Buongiorno gentili dottori, Voglio raccontarvi la mia storia che mi sta causando molto disagio e

16 risposte
Buongiorno gentili dottori,

Voglio raccontarvi la mia storia che mi sta causando molto disagio e temo che possa procedere verso scenari ancora più negativi.


Ad Aprile ho cambiato lavoro, sono passato da una multinazionale settore fashion alla concorrenza, con la speranza di trovare un luogo meno tossico.
Così purtroppo non è stato.
Anzi, senza essere troppo prolisso, ho trovato un ufficio con persone molto antipatiche, un capo che vuole fare il mio lavoro (di conseguenza ho poco da fare) e, in generale, un ambiente poco strutturato e confusionario.


Un mese fa ho iniziato un iter con un’azienda, piccola rispetto a dove sono ora ma siamo comunque sui 250 dipendenti e un fatturato poco inferiore ai 100mln.


Al primo colloquio mi fanno vedere già tutta l’azienda e poi, al secondo mi formulano un’offerta.
Numericamente parlando era migliorativa, anche se di poco, rispetto alla mia RAL attuale.
Il vantaggio principale, secondo me, sarebbe stata la vicinanza da casa (pochi km) e l’orario di 37, 5 ore settimanali, con l’uscita al venerdì alle 16.


Rifiuto la proposta nonostante stessi per accettare, perché attualmente sono in un posto veramente grande e riconosciuto a livello mondiale.
Ovviamente il CV ne guadagna, anche se a volte lo stress si fa sentire.

I giorni successivi al mio rifiuto però, sento come un senso di insoddisfazione e quindi li richiamo per sapere se era ancora aperta la posizione.
Mi dicono di sì, ritorno a colloquio, lo passo di nuovo, mi riformulano l’offerta.
C’è da dire che sin dal primo colloquio mi hanno fatto sentire super voluto, e che erano venuti incontro alle mie richieste senza problemi.


E sapete io cosa ho fatto?
Ho rifiutato di nuovo.
Non sono riuscito a dire di sì e a firmare la lettera, mi è preso come un senso di ansia e panico quando ho dovuto scegliere di nuovo.
Ho cominciato con l’iperventilazione e con la tachicardia, di conseguenza ho rifiutato.


Ora sono circa due settimane che ogni giorno che vado a lavoro, facendomi la mia mezz’ora di strada, ripenso che ho buttato via un’occasione d’oro per poter finalmente andare via da dove sono.

Questo sta seriamente influendo sulla mia salute mentale, di notte ho sempre scariche lungo le gambe, non dormo, sono agitato e giù di morale in maniera pesante.
Lo stanno notando tutti e nessuno riesce a svoltarmi, quindi di fatto sto facendo del male anche a chi mi vuole bene.


Provo moltissima vergogna di me stesso per aver buttato via un’opportunità e per aver fatto perdere del tempo a persone molto più professionali di me.
A lavoro, non faccio altro che pensare a quanto sono stupido.


Ho tanta paura per il mio futuro, per la prima volta nella vita mi sento davvero senza una via d’uscita, sono perennemente in angoscia.


Non so neanche cosa domandare, credo di essere prossimo o dentro all’esaurimento nervoso.
Cerco in qualche modo aiuto.


Grazie mille in anticipo.
Salve, ho letto il suo scritto e noto come questa situazione abbia posto la sua vita davanti ad una scelta (o in termini clinici ha posto la sua persona al confine con la sua attuale situazione già conosciuta priva di ansia anche se non soddisfacente, con una differente situazione che la fa avvicinare ad un vissuto ansioso). Penso si stia trovando nel suo percorso di vita al dover considerare se svoltare pagina e abbracciare anche nuove situazioni più ansiose e crescere psicologicamente per imparare nuove strategie e modalità per gestire la sua ansia. In aggiunta diventa importante lavorare maggiormente in uno stile di vita che la faccia stare più sul "qui ed ora" incanalando maggiormente le sue energie nel presente e accrescere al massimo le potenzialità che sicuramente ha ed ha maturato nel corso della sua vita. Rimango a disposizione con piacere qualora volesse approfondire tutto questo. Un cordiale saluto. dr Povolo

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Buongiorno,

Mi dispiace molto per la situazione difficile che sta vivendo. La sua esperienza riflette una pressione significativa sia a livello professionale che personale, e riconosco quanto possa essere travolgente affrontare decisioni di carriera importanti sotto tali circostanze. La sua storia evidenzia una serie di fattori stressanti che stanno influendo profondamente sulla sua salute mentale e sul suo benessere generale.

