Buongiorno Dottori, sono un ragazzo di 31 anni. Ho sofferto intorno ai 20 anni di disturbo d'ansia

19 risposte
Buongiorno Dottori,
sono un ragazzo di 31 anni. Ho sofferto intorno ai 20 anni di disturbo d'ansia con una fase, seppur breve, con tratti depressivi. Ho curato con successo il tutto con 10 gg di citalopram, terapia che ho continuato negli anni (precisamente 8 anni, dal 2015 ad oggi) non dandomi effetti collaterali e anzi dandomi sensazione di benessere. In questi anni mi sono realizzato nella mia autonomia, mi sono laureato e ho acceso un mutuo per acquistare un piccolo appartamento, ho viaggiato nonostante le difficoltà legate all'ansia, mi sono creato una buona cerchia di amici, insomma non mi mancherebbe niente e mi sentivo abbastanza felice e soddisfatto.
Purtroppo a maggio di quest'anno ha fatto capolino una forma di DOC con ossessioni aggressive che mi facevano stare molto molto male e così ho subito intrapreso un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale, oltre che aumentare il citalopram a 15 gocce su prescrizione della struttura psichiatrica che mi aveva seguito all'epoca dei disturbi d'ansia.
Questo DOC mi ha portato quest'estate allo sviluppo di una forma depressiva, certi giorni molto invalidante, che mi ha tolto davvero il piacere di tante cose. Nonostante la grande fatica, sono partito per una vacanza di una settimana al mare ad agosto con due amici, occasione nella quale - contrariamente alle mie previsioni - ho sperimentato giornate di umore decisamente migliore. Mi sentivo più sereno e spensierato e quasi non mi pareva vero. Tornato alla base, gradualmente, l'umore è tornato un po' giù, seppur non ai livelli bassi come prima e fatico tutt'ora a riscoprire il piacere di vivere la quotidianità. Non mi abbatto e cerco tutti i giorni di vivere un presente sereno e di nuovo soddisfacente e sto cercando di sperimentare nuove esperienze, praticando un nuovo sport, prenotando quel viaggio che tanto bramavo, pensando al futuro. Ecco, in questo momento faccio fatica a pensare a un futuro soddisfacente, mi sento come fermo e faccio fatica a provare piacere per quelle cose che prima mi piacevano. Il malessere profondo della depressione non lo avverto più, ma fatico a trovare soddisfazione in cose che so per certo che me ne dovrebbero dare.
Sto lavorando molto sul vivere il presente con la terapeuta e io so che la vita sa essere bella, perché l'ho sperimentato sulla mia pelle, ma certi giorni è come se non sapessi come fare per tornare a essere felice, ho paura di scoprire che le nuove attività che sto programmando di abbracciare non mi piacciano. Una voce dentro di me mi dice che la strada è quella giusta e che ci vuole tempo, dall'altra però guardo l'oggi e lo trovo un po' vuoto di piacere: vedere gli amici che mi hanno sempre fatto stare bene ora è un po' meno piacevole; pensare al futuro è complicato perché non so come vedermici. Mi sento come già arrivato e a un binario cieco. Io ho sempre goduto della mia quotidianità, dei piccoli piaceri della giornata, non ho mai fatto voli pindarici troppo in là, ma ora ho smarrito questa capacità di vivere con piacere anche quelle attività che mi facevano sentire progettuale e pieno di entusiasmo.

Sono in fiducia con la mia terapeuta e infatti questo vuole solo essere un messaggio di sfogo momentaneo, non di ricerca di altri pareri che disconfermino il nostro lavoro. Vorrei solo capire da altri professionisti se tutto questo è risolvibile, perché a volte a me sembra di no. Mi sento meglio rispetto a due mesi fa, ma non bene. Cosa mi manca? Non lo so. Sono alla ricerca di nuove emozioni piacevoli, ma a volte mi sembra di lottare contro i mulini a vento. Vivo alla ricerca di quella miccia che mi faccia cambiare la prospettiva: ogni tanto mi capita che accada, ma è un qualcosa di estemporaneo. Vorrei prolungare quegli attimi di ritrovato buon umore, progettualità e positività!

