Buongiorno, ho 25 anni e avrei bisogno di orientarmi nella scelta di uno psicoterapeuta perché sento
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Buongiorno, ho 25 anni e avrei bisogno di orientarmi nella scelta di uno psicoterapeuta perché sento di voler chiedere aiuto. Qui alcune informazioni sulla situazione: sono stata lasciata dopo 4 anni di relazione, il classico amore che svanisce perché tra le due persone si crea un distacco. Primo amore anche se in età non troppo immatura, persona davvero importante per me. Oltre al dolore per la separazione in sé, che già mi divora, si aggiungono rabbia e frustrazione nei miei stessi confronti, perché sono stati probabilmente molti miei comportamenti e sbagli a portare la situazione a questo punto.
Credo di soffrire a periodi di DOC (da contaminazione, ma in passato ho avuto un periodo particolare in cui avevo ansia per la relazione e non so se potesse rientrare nel DOC da relazione).
La rottura ha risvegliato la mia ansia, mi alzo con l'ansia, vado a letto con l'ansia. Sento di avere anche delle cose del passato di cui parlare per affrontarle meglio, e al tempo stesso non so cosa fare della mia vita nel futuro. Non ho idea della carriera da scegliere o che potrebbe darmi soddisfazione a lungo termine.
Se guardo al mio futuro, oggi, vorrei solo sparire.
Sono 10 giorni che non faccio altro che stare male, piangere, sentire questa morsa allo stomaco.
La mia domanda è: dato che mi ritrovo ad affrontare problematiche diverse, che magari richiedono anche approcci terapeutici diversi (so che per il DOC spesso non viene esplorato il pensiero, ma dato tutto il malessere che riguarda diverse aree della mia vita, non credo di poter ricondurre ogni singola preoccupazione o ansia al DOC). Come posso affrontare il DOC e allo stesso tempo tutte le altre problematiche, con lo stesso terapeuta, se magari di alcune cose sarebbe meglio parlare e invece per il DOC si preferisce non andare a scavare nel pensiero? Su che approccio terapeutico dovrei concentrarmi affinché io possa srotolare problematiche diverse e non avendo ancora diagnosi? Grazie
Credo di soffrire a periodi di DOC (da contaminazione, ma in passato ho avuto un periodo particolare in cui avevo ansia per la relazione e non so se potesse rientrare nel DOC da relazione).
La rottura ha risvegliato la mia ansia, mi alzo con l'ansia, vado a letto con l'ansia. Sento di avere anche delle cose del passato di cui parlare per affrontarle meglio, e al tempo stesso non so cosa fare della mia vita nel futuro. Non ho idea della carriera da scegliere o che potrebbe darmi soddisfazione a lungo termine.
Se guardo al mio futuro, oggi, vorrei solo sparire.
Sono 10 giorni che non faccio altro che stare male, piangere, sentire questa morsa allo stomaco.
La mia domanda è: dato che mi ritrovo ad affrontare problematiche diverse, che magari richiedono anche approcci terapeutici diversi (so che per il DOC spesso non viene esplorato il pensiero, ma dato tutto il malessere che riguarda diverse aree della mia vita, non credo di poter ricondurre ogni singola preoccupazione o ansia al DOC). Come posso affrontare il DOC e allo stesso tempo tutte le altre problematiche, con lo stesso terapeuta, se magari di alcune cose sarebbe meglio parlare e invece per il DOC si preferisce non andare a scavare nel pensiero? Su che approccio terapeutico dovrei concentrarmi affinché io possa srotolare problematiche diverse e non avendo ancora diagnosi? Grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Ciò che è cruciale nel trattamento del DOC è aiutare la persona ad accettare il rischio, tollerare l'incertezza e decatastrofizzare l'esperienza del senso di colpa.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Ciò che è cruciale nel trattamento del DOC è aiutare la persona ad accettare il rischio, tollerare l'incertezza e decatastrofizzare l'esperienza del senso di colpa.