Il primo passo importante è riconoscere il peso di queste emozioni e non sottovalutare l’impatto che possono avere sulla sua vita quotidiana. È comprensibile che il cambiamento lavorativo e l’ambiente tossico possano portare a stati d’ansia e stress intensi. La sua risposta emotiva durante il processo di decisione lavorativa, con sintomi di panico come iperventilazione e tachicardia, segnala chiaramente un alto livello di disagio che merita attenzione.

Vorrei suggerirle alcune azioni che potrebbero aiutarla a gestire meglio questa situazione:

Parlare con un professionista: Consideri di consultare uno psicoterapeuta, preferibilmente uno specializzato in gestione dello stress e dell'ansia. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente efficace per questi disturbi. Il terapeuta può aiutarla a esplorare le sue emozioni, sviluppare strategie di coping e prendere decisioni più consapevoli.

Auto-riflessione guidata: Prendersi del tempo per riflettere in modo strutturato può essere utile. Provi a scrivere i pro e i contro delle sue opzioni di lavoro, non solo dal punto di vista professionale, ma anche personale. Avere una visione chiara dei suoi valori e priorità può aiutarla a prendere decisioni più allineate con ciò che desidera veramente.

Gestione dello stress: Implementare tecniche di rilassamento, come la meditazione, la respirazione profonda e l’esercizio fisico regolare, può aiutare a ridurre i sintomi fisici dell'ansia. Anche mantenere una routine stabile e prendersi cura del sonno è cruciale per il suo benessere.

Supporto sociale: Parli apertamente con le persone di fiducia nella sua vita. Condividere i suoi sentimenti e preoccupazioni può alleggerire il peso che sta portando e offrire nuove prospettive.

Valutazione delle opzioni lavorative: Se possibile, provi a lasciare aperte le linee di comunicazione con l'azienda che le aveva fatto l'offerta. Non è raro avere esitazioni e ripensamenti, e potrebbero esserci ancora opportunità di riconsiderare la proposta. Nel frattempo, consideri di cercare altre opportunità che potrebbero essere un buon compromesso tra stabilità professionale e personale.

È comprensibile sentirsi sopraffatti quando ci si trova di fronte a scelte importanti e cambiamenti significativi. Tuttavia, con il giusto supporto e strumenti adeguati, può navigare attraverso questa fase difficile e trovare un percorso che la conduca a una maggiore serenità e soddisfazione.

Se desidera ulteriori consigli o un supporto psicoterapeutico, sono disponibile come terapeuta per aiutarla a esplorare queste tematiche più a fondo e trovare strategie efficaci per affrontare l'ansia e lo stress che sta vivendo.

