Buongiorno, da anni soffro di una attrazione compulsiva verso le chat di incontri. Di fatto ho trad
29
risposte
Buongiorno, da anni soffro di una attrazione compulsiva verso le chat di incontri.
Di fatto ho tradito fisicamente mia moglie solo una volta, chiudendo la relazione nel giro di qualche giorno; questo pur avendo anche incontrato e conosciuto alcune delle tante donne conosciute nelle chat.
Nel tempo ho almeno eliminato le relazioni basate sul sesso virtuale, ciononostante sento comunque sempre il bisogno di entrare in questi siti e conoscere donne, spesso più adulte di me di qualche anno.
Mi trovo così ad avere 3 personalità:
1. quella che ho in famiglia di padre e marito tutto sommato sereno e attento e innamorato della propria moglie
2. una sorta di "gentiluomo" della chat, dato che rispetto ad altri uomini più "sessualmente diretti se non aggressivi" mi relaziono con le donne che conosco con simpatia, educazione ed equilibrio senza degenerare in proposte eroticheo di sesso esplicito, anzi se ne ricevo solitamente chiudo la conversazione
3. quella di uomo immaturo voglioso di vivere un'avventura, senza scopo e senza futuro, solo per il gusto di provare qualcosa di diverso dal "sesso coniugale" (ossia la arte di me che nascondo alle donne con cui chatto)
Sei anni di terapia credo che mi abbiano aiutato in molti aspetti (radicale dimunizione degli stati di ansia e depressione che avevo specialmente sul lavoro) ma non riesco a "risolvere" questa dannosissima dipendenza che assimilo ad una sorta di "ludopatia emotiva"
(Mi scuso se forse sono stato un po' prolisso)
Di fatto ho tradito fisicamente mia moglie solo una volta, chiudendo la relazione nel giro di qualche giorno; questo pur avendo anche incontrato e conosciuto alcune delle tante donne conosciute nelle chat.
Nel tempo ho almeno eliminato le relazioni basate sul sesso virtuale, ciononostante sento comunque sempre il bisogno di entrare in questi siti e conoscere donne, spesso più adulte di me di qualche anno.
Mi trovo così ad avere 3 personalità:
1. quella che ho in famiglia di padre e marito tutto sommato sereno e attento e innamorato della propria moglie
2. una sorta di "gentiluomo" della chat, dato che rispetto ad altri uomini più "sessualmente diretti se non aggressivi" mi relaziono con le donne che conosco con simpatia, educazione ed equilibrio senza degenerare in proposte eroticheo di sesso esplicito, anzi se ne ricevo solitamente chiudo la conversazione
3. quella di uomo immaturo voglioso di vivere un'avventura, senza scopo e senza futuro, solo per il gusto di provare qualcosa di diverso dal "sesso coniugale" (ossia la arte di me che nascondo alle donne con cui chatto)
Sei anni di terapia credo che mi abbiano aiutato in molti aspetti (radicale dimunizione degli stati di ansia e depressione che avevo specialmente sul lavoro) ma non riesco a "risolvere" questa dannosissima dipendenza che assimilo ad una sorta di "ludopatia emotiva"
(Mi scuso se forse sono stato un po' prolisso)
Buonasera. Probabilmente, così come accade nel gambling (il gioco d'azzardo patologico che lei pone come termine di paragone) un obiettivo della terapia è il "gioco sociale". Questo perché non tutti i ludopatici possono smettere, ma possono arrivare ad avere un comportamento, comunque, socialmente accettabile. Se trasponiamo l'eccitazione che lei prova, nella ricerca di nuove seduzioni e di cambiamento di ruolo, è possibile arrivare allo stesso traguardo. Ne parliamo con il suo terapeuta in modo da rielaborare in due il percorso fatto e, probabilmente , da continuare.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buonasera, i suoi sei anni di psicoterapia emergono chiaramente nel suo scritto poiché descrive molto chiaramente le caratteristiche e i bisogni delle tre parti che lei individua. Assagioli le chiamerebbe sub personalità. Due le accetta, l'ultima la critica e giudica. Sarebbe necessario un lavoro di accettazione e integrazione per giungere all'individuazione del suo Sé.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buongiorno, interessante potrebbe essere esplorare queste tre parti che lei cita, in quanto sembrerebbero scisse fra di loro, mentre se potessero dialogare, chissà cosa emergerebbe. Qui va la mia curiosità, ed è li che le proporrei un lavoro.
