Buongiorno, ho 35 anni, sono mamma e moglie. Se dovessi descrivere la mia vita in questo momento n
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Buongiorno,
ho 35 anni, sono mamma e moglie. Se dovessi descrivere la mia vita in questo momento non riuscirei a trovare una parola adatta. Parto dal fatto che, dopo 15 anni di lavoro da commessa, sono riuscita a cambiare andando in un ufficio. Ora ho i tanto agognati week end liberi e un orario che mi rende libera dalle 17.30/18.00 di ogni sera. Dovrei essere felice, invece piango ogni giorno perché non riesco a inserirmi nell’ufficio (non ho mai avuto questo tipo di problema nel socializzare, ma qui è una fatica immensa) e il lavoro non mi sta stimolando per niente: oltre a essere nuovo e molto complicato per me, la persona che mi forma pretende già molto dopo nemmeno 3 settimane. Mi ha messo addosso un’ansia da prestazione tale che commetto molti errori stupidi, facendo sempre la figura della stordita che non capisce le cose. Mi sento stupida e tarda nei ragionamenti, e purtroppo questa situazione mi sta creando un forte disagio, oltre che un blocco insuperabile.
Ora mi sento bloccata, non so che direzione prendere e cosa fare della mia vita professionale; l’unica cosa che so è che vorrei tanto non presentarmi più già da domani mattina e lasciarmi tutto alle spalle… peccato che non possa a causa dello stipendio (ovviamente) a fine mese. Cosa posso fare per farmi passare l’ansia quando metto piede in ufficio? Come posso sentirmi meglio e smetterla di fare errori? Come posso socializzare?
Grazie
ho 35 anni, sono mamma e moglie. Se dovessi descrivere la mia vita in questo momento non riuscirei a trovare una parola adatta. Parto dal fatto che, dopo 15 anni di lavoro da commessa, sono riuscita a cambiare andando in un ufficio. Ora ho i tanto agognati week end liberi e un orario che mi rende libera dalle 17.30/18.00 di ogni sera. Dovrei essere felice, invece piango ogni giorno perché non riesco a inserirmi nell’ufficio (non ho mai avuto questo tipo di problema nel socializzare, ma qui è una fatica immensa) e il lavoro non mi sta stimolando per niente: oltre a essere nuovo e molto complicato per me, la persona che mi forma pretende già molto dopo nemmeno 3 settimane. Mi ha messo addosso un’ansia da prestazione tale che commetto molti errori stupidi, facendo sempre la figura della stordita che non capisce le cose. Mi sento stupida e tarda nei ragionamenti, e purtroppo questa situazione mi sta creando un forte disagio, oltre che un blocco insuperabile.
Ora mi sento bloccata, non so che direzione prendere e cosa fare della mia vita professionale; l’unica cosa che so è che vorrei tanto non presentarmi più già da domani mattina e lasciarmi tutto alle spalle… peccato che non possa a causa dello stipendio (ovviamente) a fine mese. Cosa posso fare per farmi passare l’ansia quando metto piede in ufficio? Come posso sentirmi meglio e smetterla di fare errori? Come posso socializzare?
Grazie
Gentile signora,
capisco la sua fatica, sta facendo molte cose: è mamma che è già un primo grosso lavoro e inoltre sta cercando di fare un cambiamento lavorativo migliorativo per avere più tempo da trascorrere con la sua famiglia. Per fare la sua scelta sul continuare o meno con questo lavoro, prima di tutto deve capire se l'ambiente è davvero troppo disfunzionale e non lascia spazio alle relazioni o a qualche normale errore (in questo caso ci pensi su bene, perchè ne va della sua serenità) , o se è lei a farsi condizionare troppo dalle richieste del suo tutor percependole come delle pressioni e sentendosi così ansiosa ed annebbiata ..in questo caso provi a svolgere i suoi compiti uno alla volta e con un pò di sana fiducia in sè e nella propria capacità di farcela.. vedrà che senza troppa ansia di sottofondo potrà riservarsi anche degli spazi per le relazioni.
capisco la sua fatica, sta facendo molte cose: è mamma che è già un primo grosso lavoro e inoltre sta cercando di fare un cambiamento lavorativo migliorativo per avere più tempo da trascorrere con la sua famiglia. Per fare la sua scelta sul continuare o meno con questo lavoro, prima di tutto deve capire se l'ambiente è davvero troppo disfunzionale e non lascia spazio alle relazioni o a qualche normale errore (in questo caso ci pensi su bene, perchè ne va della sua serenità) , o se è lei a farsi condizionare troppo dalle richieste del suo tutor percependole come delle pressioni e sentendosi così ansiosa ed annebbiata ..in questo caso provi a svolgere i suoi compiti uno alla volta e con un pò di sana fiducia in sè e nella propria capacità di farcela.. vedrà che senza troppa ansia di sottofondo potrà riservarsi anche degli spazi per le relazioni.
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Gent.ma utente,
lei sta fronteggiando un cambiamento importante nella sua vita e nelle sue abitudini lavorative in particolare. Ogni cambiamento determina uno stress, una risposta del corpo e della mente per adattarsi alla nuova situazione, ai nuovi compiti e alle nuove responsabilità.
A volte, come nel suo caso, lo stress percepito supera la sensazione di avere le risorse per cavarsela e ci si sente sopraffatti dagli eventi, fino a mostrare forti segni invalidanti, come mancanza di motivazione, di concentrazione e di autostima, fino a desiderare di molare tutto. Questo ultimo fenomeno estremo viene anche chiamato burnout.
Allo stress sono anche collegate emozioni negative e l'ansia di dovere affrontare la situazione ostile. L'ansia si ripercuote sul suo vissuto mentale, causando preoccupazioni continue e paura di sbagliare, ma intaccando anche la sfera extra-lavorativa, quella familiare per esempio o quella delle sue abitudini di benessere.
Ci sono, però, anche leve motivazionali importanti che lei stessa ha sottolineato: l'aver conquistato un posto di lavoro che ha orari e giorni che meglio si conciliano con le altre sue attività, prima fa tutte quella familiare. Inoltre, riconosce l'importanza di avere un lavoro e di avere una sua indipendenza economica e sociale, di aver progredito nella sua carriera lavorativa.
Sono elementi positivi su cui è importante riflettere per continuare a portare avanti i suoi progetti. E' necessario, in questo momento delicato, che lei sviluppi una buona resilienza e faccia ricorso alle sue capacità e ai valori in cui crede. Può attingere a esperienze del passato che l'hanno vista fronteggiare situazioni difficili, anche di diverso tipo; può ripensare alle qualità che aveva messo in campo e alle strategie adottate; in più, può riflettere sulla sua rete di supporto, sulle persone che in passato, oppure adesso, posso concretamente aiutarla a superare le sue problematiche.
