Buongiorno, e grazie a chi mi risponderà. Sono una donna di 28 anni e mi sono trasferita da due mes
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Buongiorno, e grazie a chi mi risponderà.
Sono una donna di 28 anni e mi sono trasferita da due mesi all'estero per lavoro.
Ho scelto io questo lavoro, ho valutato io che era la cosa più giusta per la mia carriera, ne ho parlato con mio marito e ci siamo detti che saremmo stati in grado di vivere due anni separati. Ora mi pento di tutto.
Per far capire meglio la mia situazione probabilmente serve una premessa: a dicembre dell'anno scorso ho difeso la mia tesi di dottorato, dopo tre anni in cui mi sono sentita incastrata in un lavoro che non volevo fare e dovendo affrontare il mio supervisore che non mi ascoltava mai. Non vedevo l'ora di liberarmi di quel mondo, ma avevo molta paura di non riuscire a cambiare settore. Dopo mesi passati a casa (in un paese che odio, ma purtroppo era la scelta più comoda per il lavoro di mio marito), ho praticamente accettato la prima offerta di lavoro, nel settore che desideravo, che ho ricevuto.
So che non dovrei pensare al passato, ma solo a come migliorare il futuro, però non posso fare a meno di chiedermi se non avessi dovuto aspettare di trovare qualcosa di più vicino, o di più "facile".
Mi manca tantissimo vivere assieme a mio marito. Le piccole cose, tenersi per mano, cenare assieme... La distanza è tale da non poterla affrontare in macchina (non nell'arco di un fine settimana almeno). Finora siamo riusciti a vederci ogni due settimane, più una settimana di vacanza passata assieme. Viaggiare è stressante e non proprio economico, aumentare la frequenza dei viaggi è impossibile. Ogni volta che ci lasciamo è una tortura... mi sento malissimo per giorni, e comunque male successivamente, finchè non arriva il weekend giusto, che poi però passa troppo in fretta. Io riesco a godere dei momenti assieme, il problema è quello che viene dopo. Inoltre mi fa male l'incertezza sul futuro, ogni volta è un: "quando ci vedremo ancora?". Non possiamo organizzare già in anticipo, a causa di impegni di lavoro soprattutto suoi.
In più sto avendo tante difficoltà a capire i miei nuovi compiti. Molte persone mi hanno detto che è normale, dopo due mesi. Io però mi sento inadatta, e indietro rispetto a magari uno studente che lavora già da un anno alle stesse cose. Non ho molte persone a cui chiedere, e quelle poche che ci sono si buttano in discorsi molto tecnici che io purtroppo ancora non comprendo. Il mio capo ogni settimana mi chiede a che punto sono, e non riesco più a inventarmi un modo diplomatico di dire che sto ancora imparando. Sono arrivata al punto che, come durante il dottorato, ho paura ad andare in ufficio, mi si chiude lo stomaco e mi viene da piangere. E effettivamente piango la maggior parte del mio tempo, e non mi fa stare meglio. Ed è un lavoro che ho scelto io!
Potrei affrontare meglio il lavoro se tornassi a casa e vivessi una vita normale con mio marito. Potrei affrontare meglio la lontananza se il lavoro andasse bene e potessi usarlo per concentrarmi per due settimane di fila. Non riesco ad affrontare entrambe le cose assieme (e non sono le uniche cose che non vanno nella mia vita, le altre le ho solo messe da parte per ora).
Non posso lasciare il lavoro se voglio rimanere in questo campo (a ogni candidatura si allegano lettere di referenza, se me ne andassi il mio attuale capo non me la scriverebbe), e ho sacrificato troppo della mia vita per arrivare fin qui, non posso lasciare tutto.
Con mio marito ci siamo detti che, dopo un anno qui e dopo aver prodotto dei risultati, è probabile che io possa lasciare il lavoro in buoni rapporti. Sto puntando a questo ora, ma un anno di lontananza mi sembra ancora infinito, soprattutto se devo stare così male ogni giorno. E allo stesso tempo ho paura che non basti per imparare quello che devo farlo, e per farlo bene.
Non so nemmeno io che risposta cerco. Forse cerco un po' di comprensione? Un punto di vista esterno? Soluzioni so bene che non esistono, so che dovrei smettere di ribellarmi alla realtà, accettarla, e pensare a migliorare. Ma come si fa a concentrarsi in questa situazione? Come si mettono da parte queste emozioni? Come smetto di vivere così male?
Sono una donna di 28 anni e mi sono trasferita da due mesi all'estero per lavoro.
Ho scelto io questo lavoro, ho valutato io che era la cosa più giusta per la mia carriera, ne ho parlato con mio marito e ci siamo detti che saremmo stati in grado di vivere due anni separati. Ora mi pento di tutto.
Per far capire meglio la mia situazione probabilmente serve una premessa: a dicembre dell'anno scorso ho difeso la mia tesi di dottorato, dopo tre anni in cui mi sono sentita incastrata in un lavoro che non volevo fare e dovendo affrontare il mio supervisore che non mi ascoltava mai. Non vedevo l'ora di liberarmi di quel mondo, ma avevo molta paura di non riuscire a cambiare settore. Dopo mesi passati a casa (in un paese che odio, ma purtroppo era la scelta più comoda per il lavoro di mio marito), ho praticamente accettato la prima offerta di lavoro, nel settore che desideravo, che ho ricevuto.
So che non dovrei pensare al passato, ma solo a come migliorare il futuro, però non posso fare a meno di chiedermi se non avessi dovuto aspettare di trovare qualcosa di più vicino, o di più "facile".
