Buongiorno ,dopo un caso di soffocamento da un pezzo di pesca ,rifiuta il cibo ed è inappetente ..10

18 risposte
Buongiorno ,dopo un caso di soffocamento da un pezzo di pesca ,rifiuta il cibo ed è inappetente ..10 anni 25 kg...Alto 139 ..Cone aiutarlo a riavere fiducia nel cibo ? Sono una cuoca e gli preparo decine di cose diverse ,ma dopo pochi bocconi si rifiuta..
Buongiorno,
Da ciò che riferisce potrebbe trattarsi di un comportamente reattivo ad un evento traumatico. In tal caso non è la "bontà" delle pietanze a fare tanto la differenza, poichè suo figlio non ha problemi con il gusto ma con la sensazione del masicare e degludire.
Potrebbe essere d'aiuto una dieta semi liquida, come brodi, passare, frullati etc, per poi gradualmente ritornare al cibo solido.
Se la situazione dovesse persistere le consiglio di cercare l'aiuto di un terapeuta. La sua situazione è più comune di quanto pensi ed è assolutamente risolvibile.
Un caro saluto.

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Buongiorno, è molto spiacevole quello che è successo a suo figlio e lo ha probabilmente traumatizzato. Provi a non insistere troppo, a fargli cibi morbidi, dove non ci sia molto da masticare. Consulti una logopedista, magari le può dare dei consigli tecnici o essere lei in prima persona, piuttosto che lei madre a "rieducare" suo figlio al cibo. Sarà molto spaventato, ha bisogno di riprendere sicurezza e per ora lo fa stare più tranquillo l'astensione dal cibo. Sia fiduciosa, non deperirà per questo e vedrà che tra un po riapprezzerà i suoi manicaretti. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Come prima cosa volevo farle i complimenti perchè dalla sua richiesta si evince che lei è una madre molto attenta e premurosa nei confronti di suo figlio. Quello che è successo a suo figlio è stato sicuramente un trauma ed è una reazione giustificabile quella che adesso manifesta. Bisognerebbe comprendere quanto tempo fa sia accaduto l'episodio, e da quanto tempo persiste la sintomatologia. Se si tratta di un evento recente, deve pazientare e dialogare con suo figlio cercando di farsi raccontare quello che prova al momento del pasto; faccia attenzione a non incorrere nell'errore di sottostimare la sua paura poiché legata ad un evento realmente accaduto. Se la sintomatologia persiste da tanto, e crede che sia in pericolo il suo stato di salute, dopo aver consultato il suo pediatra di riferimento, potrà sicuramente farsi indicare da lui la tipologia di trattamento più adatta alle necessità di suo figlio. Mi permetto di consigliarle una terapia cognitivo comportamentale che secondo le ricerche può riuscire in breve tempo al superamento dei pensieri disfunzionali che sottendono il comportamento manifesto. Sono a sua disposizione per eventuali richieste o chiarimenti e sono certa che troverà il modo giusto per affrontare questa situazione. Dott.ssa Lorena Assunta De Pari
Buongiorno, iniziare dall'inizio con cibi morbidi, come si fosse un bambino piccolo. Accompagnarlo in riconquistare la fiducia.
Potrebbe fare anche un percorso psicologico per aiutarlo nella sua difficoltà.
Un abbraccio
Buongiorno, comprendo il suo vissuto di mamma e l'aspetto traumatico che ha investito anche Lei, necessariamente, seppur in modo cosiddetto"vicario". EMDR offre ottime possibilità di rielaborazione e recupero rispetto ad eventi altamente stressanti di questo tipo, senza trascurare la forma del legame che vi unisce: l'alimentazione, a partire dall'allattamento, è tra i primissimi e più antichi gesti che trasmettono amore e sicurezza. Suo figlio, rifiutando di masticare o perfino assumere cibo, potrebbe lasciarsi andare a forme regressive importanti. Un caro saluto. Beatrice C.
Salve, intanto utilizzi cibi a prevalenza liquida, poi le consiglio di cercare uno psicoterapeuta che si occupi di EMDR per l'infanzia, potrà aiutare suo figlio a rielaborare l'evento traumatico ed andare oltre.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, sicuramente questo episodio di soffocamento è stato per il bimbo traumatico e quindi il cibo viene rifiutato a prescindere dal suo gusto, ma proprio per la paura associata alla deglutizione. Le consiglio di rivolgersi ad una psicologa esperta (io consiglio di approccio cognitivo comportamentale), la quale potrà aiutarlo a lavorare sia sui pensieri disfunzionali che gli impediscono di mangiare bloccandolo, sia sull'insegnamento di tecniche di rilassamento per gestire l'ansia associata all'ingerimento del cibo, fino al reintegramento pian pianino del cibo partendo da consistenze più liquide e aumentando gradualmente la solidità, in accordo con il bambino e rispettando i suoi tempi.
