Buongiorno, ho 40 anni. Mamma di uno splendido bimbo di 10 anni. Sono sposata, ho un lavoro vivia

26 risposte
Buongiorno,
ho 40 anni. Mamma di uno splendido bimbo di 10 anni.
Sono sposata, ho un lavoro viviamo lontano dalle famiglie, veniamo dal sud e viviamo per motivi lavorativi al nord.
Sono sempre stata un tipo ansioso da quando ero bambina. Ho avuto il bimbo ed ero sempre in ansia per lui...sempre.
Ora da quando qualche settimana fa ho sentito le notizie alla TV di famiglie che hanno commesso omicidi verso i loro familiari non vivo più.
Penso e se capitasse a me? Se un giorno anche io dal niente impazzissi dal nulla e diventassi pericolosa nei confronti di mio figlio? Io lo amo alla follia. Mi senti tremendamente in colpa nei suoi confronti quando lo guardo con amore, solo al pensiero di aver pensato che potesse succedere a me.
Delle volte ho paura di restare sola in casa. Vorrei in questo momento la vicinanza anche della mia famiglia. Penso che se ci fossero loro vicini queste paure mi abbandonerebbero.
Ne ho parlato con mio marito ma giustamente lo vedo spiazzato, ho paura di preoccuparti troppo. Siamo soli qui con un bimbo da crescere.
Ho paura di poter rovinare la nostra famiglia. Aiuto!
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Nelle suo scritto ritorna spesso la parola "sola" "soli", infatti arriva fortissimo un grande sentimento di desolazione, di lontananza da un nido e da affetti sicuri. Da una rete che le sia di supporto, che le permetta di non avere paura nel preoccupare troppo. Immagino sia estremamente drenante e asfissiante convivere con le paure che lei riporta: diventare una madre pericolosa, rimanere sola, preoccupare troppo suo marito, rovinare la sua famiglia. Si sta caricando di moltissime responsabilità, sembra che tutto dipenda da lei e quanto riuscirà a resistere. La invito caldamente a considerare di intraprendere un percorso con un/una professionista, concedendosi uno spazio di ascolto in cui poter elaborare insieme il significato più profondo di questi suoi pensieri per potersene prendere cura. Rimango a sua disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Federica Bertucci

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Carissima, se dice di essere sempre stata una persona ansiosa, già si è risposta alla sua domanda. Purtroppo quando ci si sente imprigionati nell'ansia si finisce nel vortice dei pensieri negativi e quello che succede è generarne altri e altri e cosi via, insieme a mille "ma"e mille "se". Io le consiglio vivamente di cercare di ritrovare una propria serenità, che possa essere intraprendere un percorso psicologico, ma anche trovare uno spazio per sé di meditazione o yoga che la riporti centrata sul qui e ora. (oltre a spengere la Tv!) E vorrei tranquillizzarla sul fatto di fare pensieri brutti, un pensiero e un agito sono ben diversi. Le auguro il meglio, rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Roberta Evangelista
Buongiorno, pare che si stiano delineando dei pensieri intrusivi basati su una forte ansia, ansia che da quello che riferisce c'è da molto tempo, e che adesso si è intensificata.
La invito a riflettere sulla sua ultima frase "ho paura di poter rovinare la nostra famiglia", come se lei potesse essere l'unica responsabile di questo esito, come se si stia caricando tutta la responsabilità dell'insuccesso sulle spalle. La famiglia è composta da tre persone, ognuno ha parte nel progetto con diritti e doveri.

La invito a considerare di intraprendere un percorso per esaminare meglio i contenuti di questi pensieri. Rimango a disposizione. Dott.ssa Manzini.
Salve,
Capisco profondamente quanto queste paure siano angoscianti e quanto possano farla sentire spaventata. L'ansia che descrive è amplificata dal senso di responsabilità che sente nei confronti di suo figlio e dalla lontananza dai propri cari. Le notizie di tragedie familiari possono essere sconvolgenti e innescare pensieri spaventosi, anche in persone che non hanno mai avuto alcun comportamento pericoloso o violento.

Il fatto che provi un amore così grande per suo figlio e che questi pensieri la facciano sentire in colpa è indicativo del fatto che non vuole assolutamente che accada nulla di negativo. Il suo timore di diventare pericolosa è molto probabilmente un'espressione della sua ansia, non un segno che possa realmente accadere qualcosa di simile.