Riconosca in sé stessa quella giusta fragilità che a tutti è concessa, in quanto essere umani. Con onestà, faccia presente ai suoi formatori che ha bisogno di margini maggiori per imparare le nuove mansioni e di essere disponibile all'apprendimento, ma senza avvertire pressioni che la possano ostacolare. Allo stesso tempo, accenda quella motivazione a raggiungere i suoi obiettivi con determinazione e atteggiamento positivo.
Per combattere lo stress che, ora come ora, la tiene costantemente sulle spine, cerchi di creare momenti di relax, lontani dalle preoccupazioni del lavoro. Ritrovi piacere nella cura personale, nelle relazioni significative, nella conversazione e nell'attività fisica. Sono tutti antidoti eccellenti per abbassare i carichi fisiologici derivanti dallo stress, come la stanchezza mentale, l'ansia, la scarsa qualità del sonno, il calo di concentrazione.
Questi consigli trovano una loro naturale e migliore applicazione se inseriti in un contesto di percorso psicologico. Pertanto, valuti la possibilità di rivolgersi a un professionista che si occupi di sindromi da stress per essere guidata. Imparare a gestire lo stress e non farlo diventare cronico e molto importante per preservare il benessere psicologico, costantemente minacciato dalle insidie della vita. Un intervento psicologico mirato sulle sue richieste le consentirà di tornare a vivere serenamente la sua vita, lavorativa e non.
Se lo desidera posso spiegarle meglio in cosa consiste un percorso di questo tipo. Può contattarmi anche per una consulenza online.
Le auguro il meglio,
Dott. Antonio Cortese
lei sta fronteggiando un cambiamento importante nella sua vita e nelle sue abitudini lavorative in particolare. Ogni cambiamento determina uno stress, una risposta del corpo e della mente per adattarsi alla nuova situazione, ai nuovi compiti e alle nuove responsabilità.
A volte, come nel suo caso, lo stress percepito supera la sensazione di avere le risorse per cavarsela e ci si sente sopraffatti dagli eventi, fino a mostrare forti segni invalidanti, come mancanza di motivazione, di concentrazione e di autostima, fino a desiderare di molare tutto. Questo ultimo fenomeno estremo viene anche chiamato burnout.
Allo stress sono anche collegate emozioni negative e l'ansia di dovere affrontare la situazione ostile. L'ansia si ripercuote sul suo vissuto mentale, causando preoccupazioni continue e paura di sbagliare, ma intaccando anche la sfera extra-lavorativa, quella familiare per esempio o quella delle sue abitudini di benessere.
Ci sono, però, anche leve motivazionali importanti che lei stessa ha sottolineato: l'aver conquistato un posto di lavoro che ha orari e giorni che meglio si conciliano con le altre sue attività, prima fa tutte quella familiare. Inoltre, riconosce l'importanza di avere un lavoro e di avere una sua indipendenza economica e sociale, di aver progredito nella sua carriera lavorativa.
Sono elementi positivi su cui è importante riflettere per continuare a portare avanti i suoi progetti. E' necessario, in questo momento delicato, che lei sviluppi una buona resilienza e faccia ricorso alle sue capacità e ai valori in cui crede. Può attingere a esperienze del passato che l'hanno vista fronteggiare situazioni difficili, anche di diverso tipo; può ripensare alle qualità che aveva messo in campo e alle strategie adottate; in più, può riflettere sulla sua rete di supporto, sulle persone che in passato, oppure adesso, posso concretamente aiutarla a superare le sue problematiche.
Riconosca in sé stessa quella giusta fragilità che a tutti è concessa, in quanto essere umani. Con onestà, faccia presente ai suoi formatori che ha bisogno di margini maggiori per imparare le nuove mansioni e di essere disponibile all'apprendimento, ma senza avvertire pressioni che la possano ostacolare. Allo stesso tempo, accenda quella motivazione a raggiungere i suoi obiettivi con determinazione e atteggiamento positivo.
Per combattere lo stress che, ora come ora, la tiene costantemente sulle spine, cerchi di creare momenti di relax, lontani dalle preoccupazioni del lavoro. Ritrovi piacere nella cura personale, nelle relazioni significative, nella conversazione e nell'attività fisica. Sono tutti antidoti eccellenti per abbassare i carichi fisiologici derivanti dallo stress, come la stanchezza mentale, l'ansia, la scarsa qualità del sonno, il calo di concentrazione.
Questi consigli trovano una loro naturale e migliore applicazione se inseriti in un contesto di percorso psicologico. Pertanto, valuti la possibilità di rivolgersi a un professionista che si occupi di sindromi da stress per essere guidata. Imparare a gestire lo stress e non farlo diventare cronico e molto importante per preservare il benessere psicologico, costantemente minacciato dalle insidie della vita. Un intervento psicologico mirato sulle sue richieste le consentirà di tornare a vivere serenamente la sua vita, lavorativa e non.
Se lo desidera posso spiegarle meglio in cosa consiste un percorso di questo tipo. Può contattarmi anche per una consulenza online.
Le auguro il meglio,
Dott. Antonio Cortese
Buonasera, i blocchi sono macigni che nel tempo rischiano di diventare muri insormontabili da superare da soli. Non lasci che il suo blocco diventi un muro..
Carissima utente, sarebbe bello avere una formula da poterti dare per poterti fare stare meglio già da domani. Come sicuramente saprai, purtroppo, non è così semplice. Tutto parte, secondo me, dal capire la scelta di cambiamento, quando è avvenuta, perchè ecc... Cercherei poi di capire come si inscrive il lavoro nella tua vita, il peso che ha avuto e ha oggi. E in questo quadro capire oggi dove sei situata, emotivamente e genericamente nella vita (familiare, amicale e ovviamente lavorativa). E' quindi necessario fare un quadro che consenta di comprenderne poi i dettagli (malessere lavorativo) in modo dettagliato. Sicuramente questa difficoltà relazionale che oggi incontri, a tuo dire per la prima volta, avrà un perchè che non cercherei nè in te, nè in lui/lei/loro, quanto in questo incontro che ha trovato un intoppo, di cui la natura è un po' complesso comprendere da qualche riga. Nulla può farti passare l'ansia dall'oggi al domani (da capire poi se si tratti di ansia, di paura, di preoccupazione, di rabbia... chissà) se non, cominciando, intanto, a capire la geografia del tuo malessere: i suoi come, quando, dove. Sicuramente la statistica elevata rispetto all'aumento di errori deriva da un aumento della tua soglia di attenzione a tutta una serie di stimoli, più o meno rilevanti rispetto alla mansione specifica ma non rispetto al tuo essere emotivamente situata in quel contesto, che toglie quindi concentrazione al compito stesso. Sii gentile con te rispetto a questo, perchè è una conseguenza di uno stato di malessere che merita di essere ascoltato e compreso. Trovo che potrebbe essere utile avviare un percorso di supporto psicologico che possa accompagnarti nel chiarire questi interrogativi. Qualora lo volessi sono disponibile per un primo colloquio online. Cordialmente, Dott.ssa Sara Torregrossa
Buongiorno,
Innanzitutto, vorrei dirle che non è sola in questa sensazione di smarrimento e disagio. Quello che sta vivendo è più comune di quanto si pensi, soprattutto nei momenti di cambiamento lavorativo e personale. È normale provare ansia di fronte a nuove sfide, specialmente quando ci si trova in un ambiente poco accogliente o sotto pressione.
