Buongiorno,ho 33 anni, io e il mio compagno siamo insieme da quasi 3 anni. Vorrei sapere da voi se è

22 risposte
Buongiorno,ho 33 anni, io e il mio compagno siamo insieme da quasi 3 anni. Vorrei sapere da voi se è possibile che sia affetto dal disturbo narcisistico. Ho letto su internet le caratteristiche ma lo riconosco solo in alcuni punti. Lui pensa di aver ragione su tutto o quasi ed è un tipo molto preciso soprattutto in casa. Io in casa non sono un tipa precisissima, che per me non vuol dire essere disordinati o lasciare casa sporca, ma semplicemente se la mattina non voglio piegare il pigiama non lo faccio, mentre, precisa lo sono sul lavoro. Comunque magari prima se la prendeva su alcune cose (ad esempio se non chiudevo le confezioni di bagnoschiuma) anche se ora non lo fa più. A volte però non comprende il mio punto di vista, crede di avere sempre ragione riguardo tutti. Se qualcuno ha atteggiamenti scorretti nei suoi confronti ci resta male se è una persona vicina e fa finta di nulla, mentre, se la prende se è un estraneo. Quando litighiamo se è a causa sua mi chiede scusa ma non so se lo pensa davvero dato che poi continua a non comprendere il mio punto di vista. A volte parla da solo e dice che lo fa perché si sente più sicuro di sè oppure ripete dei film che ha visto o fa commenti ad alta voce ma non ho dato particolarmente peso a questa cosa. Devo? A parte questo nella vita di tutti i giorni lavora, mi aiuta in casa, mi prepara ogni mattina la colazione e spesso cucina lui, mi paga gli studi all'università, mi sostiene nelle scelte. Per questo vorrei capire se è affetto da disturbo narcisistico, da qualsiasi disturbo o se è semplicemente il suo carattere. Perché ci sono volte in cui vorrei non averlo conosciuto. Sia chiaro che io non voglio "salvare" nessuno. Non è una relazione da adolescenti. E sto bene da sola...ho vissuto tanti anni sola e per me è anche un po' difficile abituarmi a dividere gli spazi, la quotidianità con un'altra persona h24.
Vi ringrazio
Cordiali saluti
Buongiorno,
premetto che non è possibile effettuare alcun tipo di diagnosi senza una raccolta di informazioni approfondita e con il diretto interessato. Forse, però, il problema non sta tanto nel definire quanto le caratteristiche del suo compagno siano o meno patologiche, ma nella disturbo che provocano in lei. Infatti, se anche fossero semplici e fisiologici tratti caratteriali, le causerebbero minor fastidio o sofferenza? Credo, infine, che debba accogliere ed ascoltare maggiormente la fatica che sente dentro di sé nel vivere questa situazione, riflettendo su di essa.
Cordiali saluti
Manuela Aloni

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Buon pomeriggio, come la collega concordo nel fatto che non si può effettuare una diagnosi senza informazioni dettagliate e senza avere avuto dei colloqui con il diretto interessato. Per come lavoro io inoltre piuttosto che la diagnosi da manuale mi interessa come e dove i caratteri e la storia di entrambi si incontrano e scontrano, i momenti in cui accade e le conseguenze che hanno sulla relazione di coppia. Quello su cui può riflettere è il perché in questo momento il carattere del suo compagno comincia a starle stretto e ha sentito il bisogno di parlarne con dei professionisti, quali sono le aree di conflittualità maggiori, quali sono adesso i suoi bisogni? L’aiuto di un professionista sarebbe utile per comprendere a fondo la sua sofferenza, trovare i nessi della sua difficoltà con la sua storia, comprendere meglio le dinamiche relazionali del suo rapporto. Cordiali saluti, Dott.ssa Alessia Beni
Buonasera, non è possibile fare una diagnosi senza il consenso della persona e senza aver effettuato dei colloqui con lei. Al di là di questo la invito a soffermarsi sull'impatto che il comportamento del suo compagno ha su di lei? Che tipo di relazione avete? Da quello che scrive sembra più una relazione basata sull' accudimento da parte di lui ( le cucina, le paga gli studi, ecc), ci sono altre cose che caratterizzano la vostra relazione? Se la situazione che descrive dovesse aumentare i suoi dubbi o crearle dei sintomi la invito a rivolgersi ad uno psicoterapeuta che potrà aiutarla a comprendere le dinamiche relazionali tra lei ed il su compagno. Di solito nelle relazioni sentimentali si ripetono le stesse dinamiche sperimentate nelle prime relazioni di attaccamento. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Concordo coi colleghi che il problema non sta nel fare diagnosi al suo compagno, diagnosi che in ogni caso non è deontologico valutare da ciò che lei riferisce. Il problema vero é il vs rapporto a lei crea un grande fastidio e non è evidentemente soddisfacente. Al suo posto lavorerei su questo magari con l'aiuto di un terapeuta. Cordialmente, dr.ssa Benvenuti
Buonasera,
Concordo con i colleghi nel dirle che non è possibile fare una diagnosi se non si sono tenuti colloqui con la persona interessata.