Le sue paure sembrano essere legate a pensieri intrusivi, che spesso possono far parte di disturbi d'ansia o ossessivi. Questi pensieri non riflettono ciò che desidera realmente fare, ma sono più un modo in cui l'ansia si manifesta, facendole immaginare scenari catastrofici. È importante ricordare che avere questi pensieri non significa che lei diventerà realmente pericolosa.

La lontananza dalla sua famiglia può accentuare questi sentimenti, facendola sentire isolata e priva di un supporto immediato. È naturale desiderare il conforto di persone vicine, soprattutto quando si affrontano momenti di difficoltà emotiva.

Ha fatto bene a parlare con suo marito, ma è comprensibile che lui si senta spiazzato, soprattutto se non è abituato a gestire situazioni legate all'ansia. Forse potrebbe essere utile coinvolgerlo di più, spiegandogli quanto sia importante per lei il suo supporto in questo momento.

Le suggerirei vivamente di cercare il supporto di un professionista, magari uno psicologo, per esplorare insieme queste paure e aiutarla a gestire l'ansia. Non deve affrontare tutto da sola. La terapia può aiutarla a comprendere meglio i suoi pensieri e darle gli strumenti per ridurre l'angoscia. Non esiti a prendere contatti, anche se solo per una prima consulenza, per affrontare ciò che sta vivendo e ritrovare la serenità.
Buongiorno, mi spiace molto per come si sente. Le paure che descrive non sono né transitorie né proporzionate ai fattori che le scatenano. Sicuramente il sentirsi soli e spaesati accresce la sua preoccupazione, ma temo che la soluzione non risieda nel spostarsi vicino alle famiglie di origine. Questi pensieri potrebbero comunque accompagnarla, oppure le sue ansie e preoccupazioni potrebbero semplicemente assumere un'altra forma, non necessariamente più facile da gestire.
La soluzione più efficace e duratura è cercare uno psicoterapeuta che la aiuti ad affrontare i pensieri e le emozioni che la travolgono ed a intraprendere un cambiamento.
Resto a disposizione,
dott.ssa Alice Dinicastro
Salve gentile utente,
essersi rivolta qui è un primo passo importante nel voler chiedere aiuto e supporto psicologico. Credo sia fondamentale che lei faccia anche il passo successivo e intraprenda un percorso con un professionista che la possa aiutare con il suo disturbo d'ansia.

Lei si identifica molto con la sua ansia, definendosi ansiosa fin dalla giovane età. Trasferisce questo perenne stato di allerta e preoccupazione anche sulle persone care, vivendo in modo apprensivo l'ambito familiare.
Alcune situazioni sembrano accentuare questo malessere interiore: l'essere lontana dagli affetti parentali e l'apprendere notizie di cronaca nera riguardanti altre famiglie. La sua ansia si alimenta di questi inneschi e trova campo fertile per crescere e consolidarsi con pensieri intrusivi, domande senza risposta, dubbi sulle sue stesse capacità di ragionevolezza.

Tutto ciò può essere affrontato nel contesto terapeutico prendendo gradualmente distacco dalla sue manifestazioni ansiogene, e dalle emozioni e pensieri a loro collegati. Imparando ad osservare quelle manifestazioni, riuscirà nel tempo a comprendere il legame effettivo con la realtà, distinguendo tra ciò che è utile affrontare e ciò che, invece, fa parte solo della sua attività mentale. L'ansia è uno schema che una parte del cervello (quella più profonda e ancestrale) mette in moto per proteggere sé stessa e le sue persone più care, ma quando è persistente tale schema si attiva anche quando non c'è nessun pericolo imminente nella realtà circostante. Per rompere questo schema bisogna farlo affiorare alla consapevolezza e determinare se le risposte tipiche (disperazione, pensieri catastrofici, comportamenti di evitamento o fuga) possono essere sostituite da risposte più idonee e coerenti con la realtà.

Liberarsi dall'ansia vuol dire anche ricominciare a godersi a pieno la vita. Ritrovare il gusto delle emozioni positive, stringere nuovi legami significativi, dedicarsi ad attività coinvolgenti, di benessere personale, porsi nuovi obiettivi di crescita e apprendimento. insomma, essere liberi dall'ansia è solo il primo passo verso una vita soddisfacente e felice.