L'ansia da prestazione e la sensazione di non essere all'altezza spesso derivano da aspettative elevate – sia nostre che degli altri. È importante ricordare che ogni cambiamento richiede tempo e adattamento. Nessuno può eccellere in un ruolo nuovo fin da subito. Cerchi di essere indulgente con se stessa e di riconoscere i piccoli progressi che fa ogni giorno, anche se non sembrano immediatamente evidenti.
Per quanto riguarda la socializzazione, provvedere ad avvicinarsi gradualmente ai colleghi. A volte, anche solo condividere un caffè o fare domande su argomenti di lavoro può essere un buon punto di partenza. Mostrarsi autentici e vulnerabili può creare connessioni più profonde, anche in un ambiente apparentemente chiuso.
Se l'ansia continua a influenzare il suo benessere e la sua capacità di lavorare, potrebbe essere utile esplorare tecniche di gestione dello stress, come la respirazione consapevole o la Mindfulness. Inoltre, lavorare sull'autostima e sul dialogo interno negativo potrebbe aiutarla a sentirsi più sicura.
Tuttavia, quando questi sentimenti diventano pervasivi e bloccanti, è importante non sottovalutarli. Rivolgersi a uno specialista può fare una grande differenza nell'affrontare questa fase e trovare strumenti concreti per superarla. Un supporto professionale può aiutarla a gestire l'ansia, migliorare la sua autostima e guidarla verso un maggior equilibrio tra vita personale e professionale.
Resto a disposizione per approfondire insieme questa tematica.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Innanzitutto, vorrei dirle che non è sola in questa sensazione di smarrimento e disagio. Quello che sta vivendo è più comune di quanto si pensi, soprattutto nei momenti di cambiamento lavorativo e personale. È normale provare ansia di fronte a nuove sfide, specialmente quando ci si trova in un ambiente poco accogliente o sotto pressione.
L'ansia da prestazione e la sensazione di non essere all'altezza spesso derivano da aspettative elevate – sia nostre che degli altri. È importante ricordare che ogni cambiamento richiede tempo e adattamento. Nessuno può eccellere in un ruolo nuovo fin da subito. Cerchi di essere indulgente con se stessa e di riconoscere i piccoli progressi che fa ogni giorno, anche se non sembrano immediatamente evidenti.
Per quanto riguarda la socializzazione, provvedere ad avvicinarsi gradualmente ai colleghi. A volte, anche solo condividere un caffè o fare domande su argomenti di lavoro può essere un buon punto di partenza. Mostrarsi autentici e vulnerabili può creare connessioni più profonde, anche in un ambiente apparentemente chiuso.
Se l'ansia continua a influenzare il suo benessere e la sua capacità di lavorare, potrebbe essere utile esplorare tecniche di gestione dello stress, come la respirazione consapevole o la Mindfulness. Inoltre, lavorare sull'autostima e sul dialogo interno negativo potrebbe aiutarla a sentirsi più sicura.
Tuttavia, quando questi sentimenti diventano pervasivi e bloccanti, è importante non sottovalutarli. Rivolgersi a uno specialista può fare una grande differenza nell'affrontare questa fase e trovare strumenti concreti per superarla. Un supporto professionale può aiutarla a gestire l'ansia, migliorare la sua autostima e guidarla verso un maggior equilibrio tra vita personale e professionale.
Resto a disposizione per approfondire insieme questa tematica.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Ciao,
voglio innanzitutto riconoscere il grande passo che hai fatto cambiando lavoro dopo 15 anni. È una decisione importante e coraggiosa, e non è da tutti affrontare un cambiamento così radicale, soprattutto in un momento in cui sei già impegnata con il ruolo di mamma e moglie. Il fatto che tu sia riuscita a conquistare un migliore equilibrio tra lavoro e vita personale è un traguardo di cui andare fiera, anche se al momento ti sembra difficile goderti questa nuova fase.
Quello che stai vivendo è comprensibile: il cambiamento, per quanto desiderato, può portare con sé ansia, incertezze e una sensazione di inadeguatezza. In un ambiente nuovo è normale sentirsi sotto pressione, soprattutto quando ci si misura con colleghi più esperti che sembrano sapere sempre cosa fare. Ma è importante ricordare che nessuno nasce già capace: ciò che oggi ti sembra insormontabile è solo il primo passo di un processo di apprendimento che richiede tempo e pazienza.
Prova a pensare al tuo ruolo attuale non come a una posizione di svantaggio, ma come a un’opportunità. Essere nuova in un ufficio significa poter fare domande senza timore, osservare come lavorano gli altri e imparare dalle loro strategie. Chiedere chiarimenti o supporto non è una debolezza, ma un segnale di interesse e volontà di crescere. Mostrare curiosità potrebbe persino aiutarti a costruire legami con i tuoi colleghi, magari iniziando a condividere piccoli momenti quotidiani o chiedendo consiglio su come organizzare meglio il lavoro.
Riguardo alla tua ansia da prestazione, vorrei farti riflettere su un punto: ogni errore che commetti è una parte del processo di apprendimento, non una misura del tuo valore. Forse la pressione che senti nasce dal voler dimostrare troppo, troppo in fretta. Ma pensa a quanto già hai imparato in sole tre settimane, e considera che anche i tuoi colleghi, un tempo, erano principianti. Concentrati su piccoli obiettivi quotidiani, non sulla perfezione: anche solo padroneggiare un compito alla volta è un successo che puoi celebrare.
Un altro suggerimento pratico potrebbe essere quello di parlare apertamente con la persona che ti sta formando. Potresti spiegare come ti senti, chiedendo di rallentare un po' il ritmo o di avere un feedback più costruttivo. Questo non ti farà sembrare "debole", ma mostrerà la tua volontà di migliorare.
