Buongiorno, ho 31 anni, sono una donna e da circa 10 anni soffro di disturbo di ansia con periodi al

19 risposte
Buongiorno, ho 31 anni, sono una donna e da circa 10 anni soffro di disturbo di ansia con periodi alternati. Da 4 anni ho iniziato una psicoterapia, ma è da 1 anno circa che sono arrivata a capire il perché della mia ansia. A 18 ho lasciato casa e mi sono trasferita all'estero, lasciando tutta la famiglia. Infatti, poco prima di partire ho avuto il mio primo attacco di panico mentre stavo per addormentarmi. Da allora la mia vita non è più la stessa, vivo con la paura di poter morire per un attacco di cuore (i miei sintomi si concentrano quasi sempre a livello di cuore, tachicardia, dolore al petto ecc.).
Insieme alla mia terapeuta abbiamo capito che la mia ansia dipende da una forte simbiosi emotiva con la mia famiglia di origine, soprattutto con mia madre. In qualche modo cerco di stare male e di sentirmi in pericolo per sentirmi vicina a loro e per "tornare bambina" indifesa. È come se essere felice e spensierata senza di loro fosse un torto da parte mia... Sono felicemente sposata, vorrei crearmi una famiglia ma in queste condizioni non me la sento di diventare madre. Non mi sento autonoma, spesso ho paura di rimanere sola o di uscire senza nessuno.
La mia domanda è: avendo capito che di tratta di una simbiosi emotiva che ho praticamente dall'infanzia, sarà mai possibile "spezzarla"? Grazie a chi risponderà.
Buongiorno,
In generale la risposta é assolutamente sì, anzi, come le confermerà il professionista che l'ha in carico, l'essere consapevoli del problema che ci affligge è un primo passo fondamentale per riuscire a cambiare.
Vedrà che con la giusta motivazione riuscirà a stare meglio

In bocca al lupo
Dott. Giacomo Caiani

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Riguardo alla tua domanda se sia possibile "spezzare" la simbiosi emotiva con la tua famiglia di origine, dal punto di vista della psicologia e della psicoterapia, la risposta è che sicuramente è possibile costruire nuove modalità di relazione, sia con loro che con te stessa. Non so se "spezzando" il legame o se trasformandolo in un filo elastico che ti permette di allontanarti mantenendo comunque un collegamento, troverai con la tua psicoterapeuta la soluzione più adatta. Ad ogni modo la risposta resta: sì, è possibile.
In un'ottica interazionista, noi costruiamo continuamente la nostra realtà attraverso le interazioni con gli altri e con noi stessi. Questa prospettiva è confortante perché implicitamente ci dice che possiamo cambiare anche attraverso questi momenti di sofferenza.
Il fatto che tu abbia già maturato delle consapevolezze importanti è un ottimo punto di partenza. Ora si tratta di tradurre queste consapevolezze in azioni concrete nella tua vita quotidiana. Ad esempio, potresti lavorare con la tua terapeuta su come gestire i momenti di ansia senza ricadere in vecchi schemi, o su come coltivare la tua autonomia emotiva in piccoli passi.
Il cambiamento talora richiede tempo e pazienza. Celebra ogni piccolo progresso. L'importante è continuare ad andare nella direzione che desideri, un passo alla volta.
Interpreto la tua scelta di fare psicoterapia e anche questa stessa domanda pubblica come indicatori del coraggio di voler cambiare, di non voler rinunciare ai tuoi sogni, nonostante le difficoltà e le paure che ti insidiano. Segni di una grande forza interiore e determinazione che mi auguro continuerai a coltivare.
Un caro saluto, Emilio.
Generalizzando un po’: non e’ facile per nessuno passare dal ruolo di figlia/o dipendente a quello di genitore, o comunque persona adulta, con una personalita’ piu’ matura.
E’ un passaggio difficile, che puo’ generare paure e ansie. In questo caso specifico c’e’ da lavorarci, con pazienza e costanza. Il terapeuta rappresenta il ‘terzo’ e quindi crea lo spazio per uscire dallo stretto binomio madre-figlia.
Certo che la situazione migliorera’, a piccoli passi ritrovera’ se stessa come persona autonoma e costruira’ con sua madre una relazione piu’ utile e congrua; ma e’ un percorso lungo e tortuoso.
Buon lavoro!
Salve,

