Buongiorno dottori, sono un uomo di 39 anni che soffre di Doc. Le mie ossessioni sono di vario gene

18 risposte
Buongiorno dottori, sono un uomo di 39 anni che soffre di Doc.
Le mie ossessioni sono di vario genere, ma ultimamente sono aumentate quelle dei pensieri intrusivi.


Premetto che sono in cura da uno psichiatra con tanto di cura farmacologica (Efexor al mattino e Risperdal prima di dormire) e che da gennaio, andrò anche in cura da uno psicologo per sperare di uscirne o per lo meno imparare a conviverci.


Aspettando il primo colloquio con lo psicologo, avevo pensato di scrivervi due casi, riguardante miei pensieri intrusivi di morte per avere un vostro consulto.


Il primo è l'aver immaginato una persona delle mie zone, famosa per leggere le mani che mi preannuncia che morirò tale giorno e mese...ecco potete immaginare il mio stato psicologico con il vivere aspettando quel giorno quasi come se fosse una sentenza già scritta, un pensiero nitido arrivato senza senso dal nulla.


Il secondo invece sono sempre pensieri intrusivi cattivissimi verso terzi.

Ad esempio mi capita di parlare con una persona che conosco e se so che ha un parente defunto, l'insulto parte sul parente...cose anche cattive senza alcun senso o motivo.

Cose che mi portano a pagare pegni come rinunciare a cose piacevoli, tipo la masturbazione o altro, perché ho mancato di rispetto a questa gente.

Ed anche lì una vocina e come se mi dicesse se manchi di rispetto dopo tot giorni morirai ecc ecc



Ecco dottori questi sono due esempi, spero di avere una vostra rassicurazione aspettando la visita.


Saluti
Stefano
Gentile Stefano,
i pensieri intrusivi di cui parla sono chiaramente riconducibili alla sua angoscia di morte.
Ha detto che sono pensieri immaginari, pertanto frutto della sua immaginazione. Predire la morte non è possibile a nessuno, e se qualcuno ne fosse capace, allora sarebbe la persona più famosa nel mondo.
Sacrificare il suo piacere è tipico quando si ha un'angoscia di questo tipo: in qualche modo cerca di barattare la sua vita, privandosi del piacere della vita. Se lei si priva del piacere di vivere, si potrebbe dire che non vive; e se non vive non può rischiare di morire. Una persona che vive e gode dei piaceri della vita, rischia di morire, invece. Lei no. Lei non rischia questo pericolo.
Sono d'accordo con lei sulla decisione di essere seguito anche da un collega psicologo, perché è suo preciso dovere potersi permettere di godere dei piaceri della vita.
Saluti.