Infine, mi permetto di suggerire un piccolo esercizio mentale: ogni volta che ti senti sopraffatta, prova a dirti mentalmente: "Sto imparando. Nessuno è perfetto al primo tentativo. Questo momento è solo una tappa, non la mia destinazione finale." È un modo per spostare il focus dalle aspettative immediate a un'idea di crescita a lungo termine.
Se senti che questa ansia persiste e ti limita nel vivere la quotidianità, potrebbe essere utile anche valutare un supporto psicologico. Non perché tu abbia qualcosa "che non va", ma perché meriti di avere uno spazio dove esplorare queste emozioni e ritrovare sicurezza in te stessa.
Il tuo valore non dipende da quanto velocemente impari un nuovo lavoro. Sei più di questo, e il tempo ti aiuterà a vederlo.
Un caro saluto
voglio innanzitutto riconoscere il grande passo che hai fatto cambiando lavoro dopo 15 anni. È una decisione importante e coraggiosa, e non è da tutti affrontare un cambiamento così radicale, soprattutto in un momento in cui sei già impegnata con il ruolo di mamma e moglie. Il fatto che tu sia riuscita a conquistare un migliore equilibrio tra lavoro e vita personale è un traguardo di cui andare fiera, anche se al momento ti sembra difficile goderti questa nuova fase.
Quello che stai vivendo è comprensibile: il cambiamento, per quanto desiderato, può portare con sé ansia, incertezze e una sensazione di inadeguatezza. In un ambiente nuovo è normale sentirsi sotto pressione, soprattutto quando ci si misura con colleghi più esperti che sembrano sapere sempre cosa fare. Ma è importante ricordare che nessuno nasce già capace: ciò che oggi ti sembra insormontabile è solo il primo passo di un processo di apprendimento che richiede tempo e pazienza.
Prova a pensare al tuo ruolo attuale non come a una posizione di svantaggio, ma come a un’opportunità. Essere nuova in un ufficio significa poter fare domande senza timore, osservare come lavorano gli altri e imparare dalle loro strategie. Chiedere chiarimenti o supporto non è una debolezza, ma un segnale di interesse e volontà di crescere. Mostrare curiosità potrebbe persino aiutarti a costruire legami con i tuoi colleghi, magari iniziando a condividere piccoli momenti quotidiani o chiedendo consiglio su come organizzare meglio il lavoro.
Riguardo alla tua ansia da prestazione, vorrei farti riflettere su un punto: ogni errore che commetti è una parte del processo di apprendimento, non una misura del tuo valore. Forse la pressione che senti nasce dal voler dimostrare troppo, troppo in fretta. Ma pensa a quanto già hai imparato in sole tre settimane, e considera che anche i tuoi colleghi, un tempo, erano principianti. Concentrati su piccoli obiettivi quotidiani, non sulla perfezione: anche solo padroneggiare un compito alla volta è un successo che puoi celebrare.
Un altro suggerimento pratico potrebbe essere quello di parlare apertamente con la persona che ti sta formando. Potresti spiegare come ti senti, chiedendo di rallentare un po' il ritmo o di avere un feedback più costruttivo. Questo non ti farà sembrare "debole", ma mostrerà la tua volontà di migliorare.
Infine, mi permetto di suggerire un piccolo esercizio mentale: ogni volta che ti senti sopraffatta, prova a dirti mentalmente: "Sto imparando. Nessuno è perfetto al primo tentativo. Questo momento è solo una tappa, non la mia destinazione finale." È un modo per spostare il focus dalle aspettative immediate a un'idea di crescita a lungo termine.
Se senti che questa ansia persiste e ti limita nel vivere la quotidianità, potrebbe essere utile anche valutare un supporto psicologico. Non perché tu abbia qualcosa "che non va", ma perché meriti di avere uno spazio dove esplorare queste emozioni e ritrovare sicurezza in te stessa.
Il tuo valore non dipende da quanto velocemente impari un nuovo lavoro. Sei più di questo, e il tempo ti aiuterà a vederlo.
Un caro saluto
Gentilissima,
sono certo che chiunque, in tre settimane, avrebbe difficoltà ad entrare nel vivo di una nuova esperienza, dunque non è una problema legato alla sua capacità.
Faccia presente al suo formatore la sua difficoltà, normalizzando la questione al naturale adattamento che si costruisce nel corso del tempo. Faccia capire, diplomaticamente, al suo formatore, di essere disposta e motivata a fare ciò che il lavoro le richiede, e che eventuali intoppi possono essere dovuti al poco tempo ancora dedicato.
Normalizzi la questione: lei è lì da 21 giorni.
Saluti.
sono certo che chiunque, in tre settimane, avrebbe difficoltà ad entrare nel vivo di una nuova esperienza, dunque non è una problema legato alla sua capacità.
Faccia presente al suo formatore la sua difficoltà, normalizzando la questione al naturale adattamento che si costruisce nel corso del tempo. Faccia capire, diplomaticamente, al suo formatore, di essere disposta e motivata a fare ciò che il lavoro le richiede, e che eventuali intoppi possono essere dovuti al poco tempo ancora dedicato.
Normalizzi la questione: lei è lì da 21 giorni.
Saluti.
Buongiorno,
Il tuo disagio è comprensibile: un cambiamento lavorativo così grande può scuotere certezze e autostima, soprattutto se accompagnato da alte aspettative sia interne che esterne. L’ansia da prestazione spesso si alimenta proprio di questo: più temi di sbagliare, più aumentano gli errori.
Forse stai affrontando questo nuovo contesto con la stessa sicurezza e spontaneità che avevi nel lavoro precedente, ma l’ufficio ha dinamiche sociali e professionali diverse. È normale sentirsi spaesati.
Prova a spostare il focus dall’idea di dover essere subito competente al concederti tempo per imparare. Chiedi chiarimenti senza sentirti in difetto: nessuno si aspetta perfezione dopo tre settimane.
Quanto alla socializzazione, spesso bastano piccoli gesti: un sorriso, una pausa caffè condivisa, una domanda sul weekend.
Potrebbe esserti utile un percorso psicoterapeutico interazionista, dove esplorare queste emozioni senza giudizio e ritrovare uno spazio di sicurezza.
Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Il tuo disagio è comprensibile: un cambiamento lavorativo così grande può scuotere certezze e autostima, soprattutto se accompagnato da alte aspettative sia interne che esterne. L’ansia da prestazione spesso si alimenta proprio di questo: più temi di sbagliare, più aumentano gli errori.
Forse stai affrontando questo nuovo contesto con la stessa sicurezza e spontaneità che avevi nel lavoro precedente, ma l’ufficio ha dinamiche sociali e professionali diverse. È normale sentirsi spaesati.