Mi manca tantissimo vivere assieme a mio marito. Le piccole cose, tenersi per mano, cenare assieme... La distanza è tale da non poterla affrontare in macchina (non nell'arco di un fine settimana almeno). Finora siamo riusciti a vederci ogni due settimane, più una settimana di vacanza passata assieme. Viaggiare è stressante e non proprio economico, aumentare la frequenza dei viaggi è impossibile. Ogni volta che ci lasciamo è una tortura... mi sento malissimo per giorni, e comunque male successivamente, finchè non arriva il weekend giusto, che poi però passa troppo in fretta. Io riesco a godere dei momenti assieme, il problema è quello che viene dopo. Inoltre mi fa male l'incertezza sul futuro, ogni volta è un: "quando ci vedremo ancora?". Non possiamo organizzare già in anticipo, a causa di impegni di lavoro soprattutto suoi.
In più sto avendo tante difficoltà a capire i miei nuovi compiti. Molte persone mi hanno detto che è normale, dopo due mesi. Io però mi sento inadatta, e indietro rispetto a magari uno studente che lavora già da un anno alle stesse cose. Non ho molte persone a cui chiedere, e quelle poche che ci sono si buttano in discorsi molto tecnici che io purtroppo ancora non comprendo. Il mio capo ogni settimana mi chiede a che punto sono, e non riesco più a inventarmi un modo diplomatico di dire che sto ancora imparando. Sono arrivata al punto che, come durante il dottorato, ho paura ad andare in ufficio, mi si chiude lo stomaco e mi viene da piangere. E effettivamente piango la maggior parte del mio tempo, e non mi fa stare meglio. Ed è un lavoro che ho scelto io!
Potrei affrontare meglio il lavoro se tornassi a casa e vivessi una vita normale con mio marito. Potrei affrontare meglio la lontananza se il lavoro andasse bene e potessi usarlo per concentrarmi per due settimane di fila. Non riesco ad affrontare entrambe le cose assieme (e non sono le uniche cose che non vanno nella mia vita, le altre le ho solo messe da parte per ora).
Non posso lasciare il lavoro se voglio rimanere in questo campo (a ogni candidatura si allegano lettere di referenza, se me ne andassi il mio attuale capo non me la scriverebbe), e ho sacrificato troppo della mia vita per arrivare fin qui, non posso lasciare tutto.
Con mio marito ci siamo detti che, dopo un anno qui e dopo aver prodotto dei risultati, è probabile che io possa lasciare il lavoro in buoni rapporti. Sto puntando a questo ora, ma un anno di lontananza mi sembra ancora infinito, soprattutto se devo stare così male ogni giorno. E allo stesso tempo ho paura che non basti per imparare quello che devo farlo, e per farlo bene.
Non so nemmeno io che risposta cerco. Forse cerco un po' di comprensione? Un punto di vista esterno? Soluzioni so bene che non esistono, so che dovrei smettere di ribellarmi alla realtà, accettarla, e pensare a migliorare. Ma come si fa a concentrarsi in questa situazione? Come si mettono da parte queste emozioni? Come smetto di vivere così male?
Gentile utente buongiorno. Mi dispiace per la situazione che sta vivendo, senz'altro non facile e densa di sensazioni negative e di malessere psicologico.
Lei è una donna sicuramente intelligente e colta, prendere un dottorato non è cosa da tutti e, per personale esperienza, so quale impegno comporti e quante situazioni di compromesso bisogna ingoiare nell'ambiente universitario. Anche la sua vita sentimentale mi sembra solida e un costante punto di riferimento, con un marito attento e amorevole nei suoi confronti, desideroso che lei possa realizzarsi professionalmente e di perseguire i suoi obiettivi.
Questi due aspetti sono ancore preziose da gettare in acqua in questa fase tempestosa della sua vita.
Lei è sicuramente vittima di una sindrome da stress, probabilmente in fase di Burnout. Mi spiego meglio. Lo stress è la capacità del nostro organismo di affrontare e superare le difficoltà imposte dalla vita: normalmente abbiamo sufficienti energie e risorse per farlo senza conseguenze. Altre volte, se le richieste sono continue e pressanti, lo stress aumenta e si presenta in forma cornica, generando un comportamento di resistenza da parte dell'organismo, cioè si passa molto tempo a reclutare risorse psichiche e fisiche per portare avanti tutti gli obiettivi e risolvere tutti i problemi. Finché le risorse ci sono (motivazioni, competenze, salute fisica, salute emotiva, traguardi, riconoscimenti) si riesce a resistere e andare avanti, ma se le risorse finiscono si va in Burnout, con tutti i sintomi psicologici che lei ha descritto perfettamente: stanchezza, tristezza, mancanza di fiducia, reazioni emotive incontrollate, pensieri negativi sul futuro, scarsa capacità di concentrazione e qualità sul lavoro.
I fattori che determinano lo stress, nel suo caso, sono sia di origine ambientale (pressioni sul lavoro, paese straniero, solitudine), sia di origine psicologica (lontananza dagli affetti, soprattutto suo marito, preoccupazioni circa il futuro, esperienze precedenti negative).
Le consiglio vivamente di chiedere aiuto a uno psicologo per affrontare questa sua sindrome da stress cronico. Le sarà di grande giovamento per ritrovare benessere interiore e equilibrio cognitivo, cose che la renderanno più lucida e consapevole nel momento di prendere decisioni importanti per la sua vita, professionale e familiare. Finché la serenità e l'armonia saranno turbate dal malessere derivante dall'ansia e dallo stress, nessuna decisione sarà presa in piena consapevolezza.