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Salve, stia tranquilla, non esiste un approccio psicologico migliore di un altro. L'unica cosa che conta è che lei si senta a suo agio. Si fidi delle sue sensazioni per la scelta del professionista e intraprenda un percorso psicologico.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile utente, non si focalizzi troppo sull' approccio da scegliere, l'importante è che si senta a suo agio con il terapeuta. Dia fiducia a se stessa e al percorso psicoterapeutico che affronterà!
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Salve, le consiglio di effettuare una valutazione psicodiagnostica, poi è possibile trovare delle strategie per fronteggiare la situazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Gentile utente, I suoi sintomi sembrano più riconducibili a una condizione personologica che spiegherebbe molte cose. Sarebbe opportuno partire da una diagnosi precisa mediante colloqui e test psicodiagnostici e da questa decidere la tipologia di percorso psicoterapeutico.
Dott.ssa Silvana Zito
Dott.ssa Silvana Zito
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Salve. Mette in primo piano i sintomi e si è creata un pó di confusione pensando che debba affrontarli separatamente. Una buona psicoterapia si prende cura della persona con tutte le sue fragilità che si manifestano con varie sintomatologie. Nella mia lunga esperienza, solo comprendendo, accettando e dando spazio alle fragilità con tutti i sintomi che le manifestano, con i vissuti emotivi che le accompagnano , si può stimolare la fiducia in sé che permette di trasformare le fragilità in punti di forza, facendo perdere potere ai sintomi che le manifestano. Ogni sintomo va compreso, va inserito in un quadro globale e va chiarito a cosa può essere funzionale in quel particolare momento della vita, non va combattuto né gestito ma va integrato in modo da poterlo lasciare andare come un vestito che è stato molto utile in passato ma che non è più adatto per il futuro. Non si focalizzi sui sintomi ma su di sé come persona. Distinti saluti
Buongiorno. Credo che pensare di dividere le sue difficoltà in sintomi e problematiche da trattare separatamente e con diversi approcci rischi di complicare la sua scelta di affidarsi ad un/a professionista e di generarle un maggiore senso di ansia e di confusione. Lei è innanzitutto "una persona" che sta vivendo diverse difficoltà, ed a mio avviso, l'aspetto più importante da considerare, una volta deciso di voler intraprendere un percorso psicologico, è quello di scegliere un/a professionista al/lla quale sente di volersi affidare e con il/la quale poter costruire una buona relazione terapeutica (alleanza terapeutica), fattore cruciale rispetto all'efficacia della psicoterapia. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile utente di mio dottore,
In merito alla scelta di uno specialista, non è molto importante la metodologia di lavoro adottata da quest' ultimo, piuttosto che si senta a suo agio con lui; la chiave del benessere sta nella alleanza terapeutica, ossia nei sentimenti di fiducia che il paziente proietta sul proprio terapeuta Cordiali saluti. Dott. Diego Ferrara
In merito alla scelta di uno specialista, non è molto importante la metodologia di lavoro adottata da quest' ultimo, piuttosto che si senta a suo agio con lui; la chiave del benessere sta nella alleanza terapeutica, ossia nei sentimenti di fiducia che il paziente proietta sul proprio terapeuta Cordiali saluti. Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, i sintomi sono sempre collegati alla condizione emotiva sottostante. La condizione emotiva nasce dall'esperienza di vita del tutto personale. Nulla è separabile. Inizi con un terapeuta e da li comprenderà se va bene o no per lei. La diagnosi è solo un inquadramento generico eventualmente utile per il terapeuta ma non determina in alcun modo la scelta di una terapia piuttosto che un'altra o la sua efficacia.
E' il prendersi cura di se stessi all'interno di una alleanza terapeutica che genera possibilità di miglioramento.