Salve, dalle sue parole emerge una grande consapevolezza di ciò che le succede...sicuramente il lavoro terapeutico fatto in 6 anni lo ha aiutato in questo. Dice di voler 'risolvere' la dannosissima dipendenza, ma sarebbe da approfondire il tutto con il suo terapeuta, ha già concluso la terapia? come avete affrontato questi elementi? cosa è successo anni fa quando ha iniziato a rivolgersi alle chat d incontri, come era la sua vita affettiva ecc..? cosa le succede oggi...come mai avverte la necessità di risolvere questa situazione?
La lascio con questi interrogativi, restando disponibile ad ulteriori confronti.
cordialmente
La lascio con questi interrogativi, restando disponibile ad ulteriori confronti.
cordialmente
Buonasera,
mi complimento per il lavoro terapeutico intrapreso e che mi auguro non abbia interrotto poiché le ha permesso di raggiungere una buona consapevolezza.
Concordo pienamente con quanto dice la collega Belgiovine...permetta alle sue parti di 'dialogare' tra loro ma non in solitaria bensì in un contesto protetto e bonificato quale lo studio del suo Terapeuta.
Cordialmente, Dr Costa
mi complimento per il lavoro terapeutico intrapreso e che mi auguro non abbia interrotto poiché le ha permesso di raggiungere una buona consapevolezza.
Concordo pienamente con quanto dice la collega Belgiovine...permetta alle sue parti di 'dialogare' tra loro ma non in solitaria bensì in un contesto protetto e bonificato quale lo studio del suo Terapeuta.
Cordialmente, Dr Costa
Dal suo scritto si evince il percorso fatto, che evidentemente è servito a far emergere questi aspetti conflittuali, che lei descrive come tre personalità, che sembrano totalmente incapaci di "dialogare tra loro". Probabilmente è giunto il momento di lavorare al fine di costruire "ponti" che mettano in comunicazione queste parti
Buongiorno,se ha fatto 6 anni di terapia suppongo sia cosciente di ciò che fa.Ritengo questo il fatto più importante;se poi le va di chattare lo faccia pure ma senza sensi di colpa;infatti mi dice che poi chiude le relazioni in fretta..certo l'ossessione a chattare potrebbe essere una "spia"di qualcosa d'altro tra lei e sua moglie,un colloquio con uno psicologo potrebbe offrirle spunti di riflessione in tal senso.Cordiali saluti
Carissimo ne parli con il suo terapeuta , spero che lei sia ancora in terapia. Non mi pare che il suo "gioco" comporti risvolti drammatici sociali , c'è un problema morale / etico che lei sottolinea attraverso il suo senso di colpa . Colpa di che cosa ? Non risponda immediatamente a questa domanda dicendo che .... Entri dentro a tale faccenda perché potrebbero emergere una rete di connessioni interessanti . Buone cose
Buongiorno, non vedo la necessità di sentirsi "scisso" in tre parti, sei anni di terapia sono decisamente tanti, troppi! E oggi è a farsi un processo alle intenzioni? Mancano dati fondamentali per poterle rispondere, non si può generalizzare, quello che fa trova motivazione nella sua personale storia di vita, che non conosco. Ci lavori, ma non con le personalità!
Buonasera,
ha mai parlato di questo suo comportamento con il suo terapeuta? in sei anni di terapia avrebbe dovuto ricevere almeno una interpretazione e se essa non l'ha soddisfatta può cercarne altre.
L'interpretazione è una sorta di diagnosi psicologica che da sola non risolve il problema e perciò spesso può essere inutile esplicitarla (soprattutto in una prima fase della terapia), ma in genere orienta la cura.
Una diagnosi perciò è quasi sempre essenziale e per effettuarla è sufficiente una consulenza che può chiedere anche on line.
cordiali saluti
ha mai parlato di questo suo comportamento con il suo terapeuta? in sei anni di terapia avrebbe dovuto ricevere almeno una interpretazione e se essa non l'ha soddisfatta può cercarne altre.