Prova a spostare il focus dall’idea di dover essere subito competente al concederti tempo per imparare. Chiedi chiarimenti senza sentirti in difetto: nessuno si aspetta perfezione dopo tre settimane.
Quanto alla socializzazione, spesso bastano piccoli gesti: un sorriso, una pausa caffè condivisa, una domanda sul weekend.
Potrebbe esserti utile un percorso psicoterapeutico interazionista, dove esplorare queste emozioni senza giudizio e ritrovare uno spazio di sicurezza.
Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Buongiorno gentile Utente, comprendo profondamente quanto questa nuova situazione lavorativa le stia causando ansia e senso di inadeguatezza. Ha compiuto un cambiamento importante nella sua vita, un passo che probabilmente ha richiesto molto coraggio e determinazione. È normale che, di fronte a una transizione così significativa, ci possano essere momenti di incertezza e difficoltà di adattamento. Le emozioni che descrive (la frustrazione, il senso di blocco e il disagio) sono comuni in chi affronta un ambiente nuovo e diverso, con dinamiche e aspettative che ancora non sente familiari.
Per quanto riguarda il lavoro, potrebbe essere utile ricordarsi che ogni cambiamento richiede tempo. Tre settimane sono davvero un periodo molto breve per assimilare non solo le competenze tecniche richieste, ma anche le dinamiche relazionali e il clima dell’ufficio. Forse la persona che la sta formando non ha una piena consapevolezza delle sue difficoltà o sta sottovalutando quanto sia importante fornirle un supporto graduale. Potrebbe essere utile parlarne in modo diretto ma sereno, spiegando con sincerità che il ritmo attuale la sta mettendo sotto pressione e che avrebbe bisogno di un po’ più di tempo per sentirsi sicura e stabile. La comunicazione aperta potrebbe contribuire a creare una relazione più collaborativa e meno ansiogena.
Riguardo alla socializzazione, si ricordi che spesso le dinamiche di un nuovo ambiente di lavoro si sviluppano con il tempo. Provi a osservare i colleghi, a individuare chi le sembra più aperto e disponibile, e a iniziare con piccoli gesti: un sorriso, una breve chiacchierata informale durante una pausa. Non si senta obbligata a forzare un legame immediato, ma dia spazio a un’interazione graduale e spontanea.
Per l’ansia, può essere utile iniziare a lavorare sulla gestione dello stress. Pratiche di respirazione profonda o momenti di rilassamento prima di entrare in ufficio potrebbero aiutarla a calmare la mente. Provi a darsi piccoli obiettivi giornalieri: anziché mirare alla perfezione, si concentri su un passo alla volta, celebrando anche i piccoli successi. Non dimentichi di essere gentile con se stessa: gli errori che descrive non definiscono il suo valore, ma fanno parte del processo di apprendimento.
Infine, consideri che il malessere che sta provando potrebbe essere legato a una combinazione di fattori, tra cui l’ambiente, le dinamiche relazionali e le sue aspettative personali. Se sente che il disagio persiste e fatica a trovare sollievo, potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo per esplorare meglio le sue emozioni e trovare strumenti adatti a gestire questa fase delicata.
Le auguro di ritrovare presto serenità e fiducia in se stessa. Ha già dimostrato di essere una persona capace di affrontare grandi cambiamenti e di avere a cuore il suo benessere e quello della sua famiglia. Sono sicuro che, con il tempo e il giusto supporto, riuscirà a superare anche questa sfida.
Dott. Luca Vocino
Per quanto riguarda il lavoro, potrebbe essere utile ricordarsi che ogni cambiamento richiede tempo. Tre settimane sono davvero un periodo molto breve per assimilare non solo le competenze tecniche richieste, ma anche le dinamiche relazionali e il clima dell’ufficio. Forse la persona che la sta formando non ha una piena consapevolezza delle sue difficoltà o sta sottovalutando quanto sia importante fornirle un supporto graduale. Potrebbe essere utile parlarne in modo diretto ma sereno, spiegando con sincerità che il ritmo attuale la sta mettendo sotto pressione e che avrebbe bisogno di un po’ più di tempo per sentirsi sicura e stabile. La comunicazione aperta potrebbe contribuire a creare una relazione più collaborativa e meno ansiogena.
Riguardo alla socializzazione, si ricordi che spesso le dinamiche di un nuovo ambiente di lavoro si sviluppano con il tempo. Provi a osservare i colleghi, a individuare chi le sembra più aperto e disponibile, e a iniziare con piccoli gesti: un sorriso, una breve chiacchierata informale durante una pausa. Non si senta obbligata a forzare un legame immediato, ma dia spazio a un’interazione graduale e spontanea.
Per l’ansia, può essere utile iniziare a lavorare sulla gestione dello stress. Pratiche di respirazione profonda o momenti di rilassamento prima di entrare in ufficio potrebbero aiutarla a calmare la mente. Provi a darsi piccoli obiettivi giornalieri: anziché mirare alla perfezione, si concentri su un passo alla volta, celebrando anche i piccoli successi. Non dimentichi di essere gentile con se stessa: gli errori che descrive non definiscono il suo valore, ma fanno parte del processo di apprendimento.
Infine, consideri che il malessere che sta provando potrebbe essere legato a una combinazione di fattori, tra cui l’ambiente, le dinamiche relazionali e le sue aspettative personali. Se sente che il disagio persiste e fatica a trovare sollievo, potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo per esplorare meglio le sue emozioni e trovare strumenti adatti a gestire questa fase delicata.
Le auguro di ritrovare presto serenità e fiducia in se stessa. Ha già dimostrato di essere una persona capace di affrontare grandi cambiamenti e di avere a cuore il suo benessere e quello della sua famiglia. Sono sicuro che, con il tempo e il giusto supporto, riuscirà a superare anche questa sfida.
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Santa Maria Capua Vetere
Buongiorno,
Capisco quanto questa situazione possa essere difficile e carica di emozioni contrastanti. Da una parte, ha raggiunto un obiettivo importante: un nuovo lavoro con orari più adatti alla sua vita familiare. Dall'altra, si trova in un ambiente che le genera ansia e insicurezza, rendendo complicato adattarsi. È naturale sentirsi sopraffatti in una fase di cambiamento così importante, specialmente se si percepisce una pressione elevata dalle aspettative altrui.
L'ansia da prestazione, unita alla difficoltà nel socializzare in un nuovo contesto, può creare un circolo vizioso: l'ansia genera errori, gli errori alimentano l'insicurezza, e questo ostacola il suo inserimento. È importante ricordare che si sta confrontando con una novità e che è normale non sentirsi subito padroni di un nuovo ruolo. È fondamentale concedersi tempo e spazio per imparare, senza giudicarsi troppo duramente.