Se lo desidera, posso darle ulteriori informazioni su un percorso psicologico con questi obiettivi. Mi contatti pure quando vuole, anche per una consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
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Buongiorno cara mamma.
Anzitutto le sue paure: è importante riflettere su quello che avviene nei nostri processi di pensiero ed è importante farsi aiutare in queste riflessioni.
Inoltre le relazioni affettive in famiglia: per chiunque, è accaduto anche a noi e magari non lo ricordiamo, crescere significa sperimentare processi di separazione, nella concretezza della vita, ma anche nella profondità della nostra psiche. Anche questo è un tema su cui è utile riflettere.
Le propongo un colloquio, se vuole anche online.
Buonasera, purtroppo sentendo queste notizie è normale porsi delle domande, e fare delle riflessioni. Tuttavia ciascuno di noi elabora certe notizie nel modo a cui normalmente è più abituato.
Guardando la realtà per com'è in questo momento, mi soffermerei su due punti:
1-le famiglie d'origine sono distanti (questa è la realtà ora;)
2-l'ansia e paura di rovinare la famiglia (a causa di pensieri e notizie esterne) che provocano appunto l'ansia;
Sarebbe utile lavorare a livello personale sulla realtà di questo momento, e sull'ansia che a quanto dice è presente fino a quando era bambina.
La inviterei ad affrontare queste tematiche inizialmente, se vuole mi rendo disponibile.
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Comprendo che le notizie recenti possano aver suscitato in lei timori e preoccupazioni. È evidente quanto lei tenga a suo figlio e alla serenità della sua famiglia. A volte, quando siamo lontani dai nostri cari e dalle nostre radici, possiamo sentirci più vulnerabili.

Potrebbe essere utile dedicarsi ad attività che la aiutano a rilassarsi e a ritrovare equilibrio, come una passeggiata nella natura, ascoltare musica che le piace o immergersi in un buon libro. Anche mantenere vivi i contatti con la sua famiglia, magari attraverso chiamate o videochiamate frequenti, può farla sentire più vicina a loro.

Condividere le sue sensazioni con persone di fiducia può alleviare il peso che sente. I pensieri sono solo pensieri, e non riflettono necessariamente la realtà o ciò che accadrà.

Le auguro momenti di serenità e gioia con suo figlio.

Un caro saluto.
Gentile signora, ha fatto bene a scrivere qui, anche per confrontarsi sui suoi vissuti con degli specialisti. Della sua lettera mi colpisce il senso di solitudine e la sofferenza per la lontananza dalla famiglia di origine.Molto comprensibile, ma molto accentuata.Su questo si innesta la sua ansia e la paura di poter far del male a suo figlio. Le posso dire che non è la prima persona che sento dire questo.Lei non è un mostro, è una persona sofferente per un trasferimento che ha avuto dei costi molto alti in termini affettivi e che in questo momento è in preda all'ansia. Consideri che i trasferimenti sono tra le prime ragioni di stress, e quindi è molto probabile che l'insieme di più fattori l'ha portata a sentirsi così. Io le suggerisco di rivolgersi ad uno/una psicoterapeuta: ha bisogno di un luogo per lei dove può riportare i suoi vissuti senza giudizio e dove possa elaborare i cambiamenti forti di vita che ha avuto. Ne gioveranno anche suo marito e suo figlio perchè il carico di preoccupazione lo porterà in seduta e non a casa. Ha bisogno di rassicurarsi e rasserenarsi. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente, mi dispiace tanto per quanto ha raccontato, immagino siano pensieri molto angoscianti. Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per capire le cause di ciò che ha descritto.
Sarei felice di seguirla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Gentile Signora, posso comprendere quanto possa essere destabilizzante vivere con queste paure, soprattutto in un momento in cui la distanza dai suoi cari e la solitudine alimentano ansie che si sono accumulate nel tempo. La preoccupazione che descrive verso suo figlio, alla luce di eventi tragici sentiti nei media, sembra essere il frutto di pensieri intrusivi, che purtroppo sono comuni in periodi di stress e ansia elevata. I pensieri intrusivi, come quelli che sta vivendo, sono segnali di un malessere che merita attenzione e cura. Non definiscono chi è lei come persona o come madre, ma possono riflettere paure legate alla sua storia personale e ai suoi vissuti emotivi. Mi rendo conto che tutto questo la possa spaventare, ma il solo fatto che lei sia qui a cercare aiuto dimostra quanto tenga profondamente al suo ruolo di madre e quanto desideri affrontare questi timori per proteggere e amare suo figlio. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista, magari della sua zona, in modo che la possa aiutare a far luce su ciò che le sta accadendo. Cordiali saluti
Buonasera,

da ciò che descrive, è evidente quanto stia soffrendo e quanto l’ansia stia influenzando il suo benessere. Le paure che sta vivendo, pur essendo spaventose e angoscianti, sono più comuni di quanto possa sembrare. Spesso, quando si è particolarmente sensibili o ansiosi, la mente può generare pensieri intrusivi che sembrano inspiegabili o spaventosi, ma non riflettono affatto chi lei è o il suo amore per suo figlio.