Io mi occupo di Psicologia Positiva e Mindfulness, discipline della psicologia che si concentrano sul benessere psicologico e sulla valorizzazione delle potenzialità individuali. Sono approcci che hanno grande efficacia nel trattamento di sindromi d'ansia generalizzata e di stress cronico, compreso il Burnout. L'intervento in Psicologia Positiva è un percorso intenso di esercizi e strumenti utili a correggere da subito abitudini comportamentali e psicologiche errate e fonte di stress. Attraverso l'impiego di questi strumenti e con le pratiche di Mindfulness (tecniche meditative basate sulla piena attenzione al presente e alla consapevolezza di sé), la persona può da subito ricominciare a vivere con qualità, ritrovando i suoi valori, i punti di riferimento, una piena efficienza cognitiva ed emotiva.
Se vuole possiamo approfondire l'argomento online, con un colloquio preliminare gratuito. Sarò lieto di spiegarle come sia articola l'intervento e i benefici che da subito potrà osservare.
Spero di esserle stato di aiuto. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Lei è una donna sicuramente intelligente e colta, prendere un dottorato non è cosa da tutti e, per personale esperienza, so quale impegno comporti e quante situazioni di compromesso bisogna ingoiare nell'ambiente universitario. Anche la sua vita sentimentale mi sembra solida e un costante punto di riferimento, con un marito attento e amorevole nei suoi confronti, desideroso che lei possa realizzarsi professionalmente e di perseguire i suoi obiettivi.
Questi due aspetti sono ancore preziose da gettare in acqua in questa fase tempestosa della sua vita.
Lei è sicuramente vittima di una sindrome da stress, probabilmente in fase di Burnout. Mi spiego meglio. Lo stress è la capacità del nostro organismo di affrontare e superare le difficoltà imposte dalla vita: normalmente abbiamo sufficienti energie e risorse per farlo senza conseguenze. Altre volte, se le richieste sono continue e pressanti, lo stress aumenta e si presenta in forma cornica, generando un comportamento di resistenza da parte dell'organismo, cioè si passa molto tempo a reclutare risorse psichiche e fisiche per portare avanti tutti gli obiettivi e risolvere tutti i problemi. Finché le risorse ci sono (motivazioni, competenze, salute fisica, salute emotiva, traguardi, riconoscimenti) si riesce a resistere e andare avanti, ma se le risorse finiscono si va in Burnout, con tutti i sintomi psicologici che lei ha descritto perfettamente: stanchezza, tristezza, mancanza di fiducia, reazioni emotive incontrollate, pensieri negativi sul futuro, scarsa capacità di concentrazione e qualità sul lavoro.
I fattori che determinano lo stress, nel suo caso, sono sia di origine ambientale (pressioni sul lavoro, paese straniero, solitudine), sia di origine psicologica (lontananza dagli affetti, soprattutto suo marito, preoccupazioni circa il futuro, esperienze precedenti negative).
Le consiglio vivamente di chiedere aiuto a uno psicologo per affrontare questa sua sindrome da stress cronico. Le sarà di grande giovamento per ritrovare benessere interiore e equilibrio cognitivo, cose che la renderanno più lucida e consapevole nel momento di prendere decisioni importanti per la sua vita, professionale e familiare. Finché la serenità e l'armonia saranno turbate dal malessere derivante dall'ansia e dallo stress, nessuna decisione sarà presa in piena consapevolezza.
Io mi occupo di Psicologia Positiva e Mindfulness, discipline della psicologia che si concentrano sul benessere psicologico e sulla valorizzazione delle potenzialità individuali. Sono approcci che hanno grande efficacia nel trattamento di sindromi d'ansia generalizzata e di stress cronico, compreso il Burnout. L'intervento in Psicologia Positiva è un percorso intenso di esercizi e strumenti utili a correggere da subito abitudini comportamentali e psicologiche errate e fonte di stress. Attraverso l'impiego di questi strumenti e con le pratiche di Mindfulness (tecniche meditative basate sulla piena attenzione al presente e alla consapevolezza di sé), la persona può da subito ricominciare a vivere con qualità, ritrovando i suoi valori, i punti di riferimento, una piena efficienza cognitiva ed emotiva.
Se vuole possiamo approfondire l'argomento online, con un colloquio preliminare gratuito. Sarò lieto di spiegarle come sia articola l'intervento e i benefici che da subito potrà osservare.
Spero di esserle stato di aiuto. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
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Ciao Serena, posso immaginare che tu stia attraversando un periodo molto difficile e pieno di sfide. Vivere lontano dal tuo marito, affrontare un nuovo lavoro e avere dubbi sulle tue capacità possono essere fonte di grande stress e frustrazione. È normale sentirsi così quando ci troviamo in situazioni nuove e impegnative.
Innanzitutto, voglio dirti che è completamente comprensibile che tu possa sentirti così, soprattutto dopo un cambiamento così drastico nella tua vita. Non essere troppo dura con te stessa. Le transizioni possono richiedere tempo e adattamento, soprattutto quando ci troviamo in un ambiente nuovo e dobbiamo imparare nuove competenze. Ricorda che sei ancora all'inizio del tuo nuovo lavoro e hai il diritto di avere un periodo di apprendimento.
Quando ci troviamo in situazioni stressanti, è importante prendersi cura di noi stessi. Cerca di dedicare del tempo per rilassarti e fare attività che ti piacciono e che ti aiutano a distenderti.