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Buongiorno Stefano,

La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. I pensieri intrusivi sono una manifestazione comune del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e possono essere estremamente angoscianti. È importante sapere che non è solo, e che l'aiuto di un professionista, come il suo psichiatra e il futuro psicologo, sarà fondamentale per comprendere meglio questi pensieri e per trovare strategie efficaci per gestirli. Voglio sottolineare inoltre che anche la ricerca di rassicurazioni solitamente è un comportamento compulsivo che si mette in atto per abbassare i livelli d'ansia. La terapia potrà offrirle strumenti utili per affrontare le sue paure e migliorare la qualità della sua vita. Le auguro un buon percorso di cura.
Resto a sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Buongiorno e grazie per avermi condiviso i suoi pensieri e il suo vissuto, immagino non sia stato facile e ne sono grato che lo abbia fatto.
I pensieri ossessivi nascono da un conflitto interiore tra ciò che vorremmo fare e ciò che per educazione abbia imparato a non fare perché non si deve.
Questo conflitto alimenta paradossalmente il desiderio di fare queste azioni, che sono percepite spesso con senso di colpa, anche se solo immaginate.
Le consiglio, in attesa del primo colloquio, di scrivere su un diario o sulle note del telefono, tutte le cose che vorrebbe fare se magicamente non avesse più queste ossessioni, così da riconnettersi piano piano su ciò che vuole per lei, e poi le consiglio di utilizzare un timer di 3 o 5 minuti, in cui si impegna ad ossessionarsi di proposito. Questa tecnica paradossalmente la aiuterà a sgonfiare la potenza del pensiero ossessivo e gli darà un confine. Se lo conceda almeno una volta al giorno, così non dovrà usare tutte le sue energie mentali per opporsi a queste ossessioni.
Mi faccia sapere se vuole come andrà
A presto
VB
Buongiorno Stefano, grazie per aver condiviso con me i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. So quanto possa essere difficile aprirsi su questi temi, soprattutto quando si tratta di pensieri che possono sembrare così spaventosi e incomprensibili. Mi colpisce la sua consapevolezza e il coraggio con cui sta affrontando la situazione, seguendo un percorso farmacologico e prendendo l'importante decisione di iniziare una terapia psicologica. Innanzitutto, voglio rassicurarla: i pensieri intrusivi come quelli che descrive non sono una sua colpa e non definiscono in alcun modo la persona che lei è. Questi pensieri fanno parte del Disturbo Ossessivo-Compulsivo, e sono molto più comuni di quanto si possa pensare. Il DOC spesso si nutre proprio delle paure e dei dubbi più profondi, rendendo i pensieri intrusivi particolarmente dolorosi e difficili da accettare. L'immaginare una predizione di morte o l'insulto involontario verso persone care sono esempi tipici di come il DOC può distorcere la realtà, generando un circolo di ansia, senso di colpa e comportamenti compensatori (come evitare certe attività o "pagare pegni"). Questi pensieri non hanno nulla a che vedere con una reale intenzione o con il destino. Sono il frutto di un meccanismo mentale che amplifica l'importanza dei pensieri negativi e li rende difficili da ignorare. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che presumibilmente intraprenderà con il suo psicologo, è un approccio particolarmente efficace per il DOC. Attraverso tecniche come la ristrutturazione cognitiva, imparerà a riconoscere che questi pensieri intrusivi sono semplicemente "rumore mentale" e che non è necessario agire su di essi. Inoltre, l'esposizione con prevenzione della risposta (ERP) è una strategia utile per ridurre gradualmente l'impatto di questi pensieri, affrontando in modo controllato le situazioni che li attivano senza ricorrere ai rituali. Capisco che l'attesa fino al primo colloquio possa sembrare lunga, ma voglio incoraggiarla a vedere questo periodo come un'opportunità per prendersi cura di sé. Una cosa che può iniziare a fare, se si sente pronto, è cercare di osservare i pensieri intrusivi con curiosità, senza giudicarli, quasi come se fossero nuvole che attraversano il cielo. Questo approccio, tipico della mindfulness, può aiutarla a distanziarsi un po' dal contenuto dei pensieri, ricordando che lei non è i suoi pensieri. Se sente che i pensieri stanno diventando troppo opprimenti, non esiti a comunicarlo al suo psichiatra o a contattare il futuro psicologo per anticipare il colloquio. Non deve affrontare tutto da solo. Le faccio i miei migliori auguri per il percorso che sta per intraprendere. Non è solo in questa battaglia, e con il giusto supporto potrà trovare una maggiore serenità e libertà da questi pensieri intrusivi. Un caro saluto, le auguro il meglio, Dott. Andrea Boggero
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Gentile utente, credo lei stia seguendo l'iter migliore per lei. Farmacoterapia e psicoterapia sono la combinazione con miglior esito nella riduzione del sintomo o remissione dello stesso. Per quanto concerne i suoi pensieri intrusivi, rassicurarla sarebbe un atto volto ad alimentare il suo bisogno di rassicurazione tipico della patologia di sui è affetto. Nella sua terapia scoprirà come stare nel lasciare andare i pensieri intrusivi e resistere alle compulsioni. SI affidi a pieno a quello che sarà il suo terapeuta. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno Stefano, grazie per aver condiviso la tua esperienza. I pensieri intrusivi che descrivi sono comuni nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e, anche se disturbanti, non sono segno di un imminente pericolo o di una volontà reale di danneggiare gli altri. Spesso, i pensieri più dolorosi e inaccettabili sono proprio quelli che si manifestano con maggiore intensità nei disturbi ossessivo-compulsivi. La psicoterapia breve strategica può essere utile nel trattare questi pensieri intrusivi, aiutandoti a comprenderli meglio, a ridurne il potere che esercitano su di te e a imparare a gestirli senza cedere alle compulsioni, come il rinunciare a cose piacevoli.