continui pure il percorso di psicoterapia intrapreso, vedrà che con il tempo la sua crescita personale le consentirà di vivere lo svincolo da casa come un processo naturale.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, se è riuscita a sfidarsi in modo così importante da vivere all'estero da tanti anni, ritengo sia ragionevole pensare che ha anche le risorse per vivere la sua vita senza i "sensi di colpa" cui lei sembra accennare quando parla di "torto". Lavorare sul perché ha sviluppato tale credenza e sul come disimpegnarsene potrebbe essere un ulteriore tassello da mettere nel puzzle della sua vita, per favorire un percorso di ulteriore realizzazione. Le faccio i miei auguri in tal senso, invitandola a parlare di tutto ciò che sente con la sua terapeuta.
Buon pomeriggio. è sempre possibile trasformarsi e "spezzare" catene viziose. sembrerebbe però di comprendere che non si sia trovato il filo virtuoso nella psicoterapia che permetta più che di comprendere le cause "emotive", di comprendere tanto la dinamica corporea attiva da sciogliere quanto la via virtuosa da perseguire.
buona giornata
Cara utente, avverto dei dubbi nella sua domanda e vorrei rassicurarla sul fatto che la psicoterapia serve proprio a innescare dei cambiamenti profondi nel modo di percepire e pensare se stessi, gli altri e il mondo. Questo solitamente genera dei cambiamenti nel modo di agire che sono più in linea con la persona e quanto le succede nel qui ed ora, anziché essere automatismi legati a situazioni passate.
"Spezzare la simbiosi" vuol dire proprio questo: dare voce alla propria parte più autentica in modo da poter vivere la vita con maggior pienezza, soddisfazione e gioia. Questo non significa cancellare delle parti di sé, ma arricchirsi di nuove in modo da poter scegliere come vivere, avendo a disposizione maggiori risorse per farlo. La sua parte bambina, per esempio, che in questo momento la tiene bloccata nel ruolo di figlia, potrebbe tornarle utile in futuro nel ruolo di madre nel momento in cui si vorrà "sintonizzare" con suo/sua figlio/a.
Il processo che porta a questo può essere lungo.
La comprensione razionale di ciò che la porta a determinati comportamenti è un passo fondamentale per poter cambiare ma non è l'unico.
Esponga i suoi dubbi con fiducia alla sua psicoterapeuta e troverete la via assieme.
La saluto caramente!
Buonasera, mentre leggevo il suo post mi sono soffermato sulla frase “in queste condizioni non me la sento.
Questa da parte sua è una grande consapevolezza ma si attiene al momento attuale, adesso non è pronta ma non è detto che non ci sia una versione futura di lei che lo sarà.
Continui a lavorare con la sua psicologa e cominci ad avere fiducia che il cambiamento è sempre possibile.
Buona sera, La ringrazio veramente per questa domanda molto utile.
Infatti Lei ha fatto già un bellissimo percorso verso la sua consapevolezza.. Adesso si tratta di fare una ristrutturazione come quella che prevede la terapia con il modello strutturale integrato. Cioè: riflettere sull'immagine Integrato che si ha di sé e quello che si ha dei genitori con tutti i pregi e i limiti. Quindi è importante abbandonare la idealizzazione e la demonizzazione allo stesso tempo per trovare un'immagine integrata di sé e dei genitori. Questo è importante per uscire da questo doppio legame e abbandonare la simbiosi. Solo così Lei sarà veramente capace di affrontare i problemi che sono poi adatti alla fase di vita in cui Lei attualmente si trova. Non sarà un percorso facile, ma vedo che Lei è già in una buona posizione di partenza.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
Salve. Come mai tra tante parole sceglie "spezzarla"? Probabilmente la bambina che è in lei cerca disperatamente qualcosa. Questo in qualche modo ha potuto vagliarlo di ragione. Tuttavia è difficile impedire questa ricerca perché con molta probabilità proseguirà finché non avrà trovato qualcosa di abbastanza soddisfacente. Se ora ha una "mappa" potrebbe valorizzarla, se lo vuole, per raggiungere quel qualcosa di cui parla. Quando lo avrà raggiunto non potrà più uscire senza nessuno, perché avrà trovato la sua stessa compagnia. Ma per raggiungerlo può far affidamento alla sua terapia. Cosa manca lì per cui chiede qui?
Comprendere l'origine della tua ansia e riconoscere la simbiosi emotiva con la tua famiglia è un passo estremamente importante. Sì, è possibile "spezzarla" o meglio trasformarla in un legame più sano e adulto, ma richiede tempo e lavoro su diversi fronti. La tua terapeuta può guidarti verso il rafforzamento dell’autonomia emotiva, lavorando su temi come il senso di colpa, la paura dell’abbandono e l’autosufficienza.