Inoltre, potresti parlare con il tuo capo o con i colleghi riguardo alle tue difficoltà nel nuovo lavoro. Spesso, condividere le nostre preoccupazioni può aiutare a creare un ambiente di supporto e comprensione. Chiedere aiuto o avere la possibilità di chiedere delle spiegazioni sulle tue responsabilità potrebbe rendere più semplice il processo di apprendimento.
Per quanto riguarda la lontananza da tuo marito, comunicare apertamente con lui riguardo ai tuoi sentimenti può essere di grande aiuto. Lasciargli sapere come ti senti e come stai affrontando questa situazione potrebbe permettervi di sostenervi a vicenda e trovare delle strategie per far fronte alla lontananza.
Infine, se senti che la situazione sta diventando insostenibile e sta influenzando negativamente il tuo benessere emotivo e la tua salute mentale, potresti considerare di cercare il supporto di un professionista della salute mentale. Un terapeuta può aiutarti ad esplorare i tuoi sentimenti e trovare strategie per gestire lo stress e l'ansia.
Ricorda che è normale avere dubbi e paure riguardo al futuro, soprattutto quando ci troviamo in situazioni nuove e incerte. Prenditi il tempo necessario per adattarti a questa nuova fase della tua vita e cerca di prenderti cura di te stessa. In fondo, sei una persona molto forte per essere arrivata fin qui e sei in grado di affrontare questa sfida. Sii gentile con te stessa e ricorda che ci sono delle risorse a cui puoi rivolgerti se hai bisogno di aiuto.
Innanzitutto, voglio dirti che è completamente comprensibile che tu possa sentirti così, soprattutto dopo un cambiamento così drastico nella tua vita. Non essere troppo dura con te stessa. Le transizioni possono richiedere tempo e adattamento, soprattutto quando ci troviamo in un ambiente nuovo e dobbiamo imparare nuove competenze. Ricorda che sei ancora all'inizio del tuo nuovo lavoro e hai il diritto di avere un periodo di apprendimento.
Quando ci troviamo in situazioni stressanti, è importante prendersi cura di noi stessi. Cerca di dedicare del tempo per rilassarti e fare attività che ti piacciono e che ti aiutano a distenderti.
Inoltre, potresti parlare con il tuo capo o con i colleghi riguardo alle tue difficoltà nel nuovo lavoro. Spesso, condividere le nostre preoccupazioni può aiutare a creare un ambiente di supporto e comprensione. Chiedere aiuto o avere la possibilità di chiedere delle spiegazioni sulle tue responsabilità potrebbe rendere più semplice il processo di apprendimento.
Per quanto riguarda la lontananza da tuo marito, comunicare apertamente con lui riguardo ai tuoi sentimenti può essere di grande aiuto. Lasciargli sapere come ti senti e come stai affrontando questa situazione potrebbe permettervi di sostenervi a vicenda e trovare delle strategie per far fronte alla lontananza.
Infine, se senti che la situazione sta diventando insostenibile e sta influenzando negativamente il tuo benessere emotivo e la tua salute mentale, potresti considerare di cercare il supporto di un professionista della salute mentale. Un terapeuta può aiutarti ad esplorare i tuoi sentimenti e trovare strategie per gestire lo stress e l'ansia.
Ricorda che è normale avere dubbi e paure riguardo al futuro, soprattutto quando ci troviamo in situazioni nuove e incerte. Prenditi il tempo necessario per adattarti a questa nuova fase della tua vita e cerca di prenderti cura di te stessa. In fondo, sei una persona molto forte per essere arrivata fin qui e sei in grado di affrontare questa sfida. Sii gentile con te stessa e ricorda che ci sono delle risorse a cui puoi rivolgerti se hai bisogno di aiuto.
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Gentilissima buongiorno, nella sua lettera lei descrive con grande chiarezza le sue difficoltà il suo disagio e le motivazioni che lo compongono: vive lontano da suo marito in una realtà che trova troppo difficile per le sue forze. Ma questa difficoltà in sintesi è molto simile a quella vissuta durante il dottorato. Tornare a casa in questo momento significherebbe rinunciare alla sua realizzazione professionale, ma le chiedo, fatto salvo il disagio di vivere lontano dalla persona amata, un ambiente di lavoro più gratificante pootrebbe rendere meno insopportabile il tutto? Le domando ciò, perchè in questo quadro così articolato il margine di manovra più ampio sta proprio in lei. Migliorare la percezione che ha di se stessa, il suo senso di autoefficacia per vivere con maggiore leggerezza, e perchè no, in maniera gratificante la sua giornata lavorativa, potrebbe fare la differenza? Perchè questo è possibile: lavorare su di sè per diventare più forte e sicura di se' stessa è fattibile. Resto a disposizione se desidera approfondire e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cara Utente, mi dispiace davvero che stia attraversando un momento così duro da tanti punti di vista, il lavoro, la lontananza da suo marito ma soprattutto il conflitto con sé stessa sulle scelte che ha fatto. Innanzitutto è importante che si riconosca il suo coraggio di porsi delle domande scomode in un momento dove il cambiamento le sembra impossibile. Ma le domande scomode sono una benedizione
per cominciare a intravedere una strada diversa da quella che le sta facendo così male. Forse rivolgersi a un professionista può aiutarla a cercare delle risposte alle ultime domande che poneva nel messaggio e anche a fare pace con le sue decisioni "sentite" del passato e a prenderne di nuove con maggiore serenità, consapevolezza e sicurezza. Rimango a sua disposizione per un colloquio online.