Anche la terapia farmacologica che stai seguendo (Efexor e Risperdal) può contribuire a ridurre i sintomi, ma la combinazione con la psicoterapia può accelerare il miglioramento. È importante che tu continui il percorso con lo psicologo, che ti aiuterà a sviluppare strategie concrete per affrontare questi pensieri e a non identificarli con la realtà.

Ricorda che i pensieri ossessivi non riflettono la tua volontà o desiderio di agire in quel modo, ma sono il frutto di un meccanismo mentale che può essere trattato efficacemente. Con il giusto supporto, puoi imparare a convivere con questi pensieri senza che interferiscano con la tua vita quotidiana.
Buonasera Stefano. Da quanto descrive i suoi sono spiacevoli e persistenti pensieri intrusivi, in assenza però di rituali che Lei mette in atto per placare l'angoscia che ne deriva. In questo caso non credo sia opportuno parlare di un DOC. Condivido pienamente La sua scelta di iniziare un percorso, così che Lei possa a piena indagare e comprendere la fonte di queste sue paure.
Cordialmente.

Caro Stefano,

I pensieri intrusivi che descrive non sono solo "suoi", ma si costruiscono anche nel modo in cui interagisce con loro: più cerca di scacciarli o neutralizzarli con rituali, più sembrano rafforzarsi e tornare con maggiore intensità. È come se instaurasse con i pensieri un dialogo costante che finisce per dargli più spazio e potere.

La buona notizia è che questa dinamica può essere esplorata e trasformata all'interno di una relazione terapeutica. Il fatto che abbia già un supporto psichiatrico e che inizierà un percorso psicologico è un ottimo punto di partenza. Insieme al terapeuta, potrà osservare come si sviluppano questi pensieri nel contesto della sua vita, quali significati stanno assumendo per lei e, soprattutto, come costruire modi nuovi per stare in questa relazione con i suoi pensieri.

Un caro saluto,
Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Gentile utente, prima di tutto voglio rassicurarla: il DOC è un disturbo ben conosciuto ed è possibile gestirlo in modo efficace. Con la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia farmacologica molte persone riescono a ridurre significativamente l’intensità dei sintomi e a migliorare la qualità della loro vita. I pensieri intrusivi che descrive sono tipici di questa condizione e i rituali che lei mette in atto per placare il senso di colpa, purtroppo, mantengono il circolo vizioso del DOC, e gradualmente andrà a ridurli con il supporto dello psicologo. In attesa di iniziare la terapia comportamentale, può provare ad allenarsi ad osservare i pensieri senza giudicarli o cercare di scacciarli, immaginandoli come nuvole che passano, e ricordare che tentare di sopprimerli o dare loro troppo peso li rende in realtà più insistenti. Sta già intraprendendo il percorso corretto e con il tempo vedrà miglioramenti concreti. In bocca al lupo!
Gentile Stefano, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Comprendo quanto possa essere difficile convivere con pensieri invadenti così angoscianti e con il disagio che ne deriva. È importante ricordare che questi pensieri non derivano da chi è lei come persona e che il fatto stesso che li trovi disturbanti dimostra quanto sia sensibile e rispettoso verso gli altri. Il disturbo ossessivo-compulsivo può manifestarsi in modi complessi, e la sensazione di dover “pagare pegni” o la paura di conseguenze terribili per pensieri indesiderati sono meccanismi tipici di questa condizione. Tali pensieri intrusivi sono spesso privi di qualsiasi fondamento reale, ma il DOC amplifica l'ansia associata. È molto positivo che lei sia già in cura con uno psichiatra e che abbia pianificato un percorso psicoterapeutico. Questi interventi possono essere estremamente efficaci per imparare a gestire i pensieri intrusivi e ridurre il loro impatto sulla tua vita. Nel frattempo, le suggerisco di non cercare di “neutralizzare” i pensieri con azioni come rinunciare o rituali, poiché ciò potrebbe rafforzare il ciclo ossessivo-compulsivo. Un professionista potrà aiutarla a sviluppare strategie più funzionali per affrontare questi momenti di difficoltà. Le consiglio di condividere apertamente questi episodi con lo psicologo durante i suoi colloqui, in modo da costruire insieme un piano terapeutico su misura per le sue esigenze. Non esiti a cercare supporto: sta già facendo un passo coraggioso e importante verso il miglioramento. Un caro saluto.
Buongiorno Stefano,

Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare questi pensieri invadenti e le emozioni che ne derivano. I sintomi che descrivono sono comuni nelle persone che soffrono di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e rientrano nella categoria delle ossessioni intrusive, che spesso generano ansia e sensi di colpa.

Il fatto che tu abbia già intrapreso un percorso con uno psichiatra e che abbia deciso di iniziare una terapia psicologica è un passo molto importante e positivo. La combinazione di trattamento farmacologico e psicoterapia è spesso l'approccio più efficace per gestire il DOC.

I pensieri intrusivi di morte o quelli offensivi verso terzi non scoprire chi sei come persona. È fondamentale ricordare che questi pensieri non corrispondono ai tuoi veri valori o desideri. Sono un prodotto del disturbo e non devono essere interpretati come segnali di qualcosa di più profondo.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare con tecniche di esposizione con prevenzione della risposta (ERP), si è dimostrata estremamente utile nel trattamento del DOC. Inoltre, la Mindfulness e l'EMDR possono aiutare a ridurre l'intensità dell'ansia legata ai pensieri intrusivi.

Nel frattempo, cerca di non attribuire significati particolari ai pensieri intrusivi, trattandoli semplicemente come eventi mentali passeggeri. Più si cerca di combatterli o evitarli, più tendino a rafforzarsi. Accoglierli senza giudicarli può ridurne l'impatto.

Per approfondire ulteriormente e ricevere un supporto specifico, ti consiglio di proseguire nel tuo percorso psicoterapeutico. Affidarsi a uno specialista può fare la differenza nel trovare strumenti e strategie per affrontare il disturbo in modo efficace.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera Stefano. I pensieri intrusivi che si impongono al soggetto contro la sua volontà possono essere molto sgradevoli, ma non sono nulla di anormale. Il verificarsi di questi episodi non fa di lei una cattiva persona. Provi a vederli come un modo che ha la sua mente di funzionare. Credo, semmai, che quello che può fare è cercare di comprenderne il significato che vi sta dietro iniziando un percorso personale, come d'altro canto vuole fare. Tenga presente che i pensieri non sono azioni e rimangono nella sua testa.
buona sera. Da quello che mi scrive comprendo l'intensità dell'angoscia che le procura la prima ossessione (relativa alla morte) e, come secondo elemento, l'incapacità che descrive di controllare l'impulso a dire delle parole sgradevoli e inopportune. Entrambi gli aspetti vanno trattati attraverso la terapia farmacologica e il trattamento cognitivo-comportamentale. Se sono svolti da due professionisti differenti, le suggerisco di invitarli a prendere contatto l'uno con l'altro, in modo da agire congiuntamente e monitorare la sue evoluzione. Non dubiti sulla esistenza di una soluzione, che le richiederà fatica e impegno ma che le permetterà di interpretare questi sintomi alla luce della sua storia di vita. Un cordiale saluto e un augurio di pronta guarigione nel 2025.
Gentile utente di mio dottore,
i pensieri qui riportati sono prevalenti nelle problematiche di matrice ansiosa. Ha iniziato un trattamento farmacologico e a breve inizierà una psicoterapia. Le due cose insieme con il tempo le consentiranno di uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
In bocca al lupo per tutto.
Saluti
Dott. Diego Ferrara
Ciao Stefano, grazie per aver condiviso la tua esperienza. I pensieri intrusivi che descrivi sono tipici del DOC e possono essere molto debilitanti. È positivo che tu sia già in cura con uno psichiatra e stia per iniziare un percorso psicologico. Ti consiglio di proseguire con la terapia e di affrontare questi pensieri con il supporto di uno psicologo, che ti aiuterà a gestirli in modo più efficace. Nel frattempo, ti invito a fissare un incontro per un consulto, se desideri parlare più approfonditamente della situazione. A presto.
Gentile Stefano,

La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con noi. Comprendo quanto questa situazione possa essere difficile e fonte di preoccupazione per lei. È importante sottolineare che i pensieri intrusivi di cui parla sono una manifestazione comune del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e non rappresentano in alcun modo chi è lei come persona.

