Buongiorno dottori. Avrei bisogno del vostro parere. Sono fidanzata da 3 anni con un ragazzo di 9 pi

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Buongiorno dottori. Avrei bisogno del vostro parere. Sono fidanzata da 3 anni con un ragazzo di 9 più piccolo di me( io 37 lui 28) e la nostra storia è stata travagliata e burrascosa soprattutto il primo anno e mezzo in cui lui usava crack , persona molto possessiva, insicura e paranoica , non gli ho dato mai modo di essere geloso ma aveva sempre da ridere ( per instagram se aggiungevo qualcuno o se facevo un aperitivo con qualche amica ) spiego che lui lavorava a malapena e aveva pochissima vita sociale quindi il suo punto di riferimento ero soltanto io.
Dopo un anno e mezzo la situazione è migliorata un pochino , ha iniziato a diminuire con quella sostanza e aveva più soldi con il lavoro quindi automaticamente si sentiva meglio. ( ha la mania dei soldi ed ora che sta lavorando meno è praticamente " impazzito ", sempre nervoso e alla ricerca di denaro)
Alcuni lati del suo carattere però erano rimasti invariati , il voler stare sempre con me e focalizzarsi su cavolate ( non mi tagghi su instagram mentre prima lo facevi , evidentemente vuoi nascondermi alle persone) .
Da parte dopo il primo anno e mezzo c e stato un raffreddamento e un distacco e lui questo lo ha percepito ma anziché recuperare e capire che mi ci aveva portato lui si è focalizzato sull accusarmi e ripetermi continuamente che stavo con lui per dipendenza affettiva e abitudine. È la stessa cosa che potevo e posso pensare anche io , visto le sue problematiche e il suo attaccamento morboso. Ma vorrei raccontarvi una vicenda accaduta circa un mese e mezzo fa in cui ho rincontrato dopo anni qui nel mio paese un ragazzo che nn vedevo da secoli e che viene qui per trovare la sua famiglia. Ci siamo salutati al parco e scritti un paio di volte su instagram per un saluto , un mese e mezzo fa stavo soffrendo molto per una brutta situazione che avevo in casa e gli ho scritto esclusivamente per sfogarmi con lui visto che il mio ragazzo è sempre stato poco dedito ai miei sfoghi perché focalizzato troppo sui soldi e le sue problematiche.
Questa persona mi ha ascoltato e consigliato e abbiamo parlato soprattutto del mio rapporto con lui. Quindi semplicemente un amico che ha ascoltato quel che avevo da dire e niente più. Da qualcosa ho capito che da parte sua c era anche un " interesse " e un voler capire come mai una persona come me si fosse infilata in una situazione del genere così mi ha fatto una battuta via SMS dicendomi che se un giorno avessi risolto potevo andare con lui in camper a visitare una città visto che sapeva che mi piaceva viaggiare. Si è reso subito conto di aver esagerato ma io sono certa che ha fatto quella battuta per alleggerire la mia situazione e visto anche che è una persona che ha tante amiche donne e che viaggia spesso. C ho dato poco peso e nel giorno del mio compleanno gli ho scritto per offrirgli un caffè ( sempre senza malizia) che lui ha rifiutato perché stava lavorando.
Un pomeriggio sono stata da mia zia a cui ho raccontato questo fatto , così, per parlare , non ero e nn sono interessata assolutamente e per me era ed è una persona con cui parlare e sfogarmi, e lo sa anche lui e niente più. Non mi sono resa conto che in quei giorni avevo una spia sul mio cellulare inserita dal mio ragazzo e quando ho raccontato di questa persona a mia zia il mio ragazzo stava ascoltando tutto ! Ha preso la palla al balzo , accusandomi, dicendo che lo avevo tradito o che cmq avevo avuto il pensiero ! Da lì ne abbiamo parlato molto poco ma siamo cmq andati avanti, ho cercato di rassicurarlo ma è più forte di lui ,ha preso la palla al balzo e se prima aveva delle paranoie infondate adesso è come se per lui fossero diventate vere.
Io so che questa nn è una relazione sana ma nn riesco a staccarmi e inizio a sentirmi in colpa per qualcosa che nn ho fatto e che nn avrei mai pensato di fare ! È convinto che abbia installato quell app perché gli nascondevo qualcosa e anziché preoccuparsi per quel che ha fatto dice di aver fatto bene. Come al solito la colpa ricade sempre su di me.
È passato un mese e mezzo da quando ho parlato con quella persona , io e il mio ragazzo siamo andati al mare e passato dei giorni insieme e ora ad un rifiuto che gli ho dato di accompagnarlo per lavoro a fare dei giri ha ricacciato dopo un mese e mezzo questa storia. Mi blocca, mi sblocca , e sono mesi che lavorando meno mi fa richiesta di denaro ( sempre 10 /15 euro max al giorno o qualche volta a settimana ) io glieli mando perché so che si trova in difficoltà per benzina e per fumare visto che purtroppo è un consumatore abitudinario di hashish.
Ma allo stesso tempo mi maltratta, umilia e dice che sono una poco di buono.
Perché nn riesco ad uscirne? Mi sono comportata male nei sui riguardi ? Ditemi se davvero ho motivo di sentirmi in colpa. Grazie dottori e buona giornata
Buongiorno,