Le paure di poter "impazzire" o di perdere il controllo, soprattutto verso le persone care, sono frequenti in chi soffre di ansia e possono essere alimentate da eventi o notizie che hanno un impatto emotivo. È importante riconoscere che questi pensieri non definiscono ciò che potrebbe accadere: sono semplicemente manifestazioni della sua ansia. Il fatto che lei sia così turbata da questi pensieri e che se ne senta colpevole dimostra quanto sia lontana dal pericolo reale.

In questo momento, potrebbe essere utile un sostegno psicologico che la aiuti a comprendere e gestire queste paure. Il supporto di un terapeuta può aiutarla a sviluppare strategie per affrontare l’ansia, ridurre i pensieri intrusivi e ritrovare serenità.

Non esiti a chiedere aiuto, non è sola in questo, e parlare con un professionista potrebbe essere il primo passo verso il suo benessere.

Un saluto,
d.ssa Raileanu
Gent.le, ho letto con attenzione le sue considerazioni. Stare sempre "in allerta" ed "essere impressionati" da quanto accade agli altri con il terrore che possa riguardarci in prima persona, è tipico di chi soffre come lei, sin dall'infanzia, di quanto viene definito ANSIA. Occorre che lei possa fare un'esperienza di psicoterapia che le consenta di esaminare le radici profonde delle sue paure e la condizione emotiva presente legata a scelte di vita recenti (maternità, trasferimenti, etc.). Rimanendo a disposizione, porgo cordiali saluti. Frasca dott.ssa Amelia
Gentile Signora,
prima di tutto desidero rassicurarla che i pensieri che mi descrive, per quanto angoscianti, sono più comuni di quanto si possa pensare, soprattutto in momenti di forte stress o ansia. L’amore che prova per suo figlio è evidente e proprio questo dimostra quanto sia attenta al suo benessere e alla sua sicurezza.
Le notizie che arrivano dai media possono spesso amplificare le nostre paure più profonde, soprattutto in persone che hanno una predisposizione ansiosa, come lei ha menzionato riguardo la sua storia personale. È importante però distinguere tra i pensieri che nascono dall’ansia e dalla preoccupazione e ciò che è la realtà. La paura che descrive di "impazzire" o di poter perdere il controllo è un tipico segno dell'ansia, non una previsione di ciò che accadrà. Questi pensieri non sono un segnale che lei diventerà pericolosa, ma piuttosto un sintomo del disagio che sta vivendo.
In questo momento, è fondamentale che non affronti tutto da sola. La vicinanza delle persone care può essere molto confortante, e se sentisse la necessità di parlarne anche con un professionista, potrebbe trovare un ulteriore supporto per affrontare e gestire queste paure. Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio l’origine della sua ansia, a sviluppare strumenti per affrontarla e a ridurre il senso di colpa che prova.
Il fatto che si stia ponendo domande su come migliorare la situazione e proteggere la sua famiglia mostra che è una madre molto presente e consapevole. Le consiglio di parlarne anche con suo marito in modo aperto, perché è importante che entrambi possiate condividere le preoccupazioni e sostenervi a vicenda.
Non esiti a cercare aiuto, perché riconoscere di avere bisogno di supporto è il primo passo per prendersi cura di sé e della propria famiglia.
Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore confronto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Grazie per aver condiviso questi pensieri così personali e profondi. Posso immaginare quanto questa situazione la faccia sentire sopraffatta. Ciò che descrive, i timori di poter fare del male a chi ama, è qualcosa che capita a molte persone, specialmente a chi è ansioso o molto sensibile. Sembra infatti che lei stia sperimentando pensieri intrusivi, un fenomeno piuttosto comune, soprattutto in chi ha una predisposizione all’ansia. Questi pensieri sono tipicamente involontari e angoscianti, ma è fondamentale comprendere che il semplice fatto di averli non significa che lei voglia realmente agire in base ad essi.