Potresti considerare un approccio come la psicoterapia breve strategica, che si concentra sul ridurre progressivamente i comportamenti e i pensieri che alimentano l’ansia, aiutandoti a sperimentare maggiore libertà emotiva e indipendenza. Inoltre, esercizi pratici per gestire l’ansia e affrontare gradualmente le situazioni temute possono accelerare il processo di trasformazione del legame familiare.
Buongiorno,
immagino che la sua famiglia d’origine sia stata iperprotettiva e questo le ha impedito di creare una consapevolezza e fiducia nelle sue capacità.
Ogni situazione che implica un cambiamento è accompagnato ad ansia, immagino per il peso delle responsabilità e la paura di non essere in grado di farcela.
L’ansia le impedisce di fare esperienze nuove desiderate (questo è l’aspetto che lei percepisce negativo dell’ansia) ma, al contempo, fa sì che lei resti in una condizione di iperprotezione e dipendenza che, in un certo modo, è rassicurante (questo è l’aspetto “vantaggioso” dell’ansia).
La comprensione di quello che accade è un primo passo fondamentale della terapia, dà senso a ciò che accade.
Il passo successivo consiste nel “costruire” o “rinforzare” quegli aspetti di sé che non sono stati pienamente “sviluppati” durante le fasi di crescita.
Nel suo caso va rinforzata la fiducia in se stessa: nella sue capacità e competenze, nel credere che è in grado di cavarsela anche nelle situazioni nuove esattamente come tutti gli altri, nel credere che qualsiasi errore possa fare non sarà mai così grave.
Quindi certo che sarà possibile spezzare questa simbiosi emotiva e lei potrà essere finalmente libera di vivere la sua vita.
Spero che questo avvenga il prima possibile.
Un caro saluto
Antonella Zangari
Buona sera, la ringrazio per aver scritto qui. Mi spiace per i suoi vissuti così pesanti, ha parlato con la sua terapeuta delle sua paura di non riuscire a migliorare la sua situazione? Naturalmente non è possibile fare dei pronostici ma sta facendo la cosa giusta per uscirne, ossia un lavoro psicoterapeutico.
Ha notato dei miglioramenti in questi 4 anni? Se è così non demorda. Se le cose non dovessero cambiare può anche pesare di chiudere l'attuale percorso e provare un terapeuta con una formazione diversa da quello attuale. Ci sono metodologie come l'EMDR che danno buoni risultati sui sintomi ansiosi e gli attacchi di panico. Se volesse ulteriori informazioni o rassicurazioni mi trova anche on line. Un grosso abbraccio
Buonasera, aver individuato il nocciolo del problema è il primo fondamentale passo verso il "cambiamento".
Con l'aiuto della terapeuta troverete insieme la strada per uscire da questa situazione che tanto l'affligge. Abbia fiducia!
Buongiorno, grazie per la condivisione.
Ha già fatto un grande lavoro identificando l'origine della sua ansia. Essere in sintonia con le sue emozioni e capire che c'è una connessione con la sua famiglia di origine, soprattutto con sua madre, dimostra grande autoconsapevolezza.
Il percorso per spezzare questa simbiosi emotiva è impegnativo, ma possibile. Continui a lavorare con la sua terapeuta, esplorando i modi per costruire la sua autonomia. Provi a trovare attività e interessi che le permettano di sentirsi indipendente e appagata.
Continuando a lavorare su se stessa e a cercare supporto, può certamente raggiungere un maggiore senso di autonomia e sicurezza.
Un saluto
Veronica Vanerio
Buongiorno e complimenti per questa presa di consapevolezza importante. Le simbiosi non sono facili da scovare e soprattutto ci vuole un super coraggio per dirsi "voglio spezzarla". Credo che già questo sia un inizio di lavoro di "affermazione" della tua persona e della tua autonomia. Continua così! E buon lavoro assieme alla tua terapeuta:)
Dott.ssa Verdiana Camerra
Gent.le paziente,
ha pensato di rivolgere il suo interrogativo al suo/alla sua terapeuta?sarebbe importante per la vostra alleanza terapeutica e rifletterei sul suo bisogno di ricercare una risposta l di fuori del suo contetso terapeutico.
Un cordiale saluto
Buon giorno. La simbiosi madre - figlio è uno stato primario della relazione, che deve essere spezzato, il più presto possibile attraverso un intervento dell'elemento paterno, che ha la funzione di tagliare il cordone ombelicale, e di allontanare dal seno. Naturalmente anche la madre deve avere questa funzione, separare, anzi lei per prima facilitare la separazione evitando un plus materno che intrappola il figlio, impedendo la sua piena e completa autonomia.
I sintomi che ha manifestato a 18 anni quando si trasferisce all'estero sono indicativi della presenza di ansia da separazione, che tuttavia, se pur con fatica lei ha realizzato attraverso il distacco dalla famiglia di origine. Io non credo che lei stia male perchè vuole tornare bambina, ma piuttosto perchè non riesce a diventare completamente adulta. E' significato che lei sia molto frenata sul tema della maternità e di una possibilità di avere un figlio.
Il suo lavoro dovrà concentrarsi proprio sul diventare adulta, autonoma, indipendente , capace di affrontare la vita e le avversità con le risorse interne.
La psicoterapia può esserle di grande aiuto se porta nella sua mente e nella sua vita elementi di paterno che separa dalla madre e facilità la crescita.
In assenza di questi elementi la relazione con il terapeuta sarà una nuova esperienza di plus materno che non solo non spezzerà la simbiosi , ma potrebbe addirittura rinforzarla. Cordialmente. Dott, Bruno Ramondetti
Gentile paziente, come Lei stesso ha scritto, durante il percorso di psicoterapia ha capito qual'è la causa del suo problema. adesso sicuramente vi andrete a concentrare sul come risolverlo, Le posso assicurare che può lavorare sul suo stato emotivo, e sul senso di colpa che la blocca dall'andare avanti nella sua vita e dal costruirsi una sua famiglia. Ne parli con il suo terapeuta.

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