Dott.ssa Camilla Ballerini
E' il prendersi cura di se stessi all'interno di una alleanza terapeutica che genera possibilità di miglioramento.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buonasera, il lavoro non è unicamente sui sintomi del DOC ,ma su di lei come persona e su ciò che ha generato questi sintomi.Non è fondamentale l orientamento del terapeuta ,quanto la validità ,la professionalità ,del terapeuta e in particolare la relazione di fiducia che è necessaria per un buon percorso psicoterapico.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Salve forse il sistema più semplice è quello di contattare un esperto e lavora con lui prima per capire la sua situazione e la portata del suo disagio e solo successivamente stabilire quelle che possono essere le eventuali o ulteriori attività. Sicuramente fra i professionisti che le hanno risposto può individuare un esperto che possa aiutarla in questo percorso. Un cordiale saluto
Buongiorno, è un momento delicato e importante, se sente la necessità di affidarsi a qualcuno per fare un percorso di terapia, scelga un terapeuta. Può cercarlo nel luogo dove vive o chiedere consiglio a qualcuno che magari le può dare un contatto. Sono molti i canali con cui informarsi e il suo intuito la aiuterà nella scelta. Poi può provare, vedere come va, se si trova a suo agio se sente che si crea una buona alleanza.. lo capirà da lei. Buona ricerca e buon inizio!
Buongiorno, le do il mio parere: DOC è un'etichetta, lei è una persona. Spesso le etichette ci portano a fraintendere le nostre stesse emozioni, e quando non capiamo cosa ci succede l'ansia è una delle risposte principali della nostra mente. Le suggerisco di iniziare un percorso, anche breve, con uno psicologo, se non altro per fare chiarezza sulle varie emozioni che sta vivendo in questo periodo.
Mi rendo disponibile, se vorrà, a lavorare con lei, anche online.
Dott. Mauro Pennisi
Mi rendo disponibile, se vorrà, a lavorare con lei, anche online.
Dott. Mauro Pennisi
Salve, le separazioni conseguenti alla fine di una relazione importante sono uno dei momenti più difficili da gestire emotivamente. L'autocommiserazione, riempirsi di sensi di colpa e responsabilità che spesso non si hanno, problemi legati all'ansia e umore basso sono " normali" durante quel periodo. Sia più gentile con se stessa e le consiglio vivamente di evitare autodiagnosi che comportano solo ulteriore confusione di cui lei non ha bisogno in questo momento. Le consiglio di contattare uno psicologo che la aiuterà a superare questo momento difficile e allo stesso tempo potrà verificare con lei se davvero esistono questi disturbi DOC di cui ci ha parlato. Non esiti per riacquistare velocemente la serenità che merita. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve ritengo utile informarla che molti terapeuti usano un approccio integrato che permette loro di prendere in carico diverse problematiche mettendo in campo gli strumenti più idonei alla situazione specifica e adattandoli via via all'andamento del percorso. Le consiglio di riflettere su alcuni parametri di massima su cui impostare la ricerca e solo successivamente basare la scelta come: terapia in presenza o online, terapeuta uomo o donna, servizio pubblico o privato, terapia individuale o di gruppo. Una volta che ha messo a fuoco questi aspetti potrà scremare, magari consultando le presentazioni sui siti dei diversi professionisti
Buongiorno
ti consiglio un approccio umanistico-esistenziale nel quale il terapeuta mette al centro la persona e non la sua diagnosi. Devi essere ascoltata, accolta e supportata per il tuo modo di essere, con le tue caratteristiche, i tuoi punti di forza e gli aspetti da migliorare o semplicemente accettare affinchè tu possa ritrovare il tuo equilibrio e la tua serenità
Se hai bisogno di ulteriori indicazioni non esitare a contattarmi, sarò lieta di esserci.
dott.ssa Letizia Muzi
ti consiglio un approccio umanistico-esistenziale nel quale il terapeuta mette al centro la persona e non la sua diagnosi. Devi essere ascoltata, accolta e supportata per il tuo modo di essere, con le tue caratteristiche, i tuoi punti di forza e gli aspetti da migliorare o semplicemente accettare affinchè tu possa ritrovare il tuo equilibrio e la tua serenità
Se hai bisogno di ulteriori indicazioni non esitare a contattarmi, sarò lieta di esserci.
dott.ssa Letizia Muzi
Buonasera, sembra che lei si percepisca "a pezzettini" e che il tema ricorrente siano le relazioni. Non è l'etichetta diagnostica che dà avvio al lavoro terapeutico. La sua richiesta non è lavorare su un sintomo, ma come lei stessa scrive, rielaborare elementi della sua storia. Il mio suggerimento è di scegliere un approccio di psicoterapia psicodinamica.
Spero di esserle stata utile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Spero di esserle stata utile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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