Buongiorno, dopo circa 10 anni di counseling (lo so sono troppi ma avevo fatto la scuola triennale e

17 risposte
Buongiorno, dopo circa 10 anni di counseling (lo so sono troppi ma avevo fatto la scuola triennale e ho continuato con chi mi ha seguito dall'inizio) e ora più di 2 anni di terapia gestalt mi chiedo se non sto sbagliando per l'ennesima volta tipo di terapia. A 43 anni continuo ad essere completamente dipendente economicamente e emotivamente da mio marito, non ho una famiglia (genitori e parenti) non ho amici, non ho soldi da parte, vivo in un luogo isolato e senza auto da circa 8 anni, non ho mai voluto figli. L'unico punto fermo, l'unica mia famiglia è mio marito (che fortunatamente è una brava persona e ora facciamo anche terapia di coppia) . Mi autosaboto, in maniere sempre più pesanti, in continuazione e negli ultimi anni la mia situazione è peggiorata molto nonostante i tanti sforzi concreti per uscirne (lavori iniziati e poi interrotti, prestiti, ecc...). Ho avuto madre e padre problematici e reitero situazioni che vivevo nell'infanzia. Nonostante abbia approfondito molto la mia situazione e abbia una buona consapevolezza, alla fine vedo solo peggioramenti. Ne ho parlato con la mia psicologa e lei dice che i miglioramenti ci sono ma io continuo ad essere dipendente da mio marito e sola da troppi anni. La mia storia è davvero molto complessa e impossibile da riassumere qui ma il fatto è che anche se è vero che più passa il tempo e più approfondisco, acquisisco di conseguenza una maggiore consapevolezza, la mia vita però non cambia anzi peggiora. Quindi la mia domanda è: qual è l'approccio psicologico migliore per il mio problema? Per quanto mi trovi bene con la mia psicoterapeuta e mi dia un sostegno davvero prezioso è possibile che l'approccio della Gestalt non faccia per me? Potreste darmi un parere? Grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Al di là dell'approccio ritengo fondamentale l'alleanza terapeutica, elemento essenziale per la buona riuscita della terapia.
Credo comunque che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, la vera cosa che conta è quanto lei si senta a suo agio con il terapeuta. Diffidi da chi le dice che un percorso psicologico è migliore di un altro. Comunque, ha provato a confrontarsi con il collega che la segue esponendo i suoi dubbi?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile Utente, la domanda che porta è molto diffusa, del tipo: "E adesso che ho scavato che si fa?". Continui a starci, in questa salita non è da sola. Insieme ai miei pazienti utilizzo sempre la metafora del remare insieme perché si è sempre in due nella "stanza delle parole". Continui a parlare con la sua psicoterapeuta, remate insieme.
Buona giornata,
Luisa
Buongiorno, comprendo che si senta molto scoraggiata dal fatto che è in terapia di molti anni e dalle valutazioni che fa di sè stessa e del percorso terapeutico.
Mi colpisce il modo un pò impersonale con cui parla di lei, mi sono chiesta allora se ha mai provato a definire quali obiettivi vorrebbe raggiungere e come possa lavorarci quotidianamente, sarebbe utile che riuscisse a compiere una parte di lavoro anche da sola, lavorando anche in questo modo per ridurre la dipendenza. Provi a graduare i suoi passi.
Le faccio i miei migliori auguri e rimango a disposizione per ogni domanda.
Buongiorno, spesso il lavoro psicoterapico è lungo e faticoso, possono esserci dei momenti di stallo in cui sembra di non cambiare. Potrebbe chiedere alla sua terapeuta di aiutarla a vedere in modo più esperienziale i cambiamenti fatti fin ora. Non è possibile infatti stabilire un approccio migliore di un altro in generale, ma conta molto la relazione terapeutica e di fiducia con la persona che la segue.
D'altra parte, se non. vede i risultati è pienamente un suo diritto chiedere un altro consulto.
sono pienamente d'accordo con i colleghi che sostengono l'importanza del rapporto con il terapeuta, al di là delle varie scuole di pensiero, discipline e ortodossie varie. E' pur vero però che talvolta cambiare terapeuta dopo un lungo percorso può dare una svolta un po' diversa al percorso, in quanto "altra persona", con altro stile e magari capace di evidenziare aspetti un pochino diversi. si confronti comunque con il suo terapeuta attuale
Buonasera, credo che sia bene che si confronti con la terapeuta e se lo farà sono certa che avrà la prima svolta importante della sua vita. Lei non è sola, si sente sola e questo che deve superare ascoltando la relazione che ha da tanti anni con la terapia potrà sentire che ha fatto tanti passi che le faranno sentire la differenza. Mi tenga aggiornata, dopo che parlerà con la psicoterapeuta. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Gentile utente, inagherei e lavorerei sulla costruzione del suo carattere e quindi il suo "funzionamento". In termini più clinici sulla personalità.
Resto disponibile
Saluti Dott.ssa Silvana Zito
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Salve. Mi sembra di poter dire che lei ha un saldo legame con la sua terapeuta e questo è molto più importante di qualsiasi modello di intervento. Continui cosi. La saluto Cordialmente. EG.
Buongiorno,

