Buongiorno, Grazie tante a tutti i medici che hanno risposto alle mie precedenti domande, mi hanno
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Buongiorno,
Grazie tante a tutti i medici che hanno risposto alle mie precedenti domande, mi hanno chiarito meglio la cosa; vorrei porre le mie ultime domande:
Ho sentito che il DOC se non curato tempestivamente può cronicizzarsi, io anni fa l'ho avuto sotto un certo tema ed ora sotto un' altro tema, non sono mai andato da un dottore per curarmi, però in entrambi i casi con il passare del tempo la cosa invece che peggiorare e andata pian piano migliorando, è normale? O comunque è una cosa soggettiva che può cambiare da persona a persona, giusto?
Per la cura dei pensieri puramente ossessivi, cioè quelli che danno fastidio per il fatto stesso di averli pensati, è meglio andare da un psicologo clinico oppure da un psicoterapeuta cognitivo-comportamentale?
Cercando di estraniarmi dai miei pensieri, per dar meno importanza ai pensieri indesiderati, è successo che ora anche i pensieri che voglio pensare realmente, non riesco a connettermi perfettamente con essi, ad es. in tema religioso: penso che voglio pregare per una certa intenzione, però mi pare di non averci pensato realmente, ma era soltanto un pensiero; sembra una cosa assurda lo so... Anche questa è una cosa che è possibile curare, giusto?
Grazie tante in anticipo per le risposte!
Cordiali saluti
Grazie tante a tutti i medici che hanno risposto alle mie precedenti domande, mi hanno chiarito meglio la cosa; vorrei porre le mie ultime domande:
Ho sentito che il DOC se non curato tempestivamente può cronicizzarsi, io anni fa l'ho avuto sotto un certo tema ed ora sotto un' altro tema, non sono mai andato da un dottore per curarmi, però in entrambi i casi con il passare del tempo la cosa invece che peggiorare e andata pian piano migliorando, è normale? O comunque è una cosa soggettiva che può cambiare da persona a persona, giusto?
Per la cura dei pensieri puramente ossessivi, cioè quelli che danno fastidio per il fatto stesso di averli pensati, è meglio andare da un psicologo clinico oppure da un psicoterapeuta cognitivo-comportamentale?
Cercando di estraniarmi dai miei pensieri, per dar meno importanza ai pensieri indesiderati, è successo che ora anche i pensieri che voglio pensare realmente, non riesco a connettermi perfettamente con essi, ad es. in tema religioso: penso che voglio pregare per una certa intenzione, però mi pare di non averci pensato realmente, ma era soltanto un pensiero; sembra una cosa assurda lo so... Anche questa è una cosa che è possibile curare, giusto?
Grazie tante in anticipo per le risposte!
Cordiali saluti
Salve, al di là dell'approccio terapeutico ritengo utile che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i pensieri ossessivi onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Già tutte le domande che pone indicano Una tendenza al perfezionismo che, insieme alla responsabilità ipertrofica ed ha l'intolleranza verso l'incertezza, costituisce uno dei pilastri che tengono in piedi il Doc.
Più che all'approccio dunque si affidi a quelle che sono le sue sensazioni, al terapeuta che la metterà maggiormente a suo agio nel cercare di costruire una solida alleanza terapeutica, fondamentale per la buona riuscita della terapia.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Già tutte le domande che pone indicano Una tendenza al perfezionismo che, insieme alla responsabilità ipertrofica ed ha l'intolleranza verso l'incertezza, costituisce uno dei pilastri che tengono in piedi il Doc.
Più che all'approccio dunque si affidi a quelle che sono le sue sensazioni, al terapeuta che la metterà maggiormente a suo agio nel cercare di costruire una solida alleanza terapeutica, fondamentale per la buona riuscita della terapia.
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Salve, intanto grazie per la sua generosità della sua descrizione.
Dopo tanti anni potrebbe essere utile per lei rivolgersi ad un terapeuta clinico per potersi finalmente soffermare su di sé per poter stare meglio.