Cordialmente,
Dott.ssa Mariagiulia Sacco
per cominciare a intravedere una strada diversa da quella che le sta facendo così male. Forse rivolgersi a un professionista può aiutarla a cercare delle risposte alle ultime domande che poneva nel messaggio e anche a fare pace con le sue decisioni "sentite" del passato e a prenderne di nuove con maggiore serenità, consapevolezza e sicurezza. Rimango a sua disposizione per un colloquio online.
Cordialmente,
Dott.ssa Mariagiulia Sacco
Gentilissima,
credo che in questo suo momento particolarmente delicato e carico di stress, Lei sia capace comunque di "attaccarsi" alla vita e attivare le sue risorse più sane per fronteggiare questa costellazione di emozioni spiacevoli, che sono frutto di brutti pensieri. E' fondamentale chiedere quell' aiuto psicoterapeutico che la solleciti a capire (e sentire) che i suoi pensieri di inadeguatezza, le sensazioni di impotenza e le altre cognizioni negative e disturbanti da cui si sente minacciata non corrispondono a verità, non sono la realtà... Questo meccanismo si chiama "fusione" (ad esempio, pensando "Non ce la farò , mi aspetto che l'insuccesso sia già garantito).
Prima di tutto, bisognerà affrontare un percorso di "de-fusione", al fine di indebolire quei pensieri inutili e minacciosi che La demoralizzano e La rendono "incastrata", come in una trappola da cui vuole liberarsi. Gradualmente prenderà coscienza dei meccanismi mentali che la fanno sentire bloccata e inizierà a costruire gli strumenti psicologici per recuperare la sua libertà di scegliere e di agire nella prospettiva di realizzare una vita piena e appagante.
un caro saluto,
Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Pieve di Cento (Bo)
credo che in questo suo momento particolarmente delicato e carico di stress, Lei sia capace comunque di "attaccarsi" alla vita e attivare le sue risorse più sane per fronteggiare questa costellazione di emozioni spiacevoli, che sono frutto di brutti pensieri. E' fondamentale chiedere quell' aiuto psicoterapeutico che la solleciti a capire (e sentire) che i suoi pensieri di inadeguatezza, le sensazioni di impotenza e le altre cognizioni negative e disturbanti da cui si sente minacciata non corrispondono a verità, non sono la realtà... Questo meccanismo si chiama "fusione" (ad esempio, pensando "Non ce la farò , mi aspetto che l'insuccesso sia già garantito).
Prima di tutto, bisognerà affrontare un percorso di "de-fusione", al fine di indebolire quei pensieri inutili e minacciosi che La demoralizzano e La rendono "incastrata", come in una trappola da cui vuole liberarsi. Gradualmente prenderà coscienza dei meccanismi mentali che la fanno sentire bloccata e inizierà a costruire gli strumenti psicologici per recuperare la sua libertà di scegliere e di agire nella prospettiva di realizzare una vita piena e appagante.
un caro saluto,
Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Pieve di Cento (Bo)
Gentile utente,
sicuramente stra attraverso un momento di forte carico emotivo legato a questi aspetti di cambiamento sia a livello lavorativo che familiare. E ogni cambiamento porta con sé una quota di sofferenza, così come nuove sfide da affrontare. Non lo so se non si debba pensare al passato e sia necessario accettare la realtà. Siamo esseri umani, non robot. Pensare al passato non è sbagliato, quando lo facciamo possiamo piuttosto riconoscere che è una possibilità vuota, dal momento che non si può modificare. Conosco tante persone che hanno deciso di non accettare la realtà, ma quello che è importante fare è trovare un modo per adattarsi alla realtà e fronteggiare le difficoltà. Sono passati due mesi dal trasferimento, si dia il tempo di conoscere il nuovo posto. Tuttavia, i sentimenti di inferiorità che racconta sul luogo di lavoro sembrano aver toccato delle corde sensibili che stanno facendo eco da qualche parte dentro di lei e sembrano essere il filo conduttore del suo malessere (si sente così ora, si è sentita così durante il dottorato). Penso valga la pena ascoltarsi un po’ di più e trovare un modo per comprendere e spiegarsi questo malessere sulla base della sua storia di vita. Un percorso di psicoterapia potrebbe permetterle di trovare una nuova chiave di accesso alla sua esperienza e nuovi modi di essere maggiormente identitari. Rimango a disposizione. Un caro saluto.
sicuramente stra attraverso un momento di forte carico emotivo legato a questi aspetti di cambiamento sia a livello lavorativo che familiare. E ogni cambiamento porta con sé una quota di sofferenza, così come nuove sfide da affrontare. Non lo so se non si debba pensare al passato e sia necessario accettare la realtà. Siamo esseri umani, non robot. Pensare al passato non è sbagliato, quando lo facciamo possiamo piuttosto riconoscere che è una possibilità vuota, dal momento che non si può modificare. Conosco tante persone che hanno deciso di non accettare la realtà, ma quello che è importante fare è trovare un modo per adattarsi alla realtà e fronteggiare le difficoltà. Sono passati due mesi dal trasferimento, si dia il tempo di conoscere il nuovo posto. Tuttavia, i sentimenti di inferiorità che racconta sul luogo di lavoro sembrano aver toccato delle corde sensibili che stanno facendo eco da qualche parte dentro di lei e sembrano essere il filo conduttore del suo malessere (si sente così ora, si è sentita così durante il dottorato). Penso valga la pena ascoltarsi un po’ di più e trovare un modo per comprendere e spiegarsi questo malessere sulla base della sua storia di vita. Un percorso di psicoterapia potrebbe permetterle di trovare una nuova chiave di accesso alla sua esperienza e nuovi modi di essere maggiormente identitari. Rimango a disposizione. Un caro saluto.