Inoltre da quello che scrive mi colpisce la sua voglia di ricevere risposte riguardo il suo compagno e la relazione che ha con lui, descrivendo sia le caratteristiche di lui che le proprie riguardo il vostro rapporto e la vostra quotidianità. Sarebbe interessante scoprire cosa questo significa per lei in questo momento della sua vita. Se ne sente la necessità può rivolgersi ad uno psicoterapeuta per approfondire i suoi vissuti e cercare di dare risposta ai suoi interrogativi.
Un cordiale saluto. MF
Gentile utente dalle sue parole ciò che emerge, a mio parere, è una difficoltà a vivere questo rapporto. A causare ciò
non è il presunto disturbo del suo compagno ma qualcosa che appartiene esclusivamente a Lei.
Perché si vuole costringere a vivere un rapporto che in realtà dice di non volere? Inizi a cercare di rispondere a tutto ciò che sembra porre in lei delle questioni. Solo lei ha le risposte lì cerchi, magari all'interno di un percorso di psicoterapia.
Dott. ssa Di Mauro Grazia Maria

Cara utente, mi pare di capire che lei osserva e descrive aspetti del carattere del suo compagno che non le piacciono e vorrebbe sapere se si tratta di qualcosa di patologico; vorrebbe avere un'etichetta che possa farle capire cosa la aspetta in futuro, se la sua scelta è giusta oppure no. Non c'è modo di definire il suo ragazzo se non portandolo ad un consulto psicologico più di una volta e fare una valutazione. In realtà ciò che lei dovrebbe chiedersi è quanto sta bene, quanto la soddisfa stare insieme a lui. Capisco che la perfezione non esiste e forse si chiede anche qual è il limite oltre il quale non tollerare, ma tutto parte da lei stessa. Cerchi di ascoltare il suo cuore, a maggior ragione se sa stare da sola.
Buon tutto!
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Utente, lo spazio in cui ci scrive non consente di formulare una diagnosi, sono troppe le informazioni che mancano. Per voler soddisfare la sua curiosità, in base a quello che racconta le caratteristiche di estrema precisione e puntigliosità non sono in linea teorica tipiche del narcisismo, ma servirebbe un’analisi approfondita della persona interessata che però qui non può avvenire. Ciò su cui abbiamo potere è l’impatto che questi aspetti di funzionamento hanno su di lei, che accanto al desiderio (occasionale) di non averlo conosciuto e al sentirsi limitata negli spazi dalla convivenza, solleva più di un interrogativo al quale dare risposta. In altre parole, non è centrale la sua domanda, quanto comprendere l’esigenza che l’ha mossa. Consideri eventualmente la possibilità di ritagliarsi uno spazio di riflessione in cui approfondire questi temi. Un caro saluto
Buongiorno, mi focalizzerei sui suoi sentimenti e vissuti all'interno della relazione con il suo fidanzato. Provi a chiedersi cosa prova per quest'uomo e come la fa sentire stare insieme. Cerchi di entrare in contatto con le sue emozioni e a cambiare prospettiva centrandosi su se stessa e vedrà che cambierà il suo modo di approcciarsi alla situazione che sta vivendo.
Cordialmente, dott.ssa Cristina Polizzi
Buongiorno, come hanno anticipato i miei colleghi, produrre una diagnosi è un processo molto articolato che richiede una serie di condizioni e una specifica professionalità. Detto questo una diagnosi, in ogni caso, non esaurisce il quadro molto più complesso che è quello dell'individuo e del suo mondo interno che presenta una infinità di possibilità, risorse, sfumature che lo rendono sempre e comunque unico. Mi soffermerei molto di più sulle sue considerazioni finali, sulla solitudine, sulla "difficoltà" a condividere. Partire da se stessi è sempre l'approccio migliore. SAluti,
Dott.ssa Genitore
Gentilissima, concordo con i miei colleghi che sia impossibile fare una diagnosi su cose riferire e senza un colloquio approfondito. La cosa importante è capire come lei percepisca gli atteggiamenti del suo compagno e come permetta di condizionare la sua vita. Sarebbe interessante lavorare su di lei per dare risposte a tutte le domande che si sta facendo. Inizi da sé, è sempre e per certo il punto di partenza più opportuno. Per qualsiasi cosa sono a sua disposizione. Un caro saluto

Dott.ssa Pizzini
Buongiorno, mi capita spesso di conoscere in studio persone che si interrogano sui compagni/compagne, sugli aspetti caratteriali, sui comportamenti, sui sentimenti. Quello poi che ben presto diventa target del lavoro insieme è ripercorrere la storia di vita del paziente, temi dolorosi, piccoli e grandi e andare a identificare per quali motivi ci attiviamo e proviamo disagi. Il mio obiettivo solitamente è ridare consapevolezza e controllo al paziente. Normalizzando la persona poi riesce a vedere in una luce differente il compagno, se stessa, la coppia e arriva a un buon equilibrio. Le consiglio un percorso terapeutico o anche solo una breve consulenza per una maggior conoscenza di se stessa. Cordiali saluti Dot.ssa Messori.