Grazie molto per la lettura
Nel trattamento della depressione i migliori risultati si ottengono associando ad un adeguato trattamento farmaceutico segnato da uno psichiatra, una psicoterapia con un terapeuta che sappia trattare questo tipo di sintomo.
Il farmaco allieva la morsa della caduta depressiva, l'umore nero. la stenia, la perdita di energia, la difficoltà di fare qualunque cosa, anche alzarsi dal letto.
Ma questa ritrovata vitalità deve essere riempita di significati nuovi, la persona deve elaborare la sua crisi, dare voce alla sua storia e ai suoi bisogni per trovare un senso e una direzione alla sua vita.
Dott Maria Grazia Antinori, Roma

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Gentilissimo: ho letto con attenzione e, le confesso, anche con piacere il suo messaggio, nonostante abbia avvertito il suo dolore e la sua angoscia.
Il piacere deriva dal fatto che, leggendo, i termini che ha utilizzano mi hanno dato l'immagine di una persona ben inserita nella direzione di una buona analisi di sé: sa, a volte la cura passa anche attraverso l'apprendimento di un linguaggio adeguato che dia il giusto nome (giusto per noi) al nostro vissuto.
La sua storia "clinica" ci dice che, in effetti, lei ha una vulnerabilità ai disturbi dell'umore, specialmente per un viraggio depressivo. Ciò però non è solo una sua caratteristica, ma anche un'opportunità. Possibilmente avrà sempre un po' la tendenza a leggere e sentire depressivamente i cambiamenti? Magari sì. Questo la condannerà a vivere per sempre in uno stato di depressione clinica? Assolutamente no.
Sono certo che con la sua terapeuta troverà la chiave di lettura migliore per lei, ma per ora le dico di avere pazienza, per quanto difficile: a volte, per ritrovare il piacere di vivere e la capacità di farlo nel qui e ora, bisogna "solo" mettere un piede davanti all'altro, intanto che termini di "significare" adeguatamente quel che le sta succedendo. E io credo che le stia succedendo qualcosa di buono.
Rimango a sua disposizione. Coraggio: andrà meglio, vedrà.
Gentile Utente,

Le sue parole trasudano sincerità e introspezione. È chiaro che ha attraversato momenti molto difficili e che sta affrontando un periodo di introspezione e domande. Mi dispiace che si stia sentendo così, ma sono incoraggiata dal fatto che stia cercando aiuto e che stia lavorando con una terapeuta.

Per quanto riguarda la sua domanda su se tutto ciò che sta vivendo sia risolvibile: assolutamente sì. La mente e l'umore sono molto complessi e possono essere influenzati da una miriade di fattori, sia interni che esterni. Ci sono molte storie di persone che sono riuscite a superare periodi di depressione e malessere per tornare a una vita soddisfacente e appagante.

La natura ciclica della vita significa che ci saranno periodi di alta energia e felicità, ma anche momenti in cui ci si potrà sentire abbattuti o insoddisfatti. È completamente normale e fa parte del viaggio della vita.

L'importante è non isolarsi e continuare a cercare supporto. A volte può essere utile un approccio multifattoriale che combina terapia, eventuali farmaci, esercizio fisico, tecniche di rilassamento e coinvolgimento sociale. Ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra, quindi può essere un processo di sperimentazione.

Sono lieta di sapere che abbia avuto momenti in cui ha sperimentato il buon umore e la progettualità di recente. Questi momenti possono servire come promemoria che è possibile sentirsi meglio e che la felicità può tornare. Anche se questi momenti sembrano estemporanei ora, con il tempo e con il giusto supporto, possono diventare più frequenti e duraturi.

Infine, ricordi che è completamente normale avere alti e bassi nella vita. Ciò che sta vivendo non è un riflesso della sua valenza come persona, ma piuttosto un momento particolare del suo percorso. Con pazienza, supporto e lavoro, sono fiduciosa che riuscirà a trovare nuovamente la soddisfazione e la gioia nella vita quotidiana.

Le mando un caloroso saluto e le auguro tutto il meglio nel suo percorso di guarigione.