Può essere utile iniziare a spezzare questo circolo lavorando su due aspetti. Da un lato, trovare strategie per gestire l'ansia: tecniche di respirazione o esercizi di mindfulness possono aiutarla a calmare i pensieri prima di entrare in ufficio. Dall'altro, potrebbe essere utile comunicare apertamente con il suo formatore, spiegando che si sente sotto pressione e che questo le impedisce di esprimere al meglio le sue capacità. Chiedere chiarimenti o un ritmo più graduale nell’apprendimento non è segno di debolezza, ma un modo per valorizzare il suo desiderio di apprendere con efficacia.
Per quanto riguarda la socializzazione, potrebbe partire con piccoli gesti, come un sorriso o un saluto caloroso, cercando di avviare brevi conversazioni su argomenti leggeri. Spesso, il tempo e la continuità aiutano a costruire rapporti più naturali.
Se questa situazione dovesse persistere e continuare a generare sofferenza, un supporto psicologico potrebbe offrirle un aiuto concreto. Insieme, sarebbe possibile esplorare le radici di questo blocco e lavorare su strategie per affrontare il cambiamento, superare l’ansia e ritrovare fiducia nelle sue capacità. Rimango a disposizione se sente di voler intraprendere un percorso in questa direzione.
Un caro saluto.
Capisco quanto questa situazione possa essere difficile e carica di emozioni contrastanti. Da una parte, ha raggiunto un obiettivo importante: un nuovo lavoro con orari più adatti alla sua vita familiare. Dall'altra, si trova in un ambiente che le genera ansia e insicurezza, rendendo complicato adattarsi. È naturale sentirsi sopraffatti in una fase di cambiamento così importante, specialmente se si percepisce una pressione elevata dalle aspettative altrui.
L'ansia da prestazione, unita alla difficoltà nel socializzare in un nuovo contesto, può creare un circolo vizioso: l'ansia genera errori, gli errori alimentano l'insicurezza, e questo ostacola il suo inserimento. È importante ricordare che si sta confrontando con una novità e che è normale non sentirsi subito padroni di un nuovo ruolo. È fondamentale concedersi tempo e spazio per imparare, senza giudicarsi troppo duramente.
Può essere utile iniziare a spezzare questo circolo lavorando su due aspetti. Da un lato, trovare strategie per gestire l'ansia: tecniche di respirazione o esercizi di mindfulness possono aiutarla a calmare i pensieri prima di entrare in ufficio. Dall'altro, potrebbe essere utile comunicare apertamente con il suo formatore, spiegando che si sente sotto pressione e che questo le impedisce di esprimere al meglio le sue capacità. Chiedere chiarimenti o un ritmo più graduale nell’apprendimento non è segno di debolezza, ma un modo per valorizzare il suo desiderio di apprendere con efficacia.
Per quanto riguarda la socializzazione, potrebbe partire con piccoli gesti, come un sorriso o un saluto caloroso, cercando di avviare brevi conversazioni su argomenti leggeri. Spesso, il tempo e la continuità aiutano a costruire rapporti più naturali.
Se questa situazione dovesse persistere e continuare a generare sofferenza, un supporto psicologico potrebbe offrirle un aiuto concreto. Insieme, sarebbe possibile esplorare le radici di questo blocco e lavorare su strategie per affrontare il cambiamento, superare l’ansia e ritrovare fiducia nelle sue capacità. Rimango a disposizione se sente di voler intraprendere un percorso in questa direzione.
Un caro saluto.
Gentile utente,
innanzitutto grazie per aver condiviso qui un vissuto così intimo e personale. Immagino che cambiare lavoro sia stato stressante e faticoso, significa ricominciare da zero con colleghi, un ambiente nuovo e nel quale non si ha familiarità. Da quello che ha scritto, credo che stia emergendo la necessità e il bisogno di parlare con un professionista relativamente a come sta e a quanto è difficile stare in questa situazione. Se lo desidera, resto disponibile per dei colloqui online. Dott.ssa Martina Panzeri
innanzitutto grazie per aver condiviso qui un vissuto così intimo e personale. Immagino che cambiare lavoro sia stato stressante e faticoso, significa ricominciare da zero con colleghi, un ambiente nuovo e nel quale non si ha familiarità. Da quello che ha scritto, credo che stia emergendo la necessità e il bisogno di parlare con un professionista relativamente a come sta e a quanto è difficile stare in questa situazione. Se lo desidera, resto disponibile per dei colloqui online. Dott.ssa Martina Panzeri
Buon giorno,
cambiare lavoro dopo 15 anni non è di certo una passeggiata. Il luogo di lavoro è in primis un luogo di relazione. Quindi capisco che inserirsi in un ambiente nuovo con una mansione nuova non sia facile. Provi a darsi del tempo in effetti sta affrontando una nuova situazione che ha le sue complessità. Può valutare di farsi accompagnare da un professionista per affrontare questo importante cambiamento della sua vita.
Buona fortuna.
cambiare lavoro dopo 15 anni non è di certo una passeggiata. Il luogo di lavoro è in primis un luogo di relazione. Quindi capisco che inserirsi in un ambiente nuovo con una mansione nuova non sia facile. Provi a darsi del tempo in effetti sta affrontando una nuova situazione che ha le sue complessità. Può valutare di farsi accompagnare da un professionista per affrontare questo importante cambiamento della sua vita.
Buona fortuna.
Buongiorno. Mi sembra di capire che per quasi metà della tua vita hai fatto un determinato tipo di lavoro, dove sono necessarie delle competenze e degli orari specifici, che possono comportare il sacrificio di alcuni momenti di leggerezza. Da tre settimane hai scelto di cambiare lavoro, competenze e orari di conseguenza. Mi dispiace molto leggere quello che stai provando in questo momento, come fatica, ansia da prestazione e forte disagio.. è comprensibile tu voglia lasciarti tutto alle spalle.
Credo tu sia una persona coraggiosa, perché hai scelto di passare da una situazione di comfort che però non ti faceva stare bene ad una situazione di non comfort dove non potevi ancora sapere come saresti stata. Il vantaggio dell'ignoto è che possiamo prendere in considerazione tutte le possibilità, quindi sia lo stare male ma anche lo stare bene. Da quello che scrivi credo che in queste tre settimane tu non sia stata bene, ma sono certa che hai fatto del tuo meglio per iniziare a capire come gestire questa nuova situazione. Ricontatta il coraggio di cui ti accennavo sopra: inizia a distinguere quali sono le cose che puoi controllare rispetto a quelle che invece non dipendono da te e che non puoi cambiare: ad esempio, se la comunicazione o i comportamenti della figura che ti forma ti creano disagio, hai provato a parlarne con chi di dovere? Non è detto che le persone con cui ti confronti ogni giorno capiscano il tuo punto di vista, perciò dai loro la possibilità di farlo. Sono sicura che quello che emergerà ti sarà di aiuto per capire come continuare in questa nuova avventura.