Salve, non ritengo opportuno effettuare una qual si voglia diagnosi online, ancor di più sulla base di interpretazioni dell’altro e non direttamente del paziente! Detto ció la invito a domandarsi se, nonostante tutti questi atteggiamenti del suo compagno, lei vuole continuare a vivere con lui o meno. A volte affibbiare una diagnosi all’altro serve solo per giustificare la nostra voglia di allontanarci da lui... ma di sicuro questo non è il suo caso. Le faccio un gran in bocca al lupo non sul versante di comprendere la patologia dell’altro, ma sul centrarsi sui suoi sentimenti!
Gentilissima, per fare una diagnosi corretta è necessario raccogliere informazioni più approfondite e fare un colloquio con la persona interessata. Forse le sarebbe più utile interrogare se stessa e chiedersi: come la fanno sentire alcuni tratti del carattere del suo fidanzato? come sta vivendo questa relazione? Forse riflettere su questi aspetti all’interno di un percorso psicologico, può aiutarla a fare chiarezza sulla sua situazione sentimentale.
Cordiali saluti, dott.ssa Irene Capello
Buongiorno. Sono d'accordo con i colleghi nello sconsigliare e scoraggiare diagnosi troppo semplicistiche. Detto questo é più importante al momento interrogarsi rispetto al vostro rapporto, cosa comporta in termini di disagio personale. Si interroghi su questo e senta, eventualmente, il parere di uno specialista.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Gentile utente, concordo con ciò che hanno scritto i colleghi, le consiglio inoltre di prendere in considerazione la possibilità di coinvolgere il suo compagno nei suoi dubbi proponendo un percorso di psicoterapia di coppia nel qualche potreste affrontare insieme le dinamiche da lei descritte con il supporto di un professionista.
Gentile utente, come vedo le hanno già scritto altri colleghi non è possibile fare diagnosi senza avere informazioni più approfondite sulla persona e sopratutto dalla persona. Tuttavia mi colpisce la sua necessità di trovare una diagnosi al comportamento del suo compagno, in che modo questo potrebbe esserle utile? A mio parere ciò di cui ha parlato potrebbe essere affrontato con due focus differenti, uno sulla coppia e l'altro su di lei. La invito a riflettere su quale dei due è prioritario intervenire, tenendo conto del fatto che sono strettamente collegati, e eventualmente coinvolgere il suo compagno.
Saluti, d.ssa Pamela Arrais
Buongiorno, il Disturbo di Personalità Narcisistico è un problema molto grave, per diagnosticare il quale è necessario basarsi su un'attenta osservazione psicologica, che sicuramente richiede diversi incontri.
Detto questo, è importante, in ogni relazione di coppia, riuscire a trovare alfabeti compatibili, che permettano alle due persone coinvolte di gestire e beneficiare, tra gli altri, dell'aspetto legato alla quotidianità. Potrebbe essere indicatissimo un percorso di coppia, non tanto per fare diagnosi, quanto per comprendere bisogni e modalità di se stessi e dell'altro, riuscendo così infine ad esprimersi nella coppia in modo appagante e produttivo.
Un caro saluto
Guido Rutili
Gentilissima utente, La ringrazio per la fiducia dimostrata verso questo servizio, e per la Sua apertura nel parlare di ciò che le sta a cuore in questo momento della sua vita.
Mi ha colpito la Sua frase, quando dice "Ci sono volte in cui vorrei non averlo mai conosciuto". Questa frase ha risuonato in me, in modo molto potente. Sento nella sua affermazione un'inesorabilità...come il senso di un soffocamento provocato da qualcosa da cui è difficile uscire. La disponibilità offerta a lei dal compagno accudente fino al punto da offrirle il pagamento degli studi, sembra avere un forte impatto dentro di lei...come un prezzo emotivo da dover pagare. Mi piacerebbe approfondire tutti gli elementi mancanti che ovviamente non possono essere presenti in un così breve spazio.
La cosa che mi sento di dirle, come se la dicessi a me stessa è: si ascolti. Soprattutto nei momenti in cui si dice che sarebbe stato meglio non aver conosciuto il suo compagno. Si interroghi sul perché; e sul perché sta andando avanti con lui; sui veri motivi che la tengono legata a lui.
Le auguro il meglio. Un sincero abbraccio!
Anna Grazia Carnovali
Salve, in questo modo non è possibile fare alcun tipo di diagnosi.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per schiarirsi le idee, vedrà che in questo modo avrà le risposta che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Condivido il parere dei colleghi affermando che sarebbe consigliabile approfondire la sua opinione del rapporto e sarebbe auspicabile parlarne con uno specialista.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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