Capisco che la situazione che sta vivendo sia estremamente complessa e dolorosa. Da quanto descrive, sembra che stia affrontando una relazione segnata da comportamenti possessivi, manipolativi e da una dinamica di colpevolizzazione. Il suo ragazzo manifesta comportamenti possessivi e manipolativi, come il monitoraggio delle sue conversazioni e reazioni esagerate alle sue interazioni sociali, che indicano un livello di controllo e insicurezza non sano in una relazione

Il fatto che venga costantemente accusata e maltrattata verbalmente è un chiaro segno di abuso emotivo. Sentirsi in colpa per qualcosa che non ha fatto è un segnale che il comportamento del suo partner sta influenzando la sua percezione di sé e il senso di colpa

Le difficoltà esterne del suo ragazzo, come l’uso di sostanze e problemi finanziari, sembrano aggravare la situazione, rendendolo più instabile e dipendente da lei. Questi fattori esterni, uniti alla sua insicurezza e possessività, potrebbero contribuire ai suoi comportamenti problematici

Il ciclo di riconciliazione e conflitto, con il continuo bloccaggio e sbloccaggio e il ricominciare a sollevare le stesse questioni, indica una mancanza di stabilità e comunicazione sana. Questo comportamento può essere molto stressante e confuso

È importante riflettere su cosa desidera realmente dalla relazione e se essa soddisfa i suoi bisogni emotivi e personali. Le relazioni dovrebbero essere basate su rispetto reciproco, sostegno e comunicazione sana. Se si sente costantemente svalutata e in colpa, potrebbe essere un segno che la relazione non è sana

Consideri di cercare supporto professionale parlando con uno psicologo o un terapeuta per esplorare questi sentimenti e prendere decisioni più informate riguardo alla sua relazione. Se decide di continuare, stabilire limiti chiari e assertivi riguardo al comportamento del suo partner è cruciale

Valuti anche se la relazione le sta portando più gioia o stress. Merita una relazione che la faccia sentire apprezzata e rispettata

Non c’è nulla di male nel cercare aiuto e prendere tempo per riflettere su ciò che è meglio per lei. La sua felicità e il suo benessere sono importanti, e merita una relazione che la supporti e la rispetti

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Carissima,
una relazione sana dovrebbe essere basata sulla fiducia e mettere una spia per controllarla non rientra di certo tra i comportamenti di una persona che ama la propria partner in modo trasparente e leale. E' un'invasione di campo e una totale mancanza di rispetto. Inoltre, le chiede continuamente soldi, la maltratta, la umilia. Perché si sta punendo in questo modo? Le faccio notare che la prima a non rispettare se stessa è proprio lei, permettendo ad una altra persona di trattarla (o maltrattarla) così, facendola soffrire invece di renderle la vita più ricca e armoniosa. Mi perdoni se sono troppo diretta ma sta pagando un prezzo altissimo per questa relazione. Ha fatto bene a scrivere e a chiedere un parere, ma non si fermi a questo. Prima si renderà conto delle dinamiche disfunzionali che sta vivendo e del perché le ha accettate, prima aprirà la strada verso una vita migliore e un amore più appagante.
Sono a sua disposizione.
Un abbraccio
Dott.ssa Simona Di Napoli
Buongiorno, il meccanismo che descrive evoca comportamenti manipolatori.
Credo che le sarebbe utile intraprendere un percorso terapeutico individuale che l'aiuti a vedere meglio alcune dinamiche e di conseguenza ad individuare quali traiettorie percorrere, rispetto a se stessa, alla visione che lei ha di se e poi rispetto a questa relazione.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, posso solo immaginare come possa essere stare in una relazione con una persona che non mostra affetto né fiducia, e che al contrario la umilia e la maltratta in questo modo. Ha già compreso, come lei stessa scrive, che la relazione non è sana per lei. Ed è perfettamente comprensibile la sua difficoltà ad allontanarsi da quest'uomo: in queste situazioni subentrano dei meccanismi difficili da sradicare, e il senso di colpa è del tutto comune. E' interessante capire che cosa la tiene legata a questa persona, nonostante i comportamenti controllanti e colpevolizzanti. E' fondamentale un supporto psicologico adeguato, un professionista che possa aiutarla a capire le radici di queste sue difficoltà e che possa lavorare con lei per trovare insieme la via d'uscita da questa situazione. Le auguro il meglio. Dr.ssa Laura Raco
Buongiorno,