Con affetto e professionalità,
Dott.ssa Laura Sozio
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Carissimo
Comprendo dal suo racconto la sua preoccupazione e il fatto che abbia già avviato un percorso terapeutico credo sia stata per lei una scelta ottimale. Le sue paure sono legittime ed è giusto parlarne soprattutto con chi la sta seguendo per elaborare insieme le emozioni e i pensieri intrusivi che potrebbero creare situazioni di ulteriore sofferenza.
Rimango a sua disposizione anche on line qualora ne avesse necessità
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Margutti
Gentilissimo, la ringrazio per la condivisione dei suoi vissuti emotivi, così chiara e introspettiva. Nelle sue parole traspare il malessere che sta sperimentando, che sicuramente vale la pena condividere anche con la sua terapeuta. Portare in terapia le sue frustrazioni, preoccupazioni e paure sarà un'occasione veramente preziosa per lei per approfondire i significati che si accompagnano ai vissuti emotivi che sta sperimentando e per trovare risorse e nuove vie da percorrere. Inoltre leggendo, ho notato che ha iniziato relativamente da poco il percorso psicoterapeutico: si dia tempo e dia soprattutto tempo anche alla terapia di funzionare. Vedrà che poi riuscirà a intravedere e trovare quella "miccia che le faccia cambiarle la prospettiva". Cordiali saluti, dott.ssa Zenucchi Monica
Caro utente, nel suo racconto si percepisce le difficoltà che ha ad affrontare giorno per giorno, cercando dei vissuti a cui aggrapparsi per andare avanti, forse dovrebbe a accettare questo momento semplicemente come un momento e non qualcosa che durerà sempre. Per stare bene si devono attraversare diversi inferni. Continui con il suo percorso, lasciando andare aspettative e stare nel presente del respiro e del suo corpo.
Un abbraccio
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno e grazie per la sua condivisione che può essere di esempio per mole/i. Ascolti la sua vocina. E' sulla strada giusta. Le cose cambiano e noi cambiamo con loro, ma questo non significa in peggio. Un caro saluto.
Buongiorno caro ragazzo,
mi sembra molto consapevole delle sue fatiche e difficoltà.
Ci sono degli eventi che accadono che rimangono dentro di noi e turbano il nostro equilibrio, turbano noi stessi che non siamo mai uguali e via via ci avviamo ad un cambiamento.
Forse ciò non deve spaventarci, ma com ha fatto lei, chiedere aiuto per ed avere uno spazio di rielaborazione può essere la chiave.
Non esiti a contattarmi, sono qui.
F.
Ti senti meglio rispetto a prima, questo vuol dire che il tuo percorso psicologico sta funzionando: parla delle tue preoccupazioni con la collega, confrontati con lei e cerca di avere fiducia nel lavoro intrapreso. La strada a volte è lunga, ma se sta funzionando continua così e vedrai che le cose andranno meglio! Un saluto
Gentile utente, dal suo racconto traspare molta consapevolezza rispetto alla sua situazione. Porti questi sentimenti e preoccupazioni nella terapia che sta già svolgendo, che da come descrive, sembra le stia portando benefici. La preoccupazione è legittima, ma come può constatare dalle sue numerose attività, sembra che nonostante le problematiche che lei riporta, queste ultime non le impediscono di continuare a gestire la sua vita, la sua carriera e le attività extralavorative. Ha già chiesto aiuto alle figure necessarie, non le resta che continuare il percorso intrapreso! Resto a disposizione per qualsiasi necessità. Un caro saluto.
Buongiorno,
Consideriamo che lei ha esperito episodi di malessere ripetuto, a cui sono seguite terapie farmacologiche necessarie, che possiamo dire le hanno fatto in qualche modo sperimentare il senso del limite, limite, nel suo caso, dato dall'impossibilità di sperimentare la felicità e il successo a tutto tondo, questo perché ogni qualvolta lei stava per realizzarsi è insorta la patologia che l'ha in qualche modo "bloccata" nella vita.
Probabilmente l'esperienza della vacanza con gli amici le ha fatto assaporare il senso di superare questo limite, per cui si è portato a casa la paura di poter precipitare di nuovo nella condizione in cui si imbatte in quest'ultimo.
Questa paura la blocca ad oggi e la può portare anche, in modo automatico, ad evitare di provare piacere a tutto tondo nelle attività quotidiane, questo perché il piacere è pericoloso, ci espone alla probabilita di rimbatterci nel limite e dunque nella sofferenza. Al contrario, vivere una condizione di piattezza emotiva (se così vogliamo chiamarla, comunque difficoltà a viversi piacevolmente le piccole cose) ci permette anche di non imbatterci più nel pericoloso limite (perché siamo già in qualche modo preparati "emotivamente"), limite che lei ha già più volte sperimentato.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Buongiorno,
Mi dispiace sentire della tua attuale esperienza. È positivo che sta intraprendendo un percorso di psicoterapia e che ha già sperimentato miglioramenti nel tuo umore. La depressione e il disturbo ossessivo-compulsivo possono avere impatti significativi sul piacere e sul senso di proposito nella vita quotidiana. È normale sentirsi in una sorta di stallo o di vuoto durante questi momenti di transizione. Continui a lavorare con la sua terapeuta per esplorare le possibili cause di questa situazione e per sviluppare strategie per aumentare il piacere nelle attività quotidiane. È importante mantenere la speranza e la determinazione nel tuo percorso di cambiamento.
Massimo Martucci, Psicologo e Ipnoterapeuta a Milano e online