Per quanto riguarda l'approccio terapeutico, ognuno ha le sue caratteristiche ma tutti hanno lo stesso obiettivo, cioè quello di aiutare la persona a prendersi cura di sé. Per questo non le propongo un approccio piuttosto che un altro, la cosa importante è la relazione di fiducia e la professionalità del terapeuta.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Sono disponibile anche online .
Saluti
Dott.ssa Porcelli
Dopo tanti anni potrebbe essere utile per lei rivolgersi ad un terapeuta clinico per potersi finalmente soffermare su di sé per poter stare meglio.
Per quanto riguarda l'approccio terapeutico, ognuno ha le sue caratteristiche ma tutti hanno lo stesso obiettivo, cioè quello di aiutare la persona a prendersi cura di sé. Per questo non le propongo un approccio piuttosto che un altro, la cosa importante è la relazione di fiducia e la professionalità del terapeuta.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Sono disponibile anche online .
Saluti
Dott.ssa Porcelli
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, le difficoltà relazionali o i sintomi sono sempre collegati e nascono all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a. Se lo psicologo è anche psicoterapeuta significa che è specializzato nella cura delle psicopatologie. Il fatto che sia di un orientamento o un'altro ha importanza relativa.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, le difficoltà relazionali o i sintomi sono sempre collegati e nascono all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a. Se lo psicologo è anche psicoterapeuta significa che è specializzato nella cura delle psicopatologie. Il fatto che sia di un orientamento o un'altro ha importanza relativa.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve, l'inizio di un percorso terapeutico le sarà certamente d'aiuto per la riduzione del sintomo principale (pensieri ossessivi) e riuscirà a potenziare le sue risorse individuali, fondamentali per generalizzare il cambiamento anche al di fuori del setting terapeutico. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista perché sappiamo bene quanto la salute mentale sia importante come quella fisica e abbiamo il dovere verso noi stessi di stare bene. Spero che con il supporto di uno psicologo/psicoterapeuta avrà dei benefici e si sentirà meglio.
In bocca al lupo!
Per dubbi o domande sarà mia premura risponderle.
In bocca al lupo!
Per dubbi o domande sarà mia premura risponderle.
Salve, le consiglio vivamente di rivolgersi a uno psicologo per affrontare con decisione il suo disagio al fine di gestirlo e ottenere una qualità dellla vita decisamente migliore. La scelta deve essere guidata dalla preparazione del collega nel disturbo di cui ci parla. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, la ringrazio per averci nuovamente contattato, per comprendere meglio la sua storia e la sua sintomatologia sarebbe opportuna una buona psicodiagnosi al fine di individuare l'approccio teorico e tecnico più adatto a lei e alla sua sofferenza. Esistono, infatti, diverse scuole di pensiero oltre alla teoria cognitivo - comportamentale per la problematica che ci ha riportato. Resto a disposizione per una consulenza, Cordiali Saluti.
Buon pomeriggio. Il mio suggerimento è di esplorare ulteriormente le proprie domande direttamente attraverso un consulto con uno/a psicologo/a - psicoterapeuta, considerando come base per la scelta del professionista a cui rivolgersi innanzitutto il senso di fiducia, di affidabilità ecc. che sente verso quest'ultimo, aspetto molto importante e valido a prescindere dai diversi orientamenti terapeutici con il quale potrebbe intraprendere un percorso di psicoterapia efficace. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno, grazie per aver espresso i suoi dubbi. In generale, ogni forma di disagio psicologico può perpetuarsi o peggiorare se non adeguatamente affrontato. I segni e sintomi sono variabili ed è variabile la loro interferenza quindi è normale che in alcuni momenti della vita si facciano meno sentire, ma questo non significa che abbiamo imparato a riconoscerli e gestirli, e il rischio è che tornino ancora più forti. Per questo, quindi, il suggerimento è quello di rivolgersi a un professionista. In generale, chi ha la qualifica di psicoterapeuta ha effettuato oltre alla laurea e l'abilitazione alla professione di psicologo, anche un percorsi di 4 anni di specializzazione.