Buongiorno,
Il cambiamento a tante persone spaventa moltissimo.
Potrebbe iniziare a stilare ogni giorno le cose positive vissute nella giornata odierna lavorativa, in modo da iniziare a spostare il focus da "è tutto negativo" a "c'è qualcosa anche di positivo"
Il cambiamento a tante persone spaventa moltissimo.
Potrebbe iniziare a stilare ogni giorno le cose positive vissute nella giornata odierna lavorativa, in modo da iniziare a spostare il focus da "è tutto negativo" a "c'è qualcosa anche di positivo"
Buongiorno! Dalla situazione da Lei esposta non riesco a cogliere quale sia l'elemento principale dello stress che Lei sta sperimentando. E' maggiore lo stress dovuto alla lontananza da Suo marito oppure quello nel non sentirsi idonea (momentaneamente) al nuovo lavoro? Il punto di partenza non può che essere questo. Nello stesso tempo è vero anche il contrario e cioè capire come Suo marito gestisce questa situazione e quanto il lavoro di suo marito sia importante rispetto allo starLe vicino. A disposizione per qualsiasi necessità di confronto.
Gentile signora la sua scelta lavorativa sembra un tentativo di riscatto da ciò che le è accaduto in passato. Questo spiega la sua trustzza e insoddisfazione. Lei ha bisogno di fare chiarezza dentro di sé per comprendere ciò che è importante per la sua vita. Non si scoraggi ma cerchi l'aiuto di un professionista che possa accompagnarla in unpercorso di consapevolezza e realuzzazione. Auguri
Carissima, per prima cosa non disperi, ci sono soluzioni a volte sotto i nostri occhi che non vediamo perché guardiamo le cose sempre dalla stessa prospettiva, Capisco che la distanza sia difficile da gestire e vivere, capisco che per una giovane coppia sia duro stare lontani, avete anteposto questioni professionali a quelle personali, avete fatto una scelta basandovi su considerazioni di carriera, sicurezza, stabilità futura e adesso sente (o sente?) quale è il peso effettivo che ogni cosa ha nella propria vita, non è per tutti lo stesso, non è sempre lo stesso. Ci sono momenti in cui alcune scelte sono più sostenibili e altri in cui lo sono meno. Il corpo sta parlando, onestamente non vedo come possa sostenere questa condizione per un anno senza pagare un costo molto elevato. Non credo possa affrontare un tale impegno in questo modo. La questione del lavoro, la frustrazione che prova, si somma alla fatica della distanza... siccome avete anteposto la carriera alla vostra condivisione questa frustrazione parla di questioni per lei molto importanti, e risuona con esperienze pregresse. Credo debba capire e sentire il peso e il senso della sua scelta professionale, il valore che attribuisce a questo percorso lavorativo. Cerchi un collega che possa sostenerla nella comprensione dei pesi relativi di ogni aspetto della sua vita, sarà più leggero poi fare le scelte necessarie.
L’immagine che mi vene leggendo la sua storia è quella delle scatole cinesi ognuna delle quali contiene un dilemma da dover affrontare. Nella prima scatola troviamo: “ho scelto io questo lavoro…ora mi pento di tutto”. Nella scatola successiva troviamo: “non vedevo l'ora di liberarmi di quel mondo, ma avevo molta paura di non riuscire a cambiare settore”. E ancora:” ho praticamente accettato la prima offerta di lavoro, nel settore che desideravo… però non posso fare a meno di chiedermi se non avessi dovuto aspettare di trovare qualcosa di più vicino, o di più facile". Andando avanti: “mi sento inadatta, e indietro rispetto a magari uno studente che lavora già da un anno alle stesse cose… Ed è un lavoro che ho scelto io!” “Potrei affrontare meglio il lavoro se tornassi a casa e vivessi una vita normale con mio marito… Non posso lasciare il lavoro se voglio rimanere in questo campo…, non posso lasciare tutto”.
