Buongiorno dottori, Sono una ragazza di 30 anni. Soffro di disturbo d'ansia personalizzato da 16

18 risposte
Buongiorno dottori,
Sono una ragazza di 30 anni.
Soffro di disturbo d'ansia personalizzato da 16 anni ormai.
A giugnio ho interrotto la terapia farmacologica che seguivo da ormai 6 anni e da allora la mia vita è un incubo.
Ho ricominciato a sperimentare tutti i sintomi ansiosi se non peggio di prima e questo mi ha portato ad avere un'intensa ipocondria.
Ultimamente la situazione è peggiorata e in 2 mesi sono finita 2 volte al PS per paura di un infarto, dovuta anche ad una forte dorsalgia che nemmeno l'osteopata riesce a sbloccare.
Questa paura non mi lascia mai sola ed ogni giorno ci rimugino perché i sintomi di ansia ed infarto sono spesso molto simili (anche se ho fatto molteplici ECG e gli esami del sangue ad Aprile erano ok), con conseguente forte stato ansioso che nemmeno lo xanax al bisogno placa.
Nell'ultima settimana sto sperimentando un'acuta sonnolenza che non capisco fino a che punto sia dovuta all'ansia.
Il percorso psicologico che sto intraprendendo attualmente non mi sta aiutando molto ad uscirne ed ho paura di dover passare la vita sotto farmaci per vivere serenamente, quindi sono molto demoralizzata.
So che da un post è complicato fare diagnosi, ma pensate che tutti questi sintomi possano essere "solo" ansiosi?
Grazie mille a chiunque risponderà!
Mi dispiace,ma l’ipocondria,se davvero di questo si tratta,non è un disturbo di tipo ansioso,anche se ovviamente l’ansia può accompagnarlo. È piuttosto un disturbo molto serio e che non va sottovalutato. Non ci sono altre possibilità che una psicoterapia (io suggerisco ad indirizzo psicoanalitico) che aiuti a individuare e risolvere i reali motivi di sofferenza nascosti sotto l’angoscia per i sintomi somatici.
Metta in conto che al di là dell’orientamento tecnico dell’eventuale terapeuta sarà un lavoro lungo e impegnativo. Ma del resto l’alternativa è la situazione che sta vivendo,quindi…..

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Salve,

dal suo racconto si può percepire molto il disagio che sta attraversando.
Rispondere alla sua domanda è complicato perché i fattori e gli aspetti sottostanti alla sintomatologia ansiosa sono molteplici.
Detto questo, qual'è la motivazione che l'ha spinta ad interrompere la cura farmacologica? Ha mai fatto una visita psichiatrica?