Rimango a disposizione e auguro una buona giornata
Dr. Luciano Niccolò
Rimango a disposizione e auguro una buona giornata
Dr. Luciano Niccolò
Il termine "psicologo clinico" è una definizione generica che non indica alcun orientamento tecnico specifico. Un orientamento cognitivo comportamentale può essere molto utile, nonchè indicato, per il sintomo descritto. Se volesse allargare l'ambito d'intervento o approfondire ad un'analisi più ampia della sua personalità potrebbe: a) andare bene lo stesso terapeuta, b) prediligere un approccio di tipo psicodinamico. Deve poter valutare se la figura che trova per occuparsi specificatamente del DOC possa poi allargare il focus.
Buongiorno ,la cura psicoterapica è di fondamentale importanza nel disturbo nevrotico del Doc .Non è così importante l orientamento del terapeuta quanto l esperienza e l alleanza terapeutica.Lei ha tanti dubbi ,che diventano alla lunga ostacolo per le sue scelte evolutive.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Buongiorno,
Il disturbo ossessivo-compulsivo è anche esso un disturbo d'ansia; in genere per i disturbi d'ansia è fondamentale un approccio di tipo integrato. La farmacoterapia, e la psicoterapia devono camminare di pari passo. Entrambe le cose, possono nel tempo migliorare la qualità della vita del paziente. La chiave del cambiamento sta tutta li. La psicoterapia è utile, al fine di poter guardare ad un benessere più a lungo termine. Il paziente attraverso un lavoro su di sè può meglio comprendere quando come e dove sono nati i suoi sintomi e cosa vogliono in qualche modo esprimere. Per quanto concerne i farmaci rappresentano un valido aiuto nelle fasi in cui la sintomatologia può apparire come troppo acuta al punto da non consentire al paziente di svolgere regolarmente le attività ordinarie. La figura più indicata per la somministrazione dei farmaci è quella dello psichiatra mentre per la psicoterapia quella dello psicoterapeuta. Dai disturbi d'ansia, in genere si guarisce. Nel caso avesse bisogno di approfondire il discorso non esiti a contattarmi in privato.
Cordiali saluti.
Dott Diego Ferrara
Il disturbo ossessivo-compulsivo è anche esso un disturbo d'ansia; in genere per i disturbi d'ansia è fondamentale un approccio di tipo integrato. La farmacoterapia, e la psicoterapia devono camminare di pari passo. Entrambe le cose, possono nel tempo migliorare la qualità della vita del paziente. La chiave del cambiamento sta tutta li. La psicoterapia è utile, al fine di poter guardare ad un benessere più a lungo termine. Il paziente attraverso un lavoro su di sè può meglio comprendere quando come e dove sono nati i suoi sintomi e cosa vogliono in qualche modo esprimere. Per quanto concerne i farmaci rappresentano un valido aiuto nelle fasi in cui la sintomatologia può apparire come troppo acuta al punto da non consentire al paziente di svolgere regolarmente le attività ordinarie. La figura più indicata per la somministrazione dei farmaci è quella dello psichiatra mentre per la psicoterapia quella dello psicoterapeuta. Dai disturbi d'ansia, in genere si guarisce. Nel caso avesse bisogno di approfondire il discorso non esiti a contattarmi in privato.
Cordiali saluti.
Dott Diego Ferrara
Buongiorno, grazie per aver esternato tali dubbi su questo portale. Nel leggere la domanda le suggerisco di chiedere una consulenza o valutazione per la sintomatologia da disturbo ossessivo compulsivo. Penso che solo una valutazione possa fare una “fotografia” della situazione per poi dare una restituzione di quello che è stato osservato dal professionista. Col tempo alcuni sintomi o comportamenti possono diventare più frequenti o intensi ma sono soggettivi da persona a persona. Possono esserci diversi temi o pensieri ossessivi, i quali possono avere delle priorità tra di loro che cambiano nel tempo o che magari stanno sotto un tema generale. Attraverso la valutazione di uno psicologo può avere un chiarimento rispetto a quanto chiede. La valutazione dei sintomi ossessivo compulsivi può essere fatta all’inizio di un percorso di psicoterapia o in un colloquio di valutazione diagnostica con uno psicologo clinico.