L'interpretazione è una sorta di diagnosi psicologica che da sola non risolve il problema e perciò spesso può essere inutile esplicitarla (soprattutto in una prima fase della terapia), ma in genere orienta la cura.
Una diagnosi perciò è quasi sempre essenziale e per effettuarla è sufficiente una consulenza che può chiedere anche on line.
cordiali saluti
Buongiorno,
ho letto attentamente la sua mail. Io divido la sua mail in due parti. Nella prima parte c'è la descrizione della sua compulsione per le chat: secondo me è una "dipendenza" dell'era contemporanea e come tale va trattata. Nella seconda parte Lei riferisce di avere tre personalità: secondo me sono tre aspetti dell'essere uomo che non si escludono a vicenda ma se ben conosciuti, questi aspetti danno un valore aggiunto al suo essere uomo. Non la vedo come patologico ma come una persona che necessita di conoscere queste sue caratteristiche, magari ne emergono altre.
Non esiti a contattarmi
ho letto attentamente la sua mail. Io divido la sua mail in due parti. Nella prima parte c'è la descrizione della sua compulsione per le chat: secondo me è una "dipendenza" dell'era contemporanea e come tale va trattata. Nella seconda parte Lei riferisce di avere tre personalità: secondo me sono tre aspetti dell'essere uomo che non si escludono a vicenda ma se ben conosciuti, questi aspetti danno un valore aggiunto al suo essere uomo. Non la vedo come patologico ma come una persona che necessita di conoscere queste sue caratteristiche, magari ne emergono altre.
Non esiti a contattarmi
Buonasera, colgo nella sua richiesta molte consapevolezze e un modo di descriversi attento, dettagliato, a tratti critico verso di sè.
Credo che può chiedersi a cosa le serva tenere questi aspetti di sè staccati. E quando avrà colto il significato, se lo desidera,potrà lavorare ad integrarli.
Un marito e padre tutto "sommato innamorato" come lei si narra, può trovare un' armonia con la parte dell "gentiluomo" che è curioso di conoscere nuove donne e l'altra parte che vuole esplorare sensazioni nuove rispetto a quelle familiari. Cogliendo anche quale vantaggi profondi ha per lei la relazione a distanza della chat abbia rispetto ad una situazione reale. Buoni passi di crescita con le sue risorse e consapevolezze.
Credo che può chiedersi a cosa le serva tenere questi aspetti di sè staccati. E quando avrà colto il significato, se lo desidera,potrà lavorare ad integrarli.
Un marito e padre tutto "sommato innamorato" come lei si narra, può trovare un' armonia con la parte dell "gentiluomo" che è curioso di conoscere nuove donne e l'altra parte che vuole esplorare sensazioni nuove rispetto a quelle familiari. Cogliendo anche quale vantaggi profondi ha per lei la relazione a distanza della chat abbia rispetto ad una situazione reale. Buoni passi di crescita con le sue risorse e consapevolezze.
Non so quale approccio terapeutico stia percorrendo, ma ritengo, come lei giustamente dice, si tratti di una dipendenza. Ci sono pensieri, fantasie, emozioni che, sostenuti da contenuti profondi, condizionano e guidano il nostro comportamento. E' su queste fantasie e contenuti che, se questa situazione le procura malessere, è necessario lavorare con un percorso psicoterapico individuale che, affrontando le tematiche sottostanti, possa creare un contenitore al suo comportamento. Altra strada sono i gruppi di auto-mutuo aiuto sulle dipendenze che, attraverso la condivisione e il rispecchiamento, ci aiutano a comprendere meglio noi stessi e a modificare il comportamento attraverso strategie comportamentali.