Mi sembra che lei stia già facendo qualcosa di molto importante: ne ha parlato con suo marito. Anche se lo vede spiazzato, è fondamentale che continui a comunicare con lui. Spesso chi ci sta accanto non sa come aiutarci nell’immediato, ma essere aperti su come ci sentiamo può essere un primo passo per costruire un sistema di supporto insieme. Potrebbe essere utile cercare una terapeuta che possa aiutarvi a navigare in questo momento, lavorando ad esempio su come gestire i pensieri intrusivi, l’ansia, ma anche affrontando il delicato tema che riguarda la solitudine e la distanza dalla sua famiglia.
Il trasferimento dal sud al nord, o in generale il distacco dalla propria terra d’origine, porta con sé una serie di sfide psicologiche e relazionali che possono avere un impatto significativo sul benessere emotivo. Il senso di sradicamento, il limitato supporto pratico quotidiano, l’ adattamento a una nuova cultura, il senso di colpa verso coloro che “abbiamo lasciato”, sono solo alcuni aspetti che possono mettere davvero in fatica. In questi casi può essere difficile trovare “il proprio posto nel mondo”, ma con il giusto supporto è possibile ri-trovarsi e magari scoprire anche le potenzialità e risorse che la sua situazione può rappresentare.
Resto a disposizione per un eventuale approfondimento e le porgo i miei saluti,
Dott.ssa Giulia Nicolino
Gentile utente, il modo in cui pensiamo ha un grosso impatto sul nostro stato d'animo. Per dirla in termini semplici, il modo in cui mi racconto la vita mi cambia la visione che ho di questa. Se io mi racconto che va tutto male, non solo condizionerò negativamente il mio stato d'animo ma aumenterò anche la probabilità che le cose vadano effettivamente male. Non sono mai le situazioni a generare l'ansia o la tristezza dentro di noi, bensì sono i pensieri che noi facciamo sulle situazioni. Infatti, un fenomeno frequente è quello dell'ansia anticipatoria cioè una preoccupazione sproporzionata rispetto a una situazione che percepiamo come difficile o minacciosa. L'ansia anticipatoria intacca la nostra prestazione generando quindi la profezia che si autorealizza: mi aspettavo che andasse male ed effettivamente è andata male perchè io stessa creo delle condizioni sfavorevoli che la fanno andare male. Lei deve quindi lavorare sui suoi pensieri, ristrutturarli con l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta e acquisire maggiore fiducia in se stessa. La vita la affrontiamo grazie alle nostre risorse e se non siamo consapevoli delle risorse che abbiamo non ci sentiremo in grado di affrontare neanche il più piccolo ostacolo. Sarebbe importante fare un percorso psicoterapeutico che le permetta di imparare a sostituire questi pensieri negativi che ha con dei pensieri più bilanciati e funzionali. In base agli occhiali che indosso, vedrò il mondo in modo diverso! Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Cara utente, ciò che lei ha condiviso non mi è affatto nuovo, anzi! Posso comprenderla molto bene in quanto poche settimane fa ho intrapreso un percorso con un paziente che ha riportato le sue stesse preoccupazioni. Tutto parte dalla sua ansia che amplifica paure verso ciò che più ha cuore, la sua famiglia e suo figlio. Purtroppo trascorrere molto tempo da soli, senza gli affetti dei propri cari, lascia spazio a tanti pensieri spesso negativi che portano a credere a cose che a tratti sembrano "assurde e/o impossibili", ma che in realtà sono solo frutto della nostra immaginazione. Lei avrebbe bisogno di intraprendere un percorso psicoterapico, innanzitutto per capire il periodo che sta vivendo, ma anche per entrare in confidenza con la sua ansia, iniziare a conoscerla, vedere quali sono i suoi meccanismi e imparare strategie per fronteggiarla e conviverci in modo funzionale, migliorando così la sua vita.
Se ha bisogno di ulteriori informazioni non esiti a contattarmi. Resto a disposizione.
Dott.ssa Chiara Caprarelli
Gentile utente, i pensieri intrusivi di cui sta facendo esperienza fanno paura e le causano una grande sofferenza. Posso però rassicurarla che sono molto più comuni di quanto lei creda e che, con un buon lavoro terapeutico, arriveranno a non avere più alcun impatto sulla usa vita.
Le consiglio di affidarsi ad uno psicologo o psicoterapeuta cognitivo-comportamentale che saprà aiutarla al meglio.
Resto a disposizione e le auguro il meglio. Dott. Giacomo Bonetti
