Buongiorno Dottori, sono qui per un consiglio e soprattutto per cercare una soluzione a una sofferen

23 risposte
Buongiorno Dottori, sono qui per un consiglio e soprattutto per cercare una soluzione a una sofferenza che mi porto dentro.
Sto da quasi 5 anni con una donna che da 3 anni è mia moglie, ad ogni lite, ad ogni cosa che va contro il suo pensiero mi umilia con parole forti del tipo “ti odio” “mi fai schifo” “ sei un uomo senza palle” ecc.
Ogni volta apre un repertorio di parole fatte di offese e ultimamente mi ha detto pure che lo fa volontariamente perché vuole umiliarmi.
Io non ce la faccio più tengo a mia figlia che è l’unica cosa bella che ho avuto nella vita e lei di questo si fa forte pure dicendomi che io resto perché non so dove andare perché non avendo una famiglia di origine mi ritroverei solo.
Sono stanco mentalmente e fisicamente ho perso quasi 15 chili negli ultimi tempi e pure il mio fisico ne sta risentendo in maniera pesante.
Qualche volta mi ha alzato pure le mani addosso lasciandomi dei segni , mi vergogno quando incontro qualche vicino perché sicuramente sentiranno le sue grida quando inizia a fare la pazza. Non so come uscirne
Grazie
Buongiorno, capisco che la situazione che stai vivendo sia estremamente difficile e dolorosa. Sentirsi intrappolati in una relazione in cui prevalgono l’umiliazione e il disprezzo può essere devastante non solo a livello emotivo ma anche fisico, come hai chiaramente descritto. È importante riconoscere il coraggio che hai mostrato nel cercare aiuto e nel voler discutere apertamente di queste difficoltà, è fondamentale considerare che le tue percezioni e le tue esperienze influenzano la tua realtà quotidiana e la tua visione di te stesso e del futuro. In terapia, potremmo lavorare insieme per esplorare queste percezioni e come influenzano il tuo senso di autostima e di agenzia. È cruciale iniziare a costruire un nuovo senso di sé che non sia legato alle definizioni imposte dalla tua partner. Ti incoraggio a considerare seriamente di parlare con un professionista che possa offrirti uno spazio sicuro e supportivo per discutere di queste questioni e valutare le opzioni a tua disposizione. Non sei solo in questo, e ci sono vie d’uscita che possono portarti verso un futuro più sicuro e sereno.

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Buongiorno,
mi dispiace per le difficoltà che sta vivendo: sarò molto diretto, se la situazione è seria come lei la descrive l'unica via possibile è denunciare gli episodi di violenza, anche a tutela di sua figlia che ha diritto di crescere in un ambiente il più possibile sereno e sicuro.