Ad ogni modo, in queste situazioni la cura farmacologica dovrebbe essere sempre accompagnata da una psicoterapia. Se il percorso psicologico che sta affrontando le sembra che non porti a niente, provi a parlarne con il professionista in maniera aperta e serena o provi a rivolgersi ad altri professionisti.
Resto a sua disposizione
SJC
Gentile Utente, la componente ansiosa più che nei temi si evince dall’urgenza che sembrano generarle, che assomiglia molto a una reazione di allarme. Per poterle rispondere sarebbe necessario farle diverse domande, ma in senso assoluto traspare l’impossibilità di trattare in modo sereno questi sintomi, se non attraverso esami diagnostici che sembrano darle sollievo al momento, ma realisticamente mantengono il timore di perderlo. Continui con fiducia il proprio percorso psicologico, concedendosi eventualmente di segnalare allo specialista che la segue se sta sentendo che in questo momento il lavoro che state facendo non sta riuscendo a darle ciò di cui sente bisogno. Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, leggo che sta già seguendo un percorso psicologico, le suggerisco di parlare dei dubbi che riporta con il suo terapeuta, anche dei dubbi che riguardano la relazione con lui/lei e per valutare assieme che strada percorrere.
Rimango a disposizione,
Un saluto
Dott.ssa Aiello
Buongiorno, i suoi sintomi sono ascrivibili ad un quadro ipocondriaco che va trattato con specifici protocolli di intervento. La terapia farmacologica è un supporto che però non può garantire la soluzione definitiva del problema senza un percorso psicologico adeguato. Visto che si avvale già di un supporto psicologico, le consiglio di portare al professionista i suoi dubbi circa l'efficacia dell'intervento. A disposizione, D.ssa Giada Turra
Buonasera, grazie per la sua condivisione. Il percorso psicologico non è una magia che risolve tutto e subito, probabilmente le servirà più tempo. Non si scoraggi! Ne parli con il suo terapeuta per trovare la soluzione più adatta. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, cordialmente dott.ssa Raffaella Lombardo
Buongiorno,
ritengo che i sintomi che riporta siano legati all'ansia. Sa, spesso bisogna, prima di intraprendere un percorso psicologico, studiarsi un po' i tipi di approcci e poi decidere.
C'è il più noto che è quello psicanalitico che indaga vari aspetti inconsci, con l'obiettivo di farli riemergere alla coscienza. Il cognitivo-comportamentale, che ha l'obiettivo di cambiare la cognizione e poi il comportamento, con l'uso di alcune prescrizioni. C'è il rogersiano, il fenomenologico e poi quello Breve Strategico che ha l'obiettivo di raggiungere in tempi brevi la risoluzione della problematica facendo uso di tecniche studiate ed affinate durante vari anni di ricerca...Insomma, tanti professionisti quanti approcci diversi ora sta a Lei decidere quale strumento usare a seconda dei tempi in qui vuole risolvere il suo problema.
Rimango a disposizione se vuole approfondire o chiarire alcuni aspetti.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Salve, mi dispiaccio per la situazione che sta vivendo, ma la volontà di sperimentare una vita differente e per qualcuno normale non è qualcosa di sbagliato, lei ha fatto una scelta nell'interrompere l'assunzione di farmaci e questa scelta ovviamente ha delle ricadute su un assetto di vita che era in essere fino a quel momento.
Si affidi alla terapia, dia uno sguardo dentro la paura e costruisca un nuovo modo di essere al mondo.
Qualora ci fossero problematiche di carattere psichiatrico sono certo che il/la collega possa indirizzarla nel modo migliore.
Un saluto.
Salve, non è chiaro il motivo per cui ha interrotto a giugno la terapia farmacologica e per questo le consiglio di parlarne col medico che le ha prescritto i farmaci per verificare se quanto ci racconta può essere legato anche a questo. Le suggerisco di continuare sia la parte farmacologica se il medico è d'accordo sia la terapia al fine di raggiungere una qualità della vita migliore. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buonasera e garzie per averci parlato delle sue preoccupazioni che capisco essere pregnanti in questo momento della sua vita. Penso non sia corretto fare diagnosi attraverso un pc e pubblicamente, indipendentemente dalle informazioni in nostro possesso. Quello che le posso consigliare è di continuare ad affrontare la questione con il suo psicoterapeuta, ricordandosi che per vedere dei risultati è comunque necessario un po' di tempo e pazienza. Allo stesso tempo, per quanto riguarda l'aspetto farmacologico, le consiglio di rivolgersi al suo medico curante perchè un'interruzione se non concordata e pensata in maniera graduale potrebbe portare delle difficoltà. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Salve, la terapia farmacologica è estremante utile nella fase acuta della sintomatologia, successivamente da sola non basta. Quando l'emergenza rientra e i sintomi tornano ad essere gestibili si deve integrare la farmacologia con la psicoterapia, facendo così un lavoro sia con lo psichiatra che con lo psicologo. Queste due figure, infatti, si troveranno a collaborare e comunicheranno fra loro, direttamente o indirettamente, per inquadrare di volta in volta i progressi che Lei ha fatto.
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Buongiorno, non sappiamo perché ha interrotto i farmaci, ma dovrebbe parlare con il medico psichiatra e con il/la psicoterapeuta di tutto quello che ah riportato a noi, anche se ritiene non idonei gli interventi provi a parlare con loro di questo. Anche la sonnolenza può far parte dei sintomi ansiosi, ma mi sembra ci sia di più da considerare e sarebbe utile rivolgersi ad una rete di professionisti.
Buongiorno, mi verrebbe da chiederle: ma lei si fida di chi la cura?
Se capisco bene, ha volontariamente interrotto la terapia farmacologica dopo sei anni, cosa che purtroppo ha molte ripercussioni su ogni piano. La terapia farmacologica necessita di scalaggio, può essere eliminata solo con il consulto di uno psichiatra.
Inoltre, ha intrapreso un percorso psicologico ma chiede qui informazioni e diagnosi.
Purtroppo, se non fida e non si affida, la cura non può esserci. La cura richiede tempo e fiducia, lo tenga presente e ne parli con il professionista che la segue
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Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile. Prima di tutto, è importante sottolineare che non posso fornire diagnosi o consigli medici, ma posso offrirti alcune riflessioni generali sulla situazione che hai descritto.