Gentile utente, grazie innanzitutto per aver condiviso il suo malessere. Da quello che riferisce, mi sento di suggerirle in percorso terapeutico cognitivo comportamentale per approfondire i suoi vissuti di colpa e i suoi tumori nei confronti del figlio. Resto a disposizione, cordialmente, dr.ssa Melodia
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
Le consiglio di valutare l'opportunità di rivolgersi ad un collega per dare un significato a questi pensieri e ritrovare la sua serenità.
Dott. Marco Cenci
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso il suo difficile momento di sofferenza e disagio, che immagino non sia facile da affrontare. Dalle sue parole emerge chiaramente un senso di solitudine profonda e destabilizzante. Mi colpisce la sua paura di poter essere un pericolo per la sua famiglia, una preoccupazione che sembra legata al suo stato di ansia. La sua richiesta d’aiuto è toccante, e le suggerisco di rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarla e sostenerla in questo periodo così delicato e sensibile. Spesso la solitudine amplifica le nostre paure e le emozioni che proviamo. Le auguro di trovare un terapeuta che possa essere una guida e un sostegno lungo questo percorso.
Un caro saluto, Dott.ssa Federica Tilotta
Gentile utente, posso solo immaginare cosa significhi avere certi pensieri. Immagino quanto possa essere spaventoso e doloroso. La cosa migliore che mi sento di suggerirle e di rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta che la possa sostenere e supportate nell'esplorazione di tali pensieri e nella risoluzione del sintomo. Si ricordi che i pensieri sono solo pensieri, più tempo di soffermiamo su di essi più questi ci sembreranno reali e oggettivi.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve gentilissima mamma, le paure che descrive possono essere destabilizzanti ed estremamente dolorose, minacciano infatti la sua serenità attraverso pensieri che riguardano il suo bene più prezioso. Spesso le preoccupazioni più angoscianti si insinuano nei luoghi più sensibili della nostra psiche. Dunque la ringrazio per essersi rivolta a Miodottore.it, ma le raccomando di non fermarsi qui e di cercare uno specialista che possa aiutarla a sollevarsi da questo stato di ansia e di prostrazione che non deve protrarsi nel tempo.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Maria Greco
Buongiorno.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza e i tuoi sentimenti. È importante riconoscere il coraggio che hai dimostrato nel parlare delle tue paure e delle tue ansie. Ciò che stai vivendo non è raro, specialmente in una fase della vita in cui ci si sente spesso sopraffatti da responsabilità e pressioni esterne.
L'ansia, specialmente quella che riguarda i propri figli, può essere molto intensa e difficile da gestire.
È naturale sentirsi ansiosi e preoccupati per il benessere di chi amiamo. Le esperienze traumatiche raccontate nei media possono amplificare queste paure, creando un ciclo di pensieri negativi che sembrano difficili da interrompere.
Le tue paure di "impazzire" e di poter diventare pericolosa per tuo figlio sono pensieri intrusivi che molte persone sperimentano, ma ciò non significa che siano veritieri o che tu possa agire su di essi. È importante sapere che avere pensieri del genere, anche se spaventosi, non definisce chi sei come persona o come madre. La maggior parte delle volte, questi pensieri sono il risultato di stress e ansia, non di un vero e proprio rischio.
Il fatto che tu desideri vicinanza e supporto familiare è assolutamente legittimo. Potrebbe essere utile cercare modi per connetterti con loro, anche a distanza. Videochiamate regolari, messaggi o semplicemente condividere come ti senti possono aiutarti a sentirti meno sola e a ricevere il supporto emotivo di cui hai bisogno.
Per quanto riguarda tuo marito, cerca di essere aperta con lui riguardo a come ti senti, poiché il comunicare i tuoi sentimenti può aiutarlo a capire meglio come supportarti. Ricorda che il dialogo può anche alleviare il peso che porti dentro di te.
Se queste ansie continuano a interferire con la tua vita quotidiana o ti sembrano insopportabili, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale.
Un terapeuta può offrirti strumenti e strategie per gestire l'ansia e sviluppare un supporto emotivo.
Infine, ricorda che dedicarti a te stessa e prendersi cura delle proprie esigenze emotive è fondamentale non solo per te, ma anche per il benessere di tuo figlio e della tua famiglia. È giusto cercare aiuto e supporto, e non sei sola in questo.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli

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