Buongiorno! È molto acuto nel l'aver individuato ed analizzato la sua compulsione. Credo che, come lei dice, gli anni di terapia le siano stati utili per la diminuzione del comportamento. Potrebbe provare un percorso con l'EMDR più breve, al fine di andare ad incidere su questa "ludopatia affettiva"! Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Prenota subito una visita online: Psicoterapia individuale - 50 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Salve. Lei ha già fatto enormi progressi personali. Inoltre descrive il suo problema con proprietà di linguaggio. Insista nella integrazione ulteriore del percorso psicoterapeutico. Probabilmente troverà il modo di rendere la sua "ludopatia emotiva"ancora più socializzabile. Ci vorrà pazienza ma ce la farà. Cordiali Saluti. Dottor Grilli
Buongiorno, quanta fatica sento nelle sue parole, convivere con tre "personalità" deve essere davvero difficile! Se nonostante sei anni di terapia lei mantiene questo "sintomo" significa che ha una funzione importante per lei. A cosa le serve? Questo andrebbe compreso in profondità per cercare di trovare un altro modo più funzionale. Questa "ludopatia emotiva" potrebbe essere il sintomo di qualcos'altro. La sua capacità di analisi e un buon terapeuta sono sicura le permetteranno di arrivare ad una soluzione. Resto a sua disposizione. Cordiali saluti. Dott.ssa Isola
Ritengo che non sia possibile “risolvere”, come lei auspica, né che si possa comprendere ed elaborare qualcosa se non all’interno della relazione tra terapeuta e paziente, in cui si può arrivare a un chiarimento e a volte a una “soluzione”, quando qualcosa nella relazione stessa si modifica .Questo può avvenire, secondo la mia esperienza, solo nel corso di una analisi . Auguri.
Buon giorno. la letteratura scientifica ha dimostrato che il trattamento cognitivo comportamentale risulta elettivo per trattare i comportamenti compulsivi. A mio avviso da quello che racconta emerge l'esigenza di riassumere maggior controllo sui suoi comportamenti e i suoi pensieri e potrebbe esserle molto utile un protocollo di trattamento ad hoc che miri a ristrutturare i significati e i fattori di mantenimento della dipendenza.
cordiali saluti
cordiali saluti
Buongiorno,
oggi questa dipendenza è molto frequente. Forse perché la comunicazione tra le persone spesso manca, forse perché chattare permette di mettere in gioco qualunque parte di noi senza filtro perché c'è già una difesa. Forse perché si sente il bisogno di emozionarsi in maniera diversa, o di potersi sentire ancora seducenti.
tutto questo potrebbe anche non essere negativo se non fosse una dipendenza. Le dipendenze non sono mai cose buone perché non ci lasciano libertà di scelta.
Forse lei potrebbe essere "gentiluomo" ed "immaturo" anche con sua moglie ;-) Io consiglierei di parlarne col suo terapeuta ed eventualmente capire come rinnovare il suo rapporto di coppia.
Spesso si entra in una routine, ancora più spesso con i figli..impegni, lavoro, doveri e si perde un pò la parte di coppia. Veda se in qualche modo potrebbe smuovere quella, magari con un diverso approccio che le dia gli stimoli che trova sulla chat.
Indubbiamente in chat c'è la curiosità di capire chi c'è dall'altra parte, il gioco, la complicità che nasce, l'ascolto, l'emozione..ma se ci riflette, molto c'è anche con sua moglie.
provi a cambiare le dinamica e magari ad osare un pò con sua moglie.
In bocca al lupo
oggi questa dipendenza è molto frequente. Forse perché la comunicazione tra le persone spesso manca, forse perché chattare permette di mettere in gioco qualunque parte di noi senza filtro perché c'è già una difesa. Forse perché si sente il bisogno di emozionarsi in maniera diversa, o di potersi sentire ancora seducenti.
tutto questo potrebbe anche non essere negativo se non fosse una dipendenza. Le dipendenze non sono mai cose buone perché non ci lasciano libertà di scelta.
Forse lei potrebbe essere "gentiluomo" ed "immaturo" anche con sua moglie ;-) Io consiglierei di parlarne col suo terapeuta ed eventualmente capire come rinnovare il suo rapporto di coppia.
Spesso si entra in una routine, ancora più spesso con i figli..impegni, lavoro, doveri e si perde un pò la parte di coppia. Veda se in qualche modo potrebbe smuovere quella, magari con un diverso approccio che le dia gli stimoli che trova sulla chat.
Indubbiamente in chat c'è la curiosità di capire chi c'è dall'altra parte, il gioco, la complicità che nasce, l'ascolto, l'emozione..ma se ci riflette, molto c'è anche con sua moglie.
provi a cambiare le dinamica e magari ad osare un pò con sua moglie.
In bocca al lupo
Probabilmente dovrebbe cercare una psicoterapia diversa...