Il primo esempio che ha riportato, legato al timore di una "predizione" sulla sua morte, così come il secondo, riguardante pensieri intrusivi verso gli altri, sono espressioni di un meccanismo mentale che tende ad amplificare pensieri indesiderati, trasformandoli in fonte di angoscia. È essenziale ricordare che questi pensieri non corrispondono alla realtà né alle sue reali intenzioni o desideri.

L'ansia che accompagna tali pensieri può portare a comportamenti compensatori, come i "pegni" che descrive, nel tentativo di alleviare il senso di colpa o prevenire eventi temuti. Tuttavia, questi rituali, per quanto inizialmente sembrino offrire sollievo, finiscono per rafforzare il circolo vizioso del disturbo.

Il fatto che abbia già deciso di rivolgersi a uno psichiatra e sia in procinto di intraprendere un percorso psicologico è un passo fondamentale. Con il supporto adeguato, potrà acquisire gli strumenti necessari per comprendere e gestire meglio i meccanismi alla base del disturbo.

Nel frattempo, è utile ricordare che i pensieri intrusivi, per quanto disturbanti, non hanno alcun potere reale, e il senso di colpa che li accompagna è una conseguenza di una distorsione tipica del disturbo stesso. Accogliere questi pensieri come semplici eventi mentali, senza combatterli o cercare di evitarli, può rappresentare un primo passo verso una maggiore serenità.

Le auguro il meglio per il suo percorso. Un cordiale saluto.
Ciao Stefano, prima di tutto voglio dirti che capisco quanto possa essere difficile affrontare questi pensieri, specialmente quando sembrano prendere il controllo della tua vita. Il fatto che tu stia già lavorando con uno psichiatra e stia per iniziare la psicoterapia è un grande passo, e ti incoraggio a continuare su questa strada.
I pensieri che descrivi, come quelli riguardanti la morte e gli insulti verso altre persone, sono molto comuni in chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Questi pensieri non riflettono chi sei veramente o le tue intenzioni, ma piuttosto una sorta di "disturbo" nel modo in cui la tua mente li elabora. La paura che questi pensieri possano avere un impatto reale sulla realtà – come la convinzione che se non punisci te stesso o se non eviti di fare qualcosa, accadrà qualcosa di brutto – è tipica del DOC. La mente, purtroppo, ti fa sentire come se dovessi fare qualcosa per "riparare" il pensiero, ma in realtà non c'è nulla da riparare.
È normale sentirsi intrappolati in questo circolo, in cui un pensiero genera un altro pensiero, e così via. Il fatto che tu senta la necessità di "pagare un pegno", come evitare cose che ti piacciono, per bilanciare il pensiero intrusivo, è un modo che la tua mente cerca di mantenere il controllo. Ma, in realtà, il controllo che pensi di esercitare non è altro che una reazione automatica che finisce per rinforzare il disturbo.
Una terapia che potrebbe davvero esserti utile per affrontare questa situazione è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che è particolarmente efficace per il DOC. Durante la CBT, potresti imparare a riconoscere che questi pensieri non sono fatti reali e a cambiare il modo in cui reagisci a loro, riducendo la paura e l'ansia che provocano. La terapia ti aiuterebbe anche a comprendere che non è necessario punirsi o cercare di "riparare" i pensieri. Piuttosto, si tratta di sviluppare una nuova relazione con questi pensieri, imparando a lasciarli andare senza sentirsi sopraffatti.
Non c'è bisogno di affrontare tutto da solo, e con il supporto giusto, potrai iniziare a gestire meglio questi pensieri. Avere un terapeuta che ti guida ti aiuterà a vedere le cose in modo diverso, e ti permetterà di uscire gradualmente da questo circolo vizioso che può sembrare senza fine. È un processo che richiede tempo, ma con il giusto supporto puoi sicuramente trovare un equilibrio migliore.

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