Leggere la sua richiesta dà la sensazione che non ci sia nessuna soluzione…davvero mi è arrivato tutto il suo disagio per la situazione che sta vivendo. Ma una soluzione sicuramente c’è e lei stessa l’ha adombrata quando dice “forse cerco un po' di comprensione” Ed è proprio cosi: questa condizione che sta vivendo ha fatto emergere in tutta la sua urgenza ciò di cui lei ha estremo bisogno, uno spazio e un tempo in cui affrontare i suoi dilemmi, le sue ansie, le sue paure. Ha bisogno in sostanza di una psicoterapia che la metta in condizione di comprendere i suoi pensieri e le sue emozioni e la aiuti ad indirizzarli verso una vita rivolta alla piena e funzionale realizzazione di sé stessa. Le auguro il meglio e la saluto cordialmente
Maria Nasti
Leggere la sua richiesta dà la sensazione che non ci sia nessuna soluzione…davvero mi è arrivato tutto il suo disagio per la situazione che sta vivendo. Ma una soluzione sicuramente c’è e lei stessa l’ha adombrata quando dice “forse cerco un po' di comprensione” Ed è proprio cosi: questa condizione che sta vivendo ha fatto emergere in tutta la sua urgenza ciò di cui lei ha estremo bisogno, uno spazio e un tempo in cui affrontare i suoi dilemmi, le sue ansie, le sue paure. Ha bisogno in sostanza di una psicoterapia che la metta in condizione di comprendere i suoi pensieri e le sue emozioni e la aiuti ad indirizzarli verso una vita rivolta alla piena e funzionale realizzazione di sé stessa. Le auguro il meglio e la saluto cordialmente
Maria Nasti
Buongiorno, i colleghi tante cose hanno già scritto, tutte condivisibili. Nel leggerla non si può non arrivare a suggerirle, se ne ha la possibilità, di cercare un terapeuta che possa accoglierla, offrirle comprensione e aiutarla a dare un senso alla sua esperienza e alle sue emozioni. Potrebbe essere utile trovare in questo momento la sua fonte di benessere interiore e attingere ad essa... Le auguro giorni più sereni e resto a disposizione, anche online. Dott.ssa Franca Vocaturi
Non esistono consigli giusti, lo hai anticipato tu, ma la comprensione che cerchi probabilmente è legata ad un bisogno di contenimento in un momento della tua vita in cui tutti i cambiamenti che stai affrontando ti sembrano troppo grandi e insostenibili. Hai solo 28 anni, d'altronde. Respira, fermati. Abbracciati. C'è spazio e tempo per tutto nella tua vita, anche per le preoccupazioni. Probabilmente hai solo bisogno di riscoprire la forza che adesso non senti, ma che hai già dimostrato prendendo una decisione così importante con coraggio. Se volessi concederti uno spazio in cui poter essere (anche) fragile, sono a disposizione online e felice di poterti tendere la mano.
In ogni caso, ti abbraccio augurandoti il meglio.
In ogni caso, ti abbraccio augurandoti il meglio.
Buongiorno Serena, si percepisce chiaramente la sua frustrazione e confusione per la situazione emotivamente intensa che sta affrontando. Da un lato, le manca il suo compagno e questo le rimanda tristezza, solitudine e un forte bisogno della vicinanza protettiva e accudente che sanno dare le persone che si amano. Dall’altro lato c’è in gioco la sua carriera, e l’ambito lavorativo/di studio è un’altra area che influenza l’immagine di se, il proprio benessere personale, quindi l’autostima, la soddisfazione di sè e l’indipendenza.
Le difficoltà che incontra nel suo lavoro stanno deludendo le sue aspettative? È importante che si conceda il tempo per imparare. Anche a fronte di anni di studio, la pratica richiede tempo per capire come mettere in campo le proprie competenze e apprenderne di nuove.
Può capitare all’inizio di ciascuna nuova esperienza, sopratutto lavorativa, di sentirsi poco competenti, disorientati etc. perché c’è un confronto tra aspettative e realtà. Questo non necessariamente è un aspetto negativo, anzi. sicuramente la lontananza dagli affetti può contribuire a non favorire un alto livello di concentrazione, ed è assolutamente comprensibile. Siamo animali sociali e il nostro corpo chiama proprio la relazione e vicinanza (soprattutto fisica) alle persone che si amano.
Sia che decida di concludere l’anno corrente con l’obiettivo di raggiungere dei risultati soddisfacenti, sia di tornare dal suo compagno prima del previsto rinunciando alla lettera di referenza, penso possa esserle utile un supporto psicologico per costruire uno spazio di ascolto dei suoi vissuti e dei suoi bisogni.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Le difficoltà che incontra nel suo lavoro stanno deludendo le sue aspettative? È importante che si conceda il tempo per imparare. Anche a fronte di anni di studio, la pratica richiede tempo per capire come mettere in campo le proprie competenze e apprenderne di nuove.
Può capitare all’inizio di ciascuna nuova esperienza, sopratutto lavorativa, di sentirsi poco competenti, disorientati etc. perché c’è un confronto tra aspettative e realtà. Questo non necessariamente è un aspetto negativo, anzi. sicuramente la lontananza dagli affetti può contribuire a non favorire un alto livello di concentrazione, ed è assolutamente comprensibile. Siamo animali sociali e il nostro corpo chiama proprio la relazione e vicinanza (soprattutto fisica) alle persone che si amano.
Sia che decida di concludere l’anno corrente con l’obiettivo di raggiungere dei risultati soddisfacenti, sia di tornare dal suo compagno prima del previsto rinunciando alla lettera di referenza, penso possa esserle utile un supporto psicologico per costruire uno spazio di ascolto dei suoi vissuti e dei suoi bisogni.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Capisco la tua situazione e mi dispiace che tu stia passando un periodo così difficile. È chiaro che stai attraversando un momento di grande stress, sia per la lontananza da tuo marito che per le difficoltà a lavoro.
Innanzitutto, è importante che tu ti renda conto che le tue emozioni sono normali e comprensibili. È normale sentirsi tristi, ansiosi e spaventati quando si affrontano cambiamenti importanti nella propria vita. Non sei sola in questo.
Riguardo alla tua lontananza da tuo marito, è importante che tu trovi dei modi per rimanere in contatto e sentirti vicino a lui. Potete parlare al telefono ogni giorno, videochiamarvi, o anche scrivervi lettere. È importante anche che trovi delle attività che ti permettano di distrarti e di goderti il tempo che passi da sola.