Senza rinnegare quella che ha fatto forse cambiare psicoterapeuta potrebbe darle nuova linfa e risolvere ulteriormente il problema.
Ne parli con il suo terapeuta.
Cordialmente
Senza rinnegare quella che ha fatto forse cambiare psicoterapeuta potrebbe darle nuova linfa e risolvere ulteriormente il problema.
Ne parli con il suo terapeuta.
Cordialmente
La sua difficoltà sembra concernere una questione ancora aperta con lo " scegliere". Il lavoro che ha fatto negli anni su di sè si coglie bene e questo è un grande aiuto. Se la sua terapia è ancora in atto, sarebbe proficuo per lei parlare in seduta sia di questo problema, sia del fatto che ha posto questa domanda in una chat. Se la terapia si è conclusa, questo quesito ha la propulsione per essere un nuovo punto di avvio.
Salve, dovrebbe parlarne con la sua terapeuta che probabilmente ha già una profonda conoscenza del suo storico. Le dipendenze possono essere molte, e ricadere su vari aspetti della vita, non demorda.
MMM
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno e grazie per averci parlato della sua situazione e del disagio che ne conseguo. Penso sia molto difficile poterle dare un parere o fornirle una soluzione in questa sede. Quello che posso consigliarle è di ritagliarsi di nuovo uno spazio per sè per poter dare un significato più profondo al suo sentire così da poter tornare pienamente padrone della sua vita e scelte. Se lo desiderasse, resto a sua disposzione. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Prenota subito una visita online: Primo colloquio psicologico
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Buonasera, grazie di essersi esposto in modo trasparente su un tema Tabù. Non mi è chiaro se la sua sofferenza è legata alla dipendenza in sè o alla sua incoerenza con la sua situazione sociale (marito e padre di famiglia). Forse per capirlo bisognerebbe che lei si domandasse: "Se non fossi sposato, sarebbe un problema avere questa passione per i siti di incontri?". Se la risposta è no, è possibile allora valutare se ci possono essere dei margini per rivedere le regole più o meno esplicite del matrimonio. Infatti, la fedeltà è una convenzione non una legge di natura immutabile, dunque è anche possibile amarsi, restare insieme accogliendo temporanee fughe dei partner (ovviamente se entrambi i partner sono d'accordo). A questo riguardo le suggerisco di leggere i libri o di guardare i video di Edoardo Lombardi Vallauri. In bocca al lupo.
Buonasera,
La terapia cognitivo comportamentale è la terapia d'eccellenza per le dipendenze, si basa su evidenze scientifiche e riesce a curare in breve tempo il disturbo con un trattamento intensivo. Consiglio anche una terapia di coppia per un trattamento più completo. Resto a disposizione
La terapia cognitivo comportamentale è la terapia d'eccellenza per le dipendenze, si basa su evidenze scientifiche e riesce a curare in breve tempo il disturbo con un trattamento intensivo. Consiglio anche una terapia di coppia per un trattamento più completo. Resto a disposizione
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso qui la sua situazione.
Mi domando se qualcuno le abbia mai spiegato il funzionamento (e quindi come si mantiene) di una dipendenza e, nello specifico quella dal sesso virtuale.
La definizione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dà della dipendenza patologica è quella di “una condizione psichica, e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”. Ovviamente in questo caso la sostanza è proprio il sesso virtuale.
