Buongiorno. Da piccola mi è stata diagnosticata l'ADHD dalla mia pediatra. Attualmente ho 21 anni e

19 risposte
Buongiorno. Da piccola mi è stata diagnosticata l'ADHD dalla mia pediatra. Attualmente ho 21 anni e ho riscontrato nel corso del tempo come i tratti dell'ADHD non siano mutati in me. Non posseggo una diagnosi in tal senso, ma ultimamente fattori come l'iperattività mentale e gli scatti di rabbia si stanno ripercuotendo più che mai sulla mia quotidianità. Vorrei fare qualcosa, ma non so a che medico rivolgermi per avere un aiuto e sono anche spaventata per eventuali medicine che mi potrebbero dare. Ma prima di tutto devo capire se la ho davvero, a chi mi devo rivolgere?
Buongiorno, le diagnosi infantili possono avere un'evoluzione diversa nell'età adulta. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo/a per una nuova diagnosi e poi procedere con interventi successivi. Buona fortuna

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Buongiorno, dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo clinico in grado di fare diagnosi in tal senso. Meglio approfondire se i sintomi che riporta sono riconducibili ad ADHD o ad altro.
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Quando si vive un momento di difficoltà o si hanno comportamenti non controllati che creano problemi nelle relazioni, la cosa migliore è affrontare i sintomi, chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta che può valutare la situazione attuale e formulare un percorso terapeutico.
Dottoressa Maria Graia Antinori, Roma
Buonasera Gentile utente. Per quanto riguarda l'aspetto diagnostico ed eventuali terapie farmacologiche, avendo lei 21 anni deve necessariamente rivolgersi ad uno psichiatra. Se invece preferisce tentare altre strade (come evitare l'assunzione di farmaci) può rivolgersi direttamente ad uno psicologo per imparare a gestire i sintomi. Cordialmente, dott. Simeoni
Buonasera caro utente, per poter ottenere una diagnosi può richiedere una visita presso il servizio di salute mentale della Asl della sua città tramite un invio fatto dal medico di famiglia o da uno psichiatra, oppure può rivolgersi a centri privati ma certificati.
Non si spaventi davanti alla possibilità di prendere un farmaco o di effettuare un trattamento specifico: spesso questo tipo di emozione si prova davanti a prospettive future che non conosciamo perché non ancora avvenute! Prosegua un passo alla volta e se sarà necessario si affidi ai medici che sicuramente sapranno come meglio aiutarla.
Salve, Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo o psichiatra per aggiornamento della diagnosi. Se va dallo psichiatra, cerchi di capire con lui se i sintomi che attualmente ha possono giustificare la somministrazione di un farmaco (solitamente metilfenidato) a basso dosaggio; successivamente ritengo utile anche un lavoro psicoterapeutico per supportarla nei momenti della vita resi più difficili dall'ADHD.
Cordialmente, FDL
Buongiorno gentile utente. Da ciò che riporta ritengo che prima di ogni altra cosa sia opportuno avere una diagnosi. In questo senso può rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psichiatra che faccia ciò.
Dott. Iacopo Curzi
Cara utente, si ricolga ad un centro clinico della sua zona, o ad uno psicologo clinico, che possa fare un accurata valutazione clinica e psicodiagnostica, così da avere le risposte che cerca ed impostare il percorso più adatto a lei. In bocca a lupo Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo

Carissima, vorrei ringraziarti per la tua sincera condivisione riguardo alla tua esperienza con l'ADHD. Riconosco il coraggio che si cela dietro il prendere in considerazione di affrontare queste sfide e cercare aiuto.
È importante notare che i sintomi legati all'ADHD possono variare nel corso del tempo. In alcuni casi, si può osservare una diminuzione, specialmente per quanto riguarda l'iperattività, ma è possibile che essi si manifestino nuovamente in situazioni di stress elevato o in momenti particolarmente significativi che possono influenzare la tua quotidianità. I sintomi legati all'attenzione, invece, potrebbero persistere senza un percorso riabilitativo specifico focalizzato sull'attenzione stessa.
Un passo utile potrebbe essere quello di rivolgerti a uno psicologo o uno psicoterapeuta. Con la loro competenza, potrai valutare insieme quanto impattino i sintomi nella tua vita quotidiana. Successivamente, potresti considerare di consultare uno psichiatra per ottenere una diagnosi specifica riguardo all'ADHD. Insieme potrete discutere l'eventualità di intraprendere un trattamento farmacologico, qualora fosse necessario.
Per prima cosa è fondamentale comprendere appieno il tuo funzionamento e le tue risorse personali per gestire al meglio i sintomi. Rimango a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o ulteriore supporto.
Un caro saluto,
Dott. Moro