Cordiali saluti.
Carissimo,
nel leggere il suo racconto percepisco confusione e paura, che ritengo essere sentimenti comuni in un percorso di selezione; l'ignoto ci fa paura e la certezza, anche se stressante, ci rende sicuri.
Come lei stesso scrive l'azienda attuale è importante e come tale ci gratifica nel farne parte, anche se a caro prezzo evidentemente.
La nuova azienda invece, nonostante il clima accogliente, non l'ha convinta fino in fondo... qualsiasi sia il motivo questa è la sensazione che lei ha percepito quindi a mio parere ha fatto bene a seguire il suo istinto.
il consiglio che le posso dare io è di smetterla di incolparsi sulle scelte fatte ad oggi e di impegnare le sue energie in una ricerca attiva del nuovo lavori, quindi forza sfrutti il suo curriculum nella ricerca di un nuovo lavoro che la renderà più sereno e convinto che sia la scelta adeguata per sé stesso.
un abbraccio
Chiara Scotti
Buonasera, innanzitutto sono dispiaciuta per la situazione che sta vivendo perché capisco che possa essere molto frustrante e dolorosa per Lei.
Da ciò che racconta, nel momento in cui le si è prospettata l'occasione di "stare meglio" qualcosa dentro di lei ha opposto resistenza. Quando questo capita, spesso ci sono ragioni inconsce per le quali non è possibile percorrere la via che, sulla carta, produrrebbe un beneficio. Se fossimo in seduta, per iniziare, le chiederei di più sulla sua storia personale e se ci sono stati altri episodi in cui non è riuscito a fare ciò che poteva essere "meglio" per lei, inteso come più funzionale per il suo benessere psicofisico. Approfondirei poi le sue convinzioni sulla vita, sul lavoro e sul successo. Il mio punto di vista è che occorra comprendere bene l'intero quadro prima di poterci spingere ad interpretazioni sull'accaduto, così come un esclusivo lavoro sul sintomo non aiuterebbe a comprendere in profondità il suo funzionamento, frutto di un sistema di valori, certezze e paure che in modo consapevole e inconsapevole agisce sulle sue scelte e quindi sulla sua vita. Rimango disponibile ad approfondire. Saluti
Il nostro rapporto con il lavoro è spesso un rapporto complicato. in alcune fasi della vita il lavoro può prendere il sopravvento: le aspettative, il desiderio di "riuscire" professionalmente ci fanno perdere di vista noi stessi come persone. Credo che una consulenza psicologica possa aiutarla, darle la possibilità di confrontarsi per cercare un altro punto di osservazione rispetto alla vicenda di cui scrive.
Se nel luogo di lavoro in cui opera attualmente non ha soddisfazione personale e professionale continui a cercare alternative più gratificanti. Lasciare un posto di prestigio è difficile, ma è più difficile gestire l'insoddisfazione e i sensi di colpa che sta provando. Faccia un percorso terapeutico / psicologico per chiarire le dinamiche che l'hanno portata in questa situazione, le gioverà tantissimo, anche al fine di indirizzare le sue scelte in modo più funzionale al suo benessere.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
La storia che porta qui è ricca di spunti per indagini sul suo funzionamento che direziona le sue scelte.
Probabilmente non ha sentito un terreno sostenente per questo salto lavorativo, sulla carta migliorativo e se ne è preso tutte le responsabilità come denota il "senso di colpa".
Il nostro organismo tende ad un equilibrio omeostatico, quindi se ha optato per questa scelta è per difendere altre parti che magari ad oggi non avrebbero retto, la paura dell'ignoto e di fare la scelta sbagliata possono mettere davanti a quesiti più antichi.
Quindi se ha fatto questa scelta avrà le sue motivazioni, ora è il momento probabilmente di prendersi cura di come sta prima di ricercare un altra situazione, che potrebbe riconnetterla con queste sensazioni che ha ben descritto e che sta vivendo.
Con un professionista a facilitare questi processi, sono sicura riuscirà a trovare un senso e a dare dignità a questo momento che sta vivendo. Un caro saluto
Gentilissimo, ha detto bene.. ha perso un'opportunità, una delle tante opportunità! E' verosimile che qualora la sua attuale condizione lavorativa dovesse continuare a non soddisfarla pienamente e a rappresentare fonte di disagio per lei potrà ricercare e incontrare in futuro altre opportunità lavorative.
Tuttavia sarebbe molto utile per lei riflettere su quello che è accaduto. Comprenderne il significato alla luce del suo funzionamento psicologico.
Se ha rinunciato due volte a questa possibilità di cambiare lavoro evidentemente si sono attivate dentro di lei emozioni contrastanti (desiderio di cambiare ma anche paura nell'affrontare questa nuova situazione). Che cosa le faceva paura nello specifico? Cosa avrebbe significato per lei, cambiare lavoro? E' un evento isolato o ci sono state altre situazioni nella sua vita in cui ha avuto una reazione simile?

