologia di un ospedale della mia zona, sono dotata di un apparecchio per il monitoraggio del ritmo, con cui posso inviare il risultato direttamente al cardiologo. Da fine agosto non mi sono più accaduti episodi riconducibili a FA. E' una situazione questa che però mi crea molta preoccupazione e disagio: vivo nella paura che mi possa succedere ancora non appena avverto un battito più accelerato e extrasistole, una specie di ansia anticipatoria, vivo con paura il dovermi recare al lavoro, prendere la metro, affrontare situazioni di socialità, fare sport; ho cercato di capire se ci possano essere situazioni scatenanti e ho notato che questi episodi di palpitazioni, extrasistole e battiti accelerati ( max 110/120) mi capitano più spesso la mattina dopo colazione, mentre mi preparo per uscire, a volte dopo i pasti, o in periodi particolare stanchezza o occasioni di stress fisico ed emotivo. Se prima riuscivo a tollerare le extrasistole e non dare peso, ora, dopo i possibili episodi di FA, riesco a gestire con molta più difficoltà l'ansia che ne deriva per cui mi ritrovo ad essere molto più attenta alle modificazioni del mio ritmo cardiaco, innescando di fatto un circolo vizioso. Chiedo quindi qualche suggerimento: è il caso di fare altri esami? Potrebbe farmi bene una dosa minima di betabloccante (come peraltro suggerito dal mio medico curante, ma escluso dal cardiologo?). Grazie per la risposta.
Salve, in pratica lei soffre di extrasistoli che probabilmente, anche se molto di rado, degenerano in fibrillazione atriale. A mio parere ci sono due strade perseguibili: la prima è stabilire una terapia antiaritmica, quindi un farmaco che riduca al minimo la frequenza delle extrasistoli (e di conseguenza anche il fastidio recato dalle stesse e la probabilità di degenerare in FA); la seconda è praticare uno studio elettrofisiologico ed eventuale ablazione dell'aritmia. Sulla strada da prendere nel merito, ovviamente è opportuno che ne discuta col proprio cardiologo.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Buon giorno
Intanto lo stile di vita è fondamentale poi si valuterà eventualmente la terapia farmacologia o l'ablazione. Se vuole approfondire vada sul mio sito longevità in salute oppure legga il mio libro La fibrillazione atriale. Una svolta rivoluzionaria
Cordiali saluti

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.