Buongiorno, da circa 3 anni sto lottando contro una brutta depressione maggiore grave. Ho assunto di

17 risposte
Buongiorno, da circa 3 anni sto lottando contro una brutta depressione maggiore grave. Ho assunto diverse terapie farmacologiche, ho eseguito anche somministrazione di escketamina. Ho associato la psicoterapia di tipo psicodinamico. Dopo un anno di psicoterapia , la psicoterapeuta ha deciso che è il momento di terminare le sedute contro il mio volere dato che sto un pò meglio ma, nonostante i farmaci, ho una forte ansia quotidiana . La psicoterapeuta sostiene che questa decisione sia importante per la mia crescita, da un lato condivido dall'altro ritengo che se nemmeno i farmaci mi fanno star bene, vuol dire che devo approfondire psicologicamente le cause di questo malessere in alcuni giorni davvero invalidante.
Ora la mia domanda è sarebbe sbagliato iniziare un nuovo percorso di psicoterapia con un nuovo psicoterapeuta ? o devo sforzarmi di cavarmela da sola ,come sostiene la psicoterapeuta, per la mia fase di crescita che forse non ci è mai stata? ma io dei giorni sto così male a causa dell'ansia che mi sembra di impazzire.
Buongiorno. Non mi permetto di valutare l'operato di una collega senza conoscerne le cause, se le ha proposto questo avrà avuto le sue ragioni e la sua etica professionale l'ha portata a questa scelta. La misura, poi, la fa sempre il bisogno delle persone, il loro malessere. Se sente il bisogno di un aiuto professionale non si può ignorare la cosa. La invito, però, se non l'ha già fatto, a darsi del tempo. Il termine di un percorso di terapia può spesso far sentire abbandonati, senza risorse, non capaci di cavarcela da soli perché per tanto tempo ci siamo affidati a qualcuno che ci aiutasse. L'obiettivo di una terapia è sempre quello di finire, di non essere più necessaria, ma non bisogna avere fretta. Provi a prendere familiarità con questa nuova situazione, senza chiedere troppo a sé stesso/a, accettando anche le fatiche e le paure che sta provando. Se vede che il suo bisogno di supporto persiste, può sempre contattare un nuovo terapeuta e mettere la questione a tema: la nuova figura può aiutare a comprendere meglio il proprio vissuto.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
La psicoterapia è un percorso attraverso il quale decidiamo di ri-narrare la nostra storia mettendo in luce i vincoli e le risorse.
Se è già seguita da un/una collega problematizzi la sua sofferenza in seduta. Se sente che invece sia il momento per riprovare la invito a prenotare dalla mia agenda un primo colloquio conoscitivo gratuito.
Saluti, VD
Carissima, esprime con molta chiarezza il suo vissuto e la sofferenza che si porta dietro.Ci vorrebbero molti più elementi per poter valutare la situazione.Cosa succede nei giorni che sta male da impazzire a causa dell'ansia? Ci sono dei fattori scatenanti che si ripetono? Questi e molti altri aspetti aiuterebbero a comprendere meglio la situazione. Come saprà noi psicologi insistiamo molto sul contattare i nostri bisogni, riconoscerli, esprimerli. Lei potrebbe prendersi un tempo per vedere come sta senza il supporto della psicoterapia, ascoltare i suoi bisogni: se si rende conto che è il momento giusto per lei di "camminare sulle sue gambe" prosegue, se invece è ancora molto forte il bisogno di essere accompagnata psicologicamente, individua uno psicoterapeuta con cui sente di star bene (può fare anche un paio di colloqui con persone differenti), e inizia un nuovo percorso, arricchito dalle esperienze recenti. Spero di esserle stata utile, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, lei esprime una significativa sofferenza psicologica ed avrebbe il diritto, se lo desiderasse, di poter chiedere un aiuto terapeutico.
Un caro saluto.
Dott.ssa Silvia Giolitto
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Se la collega che la seguiva sente di aver terminato il suo mandato, e lei sente il bisogno di proseguire con un percorso personale, può tranquillamente rivolgersi a qualcun'altro. Un caro saluto.
Buongiorno, io le suggerisco innanzitutto di esprimere nuovamente questo suo bisogno alla sua terapeuta e di valutare insieme come proseguire, eventualmente riducendo il numero delle sedute ma non interrompendo il percorso. Ritengo che questo suo bisogno non debba essere ignorato dato che mi sembra che il suo disagio sia tutt'ora invalidante. Penso comunque che la sua terapeuta potrebbe aver avuto delle ragioni specifiche per questa sua decisione, conoscendo il suo percorso e la sua storia (che noi non conosciamo) e trovo fondamentale approfondirlo con lei.
Eventualmente se non vi è accordo tra di voi può certamente cambiare terapeuta.
Cordialmente
Dott.ssa Lisa saccardo
Buongiorno, forse il problema riguarda più la collega che potrebbe ritenere di avere fatto tutto quello che poteva per aiutarla. Se la sua percezione è diversa non dovrebbe esitare nel chiedere aiuto ad un/a altro/a terapeuta.
Gentile utente di mio dottore,
lei esprime una significativa sofferenza e qualora lo desiderasse, potrebbe richiedere un aiuto terapeutico anche ad altro specialista.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentilissima,
ogni percorso di terapia è a sè stante. Mi permetto anche di dire che, con ogni terapeuta è possibile fare un pezzetto di percorso poichè da ogni incontro scaturisce qualcosa di unico ed irripetibile.
Probabilmente la collega non voleva alimentare un costrutto di dipendenza e voleva incentivare l'empowerment indivuale. O magari no, si era arrivati in una situazione di empasse.
Sta di fatto che, se ad oggi sente nuovamente l'esigenza di iniziare un percorso terapeutico nessuno può dirle che sia sbagliato. Può però porsi una domanda: con quale obiettivo rinizio un nuovo percorso? Dove voglio arrivare? La psicoterapia non mira all'eliminazione dei sintomi...mira alla modificazione dei meccanismi che generano queste risposte sintomatologiche. E' disposta a mettersi in gioco sotto questo punto di vista? E' disposta ad essere agente attivo e non solo passivo, delle cure a lei rivolte?
Per qualsiasi cosa, mi trova su Mio Dottore.
Gentile utente, in quello che ha condiviso con noi mi pare ci sia già la risposta alla sua domanda. Se lei sente il bisogno di proseguire il suo percorso di crescita e consapevolezza attraverso la psicoterapia lo faccia! Probabilmente si è esaurito il pezzo di strada che lei e il collega avete potuto far insieme. La sua intenzione è la sua spinta vitale, perchè non sostenerla!
Buongiorno, da circa 3 anni sto lottando contro una brutta depressione maggiore grave. Ho assunto diverse terapie farmacologiche, ho eseguito anche somministrazione di escketamina. Ho associato la psicoterapia di tipo psicodinamico. Dopo un anno di psicoterapia , la psicoterapeuta ha deciso che è il momento di terminare le sedute contro il mio volere dato che sto un pò meglio ma, nonostante i farmaci, ho una forte ansia quotidiana . La psicoterapeuta sostiene che questa decisione sia importante per la mia crescita, da un lato condivido dall'altro ritengo che se nemmeno i farmaci mi fanno star bene, vuol dire che devo approfondire psicologicamente le cause di questo malessere in alcuni giorni davvero invalidante. Ora la mia domanda è sarebbe sbagliato iniziare un nuovo percorso di psicoterapia con un nuovo psicoterapeuta ? o devo sforzarmi di cavarmela da sola ,come sostiene la psicoterapeuta, per la mia fase di crescita che forse non ci è mai stata? ma io dei giorni sto così male a causa dell'ansia che mi sembra di impazzire.