La terapia cognitivo comportamentale è il trattamento di elezione per il DOC. Le consiglio tra i terapeuti di orientamento cognitivo comportamentale di individuare chi si occupa di tale disturbo. Ci sono diversi centri in Italia che si occupano di trattamento individuale o a gruppo. Se ha piacere di un confronto per informazioni rimango a disposizione. Se preferisce cercare informazioni autonomamente può scrivere una mail alla sede Sitcc (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva) a lei più vicina o a cbt-italia. Saluti
La terapia cognitivo comportamentale è il trattamento di elezione per il DOC. Le consiglio tra i terapeuti di orientamento cognitivo comportamentale di individuare chi si occupa di tale disturbo. Ci sono diversi centri in Italia che si occupano di trattamento individuale o a gruppo. Se ha piacere di un confronto per informazioni rimango a disposizione. Se preferisce cercare informazioni autonomamente può scrivere una mail alla sede Sitcc (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva) a lei più vicina o a cbt-italia. Saluti
Buonasera, non è tanto il tipo di specializzazione quanto la relazione che lei potrà instaurare con il suo o la sua psicoterapeuta, per cui scelga la persona e intraprenda un percorso che potrà aiutarla nel rimuovere le"cause" delle sue difficoltà. Inoltre potrà valutare insieme allo specialista se sia il caso di affiancare anche una terapia farmacologica.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, un sintomo che spesso accompagna il DOC è appunto il porsi in maniera eccessiva e frequente svariati dubbi, come probabilmente le sta capitando a proposito del percorso terapeutico da intraprendere. Ritengo pertanto, come pure già suggeritole dai colleghi, che sia il caso che lei decida di iniziare un percorso psicoterapico. Infatti sarebbe un passo importante per lei prendere tale decisione, ormai senza tergiversare, poiché il continuare a porsi domande, a lungo andare può tradursi per l'appunto in un sintomo/resistenza nei confronti del suo percorso terapeutico e del relativo miglioramento della qualità della sua vita.
Cordialmente,
M.M.
Cordialmente,
M.M.
Gentile utente, in quanto alla prima domanda sul cronicizzarsi del disturbo, posso dire che in generale la psicopatologia prima si cura è meglio è. Anche se la paura e lo stigma della malattia mentale giocano contro. Non mi è chiaro come è giunto a questa diagnosi e se assume farmaci. Partirei (a meno che non sia stata fatta) da una diagnosi specialistica. Il DOC presenta ossessioni mentali e azioni (compulsioni). Le compulsioni hanno lo scopo di controllare l'ansia. L'atto stesso di pensare un pensiero e giudicarlo diventa un comportamento. Quindi è necessario intervenire sia a livello cognitivo sia comportamentale. E' noto che la terapia cognitivo comportamentale è il trattamento elettivo per questo disturbo. Si avvale anche di tecniche particolari come l'esposizione dal vivo e/o immaginativa, quando è necessario. Inoltre, Minfullness di gruppo da ottimi esiti nel trattamento del DOC. In quanto al professionista, le tecniche per affrontare questo disturbo sono iper-specialistiche e vanno oltre la formazione di base degli Psicoterapeuti. Saluti S. Zito
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IL PENSIERO RAPPRESENTA LA PRESENZA DEL NOI NELL’IO. NON C’E’ NULLA DI COSì SCANDALOSO NEL PORSI DOMANDE SULLA PROPRIA CONDIZIONE ESISTENZIALE. RIMUOVERE I PENSIERI SEMBRA ESSERE LA VIA PIU’ SEMPLICE MA NON LA Più EFFICACE .
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva con evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti, Dott.ssa Daniela Voza
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