Cordialmente
Lisa saccardo
Buongiorno penso possa essere utile effettuare un consulto con uno specialista e poi insieme valutare la situazione. Un caro saluto
Buonasera cara,
Ciò che per noi può essere un soffocamento scampato, per chi l'ha vissuto può avere significato altro, lo dimostra quanto da Lei descritto. Le posso suggerire di provare a contattare un psicoterapeuta che possa aiutarvi a ritrovare quella serenità perduta.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Michela Dicosta
Purtroppo la sua descrizione in poche parole descrive la tentata soluzione che vi stritolano entrambi in un circolo vizioso: più lei mostra di preoccuparsi e di mettere il suo disturbo, senza volerlo, e non lui, al centro dell'attenzione, questo si ingigantisce a dismisura. Questa insistenza sul cibo e sulla varietà, contrariamente a quanto farebbe supporre il senso comune, è la prima cosa da interrompere.
Buonasera, credo che sia necessaria la valutazione di uno psicoterapeuta che si occupa di bambini. L'associazione all'evento non è di per sé l'unica motivazione che potrebbe spiegare questo rifiuto di alimentarsi. Le suggerisco di provvedere prima possibile affinché la situazione non peggiori.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
è molto probabile che questa esperienza abbia attivato nel ragazzo delle angosce molto forti. Un percorso di supporto psicologico con uno specialista potrebbe aiutarlo col tempo a ritrovare la serenità perduta.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno gentile utente. Trattandosi di un bambino di 10 anni, consiglio sempre un consulto familiare per capire se nel contesto in cui vive ci sono delle situazioni di disagio. In questi casi è molto importante capire il significato del sintomo che spesso e volentieri ha una matrice familiare. Si rivolga ad un terapeuta di stampo sistemico-familiare.
Buona Giornata
Dott. Paolo Di San Diego
Buongiorno! da quello che ha brevemente riportato credo che la reazione, comprensibile, di suo figlio sia dovuta ad un eventuale evento traumatico (rischio soffocamento) che ha sperimentato. Un percorso di terapia potrebbe aiutarlo nell'esprimere ed esternalizzare quello che ha vissuto, e soprattutto come si è sentito al riguardo!
rimango a disposizione!
AV
Buonasera, in seguito ad una situazione nella quale si sperimenta rischio di soffocamento può capitare anche negli adulti che si attivi la tentata soluzione dell'evitamento di cibi solidi per paura che possa succedere di nuovo. Inizialmente può partire da cibi più semplici da deglutire, per poi progressivamente e senza fretta aumentare la solidità quando progressivamente riprenderà sicurezza. Qualora invece dovesse proseguire nel rifiutarsi in maniera netta, vista la sua età molto giovane, è possibile seguire con un terapeuta un percorso di terapia indiretta che la seguirà passo dopo passo con indicazioni specifiche per portarlo gradatamente ad assumere di nuovo senza paura i cibi che al momento si nega. Cordiali Saluti
Buonasera, non è che l'esperienza ha scatenato una serie di paure che già covavano dentro? Lei non scrive quando tutto ciò sia accaduto, ma un evento traumatico fa risentire i suoi effetti nelle settimane e al massimo per pochi mesi, ma se poi la conseguenza è l'assenza della sensazione di fame, bisogna approfondire. Si rivolga ad uno specialista di zona anche solo per fare una valutazione sullo stato emotivo
Dott. ssa Maria Romanelli
Buon giorno. Mi dispiace molto per quello che stai vivendo con tuo figlio. Il rifiuto del cibo dopo un'esperienza traumatica come quella che hai descritto può essere legato a una paura profonda che necessita di tempo e pazienza per essere superata. Il suo comportamento potrebbe essere una risposta psicologica al trauma, che potrebbe aver innescato in lui ansia o paura.
Oltre a continuare a preparargli cibi vari, come già ottimamente stai facendo, è importante che l'approccio sia graduale e non forzato. Consiglio il supporto di una psicoterapeuta o un buon nutrizionista, che potrebbero aiutarvi ad esplorare la causa del suo rifiuto e lavorare su tecniche per ristabilire fiducia nel cibo in modo delicato e su misura per il bambino. La combinazione di sostegno emotivo e un ambiente sicuro, dove non si senta giudicato, potrebbe fare la differenza.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Lorena Ghiotto Psicoterapeuta e Psicodrammatista

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