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani
Carissimo, comprendo profondamente il dolore e la confusione che sta vivendo per questa situazione. Le parole di umiliazione e le aggressioni fisiche che descrive sono segnali di una dinamica relazionale molto sofferente, che può avere un impatto devastante sulla sua salute mentale e fisica. È essenziale riconoscere che il suo benessere e la sua autostima meritano di essere protetti. L'umiliazione ripetuta può erodere la sua sensazione di valore personale e portare a sentirsi intrappolato in una situazione che la fa soffrire e, inoltre, è importante anche considerare l'effetto che questo ambiente potrebbe generare su sua figlia. Crescere in un contesto di conflitto e violenza verbale può influenzare negativamente il suo sviluppo e la sua visione delle relazioni. La incoraggio a riflettere su ciò che desidera realmente per sé stesso e per sua figlia. Se ha la possibilità, può valutare l'idea di contattare un professionista, per ricevere supporto nella gestione di questa situazione. Non dimentichi che merita di essere trattato con rispetto e dignità, e non dovrebbe mai sentirsi costretto a rimanere intrappolato in una situazione dannosa. Infine, per ultima cosa, cerchi momenti di tranquillità, anche brevi, in cui può riflettere e recuperare energia. Ricordi, ci sono sempre vie d'uscita, e il primo passo è riconoscerlo. Cordiali saluti
Caro Utente, comprendo il tuo dolore.
È essenziale che tu metta al primo posto la tua sicurezza e quello di tua figlia.
Parlare con un professionista potrebbe aiutarti a prendere delle decisioni sia personali che relazionali ed eventualmente anche legali.
Resto a completa disposizione, Dott.ssa Maraio Francesca.
Gentile utente, il pezzo di storia che porta rimanda a tutta la sofferenza di cui è colmo. Quello che mi sento di dirle in prima battuta è che ognuno di noi attraversa momenti di svolta nella vita, che vanno a intercalarsi tra quella pseudo-continuità "di tutti i giorni". In quanto svolta possono portare a difficili decisioni, cambi di direzione, progetto e, di fatto, vita. In questi momenti farsi affiancare da un professionista può aiutare ad accedere in modo più cosciente alla propria esperienza, così da identificare una rotta che sia adeguata, riconfigurando tutte quelle esperienze che ci hanno portato dove siamo adesso. Nel suo caso si tratta di una svolta davvero spiacevole e con risvolti che forse vanno oltre alla sfera psicologica ma toccano quella legale. Per quanto riguarda il suo malessere, innanzitutto, c'è da chiedersi "come" e "quando" sia arrivato ad una dimensione di violenza e malessere così grande e cosa la tiene ancora lì, pur così sofferente (sua figlia, gran tema, sicuramente non sarà l'unica risposta). Lei ha già fatto il primo passo, che è quello di aver capito che questa realtà non può più essere sua e scrivendo qua riconosce anche l'utilità di un supporto. Il mio consiglio è davvero quello di avviare un percorso psicologico che possa aiutarla a disegnare meglio il quadro attuale e i potenziali futuri, nel rispetto suo e direi anche della sua bambina, che suppongo oggi non veda un padre felice quando lo guarda. Sono con piacere disponibile qualora volesse fissare un primo colloquio online, per capire se possa essere un percorso per lei utile e qualora volesse approfondire qualche punto.
Gentile utente, posso solo immaginare i dolore che sta provando e che vive ogni volta a seguito di una discussione con la sua partner. Nessuno a il diritto di mettere le mano addosso a nessuno, se questo è quello che sta vivendo è importante che lei metta sé stesso in sicurezza. Segnali la violenza, poiché non è tollerabile che una persona subisca violenza fisica, psicologica e/o emotiva. Mettersi al primo posto, prendersi cura di sé significa anche chiamarsi fuori da dinamiche violente, dolorose e disfunzionali. Potrebbe anche valutare la possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia che la possa sostenere e accompagnare in questo percorso. Rimango a sua disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, la ringrazio per essersi aperto con noi. Penso che lei abbia bisogno di un aiuto in primis perché ciò che le viene fatto è violenza psicologica e fisica. Le consiglio inoltre di iniziare un percorso terapeutico per sostenerla. Le auguro che si possa risolvere al più presto.
Cordialmente, dott.ssa Gabriella Sapienza
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Le consiglio di parlare apertamente con sua moglie di come si sente. Potreste anche valutare l'idea di iniziare un percorso di terapia di coppia per affrontare i vostri problemi. Rimango a disposizione per qualunque chiarimento. Dott.ssa Veronica Savio
Gentile utente. Grazie per aver condiviso la sua situazione. Il rapporto di coppia che sta vivendo, con le umiliazioni, la violenza verbale e fisica, è sicuramente pesante da sostenere. Lei però deve pensare principalmente alla tutela della sua salute fisica e psicologica. Ha perso 15 chili, dice di non farcela più e si sente abbattuto fisicamente e psicologicamente. Aver scritto su questa piattaforma esprime una richiesta di aiuto e per questo le consiglio di rivolgersi ad uno specialista. Un colloquio con un professionista le darà il supporto e gli strumenti necessari per leggere nel modo più appropriato la situazione e per superare questo momento di difficoltà.
Spero di esserle stato di aiuto. La ringrazio. Dott. Stefano Recchia
Gentile utente, non fa riferimento da quanto tempo succede tutto questo e se ci sono stati motivi scatenanti. Ci sono due piani sui quali intervenire, uno di coppia, qualora sua moglie fosse disposta a fare un percorso insieme per lavorare sul vostro rapporto , oppure un piano individuale: una sostegno psicologico per lei che è indebolito nel corpo e nello spirito. Questo le consentirebbe di avere uno spazio dove essere accolto ed ascoltato e dove potrebbe prendere le decisioni per il suo futuro. Sicuramente non può continuare così, fa male anche a sua figlia. Può contattare il CSM della sua zona oppure scegliere uno/una psicoterapeuta privata. Cordiali saluti SR
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente buonasera, condividere la sua situazione ed esternare tutto il suo malessere è un primo fondamentale passo per prendere piena consapevolezza di quanto sta accadendo alla sua vita.
Tutto ciò che ha raccontato merita di essere attenzionato da più parti, innanzitutto dal punto di vista legale, perché la violenza che quotidianamente subisce è tremenda e logorante, e potrebbe portare a conseguenze anche peggiori. Inoltre, l'indole aggressiva di questa donna inciderà senza alcun dubbio sulla crescita sana di sua figlia sul piano psicologico: una persona violenta lo è sempre e lo è con chiunque.
Si tuteli quanto prima per il suo bene e quello di sua figlia.