Comprendo quanto questa situazione sia difficile per te. Dal tuo racconto, emerge una relazione caratterizzata da dinamiche complesse: controllo, gelosia e manipolazione da parte del tuo compagno. Nonostante tu non abbia fatto nulla di cui sentirti in colpa, lui tende a spostare la responsabilità su di te, facendoti dubitare di te stessa.

Dal punto di vista interazionista, potrebbe essere utile esplorare come queste dinamiche si siano instaurate tra voi. Il suo comportamento, come l'installazione di una spia sul tuo telefono e le accuse infondate, indica una mancanza di fiducia e rispetto nei tuoi confronti. Allo stesso tempo, tu riconosci che la relazione non è sana, ma trovi difficile uscirne.

Forse è il momento di riflettere sui tuoi bisogni e su cosa desideri veramente da una relazione. Chiediti se questa situazione ti permette di crescere e di essere felice. È importante anche considerare come il suo uso di sostanze e le sue richieste economiche influenzino il vostro rapporto.

Ti incoraggio a cercare supporto, magari parlando con un professionista che possa aiutarti a comprendere meglio le dinamiche in gioco e a prendere decisioni che tutelino il tuo benessere.

Un saluto,

Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Buonasera grazie per il suo racconto che, come si evince, evoca una certa sofferenza.
Mi permetta di rigirarle le domande: perché non riesce ad uscirne?
Lei crede di essersi comportata male e, pertanto, meritarsi ciò?
Quello che sta vivendo è davvero il tipo di relazione che la fa stare bene e sentire amata? ci sono, per lei, le condizioni per la costruzione del rapporto che desidera?
Qualora desiderasse indagare questi aspetti e riscoprire i suoi bisogni all'interno della relazione, non esiti a contattare un professionista che la possa sostenere.
Le auguro il meglio.
Gentile utente, ma perchè si fa trattare in questo modo da questa persona? E' sicura che state condividendo amore? Spia sul telefono, richiesta di soldi, le sembrano atti di amore? Lei prestandogli i soldi sta colludendo e rimanendoci insieme si sta facendo del male. Lei ha amiche? Che cosa le dicono? La invito a contattare uno/una psicoterapeuta per farsi aiutare ad uscire da questa storia. lo faccia al più presto, potrà lavorare su di sè, su come mai si è infilata in una situazione del genere. Rispetto alla sua ultima domanda, sì, si deve sentire in colpa ma verso se stessa, per non difendersi e fuggire via. Scusi la franchezza, ma lei ha scritto a dei professionisti e le cose vanno dette come stanno. Spero che colga al volo questa possibilità. Sono a disposizione, la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione, che comprendo essere molto complessa e dolorosa. Dalla sua descrizione emerge chiaramente che sta vivendo una relazione caratterizzata da dinamiche che non sono sane né costruttive, come il controllo e la manipolazione da parte del suo compagno, accompagnati da insicurezze profonde e accuse ingiustificate nei suoi confronti.

In primo luogo, vorrei rassicurarla che non ha fatto nulla di sbagliato nel cercare supporto da un amico per affrontare una situazione personale difficile. Parlare con qualcuno di esterno a volte può essere utile per ottenere un punto di vista diverso o semplicemente per sentirsi ascoltati, specialmente se si vive con una persona che non è emotivamente disponibile.

Il comportamento del suo compagno, in particolare l'installazione di una spia sul suo cellulare, è un segno di mancanza di fiducia e controllo eccessivo, che può essere molto dannoso per il suo benessere. Questo tipo di comportamento non è giustificato, indipendentemente dalla sua gelosia o insicurezza, ed è fondamentale che lei si renda conto di quanto sia inappropriato e potenzialmente dannoso.