Interruzione della terapia farmacologica: Interrompere un trattamento farmacologico, specialmente se seguito per un lungo periodo, può avere diverse ripercussioni sullo stato di salute mentale e fisica. È sempre importante discutere con il proprio psichiatra o medico curante prima di prendere decisioni relative al trattamento.
Sintomi somatici dell'ansia: L'ansia può manifestarsi in una vasta gamma di sintomi fisici, tra cui dolore toracico, difficoltà respiratorie, palpitazioni, vertigini, ecc. Questi possono spesso essere confusi con i sintomi di altre condizioni mediche, come l'infarto.
Ipocondria: La preoccupazione eccessiva per la propria salute può portare a un circolo vizioso in cui la preoccupazione stessa diventa una fonte di stress e ansia, aggravando ulteriormente i sintomi.
Sonno e ansia: L'ansia può influenzare la qualità del sonno e, al contrario, la mancanza di sonno può aumentare i livelli di ansia. La sonnolenza che descrivi potrebbe essere correlata all'ansia, ma potrebbero esserci anche altre cause.
Percorso terapeutico: Non tutte le terapie psicologiche funzionano allo stesso modo per tutti. Ciò che è efficace per una persona potrebbe non esserlo per un'altra. Se senti che il tuo attuale percorso terapeutico non ti sta aiutando, potrebbe essere utile discutere delle tue preoccupazioni con il tuo terapeuta o considerare un approccio terapeutico diverso.
Farmaci: La decisione di assumere farmaci dovrebbe essere basata su una valutazione approfondita e una discussione con il tuo medico o psichiatra. Ci sono molte persone che traggono beneficio dai farmaci, ma ci sono anche altre opzioni terapeutiche da considerare.
In conclusione, i sintomi che hai descritto possono sicuramente essere correlati all'ansia, ma è essenziale che tu parli delle tue preoccupazioni con un medico o uno psicologo. Essi saranno in grado di fornirti una guida e un supporto appropriati. Non sei sola in questo percorso e ci sono risorse e trattamenti disponibili che possono aiutarti.
Buonasera. È sicura che aver smesso i farmaci sia stata una buona idea? Aveva concordato la sospensione con chi la seguiva? Trovo che continuare a cercare specialisti con l'intenzione di fare tutto da sola sia controproducente e contraddittorio. Le consiglio di riflettere su questo punto.
Buongiorno,
quello che racconta è certamente molto doloroso e di difficile gestione. La storia di questo malessere tuttavia si è protratta per tanti anni e in qualche modo è sensato aspettarsi che anche un percorso psicoterapeutico necessiti di un certo tempo per aiutarla come desidera. L'ansia tuttavia per come la vedo nelle persone che seguo, non è mai "solo" ansia, meno che mai quando si impossessa del corpo. Sono lieta che se ne stia occupando, pur dispiaciuta che questo le causi ancora tanta sofferenza. Rispetto alla scelta del percorso la invito quindi a non farsi prendere dalla fretta, ma si ascolti e veda quanto sente di poter lavorare bene in sintonia con la persona che la segue attualmente.
Resto a disposizione!
Buongiorno, sicuramente ansia ed ipocondria possono avere delle forti ripercussioni sulla salute. Se attualmente sente che il suo percorso terapeutico non sia efficace come spera, le consiglio di parlarne con il suo terapeuta. Non so da quanto tempo ha intrapreso un percorso psicologico, ma tenga presente che spesso questo richiede tempo, motivazione e fiducia. In bocca al lupo! Dott.ssa Cristiana Danese psicologa

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