Ovviamente, merita altrettanta attenzione la sua salute mentale: quello che sta vivendo è un'esperienza che attacca la sua autostima, la sua stessa motivazione a vivere una vita degna e soddisfacente. Trovi un supporto psicologico che possa guidarla nelle decisioni da prendere per il suo benessere mentale, che sappia indicarle la strada da percorrere per riprendersi il suo diritto a essere felice e sereno, a prendersi cura di sua figlia e disintossicarsi da questa relazione malsana e pericolosa.

Se non ha risorse, o ha paura di esporsi, si ricordi che può raccontare quanto accade in famiglia alle forze dell'ordine oppure ai consultori familiari della sua città. Le auguro davvero di risolvere la situazione al più presto e di preservare la sua salute e quella di sua figlia. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve. Sono affranto per la sua situazione, ma la invito ad agire in qualche maniera.
Ciò che accade è, ovviamente, inaccettabile. Tralasciando la violenza fisica che è già, evidentemente, ben oltre il limite, anche la violenza verbale è assolutamente inaccettabile. Avere a che fare con questo genere di situazioni è molto doloroso, ma posso dirle che c'è la possibilità di superarle perché mi è già capitato in passato di aiutare persone nella sua stessa situazione.
E' molto difficile darle un consiglio diretto, perché gli elementi sono pochi e non voglio sbilanciarmi senza conoscere meglio i dettagli, pertanto le consiglio di chiedere aiuto ad un professionista per questa faccenda. Se volesse riporre la sua fiducia in me, sono pronto ad aiutarla.
A prescindere da tutto, le faccio un grande in bocca al lupo.
Dott. Valeri
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Gentile utente, sono estremamente dispiaciuto per ciò che racconta. La violenza fisica e verbale che descrive ne suoi confronti è molto grave ed ha un profondo impatto sulla sua vita. L'unica cosa che sento di consigliarle è di rivolgersi il prima possibile ad un professionista con il quale poter innanzitutto esprimere la sofferenza che prova senza timore alcuno di sentirsi giudicato e poi per provare a metter in atto dei processi di cambiamento che le consentano di vivere una vita migliore, più libera. Questo potrebbe essere anche un occasione per far si che sua figlia possa crescere in un contesto dove non circolano violenze, minacce ed aggressività. Le auguro il meglio e concludo dicendole che delle soluzioni sono possibili, che c'è sempre una via d'uscita. Non abbia timore a chiedere aiuto. un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buonasera,
prima di tutto, mi dispiace profondamente per quello che sta vivendo. Le sue parole descrivono una situazione molto dolorosa, e mi colpisce il modo in cui sta cercando di affrontarla, nonostante la sofferenza che traspare. Ciò che sta attraversando non è affatto facile, e mi sembra importante riconoscere il suo coraggio nel condividere queste esperienze. Quando una persona è esposta a continui insulti, umiliazioni o addirittura violenza fisica, come nel suo caso, l’impatto sulla salute mentale e fisica può essere devastante. L’aver perso peso e la stanchezza che prova sono segni chiari del peso emotivo che questa situazione sta avendo su di lei. Nel contesto dell'approccio cognitivo-comportamentale, ci concentriamo su come le sue esperienze e pensieri influenzano le sue emozioni e il suo comportamento. La situazione che sta descrivendo sembra aver eroso il suo senso di sé e la sua autostima, facendola sentire intrappolato. La paura di restare solo, o di perdere la sua bambina, può contribuire a mantenere questo ciclo doloroso. Il primo passo importante sarebbe prendersi cura di sé stesso e della sua sicurezza. Nessuno merita di essere trattato con violenza, né fisica né verbale. È comprensibile che senta di non avere molte alternative, ma è essenziale iniziare a costruire un piano per tutelarsi, sia a livello emotivo che fisico. Potrebbe essere utile valutare il supporto di un professionista per aiutarla a esplorare le sue opzioni in modo sicuro e con il giusto supporto. La terapia potrebbe aiutarla a riconoscere i pensieri che la tengono bloccato e a sviluppare strategie per affrontare questa situazione in maniera più serena e protetta. Non esiti a cercare aiuto, anche da persone o enti che possano offrirle supporto immediato. Merita di sentirsi rispettato, e di vivere in un ambiente sicuro, sia per sé stesso che per sua figlia. Le sono vicino in questo momento difficile. Dott. Andrea Boggero
Buona sera, immagino quanto dolorosa e drammatica sia la situazione che sta vivendo. Situazione alla quale occorre porre un limite il prima possibile, per la sicurezza e la salute psicologica sua e di sua figlia.
Le suggerirei di intraprendere un percorso di supporto psicologico dove esprimere e condividere i suoi vissuti emotivi e valutare le azioni più opportune da intraprendere per affrancarsi da questa condizione di prevaricazione e violenza.
Un caro saluto
Gentile utente, da quello che ha scritto si evince in primis una grande sofferenza e al contempo una certa rassegnazione. Parto dal presupposto che il modo in cui le altre persone ci trattano è un riflesso di come trattano se stesse, dunque se qualcuno è in guerra con se stesso, sarà molto difficile che sia in pace con te. Peraltro la colpevolizzazione è il metodo usato, di regola senza rendersene conto,per far sentire sbagliato qualcuno.
Lo scopo è quello di ottenere un controllo,un dominio sull’altro dopo averlo indebolito psicologicamente creandogli un dubbio sul proprio valore e sulle proprie capacità. Questo spiegherebbe la sua percezione di non avere molte alternative. Si ricordi però che c'è sempre una via d'uscita,pertanto le suggerisco di rivolgersi ad un professionista per ricevere supporto nella gestione di questa situazione. Se non riesce a farlo per se stesso pensi a sua figlia, perchè il regalo più grande che lei possa farle è donarle un'infanzia da cui non dovrà guarire.
Un caro saluto.
Dott.ssa A.Mustatea
Gentile utente, da quel che racconta è vittima di violenza domestica; il fatto che sia un uomo non scredita minimamente né la sua posizione né la sua sofferenza.
La esorto a non perdere tempo, a non accusarsi né a rinchiudersi in se stesso. Cerchi un centro antiviolenza dove è possibile seguire il suo percorso (ci sono equipe che riescono a supportare la persona sia dal punto di vista psicologico che legale) cosa per lei fondamentale in quanto ha una bambina da tutelare.
Non si senta sconfitto e non abbia paura. Non so da quale regione scrive ma può trovare facilmente gli elenchi di questi centri online.
Le auguro il meglio e faccia il più possibile per uscire da questa situazione.
Saluti!
Buongiorno gentile Utente, sono molto dispiaciuto per il dolore che sta vivendo e comprendo quanto possa essere difficile la sua situazione. Il comportamento che descrive da parte di sua moglie, fatto di umiliazioni, insulti e aggressioni fisiche, è preoccupante e rappresenta una forma di abuso, sia emotivo che fisico. Nessuno merita di essere trattato in questo modo, specialmente in una relazione che dovrebbe essere basata sul rispetto reciproco.

