buongiorno ho 49 anni da decenni soffro di Depressione diagnosticatami da psicologa cognitivo compor
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buongiorno ho 49 anni da decenni soffro di Depressione diagnosticatami da psicologa cognitivo comportamentale. prendo giornalmente Cymbalta 60mg prescrittomi da psichiatra. i sintomi costanti sono di assenza di autostima mancanza di voglia di fare, rimandare sempre le cose. mi sono rinchiuso in me stesso e ho allontanato parenti e amici e ho problemi di relazione con le persone. Il mio stato mi ha portato a separarmi dalla mia compagna con la quale ho un figlio di 9 anni. La mia preoccupazione è di non riuscire a seguire al meglio il suo percorso di crescita. Sto male anche senza apparente motivo. ho provato vari percorsi psicoterapeutici con vari psicologi ma poi dopo un po' rinuncio a continuare ed è come se non volessi uscire da questo tunnel perché non ho la volontà di combattere. ormai sono rassegnato ma sto molto male. Ho chiuso i rapporti anche con lo psichiatra che mi ha prescritto i farmaci, perché mi sembrava che non mi desse particolari benefici, ma continuo a prendere Cymbalta 60 mg. Non so più cosa fare. chiedo consigli su psichiatri validi o psicologi o terapie che possano essere efficaci. sono di Pianiga (VE). grazie in anticipo per una vs risposta
Gentile Signore, la rinuncia a voler continuare i percorsi psicoterapici è effettivamente coerente con i sintomi che ha sopra descritto come se fosse presente una sorta di resistenza al cambiamento ed è comprensibile poiché cambiare non è mai semplice. Non credo si tratti di rassegnazione poiché ha scritto su questo portale una richiesta di aiuto specifica e considero questo un buon punto di partenza. Potrebbe selezionare in base alla zona in cui lei vive sia uno psicologo che uno psichiatra con cui riprendere il percorso interrotto precedentemente. Le auguro tanta serenità
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Buongiorno. Credo anche io come la collega che se le si fosse davvero rassegnato non avrebbe scritto per cercare aiuto. Mi sembra piuttosto in una situazione ristagnante, nella quale auspica un miglioramento, ma sente di non avere energie sufficienti per investire su se stesso. Si evince tanta solitidine e malessere da quello che scrive. La incoraggio a riprendere un percorso sia farmacologico che psicoterapico. Specialisti che possano sostenerla nel riattivare quella parte vitale che la ha indotta a scrivere e la sostengano. Non tutto è ancora perso. Cari saluti
Gentile utente, condivido con la collega che in qualche modo è presente in lei la volontà e motivazione a risollevarsi e trovare un’uscita dal tunnel di sofferenza in cui si trova. Riprendendo le sue parole, un tunnel è un passaggio che porta da un punto A a un punto B. Scoraggiarsi o temere il cambiamento durante il percorso è normale, accettare benevolmente queste difficoltà è il primo passo per decidere di non volersi arrendere ad esse, al contrario di volerle affrontare, un passo alla volta, avvicinandosi sempre di più al momento in cui finalmente la luce in fondo al tunnel diventa visibile. Provi a fare qualcosa di diverso da quello che ha fatto finora, per esempio ricontattare lo Psichiatra e confrontarsi con lui/lei sui benefici della farmaco-terapia per concordare eventualmente un cambio di terapia o un’integrazione della stessa.
Inoltre, le consiglio di iniziare un percorso terapeutico che possa guidarla nella comprensione dell’origine di questo malessere e supportarla nella ricerca di un nuovo equilibrio, più salutare e positivo.
Un caro saluto.
Dr Simone Tirelli
Inoltre, le consiglio di iniziare un percorso terapeutico che possa guidarla nella comprensione dell’origine di questo malessere e supportarla nella ricerca di un nuovo equilibrio, più salutare e positivo.
Un caro saluto.
Dr Simone Tirelli
Buongiorno, non è facile continuare un percorso psicologico se non si riscontrato i risultati, in particolar modo se si vive l'angoscia che ha descritto. Tuttavia, la sento molto motivato. Credo che una chiave di svolta possa essere quella di esprimere al futuro collega che l'affiancherà anche questa demoralizzazione e la voglia di sospendere e/o terminare la terapia. Da questa esternazione possono emergere diversi aspetti della sua persona e della situazione da esplorare. Purtroppo, non essendo nella zone non posso fornirle nominativi di colleghi, ma sono a disposizione per eventuali chiarimenti. Un saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
Salve, sono la Dott.ssa Francesca Mendola. Dalle sue parole mi arriva tanta sofferenza e immagino ci sia un conflitto tra il decidere di rassegnarsi e il trovare la motivazione ad andare avanti. Sono sempre stata del parere che l'integrazione tra terapia farmacologica prescritta dal medico psichiatra e terapia psicologica sia la soluzione migliore per affrontare i malesseri psicofisici. Quello che posso fare per Lei è offrirle la possibilità di effettuare un colloquio online (strumento da me utilizzato con diverse persone e con ottimi benefici) in modo tale da approfondire nella sede opportuna il suo vissuto e il suo malessere. Resto disponibile per ulteriori consulti, se preferisce può attraverso la chat privata che MioDottore mette a disposizione. Nel frattempo le auguro la forza e la motivazione necessaria a non mollare.
Francesca Mendola
Francesca Mendola
Buongiorno,
una domanda, per quale ragione la diagnosi l'ha fatta una psicoterapeuta e poi lei ha scelto di farsi dare da uno psichiatra degli psicofarmaci?
Non è che per caso lei è un poco ribelle e le piace il valore della libertà, anche se talvolta la mette nei guai?
Un saluto cordiale
Marzia S.
una domanda, per quale ragione la diagnosi l'ha fatta una psicoterapeuta e poi lei ha scelto di farsi dare da uno psichiatra degli psicofarmaci?
Non è che per caso lei è un poco ribelle e le piace il valore della libertà, anche se talvolta la mette nei guai?
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