Buongiorno dottori, Chiedo un vostro comsulto per una situazione che sta diventando invivibile. Da

20 risposte
Buongiorno dottori,
Chiedo un vostro comsulto per una situazione che sta diventando invivibile. Da un anno a questa parte, dopo una settimana in ospedale per via di un PNX manifesto i seguenti sintomi: tremori, vertigini, capogiri, fascicolazioni in tutto il corpo, dolore appena provo ad alzare gli occhi, battito cardiaco accelerato nel passaggio da seduto ad alzato, il tutto condito da un bel pò di ansia e ipocondria. Ho svolto gli esami relativi al cuore (markers, Holter,ecg, eco), una RM ENCEFALO e visita neurologica tutto negativo. Gradirei un suggerimento per ulteriori accertamenti dato che sta diventando tutto molto invalidante.
Può una risposta avversa a qualche farmaco preso in ospedale causare questi sintomi? (È passato un anno)
Grazie in anticipo per la risposta
Gentile utente, nonostante la stretta comunicazione col mondo medico e la condivisione, con quest’ultimo, di un approccio clinico, la professione psicologica non è la più indicata per suggerirle quali accertamenti effettuare. Si affidi a un medico specialista in grado di supervisionare l’intero processo diagnostico (ad esempio un internista). Parallelamente, è bene intraprendere un percorso psicologico per affrontare l’ansia e l’ipocondria, che così frequentemente inficiano il decision making medico e il processo diagnostico per via dell’eccessiva importanza attribuita dal paziente a fenomeni fisiologici o non clinicamente rilevanti. Potrebbe scoprire, durante la psicoterapia, che i sintomi inizialmente percepiti come gravi o invalidanti si presentano solamente quando si focalizza sul controllo di specifici distretti corporei per valutarne lo stato di salute, oppure esclusivamente a fronte di fenomeni stressanti.

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Gentile utente, reazioni avverse a qualche farmaco i medici che l'hanno visitata l'avrebbero già individuata soprattutto perché passato tempo dall'evento. Piuttosto è possibile che l'evento che le è accaduto non sia stato del tutto elaborato dentro di lei ed essere diventato quindi un evento attivatore di una sintomatologia ansiosa. Provi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta per parlare di come si sente e di ciò che le è accaduto.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cari saluti
Caro a utente, provi a chiedere al suo medico curante se è necessario procedere con ulteriori accertamenti, partendo dalla spiegazione dei suoi sintomi.
Una volta escluse le cause organiche le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico al fine di comprendere cosa si cela dietro il sintomo ansioso riportato.

In bocca al lupo.

Dott.ssa Francesca Tardio.
Gentile utente sicuramente ci pone dei quesiti che riguardano la sfera medica e che andrebbero rivolti ai medici che l’hanno seguita o anche al medico di base che può indicarle la strada più idonea da seguire. Le consiglio comunque di consultare uno psicoterapeuta per definire quanto la componente psicologica che lei definisce nell’ansia e ipocondria possa essere presente come attivatore o conseguenza di questo suo stato psico-fisico.
Un caro saluto
Dott.ssa Anna Tomaciello
Buonasera, chiaramente essedo psicoterapeuti non possiamo dare un parere medico, ma psicologico inoltre non ci dà dei dati importanti come la sua età. Per tranquillizzarsi richieda un parere medico di tutti gli accertamenti già fatti e si accerti anche se i farmaci presi le possono aver dato i sintomi da lei scritti. Inoltre come psicoterapeuta le consiglio di intraprendere dei colloqui con uno psicoterapeuta ed elaborare tutti i sintomi di ansia e di ipocondria, la saluto cordialmente, dott.Eugenia Cardilli.
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Gentile utente di mio dottore,