Essere continuamente svalutato e umiliato può avere effetti profondi sul suo benessere emotivo e fisico, come già sta sperimentando. La perdita di peso e la stanchezza mentale di cui parla sono segnali che questa situazione sta avendo un impatto molto serio sulla sua salute.

Il fatto che sua moglie utilizzi la presenza di vostra figlia come strumento di controllo, insinuando che lei rimanga solo per questo motivo, rende la situazione ancora più complessa e dolorosa. È importante ricordare che crescere in un ambiente conflittuale e violento non è sano neppure per sua figlia.

Mi sento di consigliarle di considerare con attenzione i suoi bisogni di sicurezza, rispetto e serenità. Potrebbe essere utile iniziare a prendere in considerazione alcune opzioni concrete:

1) Parlare con un professionista, un terapeuta che potrebbe aiutarla a fare chiarezza sui suoi sentimenti e sulla situazione, oltre a fornirle supporto psicologico per affrontare il peso emotivo che sta vivendo.

2) Considerare un supporto legale, se le aggressioni fisiche continuano, o se teme per la sua incolumità o per quella di sua figlia, potrebbe essere importante cercare il consiglio di un legale o di un centro antiviolenza per capire quali passi concreti può fare per proteggere se stesso e sua figlia.

3) Sebbene possa sentirsi isolato, cercare il supporto di amici, colleghi o gruppi di sostegno potrebbe aiutarla a sentirsi meno solo e a trovare un appoggio concreto.