Per quanto riguarda le difficoltà a lavoro, è importante che tu ti rivolgi al tuo capo o a un collega esperto per chiedere aiuto. Non aver paura di chiedere spiegazioni o di chiedere di essere affiancata da qualcuno più esperto. È importante anche che tu ti prenda del tempo per imparare e crescere, senza metterti troppa pressione.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esserti utili:
Cerca di identificare le fonti del tuo stress. Cosa ti fa sentire così male? Una volta che avrai capito le cause del tuo stress, potrai iniziare a trovare modi per affrontarle.
Cerca un supporto emotivo. Parla con un amico, un familiare o un terapista di quello che stai passando. Il sostegno di un'altra persona può essere molto utile.
Prenditi cura di te stessa. Fai attenzione alla tua salute fisica e mentale. Dormi abbastanza, mangia sano e fai esercizio fisico.
Impara a gestire lo stress. Ci sono molte tecniche che possono aiutarti a gestire lo stress, come la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo e la meditazione.
Ricorda che non sei sola e che ci sono persone che possono aiutarti. È importante che tu non ti arrendere e che continui a lottare per quello che vuoi.
Innanzitutto, è importante che tu ti renda conto che le tue emozioni sono normali e comprensibili. È normale sentirsi tristi, ansiosi e spaventati quando si affrontano cambiamenti importanti nella propria vita. Non sei sola in questo.
Riguardo alla tua lontananza da tuo marito, è importante che tu trovi dei modi per rimanere in contatto e sentirti vicino a lui. Potete parlare al telefono ogni giorno, videochiamarvi, o anche scrivervi lettere. È importante anche che trovi delle attività che ti permettano di distrarti e di goderti il tempo che passi da sola.
Per quanto riguarda le difficoltà a lavoro, è importante che tu ti rivolgi al tuo capo o a un collega esperto per chiedere aiuto. Non aver paura di chiedere spiegazioni o di chiedere di essere affiancata da qualcuno più esperto. È importante anche che tu ti prenda del tempo per imparare e crescere, senza metterti troppa pressione.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esserti utili:
Cerca di identificare le fonti del tuo stress. Cosa ti fa sentire così male? Una volta che avrai capito le cause del tuo stress, potrai iniziare a trovare modi per affrontarle.
Cerca un supporto emotivo. Parla con un amico, un familiare o un terapista di quello che stai passando. Il sostegno di un'altra persona può essere molto utile.
Prenditi cura di te stessa. Fai attenzione alla tua salute fisica e mentale. Dormi abbastanza, mangia sano e fai esercizio fisico.
Impara a gestire lo stress. Ci sono molte tecniche che possono aiutarti a gestire lo stress, come la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo e la meditazione.
Ricorda che non sei sola e che ci sono persone che possono aiutarti. È importante che tu non ti arrendere e che continui a lottare per quello che vuoi.
Mia cara, innanzitutto complimenti per il coraggio che hai avuto a lasciare un lavoro ed addirittura cambiare Nazione per poter trovare una soluzione più corrispondente ad un tuo desiderio di crescita, personale e lavorativa. So quanto sia allettante e poi realmente promettente un lavoro da ricercatore fuori dall'Italia.
Certamente tutto questo richiede tempo, passione e perseveranza, esattamente come in un matrimonio. Ed è per questo che credo tu sia così combattuta e confusa. Non temere la soluzione si trova, non è impossibile conciliare le due cose. Un passo alla volta.
Se vuoi possiamo parlare meglio insieme, da remoto naturalmente.
Lavinia
Certamente tutto questo richiede tempo, passione e perseveranza, esattamente come in un matrimonio. Ed è per questo che credo tu sia così combattuta e confusa. Non temere la soluzione si trova, non è impossibile conciliare le due cose. Un passo alla volta.
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Cara, leggendoti ho percepito molto la tua vulnerabilità, la tua momentanea difficoltà di adattamento e il tuo sentirti spaesata. Ricorda che siamo esseri umani emozionali e per quanto programmiamo a tavolino scelte importanti,che in quel momento ci sembrano “filare come logica e come disegno futuro” , dobbiamo poi fare i conti con la realtà di ciò che proviamo quando attuiamo quella scelta. Percepisco molto naturali e umane le tue paure e il tuo aver fatto un passo indietro nei confronti di questo desiderio ma, potrebbe servirti solo del tempo per abituarti e magari trovare un po’ di sicurezza in quest’altra condizione del tutto nuova e quindi destabilizzante. Non abbatterti, le paure non nascono per fermarci ma per spingerci ad affrontarle, se lo desideri con piacere ti vorrei accompagnare lungo questo cammino!
Un caro saluto, Dott.ssa Giorgia Schina
Un caro saluto, Dott.ssa Giorgia Schina
Buongiorno, non è da tutti avere il coraggio di rincorrere i propri sogni, con tutto ciò che una scelta del genere può implicare: l'incertezza di cosa troverò, lasciarsi alle spalle parte della propria vita, le difficoltà del trovarsi da sola in un altro paese. Le sensazioni che lei descrive sono del tutto fisiologiche. La sua domanda d'aiuto è molto particolare: "come mettere da parte queste emozioni", "come smettere di vivere così male". Le sue emozioni meritano di essere ascoltate e di trovare uno spazio per esprimersi. Mettersi in ascolto e saperle riconoscere significa molto per se stessa, è il primo passo per capire meglio i propri bisogni. Questo processo non è ovviamente immediato e alcune emozioni possono sovrastarla ed essere dolorose. Per questo ci siamo noi psicologi. Le suggerisco infatti di cercare un supporto e vedrà che affrontare un momento simile insieme ad un professionista in grado di ascoltarla le sarà di grande giovamento. Resto a disposizione. Dr.ssa Laura Raco
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