Le informazioni richieste possono trovare riscontri solo attraverso un medico. In particolar modo, se i feedback di quest' ultimo rimandassero ad un problema di natura psicogena sarebbe opportuno intraprendere un percorso psicoterapico attraverso il quale approfondire il significato e la valenza relazionale del suo disagio.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile, non credo che questo che sta vivendo sia un effetto avverso del farmaco ma piuttosto un effetto dell'ansia. La invito ad un consulto psicologico, nel frattempo si rivolga al suo medico di fiducia. Saluti.
Gentile utente, per le domande di natura medica provi a chiedere ad uno specialista (laurea in Medicina e Chirurgia) ed eventualmente con tali dati può pensare di consultare il parere di un collega Psicoterapeuta che può meglio sostenerla in questo periodo per lei difficile.
Saluti
dott.ssa Maria Lucia Dimaglie
Gentile Signora la situazione che racconta è complessa in quanto lei ci riferisce elementi di competenza medica e altri di competenza psicologica. E' sicuramente un possibilità da valutare quella di un consulto in una struttura dove operano contemporaneamente più specialisti come avviene solitamente in quelle pubbliche per arrivare ad una possibile indicazione terapeutica. E' valida un'alternativa un consulto con uno psicoterapeuta o con con uno psicologo esperto in psicodiagnostica che ha una professionalità in ambito peritale, ma l'indicazione migliore è quella relativa alla struttura pubblica. Alcune ASL hanno ambulatori che si occupano anche di questo settore ma hanno molte richieste. In ogni caso non è sbagliato ipotizzare che nel suo caso una situazione di tipo organico o malattia ha portato allo sviluppo di un disagio psicologico che può essere modificata con una psicoterapia, ma per arrivare a questa definizione sono necessari ulteriori valutazioni. Un cordiale saluto
Salve, rivolga questa domanda al suo medico di fiducia, il quale conosce tutta la situazione.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno,
penso sia opportuno rivolgersi ad un medico per avere le risposte che cerca riguardo possibili rilevanze organiche.
Le altre difficoltà riguardano la sua risposta a questi fenomeni che, da ciò che scrive, sembra avvertire come problematica per lei. Per questo può rivolgersi ad un* terapeuta ed iniziare un percorso di sostegno e comprensione, per sè.
Sono fiduciosa che riuscirà a stare bene visto il suo desiderio di affrontare l'attuale situazione.
Saluti
Buongiorno. Se sono stati esclusi i fattori organici, accuratamente, occorre indagare sul piano psicologico. Anche una consulenza valutativa potrebbe giovarle, affinché ripristini una certa "governance" e autoregolazione di sé
Salve, mi dispiace per il disagio espresso. Ritengo, per la parte medico/organica, di rivolgere le sue perplessità al medico di fiducia, sicuramente la persona più indicata. Per quanto riguarda l'ansia intensa e l'ipocondria, un supporto psicologico potrebbe essere utile al fine di indagare le motivazioni per cui quell'approfondimento medico ha generato in lei così tanta preoccupazione.
Cordialmente, dott. FDL
Gent.mo utente, provi a sentire specialisti in materia per quanto riguarda le possibili problematiche mediche e farmacologiche. Potrebbe esserle utile anche un consulto con uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale per capire se la sintomatologia che descrive e sperimenta possa essere causata da problematiche relative all'ansia e avere quindi un'adeguata diagnosi differenziale ed eventualmente una proposta terapeutica. Cordialmente.
Buongiorno, io le consiglio di contattare il suo medico di base e di confrontarsi con lui sulla sua condizione. Sicuramente lui saprà suggerirle ulteriori esami o saprà rispondere alle sue domande. Qualora si dovesse scongiurare una condizione medica, potrà prendere in considerazione l'idea di rivolgersi ad uno psicologo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, necessariamente deve domandare al suo medico curante.
Un saluto,
MMM
Buongiorno,
per escludere motivazioni farmacologiche deve sentire il suo medico.
Se i sintomi non sono correlati allora bisogna prendere in causa molto bene l'ansia ed eventuali attacchi d'ansia (da valutare anche gli attacchi di panico).
In caso consulti uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti.
Dott. Leonardo Gottardo.
gentile utente
Parallelamente ai fondamentali accertamenti medici Le suggerisco di prendere in considerazione anche l’idea di richiedere la consulenza di uno psicologo/psicoterapeuta ( meglio se ad orientamento Cognitivo Comportamentale) per mettere a fuoco la possibile incidenza della preoccupazione ipocondriaca come fattore di attivazione di una risposta fisiologica quale quella che lei descrive
Cordialità
Dottoressa Mariagrazia Fanciulli
Buongiorno, da quello che mi pare di capire ha effettuato numerosi accertamenti medici, che hanno dato tutti esito negativo. Potrebbe approfondire, eventualmente, la necessità di ulteriori indagini diagnostiche, con il suo medico di base, ma potrebbe essere necessario affiancare un supporto psicologico.
Alcuni dei sintomi che riferisce, infatti, rimandano ad un atteggiamento di ipercontrollo e ipervigilanza in relazione a tutti i segnali che provengono dal suo corpo: questo è un tipico effetto dei vissuti di ansia e/o a carattere ipocondriaco.
Potrebbe essere, pertanto, utile un consulto psicologico per meglio indagare sia questi comportamenti che i vissuti relativi all'evento del ricovero in ospedale per PNX.
dott. De Rosa Saccone
Buongiorno, per prima cosa le consiglio di consultare uno specialista Per valutare se sussistono motivazioni organiche a i suoi sintomi.
Accertato Che questi non sussistono le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di comprendere meglio i fattori scatenanti dall’ansia e dell’ipocondria (da quanto tempo soffre di questo disagio? Se c’è stato un pensiero oppure una situazione da cui tutto avuto inizio?)
Il fattore di mantenimento (cosa pensa comunque determinate situazioni? Quali conseguenze teme?)

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