È comprensibile che si senta bloccato, ma merita rispetto, amore e una vita priva di abusi. Riconoscere la gravità della situazione e cercare aiuto può essere un primo passo importante per iniziare a cambiare le cose.

Se desidera, possiamo approfondire ulteriormente alcune delle opzioni che potrebbe considerare per affrontare questo momento difficile.
Dott. Luca Vocino
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Salve, grazie per la condivisione della sua esperienza. Le suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e iniziare un percorso volto all'approfondimento dei vissuti che prova, per capire cosa suscitano in lei e come mai ha la tendenza a rimanere in questa relazione pur riconoscendo dinamiche che non la fanno star bene. Può anche valutare successivamente se perseguire per vie legali sua moglie, denunciandone le violenze, tuttavia le suggerirei di fare chiarezza prima con i propri vissuti per evitare emozioni di dispiacere o senso di colpa che potrebbero acuire il malessere che prova. Spero di essere stato di aiuto. Un cordiale saluto.
Buongiorno,
Le relazioni che presentano episodi di violenza verbale o fisica sono disfunzionali e ciò ha ripercussioni inevitabili sulla salute mentale e fisica. Le consiglio di affidarsi ad un collega.
Dott. Marco Cenci
Gentile utente, mi dispiace molto per la difficile situazione che sta vivendo.
Il mio consiglio è di affrontare la questione con sua moglie in un momento di calma e provare a capire perchè senta il bisogno di umiliarla durante le discussioni.
Parlare poi con un professionista potrebbe aiutarla a fare chiarezza sulle sue paure e sui suoi bisogni.
Un percorso psicologico può farle trovare le risorse necessarie ad affrontare la situazione e cambiare la sua attuale condizione di disagio, così come potrebbe aiutare sua moglie.
Resto a disposizione, anche online, in caso volesse approfondire.
Le faccio i migliori auguri,
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Gentile Signore,
quando in una relazione ci si trova costantemente umiliati, denigrati e persino aggrediti fisicamente, come sembra accadere nel suo caso, ci troviamo di fronte a una dinamica di abuso emotivo e fisico, che può avere conseguenze devastanti sulla sua salute psicologica, emotiva e fisica.
Essere esposti continuamente a offese, manipolazioni e violenza porta a una crescente sensazione di impotenza e isolamento, e i segni di questo disagio sono evidenti nel suo racconto: la perdita di peso, l’ansia e il senso di vergogna sono tutti indicatori di quanto questa situazione stia minando il suo benessere.
Quello che sta vivendo non è un conflitto normale di coppia, ma una situazione di abuso psicologico e fisico. Offese ripetute e intenzionali, manipolazioni e aggressioni non devono mai essere tollerate, né giustificate. La sua compagna sta esercitando un controllo su di lei attraverso l'umiliazione e la violenza, che è inaccettabile in qualsiasi relazione.
Comprendo il suo timore di affrontare la solitudine, soprattutto in assenza di una rete familiare di supporto, ma restare in una situazione che sta chiaramente deteriorando la sua salute fisica e mentale non è la soluzione. È importante ricordare che lei non è solo, e che esistono risorse e supporti disponibili per chi si trova in situazioni simili alla sua.
Sua figlia è certamente un elemento cruciale per lei e merita un ambiente familiare sereno. Crescere in un contesto di violenza verbale e fisica può avere gravi ripercussioni sul suo sviluppo emotivo. Proteggere se stesso significa anche proteggere sua figlia, che ha bisogno di genitori sani e stabili.
È fondamentale che lei trovi un supporto esterno. Parlare con un professionista, come uno psicologo, può aiutarla a gestire il suo stato emotivo e a prendere decisioni per il suo futuro. Potrebbe essere utile anche rivolgersi a organizzazioni specializzate che si occupano di violenza domestica o di abusi, che possono fornirle consigli legali e un sostegno concreto.
Se la situazione continua a peggiorare, e se la violenza fisica si ripete, potrebbe essere necessario prendere in considerazione anche delle misure legali per proteggere se stesso e sua figlia. Nessuno dovrebbe vivere nella paura o essere soggetto a maltrattamenti.
Prendersi cura di sé è il primo passo per affrontare questa situazione. Parlare con uno psicologo può aiutarla a riprendere il controllo della sua vita, a riflettere sulle sue priorità e a decidere come uscire da questa spirale di sofferenza. Non merita di essere umiliato o maltrattato da nessuno, e il suo benessere, così come quello di sua figlia, deve essere messo al primo posto.
Se ha bisogno di ulteriori indicazioni o supporto, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna

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