Le caratteristiche primarie della dipendenza dal sesso online sono le seguenti:
• conseguenze negative collegate ai comportamenti sessuali in ambito emotivo, cognitivo, medico, lavorativo, sociale;
• pensiero ossessivo: idee, pensieri, impulsi e immagini riguardanti il sesso online vissuti come intrusivi e persistenti;
• fallimento nel tentativo di controllare i comportamenti sessuali sul web: nei momenti in cui il desiderio sessuale patologico si manifesta, il dipendente perde il controllo dei propri pensieri e dei propri comportamenti, andando incontro a costanti ricadute;
• ricerca ricorrente dei comportamenti sessuali in rete nonostante le conseguenze negative: il desiderio sessuale è ormai divenuto un bisogno fondamentale e irrefrenabile e la persona non riesce a gestirne l’intensità;
• craving: l’intenso desiderio di attuare comportamenti di tipo cybersessuale, dalla quale la persona dipende. In assenza di soddisfazione di questo desiderio il soggetto sperimenta una forte sofferenza;
Inoltre, esistono anche delle caratteristiche secondarie che descrivono elementi che non devono necessariamente essere presenti come:
• dipendenza fisica (astinenza e tolleranza): la dipendenza fisica è collegata alla modificazione, dei livelli di stimolazione corporea, di rilassamento e di equilibrio della biochimica cerebrale;
• segretezza: è uno degli elementi che favoriscono l’insorgere e l’evolversi del problema in quanto, per la loro stessa natura, i comportamenti sessuali online sono più facilmente occultabili e favoriscono la creazione di una vita parallela;
• condotte di negazione: dato che le attività cybersessuali non sembrano praticate nella vita reale, la persona può negare più facilmente le conseguenze che queste provocano, affievolendo così la motivazione al cambiamento;
• Contraddizione delle proprie convinzioni etiche: spesso i comportamenti delle persone dipendenti dal sesso virtuale non coincidono con le loro convinzioni morali. Da una parte, quindi, i propri comportamenti sono considerati moralmente disdicevoli o sbagliati, dall’altra, però, sono irresistibili e desiderabili. La lotta che, in tal modo, si instaura, aumenta l’ansia e la frustrazione, che a loro volta accrescono il bisogno di sollievo, che viene ricercato nell’attività sessuale su Internet.
Le dipendenze, in generale, sono un circolo vizioso e il modo per spezzarlo è proprio quello di lavorare sia cognitivamente, sulle varie credenze che una persona ha di sé stesso, degli altri e del mondo ma soprattutto a livello comportamentale, andando a intervenire su ciò che le mantiene il problema.
Spero di averle date delle informazioni utili oltre che degli spunti di riflessione.
Dott.ssa Giada Valmonte
la ringrazio per aver condiviso qui la sua situazione.
Mi domando se qualcuno le abbia mai spiegato il funzionamento (e quindi come si mantiene) di una dipendenza e, nello specifico quella dal sesso virtuale.
La definizione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dà della dipendenza patologica è quella di “una condizione psichica, e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”. Ovviamente in questo caso la sostanza è proprio il sesso virtuale.
Le caratteristiche primarie della dipendenza dal sesso online sono le seguenti:
• conseguenze negative collegate ai comportamenti sessuali in ambito emotivo, cognitivo, medico, lavorativo, sociale;
• pensiero ossessivo: idee, pensieri, impulsi e immagini riguardanti il sesso online vissuti come intrusivi e persistenti;
• fallimento nel tentativo di controllare i comportamenti sessuali sul web: nei momenti in cui il desiderio sessuale patologico si manifesta, il dipendente perde il controllo dei propri pensieri e dei propri comportamenti, andando incontro a costanti ricadute;
• ricerca ricorrente dei comportamenti sessuali in rete nonostante le conseguenze negative: il desiderio sessuale è ormai divenuto un bisogno fondamentale e irrefrenabile e la persona non riesce a gestirne l’intensità;
• craving: l’intenso desiderio di attuare comportamenti di tipo cybersessuale, dalla quale la persona dipende. In assenza di soddisfazione di questo desiderio il soggetto sperimenta una forte sofferenza;
Inoltre, esistono anche delle caratteristiche secondarie che descrivono elementi che non devono necessariamente essere presenti come:
• dipendenza fisica (astinenza e tolleranza): la dipendenza fisica è collegata alla modificazione, dei livelli di stimolazione corporea, di rilassamento e di equilibrio della biochimica cerebrale;
• segretezza: è uno degli elementi che favoriscono l’insorgere e l’evolversi del problema in quanto, per la loro stessa natura, i comportamenti sessuali online sono più facilmente occultabili e favoriscono la creazione di una vita parallela;
• condotte di negazione: dato che le attività cybersessuali non sembrano praticate nella vita reale, la persona può negare più facilmente le conseguenze che queste provocano, affievolendo così la motivazione al cambiamento;
• Contraddizione delle proprie convinzioni etiche: spesso i comportamenti delle persone dipendenti dal sesso virtuale non coincidono con le loro convinzioni morali. Da una parte, quindi, i propri comportamenti sono considerati moralmente disdicevoli o sbagliati, dall’altra, però, sono irresistibili e desiderabili. La lotta che, in tal modo, si instaura, aumenta l’ansia e la frustrazione, che a loro volta accrescono il bisogno di sollievo, che viene ricercato nell’attività sessuale su Internet.