Meriti di stare bene in questo nuovo ambiente di lavoro ed è giusto nei tuoi confronti cercare di fare quello che serve per cominciare a stare bene.
Se te la senti di aggiornarmi sull'evolversi della situazione sarò felice di ascoltarti. Ti auguro il meglio, un caro saluto
Credo tu sia una persona coraggiosa, perché hai scelto di passare da una situazione di comfort che però non ti faceva stare bene ad una situazione di non comfort dove non potevi ancora sapere come saresti stata. Il vantaggio dell'ignoto è che possiamo prendere in considerazione tutte le possibilità, quindi sia lo stare male ma anche lo stare bene. Da quello che scrivi credo che in queste tre settimane tu non sia stata bene, ma sono certa che hai fatto del tuo meglio per iniziare a capire come gestire questa nuova situazione. Ricontatta il coraggio di cui ti accennavo sopra: inizia a distinguere quali sono le cose che puoi controllare rispetto a quelle che invece non dipendono da te e che non puoi cambiare: ad esempio, se la comunicazione o i comportamenti della figura che ti forma ti creano disagio, hai provato a parlarne con chi di dovere? Non è detto che le persone con cui ti confronti ogni giorno capiscano il tuo punto di vista, perciò dai loro la possibilità di farlo. Sono sicura che quello che emergerà ti sarà di aiuto per capire come continuare in questa nuova avventura.
Meriti di stare bene in questo nuovo ambiente di lavoro ed è giusto nei tuoi confronti cercare di fare quello che serve per cominciare a stare bene.
Se te la senti di aggiornarmi sull'evolversi della situazione sarò felice di ascoltarti. Ti auguro il meglio, un caro saluto
Capisco quanto possa essere difficile affrontare una transizione professionale come quella che stai vivendo. Cambiare lavoro e adattarsi a un nuovo ambiente porta inevitabilmente con sé ansia e insicurezza, soprattutto quando ci si sente sotto pressione e si commettono errori. È importante essere gentile con te stessa e riconoscere che gli errori fanno parte del processo di apprendimento. Ogni passo, anche piccolo, è un progresso. Per gestire l'ansia, prova a concentrarti sul presente e a respirare profondamente nei momenti di stress, riconoscendo anche i successi quotidiani. In quanto alla socializzazione, non forzarti: prenditi il tempo per integrarti gradualmente. Se il ruolo o l'ambiente non ti soddisfano, riflettici su, ma non prendere decisioni affrettate. Con il tempo, acquisirai maggiore sicurezza e troverai il tuo equilibrio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lisa Lovati
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lisa Lovati
Buongiorno, intanto le faccio le congratulazioni per questo grande passo e cambiamento; non è mai facile dopo tanti anni intraprendere una nuova strada ma lei ce l'ha fatta! Dopo sole tre settimane, è normale non sentirsi ancora pienamente a proprio agio, ogni nuovo lavoro richiede tempo per ambientarsi. Magari quando entra in ufficio, provi a respirare lentamente, regolarizzando il respiro vedrà che gli stati di tensione un po' si allenteranno; non pretenda di fare tutto giusto al rpimo colpo, si dia tempo, sia tollerante con se stessa e si focalizzi su piccoli compiti gestibili. La cosa più importante è che quando si sente "stupida", come dice lei, provi a sostituire quel pensiero con uno più realistico e meno giudicante, come "Sto imparando, ed è normale avere difficoltà all'inizio." Per quanto riguarda i colleghi provi a interagire con loro chiedendo come è andato il fine settimana o magari se qualcuno ha figli ne approfitti per chiedere qualcosa di loro ma anche qui senza avere fretta. Se per caso tra qualche mese lei capisse che questo lavoro non le piace proprio o è poco stimolante può sempre guardarsi intorno per trovare qualcos'altro e soprattutto cercare di vedere questa esperienza come un ponte verso qualcosa di migliore, non come una condanna per tutta la vita. Tutte le esperienze che facciamo ci sono utili e ci arricchiscono.
Buongiorno, mi dispiace molto per il momento che sta attraversando. Cambiare lavoro, anche quando è un desiderio a lungo coltivato, può essere incredibilmente stressante e carico di aspettative. È normale che, di fronte a una nuova realtà, possa sentirsi sopraffatta e in difficoltà, ma le assicuro che non è sola in questo. Molte persone si trovano a vivere sensazioni simili di ansia e inadeguatezza quando affrontano cambiamenti significativi. L'ansia che descrive, così come la sensazione di non essere all'altezza, potrebbe essere legata a pensieri negativi automatici che si attivano nelle situazioni di stress. Per esempio, pensieri del tipo "non ce la farò", "sono stupida" o "commetto troppi errori" possono diventare così potenti da influenzare il suo comportamento e la sua capacità di affrontare le sfide. Questi pensieri non rispecchiano la realtà, ma la fanno sentire bloccata. Un primo passo potrebbe essere quello di riconoscerli e iniziare a metterli in discussione, chiedendosi: "C'è davvero una prova che io sia stupida? O è solo un'interpretazione data dalla mia ansia?". Un'altra strategia importante è quella di prendersi il tempo per spezzare il ciclo dell'ansia da prestazione. Questo può includere tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, che può essere usata ogni volta che entra in ufficio o sente crescere la tensione. Anche fare pause brevi ma regolari durante il lavoro, magari per allontanarsi dalla scrivania e rinfrescare la mente, può aiutare a ridurre la pressione. Per quanto riguarda gli errori, è importante ricordare che fanno parte del processo di apprendimento. Nessuno padroneggia un nuovo lavoro in poche settimane, e il fatto che stia imparando significa che ha il coraggio di mettersi in gioco. Forse potrebbe provare a cambiare prospettiva, vedendo gli errori non come fallimenti, ma come opportunità di crescita. Potrebbe anche essere utile chiedere alla persona che la sta formando un feedback specifico e costruttivo: sapere esattamente cosa si aspetta e su quali aspetti può concentrarsi le darà una maggiore chiarezza e sicurezza. Sul fronte della socializzazione, può iniziare con piccoli passi: un sorriso, una domanda semplice per conoscere meglio i colleghi, o un’offerta di aiuto su qualcosa di pratico. Spesso i rapporti si costruiscono lentamente, e non deve sentirsi obbligata a fare tutto subito. Darsi il permesso di andare per gradi è un atto di gentilezza verso sé stessa. Infine, potrebbe esserle utile lavorare sulla gestione delle aspettative che ha verso sé stessa. Sta affrontando una fase nuova e impegnativa, e va bene sentirsi spaesata. Darsi il tempo di adattarsi è fondamentale. Se l’ansia continua a essere troppo pesante, valutare un supporto psicologico potrebbe aiutarla a sviluppare strategie personalizzate per affrontare queste difficoltà e ritrovare il senso di equilibrio che merita. Lei ha già fatto un grande passo riconoscendo il problema e cercando delle soluzioni, e questo è un segno di forza. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Posso capire la difficoltà del momento che sta attraversando. La transizione da un lavoro precedente, che conosceva bene, a uno che risulta più complesso e difficile, può essere molto stressante, soprattutto quando si sente sotto pressione e incapace di adattarsi rapidamente. La sensazione di "non essere all'altezza" che descrive è una reazione comune in situazioni simili, ma non deve definire la sua capacità o il suo valore.