Buongiorno, per avere un quadro più chiaro sarebbe necessario conoscere età, professione e vita familiare e sociale. Sono elementi determinanti per un progetto terapeutico con chiunque. Non metterei in discussione il parere del mio collega, solo potrebbe intraprendere un tipo diverso di psicoterapia : la sistemica- relazionale si occupa delle relazioni tra il paziente e la sua famiglia, la bioenergetica si occupa di liberare il corpo dalle tensioni emotive, lo stesso fa la psicoterapia della gestalt attraverso l'espressione delle emozioni e lo psicodramma. Forse le suggerirei un approccio meno verbale e più esperienziale.
Salve, se la sua psicoterapeuta vuole cessare e lei no allora lei ha il sacrosanto diritto di trovare un’altro professionista che la possa seguire.
Già però il fatto che lei ponga un quesito in questa sede indica che però la collega possa aver seguito un iter di ragionamento su di lei.
Probabilmente ha individuato in lei una dimensione che la vede troppo appoggiata alla terapia.
Comunque, se lei non è pronta ad andare da soloa allora tenti con un’altro percorso, dove però,l’obiettivo sano è ritrovare un senso della vita che le permetta di camminare efficacemente con le sue gambe.
Esplori e cerchi con fiducia qualcuno che la possa accompagnare.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buon pomeriggio,
dato il contesto non si può entrare nel merito del lavoro svolto, scelte e risultati e pareri professionali.
In linea generale qualora il malessere sia un limite rispetto alle proprie attività e perduri è utile un consulto. Nel Suo caso, qualora lo ritenesse opportuno, potrebbe sperimentarsi con approcci differenti. La terapia breve strategica utilizza stratagemmi e strategie per modificare la percezione e quindi la reazione della persona.
Saluti
Buongiorno, il suo stato mentale è il principale indicatore di necessità di un percorso psicoterapeutico. Se sente di averne bisogno, non si senta legato all'autorità della collega se in questa fase della sua vita non la percepisce in linea con il suo sé. In tal caso sarebbe consigliato un tipo di approccio differente da quello già tentato. Io sono un terapeuta sistemico-familiare, per informarla. Ovviamente tutti gli approcci sono utili, ma nessuno è mai davvero indispensabile al suo star bene, in particolare se si generano rapporti di dipendenza dalla terapia.

Resto a disposizione per le sue necessità.

Dott. Festa Simone
Come professionisti, e non avendo i dettagli del suddetto percorso psicodinamico, non credo sia utile fare valutazioni a riguardo. Quello che le posso suggerire è, in primis, sentire e capire i suoi bisogni. Il "camminare con le proprie gambe" lascia un po' il tempo che trova. É vera l'utilità di mettere in pratica il lavoro svolto, ma questo prescinde dal fatto di un supporto psicologico. Altra riflessione riguarda i suoi obiettivi: sente che siano stati raggiunti? Solo in parte? Solo alcuni? Ce ne sono di nuovi? Fatta questa premessa ricordo che l'esito terapeutico migliore per il d. depressivo è farmacoterapia + psicoterapia (cognitivo-comportamentale, parlo di esito migliore NON di unica efficacia)
Buongiorno, non conoscendo la sua storia personale è davvero difficile rispondere. In linea generale direi che il paziente vada accompagnato alla sua indipendenza, magari diminuendo la frequenza delle sedute per vedere come va. Io le suggerisco di parlarne con chi la segue e poi decidere il da farsi, compresa l'idea di potere procedere con un altro o un'altra professionista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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