Le dipendenze, in generale, sono un circolo vizioso e il modo per spezzarlo è proprio quello di lavorare sia cognitivamente, sulle varie credenze che una persona ha di sé stesso, degli altri e del mondo ma soprattutto a livello comportamentale, andando a intervenire su ciò che le mantiene il problema.
Spero di averle date delle informazioni utili oltre che degli spunti di riflessione.
Dott.ssa Giada Valmonte
Buonasera, la ringrazio innanzitutto per aver condiviso in modo così puntuale la sua attuale esperienza. Uno degli obiettivi principali di un percorso psicologico è quello di conoscere il proprio funzionamento.. dopo il lavoro che ha fatto su se stesso è aumentata la sua consapevolezza rispetto a quella che lei chiama "ludopatia emotiva". sarebbe interessante approfondire i motivi per i quali lei senta comunque ancora il bisogno di entrare nelle chat di incontri e conoscere nuove persone, nonostante i sintomi di ansia e depressione siano diminuiti, grazie anche al lavoro fatto. Questo suo bisogno che permane ha sicuramente un legame con quella che è la sua storia di vita, che è stata approfondita e compresa in quei 6 anni di terapia, ma nei confronti della quale restano alcuni aspetti da capire, sia dal punto di vista cognitivo ed emotivo, che dal punto di vista del comportamento, ovvero esplorare nuovi modi di comportarsi per vedere "l'effetto che fa". Provi a comportarsi in modo diverso, e si accorga di quello che le succede dentro di lei in termini di sentire, di emozioni, di sensazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Nicole Crivaro
Cordiali saluti
Dott.ssa Nicole Crivaro
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così dettagliato e sincero. Comprendo appieno la complessità di quello che sta vivendo, mi sto occupando di uno studio proprio su questo tipo di dinamiche legate alle dipendenze emotive e comportamentali sessuali. La sua descrizione di quella che ha definito come una "ludopatia emotiva" è particolarmente interessante, e penso che abbia toccato un punto fondamentale: non si tratta tanto di un bisogno di sesso o avventura fisica, quanto piuttosto di una ricerca di emozioni diverse e stimolanti.
Le tre "personalità" che descrive sembrano rappresentare aspetti differenti del suo mondo interiore, ognuna con il suo scopo, e sembra che la parte più difficile per lei sia l'integrazione di queste. Da un lato, c'è l'immagine che ha di se stesso come marito e padre, dall'altro il fascino delle chat, dove può essere una versione diversa, più libera e meno legata ai vincoli della vita quotidiana. E poi c'è quel terzo lato, che ammette di voler provare qualcosa di diverso, anche se senza un vero scopo o futuro, come se fosse una spinta a esplorare una parte di se stesso che altrimenti rimarrebbe nascosta.
È evidente che è consapevole del fatto che questa dipendenza dalle chat sia dannosa, ma nonostante questa consapevolezza, il comportamento persiste. Questo potrebbe indicare che ciò che sta cercando nelle chat non è tanto un'esperienza sessuale, quanto una via di fuga emotiva o una compensazione per qualcosa che sente mancare, magari un tipo di connessione emotiva o una conferma di se stesso che la fa sentire vivo e valido in un modo diverso rispetto alla vita coniugale.
Sei anni di terapia possono sembrare molti e in realtà lo sono, e capisco quando esprime frustrazione riguardo alla persistenza di questo comportamento. Tuttavia, se in questi anni ha sperimentato una riduzione significativa di ansia e depressione, come dice, è evidente che la terapia sta dando qualcosa di importante, anche se molto diluito nel corso del tempo, a mio avviso. Il miglioramento su alcuni aspetti del suo benessere è già un traguardo positivo. È come se la sua mente avesse bisogno di un equilibrio, e forse la terapia, per quanto lunga, sta fornendo un supporto che la aiuta a gestire meglio la vita quotidiana.
