Buongiorno, ho 39 anni è da una vita soffro di attacchi di panico che ultimamente sono diventati più
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Buongiorno, ho 39 anni è da una vita soffro di attacchi di panico che ultimamente sono diventati più frequenti. Prendo l'alprazolam da cui ormai sono assuefatta e non funziona più. In passato ho provato citalopram, sertralina e zolotof che però mi davano degli effetti collaterali pazzeschi cioè da non riuscire a parlare. Da tre settimane mi è stato prescritto il Brintellix che però ha aumentato la mia ansia e non mi faceva dormire così la psichiatra mi ha abbassato le gocce. Per qualche giorno sono stata bene ma poii è scoppiata di nuovo l'ansia che non è la solita ma molto più forte e mi sento strana. Qualcuno sa dirmi se è normale? Grazie
Spesso i pazienti che soffrono di attacchi di panico hanno una caratteristica comune; la farmacofobia. Ovvero l’aumento dell’ansia quando devono assumere un trattamento farmacologico che si presenta poi con la comparsa di effetti indesiderati precoci e sproporzionati rispetto a quelli che potrebbe determinare il farmaco stesso. Si confronti di nuovo con la specialista, ha bisogno di essere rassicurata ed accompagnata in questo percorso. Gli ansiolitici come ha visto, tendono a dare abitudine e dopo un po’… non la tranquillizzano piu.
Spero di esserle stata di aiuto.
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Buongiorno, concordo sul fatto che talvolta la farmacofobia determina una resistenza al farmaco che ne limita l'efficacia perchè determina la sospensione anticipata limitandone pretanto gli effetti terapeutici.
E' altrettanto vera l'importanza di fidarsi ed affidarsi al proprio medico ed instaurare con lui una alleanza terapeutica ed una strategia farmacologia e psicoterapica che di precisione, "cucita" intorno al paziente che possa amplificare i benefici clinici ed accelerare, nei limiti del possibile, la remissione sintomatologica.
E' altrettanto vera l'importanza di fidarsi ed affidarsi al proprio medico ed instaurare con lui una alleanza terapeutica ed una strategia farmacologia e psicoterapica che di precisione, "cucita" intorno al paziente che possa amplificare i benefici clinici ed accelerare, nei limiti del possibile, la remissione sintomatologica.
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