Buongiorno,
La diagnosi può essere fatta da uno psicologo o da un neuropsichiatra, anche tramite il sistema sanitario nazionale. Uno psicologo potrebbe aiutarla anche a trovare strategie per gestire meglio la sintomatologia nella sua quotidianità.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno, uno psicologo psicodiagnosta, un neuropsichiatra.
Gentilissima, come ha giustamente scritto, la prima cosa da fare è comprendere se effettivamente lei sia diagnosticabile come ADHD. Ci sono numerosi psicologi clinici e psichiatri in grado di effettuare le valutazioni e i test necessari. Se dovesse ricevere la diagnosi di ADHD le verrebbero proposte varie possibilità di trattamento (non solo farmaceutiche), in ogni caso sarà sempre e comunque lei a scegliere cosa fare con il supporto dei professionisti.
Resto a sua disposizione, cordiali saluti.
Salve, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto in valutazioni neuropsicologiche per approfondire meglio ed inquadrare la diagnosi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Buonasera, mi aggiungo confermando la possibilità di rivolgersi a uno psicologo o psichiatra che si occupi di svolgere una valutazione del suo quadro clinico e fornirle poi una terapia e/o strategie di gestione di eventuali sintomi.
Grazie per la condivisione,
Dott. Ssa Chiara Carraro
Salve, quello che le posso suggerire per poter avere un certificato diagnostico o simile è di rivolgersi ad un CSM in un'ASL del suo territorio. I modi possono essere diversi, e variano a seconda del territorio di competenza. Credo che l'iter standard rimanga il rivolgersi al proprio medico di famiglia. Altrimenti può cercare centri privati convenzionati al Servizio Sanitario Nazionale.
Per l'aspetto farmacologico, o meglio psicofarmacologico, posso capire che la spaventa. Potrebbe essere d'aiuto alla sua valutazione cercare di viverlo come un semplice sostegno alla ricerca di un benessere non proprio strutturato.
Salve. Può rivolgersi al suo medico di base e tramite impegnativa medica sarà possibile recarsi in ASL per effettuare una valutazione. Oppure può recarsi presso un centro privato convenzionato dal sistema sanitario nazionale. La certificazione rilasciata dall'ASL e dal centro privato (convenzionato dal SSN) ha validità legale. Sulla questione di una eventuale terapia farmacologica, lo spavento è comprensibile perché c'è molta disinformazione. Ma procediamo un passo alla volta. Laddove risulti necessaria, si lavorerà sul fatto che quel farmaco serve a farci vivere bene. Le mando un caro saluto
Gentile utente, ha fatto benissimo a condividere la sua esperienza e i suoi dubbi. Sicuramente per quanto riguarda l'aspetto prettamente diagnostico potrebbe rivolgersi ad uno psicologo in grado di somministrarle alcuni test.
Tuttavia ritengo possa essere per lei altrettanto utile e forse anche più informativo un percorso personale in cui poter esplorare e comprendere meglio quelli che possiamo definire effetti concreti nelle relazioni e le conseguenze che sperimenta a causa dell'impatto sulla sua vita quotidiana degli aspetti che ha descritto. In questo modo potrà certamente apprendere di più su di lei, sul suo funzionamento e, quindi, anche su possibili strategie per tentare di esercitare un certo grado di controllo su quanto può succedere.
Per qualsiasi ulteriore necessità resto a sua disposizione e le faccio i migliori auguri per la sua strada. Dottoressa Francesca Formaggio
Salve, mi associo a quanto già consigliato dai miei colleghi. In questi casi, sarebbe opportuno rivolgersi ad un centro specializzato che può contare su un' equipe multidisciplinare in grado di rispondere alla Sua richiesta ( di eventuale diagnosi). Un primo colloquio può servire a valutare le azioni successive da intraprendere. Qualora avesse bisogno di ulteriori informazioni può scrivermi in privato. Saluti.
Buongiorno,

Capisco bene il desiderio di comprendere maggiormente ciò che accade e dunque la ricerca di una diagnosi che dia un nome a ciò. D'altro canto forse può essere interessante approcciare alla questione da un altro punto di vista, ovvero: che cosa è questa iperattività mentale? che cosa scatena gli scatti di rabbia di cui parla? la comprensione di questo non avviene unicamente attraverso una diagnosi, bensì a partire dal potersi porre delle questioni in merito a sè e a ciò che accade. Può essere utile valutare di intraprendere un percorso di supporto psicologico volto ad indagare tali aspetti.

Rimango disponibile per ulteriori necessità.
Cordialmente,
EM

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