L’ orientamento della psicoterapia in genere assume un ruolo relativo, l’ aspetto più importante é l’ alleanza terapeutica ossia la relazione di fiducia che viene a strutturarli tra paziente e terapeuta ed é quello su cui getta le basi l efficacia della terapia stessa. Si affidi allo specialista scelto, vedrà che potrà orientarla anche in questa fase in cui stanno emergendo dei dubbi così importanti.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, mi allineo con i colleghi circa il suggerimento di non pensare che un indirizzo terapeutico o una scuola di pensiero sia più valida di un altro. L'importanza è la alleanza terapeutica e il progetto terapeutico che ha instaurato con il suo terapeuta e la condivisione con esso delle sue difficoltà in termini di suo funzionamento psicologico. Si parte da lì per una ipotesi di cambiamento. Forse per lei non è ancora giunta l'ora e forse necessita ancora di poter lavorare su di sè! Le faccio i miei migliori auguri. L.M.
Buongiorno, non ho capito il riferimento al counseling. Ritengo che sia necessaria una psicoterapia e visto che la sta seguendo una professionista, valuti con lei la situazione e soprattutto la sua capacità di fidarsi. Può essere che con un passato burrascoso lei dubiti facilmente di chi cerca di aiutarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, difficile poterle dare una risposta seria avendo pochi elementi ed essendo la sua situazione piuttosto importante e che va trattata con la giusta attenzione. Se la sua psicologa le dice che dei risultati sono stati raggiunti, bisognerebbe sapere quale era la sua situazione quando la terapia è iniziata e cosa voleva cambiare e migliorare. E' una valutazione che deve fare serenamente lei e decidere se continuare con l'attuale percorso oppure rivolgersi altrove. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissima, grazie per la sua condivisione. Le consiglio un tentativo con la Schema Therapy. Un abbraccio.

Dssa Irene Mugnaini
Salve, secondo me occorre che rifletta sull'alleanza terapeutica. Si è creata? Si fida della sua psicologa? si faccia queste domande e risponda dentro di sé. Allora potrà decidere se cambiare approccio o meno.
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Per la mia esperienza non è tanto l' approccio che ogni collega utilizza ad essere efficace o meno. Solitamente è la costruzione di una buona alleanza a determinare la riuscita di una buona terapia. Non demorda e continui nel percorso, anche se dovesse decidere di cambiare terapeuta. Cordialità dott. Gaetano Marino
Cara, grazie per la condivisione. La psicoterapia dovrebbe essere certo un momento di confronto, riflessione e acquisizione di consapevolezza rispetto ad alcuni modi di essere che ci appartengono e che, probabilmente, ad un certo punto ci fanno soffrire. Tuttavia, la consapevolezza non cambia la situazione: ciò che dirige verso un cambiamento è la possibilità di fare un'esperienza diversa nelle varie situazioni, andando nell'esistenza e provando a dirigersi verso aperture differenti. Ciò che condivide con la terapeuta viene poi tradotto in un cambiamento esistenziale o rimane una per quanto giusta consapevolezza? Al di là dell'approccio teorico che, sicuramente, alle volte può fare la differenza, la cosa essenziale è che lei apporti dei cambiamenti nella sua esistenza. Spero di esserle stata di aiuto. Un caro saluto.

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