Riguardo al senso di colpa che sta provando, sembra che sia frutto delle accuse continue che ha ricevuto e che stanno alimentando un senso di inadeguatezza o colpa in lei. Tuttavia, ciò che sta vivendo non dipende da qualcosa che ha fatto, ma dalle difficoltà e insicurezze del suo compagno, che si manifestano in modo tossico e distruttivo. Lei sta cercando di andare avanti nonostante tutto, ma sembra bloccata in una dinamica che la fa sentire in trappola.

È importante che lei prenda consapevolezza del fatto che questa relazione potrebbe avere un impatto negativo sulla sua autostima e sul suo equilibrio emotivo. La manipolazione emotiva e il controllo che sta subendo possono rendere molto difficile "uscirne" e vedere le cose in modo chiaro. Tuttavia, è essenziale che valuti con attenzione il benessere che questa relazione le sta dando e se valga davvero la pena continuare a investire in essa.

Le suggerirei di cercare un supporto psicologico per lavorare su questi sentimenti e ottenere il giusto sostegno per capire come proteggersi meglio da queste dinamiche. Parlare con un professionista può aiutarla a ricostruire la sua autostima e a prendere decisioni che siano più in linea con il suo benessere.

Se ha bisogno di un confronto più approfondito, non esiti a chiedere aiuto. È un passo importante per prendersi cura di sé stessa.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Carissima utente, è importante che tu sappia che ciò che stai vivendo è tutt’altro che normale perché la tua relazione è caratterizzata da dipendenza, controllo, accuse e manipolazioni. Entrambi siete intrappolati in una dipendenza affettiva e tu non riesci ad uscirne perché probabilmente ti senti in colpa per le sue difficoltà e pensi di doverlo aiutare a tutti i costi.
Potresti considerare di intraprendere un percorso di psicoterapia, una professionista può aiutarti a sviluppare una maggiore autostima e trovare strategie per affrontare questa situazione difficile. Prenditi cura di te stessa. Per ulteriori consigli o per una consulenza psicologica resto a disposizione, anche online. Un caro saluto dott.ssa Cristina Sinno
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso la sua situazione, che immagino sia molto dolorosa.
La sua relazione è caratterizzata da dipendenza e controllo.
Inoltre il meccanismo che descrive mi fa pensare a comportamenti manipolatori.
Probabilmente da una parte si sente intrappolata e dall'altra si sente in colpa se non lo aiuta.
Credo che le sarebbe utile intraprendere un percorso si sostegno individuale rispetto a se stessa e alla visione che ha di se.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Gentile ragazza mi spiace davvero per quanto ha subito, lei racconta di comportamenti controllanti e possessivi, manipolativi e colpevolizzanti che non rientrano all'interno di una relazione sana e funzionale. Subire il controllo delle conversazioni è fuori da ogni libertà individuale alla base dell'espressione affettiva. Si è chiesta come mai stà con una persona così controllante e manipolativa? perchè è tanto insicura e fragile da accettare la sofferenza piuttosto che l'indipendenza e l'autonomia? essere per giunta accusata e maltrattata verbalmente per farla sentire in colpa è un chiaro segno di abuso emotivo. Non è tenuta a farsi carico delle difficoltà del suo ragazzo, come l’uso di sostanze e problemi finanziari, l'alternanza di riconciliazione e conflitto provoca instabilità e insicurezza interna che aggravano stress emotivo e contribuiscono ad aumentare lo squilibrio relazionale. Parta sempre dal principio che una relazione sana e funzionale al benessere dell'individuo dovrebbe basarsi sulla fiducia, sulla libertà e sul rispetto reciproco che si esplicitano in una comunicazione sana. Sentirsi costantemente svalutata, maltrattata e accusata è il segnale che la relazione non solo non è sana ma può essere causa di traumi relazionali permanenti. Ricerchi l'aiuto e il sostegno psicologico per affrontare questa relazione "non funzionale", pensi al proprio benessere, al proprio valore e alla possibilità di avere un futuro migliore, sia lei la persona che ha pieno rispetto di sè stessa, si protegga. In bocca al lupo.
Dott.ssa Maria Graziano
Cara lèggendo le tue parole ho sentito stringere il cuore, ho pensato a quanto possa essere complesso essere una donna innamorata in una società di uomini padroni come quella in cui viviamo, ancora oggi.