Gentile Utente,
Le faccio i complimenti per la tenacia e la forza d’animo che mette nel suo percorso. Sono certo che sta facendo un ottimo lavoro con la sua terapeuta. Purtroppo la bacchetta magica che faccia sparire i problemi non esiste, esiste il mettersi in gioco ed esplorare il messaggio che i sintomi ci portano, quel qualcosa che ci “parla” e che esce fuori in quei momenti. Ci vuole tempo e tenacia. La seconda ce l’ha messa, si conceda il tempo e si fidi della professionista con cui sta collaborando.
Le auguro il meglio
Salve, sta lavorando attivamente con la sua terapeuta e sono sicura che la aiuterà al meglio, consentendole di trovare un suo equilibrio. Si dia del tempo..ha già fatto molto, dalle sue parole sembra essere molto affaticato e stanco di questa situazione, comprensibilmente vuole uscirne..si conceda del tempo per riflettere..
cordiali saluti,
Dott.ssa Flaminia Iafolla
Caro utente, i sintomi depressivi sono come una lente che si interpone tra noi e la realtà, una lenta grigia che ci distorce il piacere delle cose e appiattisce tutto,come se tutto fosse sotto una nube. Gli stessi farmaci (ne parli pure con lo psichiatra per capire se questo potrebbe essere il caso) hanno talvolta come effetto collaterale un appiattimento delle emozioni.
Quello che mi sento di evidenziarLe è che sta dimostrando delle grandi risorse personali. Un esempio è la vacanza con gli amici che, seppur con estrema fatica, Lei è riuscito a fare. Si aggrappi fortemente a queste piccole esperienze di vitalità che Le danno la direzione verso cui andare. Il percorso terapeutico che sta affrontando ha bisogno di tempo ed è sicuramente lo spazio entro cui trovare piano piano sempre più "micce" che la accendano. Se non saranno micce, saranno tenui fuocherelli. Talvolta il piacere di fare le cose sta nell'apprezzare anche il terpore senza "fuochi d'artificio".
Sperando di esserLe stata d'aiuto, cordialmente,
Dott.ssa Elessandra Chiomento


Caro Utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver condiviso con noi la sua storia e la sua sofferenza. Quando si tratta di questioni, argomenti psicologici (che si tratti di rapporti sociali, disagi personali, o dei disturbi, autostima, motivazione etc..) dare risposte con così poche informazioni su di una piattaforma web, è difficile. Ognuno di noi è diverso e per comprenderlo fino in fondo bisogna ascoltarlo attentamente e porre le giuste domande.
Detto questo, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo con il quale riesca ad entrare in sintonia e intraprendere un percorso di sostegno o supporto psicologico così da poter indagare a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e il suo modo di percepire sé stesso e il mondo circostante. In questo modo è possibile raggiungere quel benessere che ognuno di noi si merita.
Rimango in attesa per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Linda Trogi
Ciao,

Grazie per aver condiviso apertamente la tua esperienza. Sembra che tu stia affrontando un momento di grande sfida emotiva e che stia facendo del tuo meglio per superarlo.

È positivo che tu abbia già intrapreso un percorso di terapia cognitivo-comportamentale e che tu stia lavorando con un terapeuta di fiducia. La terapia può essere un prezioso strumento per affrontare la depressione e le ossessioni aggressive associate al disturbo ossessivo-compulsivo.

È importante ricordare che il recupero può richiedere tempo e pazienza. Anche se ti senti un po' perso ora, è possibile trovare nuovamente soddisfazione e piacere nelle attività quotidiane e nel guardare al futuro.

Continua a impegnarti nel lavoro terapeutico e non aver paura di esplorare nuove attività e interessi che potrebbero portarti gioia. Anche se può sembrare difficile al momento, ogni passo che fai verso il benessere emotivo è significativo e importante.