Per affrontare l'ansia da prestazione, è importante cercare di vedere gli errori come opportunità di crescita, piuttosto che come fallimenti, e prendersi il tempo per comprendere meglio le nuove mansioni.
Per quanto riguarda la socializzazione, provi ad approcciare i suoi colleghi in modo graduale, partendo da piccole conversazioni informali, senza forzarsi troppo, cercando di costruire lentamente la sua rete sociale.
Le consiglio di parlare con un professionista, per esplorare più a fondo le sue difficoltà emotive e lavorative e per ricevere un supporto adeguato nella gestione dell'ansia e nel recupero della fiducia in sé stessa. Con il giusto supporto, può trovare un equilibrio tra la sua vita professionale e personale e recuperare il benessere che merita.
Per affrontare l'ansia da prestazione, è importante cercare di vedere gli errori come opportunità di crescita, piuttosto che come fallimenti, e prendersi il tempo per comprendere meglio le nuove mansioni.
Per quanto riguarda la socializzazione, provi ad approcciare i suoi colleghi in modo graduale, partendo da piccole conversazioni informali, senza forzarsi troppo, cercando di costruire lentamente la sua rete sociale.
Le consiglio di parlare con un professionista, per esplorare più a fondo le sue difficoltà emotive e lavorative e per ricevere un supporto adeguato nella gestione dell'ansia e nel recupero della fiducia in sé stessa. Con il giusto supporto, può trovare un equilibrio tra la sua vita professionale e personale e recuperare il benessere che merita.
Gentile utente, il suo malessere è assolutamente comprensibile e legittimo. Molte cose stanno accadendo e sono accadute nella sua vita. Lei ci/si pone diverse domande. Non so se esista una risposta perfetta. Per quanto concerne l'ansia anticipatoria che sente prima di andare a lavoro e l'ansia da prestazione e di commettere errori che sente ogni giorno. Potrebbe iniziare a fare qualche esercizio di rilassamento e respirazione lente e diaframmatica (queste tecniche sono molto utili in momenti di attivazione emotiva intensa), tuttavia credo possa essere a sua volta importante capire da dove nasce quest'ansia e questo malessere. Trattare solo il sintomo potrebbe essere un lavoro solo parziale. Per rispondere alla domanda sulla socializzazione, non conoscendo cosa le sta impedendo di creare un legame, mi sento di dirle che non è mai facile inserirsi in un nuovo contesto. Darsi un po di tempo, mostrarsi sè stessi, provare ad avere dei piccoli avvicinamenti con colleghe o colleghi con cui sente un'affinità elettiva e di sensazioni potrebbero essere piccoli passi verso l'inswrimento nel nuovo gruppo.
Sia dia del tempo, immagino che avere pazienza e tollerare non sia sempre facile, anzi alle volte può essere molto doloroso. Ma dandosi un po di tempo si possono vedere le cose in modo diverso.
Inoltre, ultimo ma non per importanza, se sente che questo malessere la stia fortemente invalidando nella sua vita quotidiana, potrebbe valutare di rivolgersi ad un professionista che la possa aiutare in questo momento così delicato. Rimango a sua disposizione. Cordiali saluti Dott.ssa Alessia D'angelo
Sia dia del tempo, immagino che avere pazienza e tollerare non sia sempre facile, anzi alle volte può essere molto doloroso. Ma dandosi un po di tempo si possono vedere le cose in modo diverso.
Inoltre, ultimo ma non per importanza, se sente che questo malessere la stia fortemente invalidando nella sua vita quotidiana, potrebbe valutare di rivolgersi ad un professionista che la possa aiutare in questo momento così delicato. Rimango a sua disposizione. Cordiali saluti Dott.ssa Alessia D'angelo
Gentile utente, il suo messaggio mette in luce una profonda frustrazione rispetto alla transizione professionale, un cambiamento che avrebbe dovuto portarle soddisfazione e libertà, ma che al contrario le genera ansia e insicurezza. È comprensibile che, dopo anni di esperienza in un lavoro familiare, affrontare una nuova realtà lavorativa possa sembrare opprimente. L'ansia da prestazione che descrive è spesso amplificata dalla pressione interna e dalla percezione di non essere all'altezza, portandola a commettere errori e a sentirsi sopraffatta. Questo ciclo può essere difficile da rompere, specialmente se si sente costretta a dimostrare immediatamente le proprie capacità. Potrebbe essere utile adottare alcune strategie per gestire l'ansia, come la respirazione profonda o brevi pause durante la giornata. Inoltre, provare a stabilire gradualmente rapporti con i colleghi, iniziando con conversazioni informali e partecipando a momenti di socializzazione nel contesto lavorativo, potrebbe contribuire a migliorare il suo benessere emotivo. Ricordarsi che è normale avere bisogno di tempo per adattarsi e che tutti commettono errori può anche alleviare parte della pressione che sente. Se desidera ricevere supporto e strategie più specifiche per affrontare questa fase di transizione, non esiti a contattarmi.
Troverà uno spazio di profondo ascolto e sostegno senza giudizio.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Troverà uno spazio di profondo ascolto e sostegno senza giudizio.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Buonasera, da come lei descrive il fatto sembra che abbia fatto un salto di qualità che lei sognava. Ma forse non totalmente. Sembrerebbe che ci sia un conflitto di autostima. Sarebbe utile e necessario a mio parere intraprendere un percorso psicologico per capire da dove deriva questa insicurezza.
Dott Francesca Romana Casinghini
Dott Francesca Romana Casinghini
Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per trovare le giuste strategie che possono aiutarla.
Se dovesse decidere di intraprendere un percorso psicologico, sarei felice di accompagnarla.
Per dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Se dovesse decidere di intraprendere un percorso psicologico, sarei felice di accompagnarla.
Per dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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