Hai descritto perfettamente una dinamica di controllo e manipolazione, mostrando una grande lucidità, hai usato la parola “maltrattata”. Sentirsi sbagliate, inadeguate e provare un grande senso di colpa sono vissuti tipici di chi viene messo continuamente in discussione, di chi viene criticato, denigrato, umiliato, una possibile conseguenza é che si finisce per credere alle parole che ci vengono dette, si perde forza e convinzione nelle cose che facciamo e diciamo, alla fine non ci si riconosce più e si ha paura che tutto quello che ci riguarda non abbia valore.
La fiducia é qualcosa che si costruisce insieme, soprattutto in una coppia, non si merita e non é un premio, mai.
Il fatto che lui abbia una dipendenza da sostanza non incide sulla vostra relazione, almeno non nei termini del suo comportamento nei tuoi confronti, se lui volesse un aiuto ci sono diversi servizi a cui può rivolgersi sul territorio nazionale, gratuiti, ma é qualcosa che riguarda lui e non te. Prendersi cura dell’altro diventa un sacrificio e un martirio se in primis non ci prendiamo cura di noi stessi.
Credo che prenderti uno spazio tuo, di ascolto e parola con un professionista, possa essere utile. La confusione che si é generata dentro di te rende difficile è faticoso sentire cosa per te é bene e come vuoi costruire la tua felicità.
Leggendoti ho immaginato un tunnel scuro che stai attraversando e un senso di pericolo e solitudine.
Non sei sola.
Ti auguro di trovare una mano che ti accompagni nel viaggio e che piano piano ci sia luce per fare chiarezza e per muoverti con maggiore sicurezza.
Un caro saluto dott.ssa Bochicchio
Salve, ciò che é già stato ampiamente descritto rispecchia in pieno la realtà che sta vivendo, per cui è inutile aggiungere altre informazioni ripetitive e ridondanti.
Le voglio perciò dare una informazione di carattere tecnico che spero la possa aiutare nella riflessione.
Il crack o “cocaina cotta”é una droga tra quelle a più alto tasso di dipendenza e difficile da sospendere, uscirne in pratica risulta molto difficile.
Utilizzi bene le sue risorse e si costruisca un mondo diverso mediante un percorso terapeutico.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, credo che quello che ha riportato sia una situazione molto faticosa per lei, una situazione che "prende spazio" all'interno delle sue giornate. Leggendola sento la confusione che sta provando. Il modo di pensare e di fare del suo compagno è manipolativo e possessivo, tant'è che quello che le dice fa nascere in lei sensi di colpa e dubbi a proposito di sé stessa. Questo mi fa pensare che la relazione non sia sana: non c'è rispetto nei suoi confronti, non c'è una vera comunicazione, non c'è sostegno da parte di lui e da come scrive mi sembra di capire che lui non stia facendo qualcosa di concreto per cambiare la situazione di dipendenza e di precarietà lavorativa in cui si trova. Se lei si rende conto di venire umiliata e maltrattata, mi sento di dirle che è importante si renda conto anche del fatto che lei merita di stare bene e di non essere trattata come ha descritto. Si prenda del tempo di qualità per pensare a cosa vuole lei da una relazione, a cosa la fa sentire valorizzata e supportata. Prendere consapevolezza di questo è importante, tanto quanto la sua salute mentale: spesso per prenderci cura di noi stessi dobbiamo allontanarci dalle persone che non ci fanno stare bene, per evitare di venire trascinati a fondo insieme a loro. Credo che lei desideri sistemare questa situazione e come ha trovato il coraggio di condividere il suo vissuto qui, la invito a cercare sostegno da uno psicologo che possa accompagnarla attraverso la realizzazione di questo desiderio. Spero agisca per il bene di sé stessa, per questo le auguro il meglio. Un caro saluto
Cara utente, grazie per aver condiviso la tua esperienza.
Da ciò che descrivi, sembra che tu sia coinvolta in una relazione caratterizzata da dinamiche malsane e manipolatorie. L’atteggiamento possessivo del tuo partner, combinato con il controllo che esercita attraverso comportamenti come il monitoraggio del tuo telefono, indica un tentativo di limitare la tua libertà e la tua autonomia, il che non è mai segno di una relazione sana. L’uso di sostanze come il crack e l’hashish ha sicuramente un impatto sulla stabilità emotiva e comportamentale del tuo partner. È importante ricordare che non sei responsabile delle sue insicurezze o dei suoi problemi personali. Il senso di colpa che provi, purtroppo, è una conseguenza di questo ciclo di manipolazione. Ti incoraggio a riflettere su ciò che desideri da una relazione e sul fatto che meriti rispetto, comprensione e sostegno, elementi che attualmente sembrano mancare. In questi casi, è fondamentale prendersi cura di sé e, se possibile, valutare il supporto di un professionista per aiutarti a capire meglio i tuoi bisogni emotivi e come affrontare una situazione così complessa. Non sottovalutare l’impatto che questa relazione può avere sul tuo benessere psicologico.