Concedendosi uno spazio di riflessione di questo tipo, avrebbe la possibilità di guardare sotto una luce diversa a questa situazione, comprendere nuovi aspetti di lei e approcciarsi diversamente a situazioni future. Cordialmente dott.ssa Rossella Valotta
Buongiorno e grazie per il suo scritto.
Credo si stia trovando ad un bivio della vita lavorativa ed anche personale dove sta interrogandosi sul da farsi e questo mette in conflitto: restare in una situazione tossica ma che aiuta il curriculum o cambiare e andare verso qualcosa di nuovo e che può spaventare.
Provi a prendere questo momento come occasione per provare a farsi qualche domanda su come si sente nell'una o nell'altra situazione cercando di sintonizzarsi veramente sulla parte sincera, autentica di sé.
Non è semplice e sicuramente l'aiuto di un terapeuta può essere utile per vedere meglio e da altre prospettive la situazione ma è comunque un momento importante della sua vita che necessita del tempo necessario per accogliere il malessere e trasformarlo in qualcosa di buono per sé stesso.
A disposizione
Dott.ssa Battarra
Gentilissimo, ciò che scrive è molto intenso e denota un buon contatto con la propria voce interiore, elemento non scontato. Nello stesso tempo, la sua scelta o "non-scelta" , probabilmente nasconde un conflitto interiore tra ciò che davvero vorrebbe fare e ciò che può essere più sicuro, più riconosciuto dal mondo esterno, più "ok" per tutti. Ma lei non è "tutti" e quindi ha delle sue esigenze , dei suoi bisogni, delle sue priorità ed un idea di vita tutta sua. Se tutto questo non viene assecondato si generano conflitti che possono manifestarsi con sintomatologia ansiosa come probabilmente ciò che sta accadendo a lei. Potrebbe essere importante un percorso terapeutico che la possa aiutare a centrarsi, a ricordarsi e sostenere i suoi bisogni, a valutare i pro e i contro della scelta filtrandoli da tutto il resto...anche perchè noi sappiamo sempre cosa è più giusto per noi, ognuno ha il proprio terapeuta interiore, ma ascoltarlo, per vari motivi, non è semplice, ancora più difficile..seguirlo.
Rifletta sulla possibilità di un percorso necessario soprattutto in riferimento ai fastidi che sta avvertendo.
Grazie
Gentilissimo,
il tema della scelta sta alla base della nostra vita proprio perché è da queste che dipende il nostro percorso , le nostre esperienze, le dinamiche relazionali e tutto quello che è dentro. Non esiste la scelta giusta o sbagliata, la più conveniente o la più semplice ma esiste una scelta a volte istintiva che fa parte di noi, del nostro modo di stare al mondo.
Credo che i sensi di colpa, l'angoscia per ciò che è stato possono diminuire solo conoscendo se stesso e accettando tutte le parti che lo compongono anche quelle che attualmente le piacciono meno
Cordiali saluti
Dott Aida Faraone
Salve, dal momento in cui ha scelto il curriculum anziché un lavoro più appagante sotto il profilo umano, allora mi viene da farle una domanda.
Nella sua sua esperienza personale e familiare non si è magari strutturata in qualche modo l’attitudine a scegliere l’immagine al posto della soddisfazione personale?
Fosse così la invito ad iniziare un percorso di psicoterapia che le faccia scoprire e riconoscere quelle parti di sé che potrebbero essersi sacrificate per lasciare spazio al riconoscimento sociale.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Credo che questa esperienza così faticosa le sia stata molto utile per prendere consapevolezza di un problema e chiedere aiuto. Ci sono dei nodi che ci impediscono di vivere pienamente la nostra vita e di affrontare i cambiamenti desiderati. Approfondire queste tematiche in un contesto psicoterapico le sarà molto utile. Le suggerisco un approccio diretto e breve attraverso l'ipnosi che offre la possibilità di aprire un dialogo diretto con il nostro inconscio e arrivare al cuore del problema più velocemente.
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Buongiorno! Trasmette molto bene l'angoscia che prova, sembra quasi essere l'unico aspetto di lei ad avere diritto di cittadinanza. Come può immaginare, è difficile e controproducente azzardare una qualsiasi ipotesi sulla difficile situazione che sta vivendo. Nonostante i limiti dello strumento, provo a condividere cosa mi ha fatto "sognare" con le sue parole. Si è spostato da una multinazionale all'altra, contesti di dimensioni significative sotto tutti i punti di vista, dove forse ha potuto anche godere della protezione offerta da una sorta di anonimato, dove lo sguardo dell'altro è meno minaccioso, perché la "famiglia" è numerosa. Poi arriva (o cerca) questa nuova possibilità e può sentire di essere desiderato. Si sente visto e così arriva il rifiuto, la paura, l'angoscia. Un'occasione (forse la prima?) di sperimentarsi come protagonista. Ma in qualche modo e in qualche dimensione profonda questa è una possibilità tanto desiderata quanto minacciosa. "Non so neanche cosa domandare"... A me sembra che lei stia chiedendo aiuto, quindi non perda questa preziosa occasione e si affidi ad un* collega che possa offrirle un percorso di psicoterapia ben strutturato e di lungo respiro. In bocca al lupo per tutto
Buonasera, ho già risposto al suo messaggio, ma mi è stato riproposto. credo che lei possa ritrovare la mia risposta. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni

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