Ricorda di essere gentile con te stesso durante questo processo e di prenderti il tempo necessario per guarire. Sono incoraggiato dal fatto che ti senti meglio rispetto a due mesi fa, anche se non ancora al tuo meglio. La strada verso il recupero può essere piena di alti e bassi, ma è possibile superare le sfide e trovare la felicità e la soddisfazione nella vita.

Continua a cercare il sostegno di cui hai bisogno e non esitare a parlare con il tuo terapeuta di eventuali preoccupazioni o sfide che incontri lungo il percorso.

Ti auguro tutto il meglio nel tuo percorso di guarigione.

Salve,
Posso immaginare il suo desiderio di sfogarsi e condividere ciò che sta vivendo, ed è comprensibile che in questo momento si senta come se stesse lottando contro un senso di vuoto e insoddisfazione, nonostante i progressi già fatti e il lavoro in corso con la sua terapeuta. La sua storia dimostra una grande capacità di resilienza, avendo già superato fasi difficili legate all'ansia e alla depressione in passato. È significativo che, nonostante le difficoltà attuali, stia ancora cercando di sperimentare nuove attività e affrontare il presente con coraggio.

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) con ossessioni aggressive che ha vissuto recentemente può essere stato un fattore scatenante per il malessere attuale, influenzando non solo il suo umore, ma anche la sua capacità di godere delle cose che una volta le davano piacere. È normale, in momenti come questi, sentire una sorta di "piattezza" emotiva, come se le emozioni positive non fossero più così accessibili o come se il futuro apparisse incerto e privo di stimoli.

Quello che descrive, ossia la difficoltà a trarre piacere da ciò che una volta lo faceva sentire progettuale e motivato, potrebbe essere un aspetto residuo della fase depressiva che ha vissuto. La depressione spesso lascia una sorta di "ombra" che può far sembrare le cose meno vivide o meno soddisfacenti anche dopo che i sintomi più acuti sono diminuiti. È incoraggiante, però, che lei riconosca di sentirsi meglio rispetto a qualche mese fa: questo indica che è già sulla strada della ripresa, anche se non è ancora arrivato al pieno recupero.

È importante ricordare che la guarigione emotiva non è un percorso lineare. Spesso ci sono momenti in cui ci si sente meglio e altri in cui il progresso sembra rallentare o addirittura fermarsi. La sensazione di essere "fermo" che descrive può essere parte di questa fase di transizione, in cui non è più nel pieno della crisi, ma non ha ancora ritrovato appieno quella sensazione di benessere e progettualità che desidera.

Quello che potrebbe mancare, e che sta cercando, è forse un senso di significato o di connessione più profonda con le nuove esperienze. A volte, dopo un periodo di forte stress emotivo, come quello che ha vissuto, le attività che una volta ci appagavano possono sembrare meno coinvolgenti o addirittura estranee. Questo non significa necessariamente che non potranno più darci piacere, ma potrebbe essere necessario più tempo o una nuova modalità di approccio per ritrovare quel senso di entusiasmo.

La sua consapevolezza di voler "prolungare" quegli attimi di buon umore e progettualità è un buon segno, e indica che ha dentro di sé la capacità di riconoscere il bello e il positivo, anche se momentaneamente offuscati. È probabile che con il tempo, continuando il suo percorso terapeutico e sperimentando nuove esperienze, questi momenti di serenità e piacere diventeranno più frequenti e duraturi.

Infine, il suo desiderio di capire se tutto questo sia risolvibile è del tutto comprensibile. La sua storia dimostra che lei ha già superato momenti difficili e che è in grado di farlo nuovamente. Anche se ora può sembrare di essere su un binario cieco, è importante ricordare che la vita spesso ci offre nuove prospettive proprio quando ci sembra di non avere più direzioni da prendere.

Le suggerirei di continuare a dare fiducia al suo percorso terapeutico, e di permettersi anche di accettare quei giorni in cui il vuoto sembra prevalere, sapendo che fanno parte di un processo più grande di ripresa. Con il tempo e il lavoro che sta già facendo, ritroverà quella "miccia" che sta cercando, e quei momenti di positività diventeranno più frequenti e, soprattutto, più duraturi.

Le auguro di trovare, con pazienza e costanza, la serenità e il piacere che desidera. Dott. Andrea Boggero

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