Un saluto. Dott.ssa Janira Marangi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con noi il suo vissuto e il momento difficile che sta attraversando. Comprendo come certi comportamenti del suo partner possano farla sentire intrappolata e in colpa per situazioni che, da quanto ci racconta, non ha causato. Mi sembra che lei abbia già riconosciuto come questa relazione le stia generando sofferenza e confusione, anche se trova difficile distaccarsene. Questo potrebbe dipendere da dinamiche che complicano il prendere decisioni orientate al suo benessere, nonostante la consapevolezza delle difficoltà presenti nel rapporto.
Un percorso di psicoterapia potrebbe offrirle uno spazio sicuro per concentrarsi su di sé, lontano da influenze esterne, dove poter esplorare con maggiore chiarezza le dinamiche che sta vivendo. Questo percorso le permetterebbe anche di riflettere sui suoi bisogni e desideri personali, che in questo momento potrebbero essere offuscati dalla situazione che sta affrontando, e di lavorare attivamente per il suo benessere.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti o chiarimenti, anche da remoto.
Le auguro una buona giornata.
Carissima, dal suo racconto si percepisce la frustrazione che deriva dal rapporto con il suo ragazzo. Dalla sua descrizione lui sembra molto fragile e incline alle dipendenze (sostanze denaro, affetti) ma la mancanza di fiducia e la gelosia lo condannano alla solitudine ed all'impossibilità di implicarsi nella relazione. Sono dinamiche interiori complesse che mi permetta di dirle lei non può sanare e lenire. Mi focalizzerei sui suoi bisogni e sulle motivazioni che la portano a concedergli di maltrattarla, umiliarla e mancarle di rispetto. Le consiglio di farsi supportare da uno specialista e concedersi uno spazio di riflessione per se stessa. Sono a disposizione per necessità. Dott.ssa Anna Verrino
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cara utente, appare chiaro come al momento si trovi in un vortice da cui le è difficile uscire. Il suo "partner", molto ma molto tra virgolette, è un tossicodipendente, manipolatore, parassita, irascibile, prepotente, avido, controllone e spione, e nonostante tutto lei si sente in colpa e non riesce a vedere quanto abbia subito e ancora stia subendo da lui. Si intuisce che nutra il sincero desiderio di conoscere meglio il ragazzo del camper, ma cosa c'è di male in questo? Ma si sente in colpa anche per questo, il ché è invece il desiderio più sano e normale possibile. Lui le ha chiesto di vedere insieme una città, invito romantico, certo, ma assolutamente non volgare né in alcun modo pressante come invece è il suo "ragazzo", che ormai ragazzo più non è. Ovviamente c'è in lui un interesse, ma è del tutto sano, come sana è la sua curiosità (di lei che scrive) di conoscerlo meglio. Sentirsi in colpa perché ci si sente compresi da una persona sensibile, in questo frangente, è come sentirsi in colpa per aggrapparsi a una scialuppa di salvataggio anziché farsi tirare sott'acqua da una persona pericolosa. Non voglio banalizzare, è chiaro che ci siano delle motivazioni psicologiche profonde per cui lei si è cacciata in un labirinto simile, però noi come terapeuti, credo, abbiamo il dovere di farle osservare che di labirinto, e di sabbie mobili si tratta. E soprattutto che abbia tutto il diritto di volerne uscire. La prego, ritorni padrona della sua vita.
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Salve, la sua domanda ha catturato particolarmente la mia attenzione e quindi ci tenevo a spendere qualche parola in merito.
Innanzitutto ci tenevo a dirle che percepisco molta sofferenza in ciò che scrive e provo anche ad immaginare gli sforzi vani di far prendere una piega diversa a questa situazione.
Tuttavia, mi verrebbe da chiederle, che se proprio deve avere un senso di colpa, perché farlo valere per ciò che ha fatto e non per quello che le è stato fatto? Provi a focalizzarsi su ciò che la spinge a voler restare piuttosto che andar via, provi a concentrarsi sui suoi bisogni piuttosto che sul circolo diabolico in cui è entrata. Da quello si può uscire;
vede, è un processo complicato e tortuoso ma non impossibile da affrontare; sicuramente con un aiuto terapeutico potrà comprendere determinate dinamiche e scoprire una nuova strada da intraprendere.

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