Detto questo, è naturale chiedersi se esistano altri approcci o metodologie che possano andare più a fondo su questo specifico comportamento legato alle chat. Potrebbe essere utile, per esempio, esplorare tecniche più mirate, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) focalizzata sulle dipendenze, che lavora direttamente sui meccanismi di impulso e sulla regolazione emotiva, o altre strategie terapeutiche che esplorino più a fondo la motivazione dietro queste azioni.
Alla fine il punto non è tanto quanto dura la terapia, ma quanto la stia aiutando a sentirsi meglio con se stesso e a vivere una vita più appagante. Quello che conta è trovare un equilibrio che le permetta di sentirsi autentico e soddisfatto, sia come marito e padre, sia come individuo. Dott. Andrea Boggero
Le tre "personalità" che descrive sembrano rappresentare aspetti differenti del suo mondo interiore, ognuna con il suo scopo, e sembra che la parte più difficile per lei sia l'integrazione di queste. Da un lato, c'è l'immagine che ha di se stesso come marito e padre, dall'altro il fascino delle chat, dove può essere una versione diversa, più libera e meno legata ai vincoli della vita quotidiana. E poi c'è quel terzo lato, che ammette di voler provare qualcosa di diverso, anche se senza un vero scopo o futuro, come se fosse una spinta a esplorare una parte di se stesso che altrimenti rimarrebbe nascosta.
È evidente che è consapevole del fatto che questa dipendenza dalle chat sia dannosa, ma nonostante questa consapevolezza, il comportamento persiste. Questo potrebbe indicare che ciò che sta cercando nelle chat non è tanto un'esperienza sessuale, quanto una via di fuga emotiva o una compensazione per qualcosa che sente mancare, magari un tipo di connessione emotiva o una conferma di se stesso che la fa sentire vivo e valido in un modo diverso rispetto alla vita coniugale.
Sei anni di terapia possono sembrare molti e in realtà lo sono, e capisco quando esprime frustrazione riguardo alla persistenza di questo comportamento. Tuttavia, se in questi anni ha sperimentato una riduzione significativa di ansia e depressione, come dice, è evidente che la terapia sta dando qualcosa di importante, anche se molto diluito nel corso del tempo, a mio avviso. Il miglioramento su alcuni aspetti del suo benessere è già un traguardo positivo. È come se la sua mente avesse bisogno di un equilibrio, e forse la terapia, per quanto lunga, sta fornendo un supporto che la aiuta a gestire meglio la vita quotidiana.
Detto questo, è naturale chiedersi se esistano altri approcci o metodologie che possano andare più a fondo su questo specifico comportamento legato alle chat. Potrebbe essere utile, per esempio, esplorare tecniche più mirate, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) focalizzata sulle dipendenze, che lavora direttamente sui meccanismi di impulso e sulla regolazione emotiva, o altre strategie terapeutiche che esplorino più a fondo la motivazione dietro queste azioni.
Alla fine il punto non è tanto quanto dura la terapia, ma quanto la stia aiutando a sentirsi meglio con se stesso e a vivere una vita più appagante. Quello che conta è trovare un equilibrio che le permetta di sentirsi autentico e soddisfatto, sia come marito e padre, sia come individuo. Dott. Andrea Boggero
Esperti
Domande correlate
- Salve Mi chiamo Marina e sono una ragazza ucraina di 30 anni E Mamma di una bimba di 3 anni La mia vita non è mai stata facile.. da quando ho memoria e stato tutto una sofferenza.. alla quale ho iniziato ad abituarmi e conviverci più serenamente con esse.. sono cresciuta in una famiglia difficile..…
- Buongiorno, ho 25 anni, e a Maggio mi sono trasferita col mio ragazzo in un'altra città, per lavoro. Sono 5 anni che stiamo insieme, ed erano mesi e mesi che volevo andare a convivere perché non riuscivo più a stare lontana da lui (abitavamo lontani e ci vedevamo solo nel fine settimana), ma non potevamo…
- Buongiorno avrei un problema con mia Ia di 22anni fa fatica a tenersi un lavoro e si vede brutta parla poco ma è aggressiva e tante volte sorride da sola dice che gli vengono in mente delle cose sue lo fa anche in giro grazie per la risposta
- Salve, ho 27 anni, è da 4 anni soffro di ansia e attacchi di panico che si sono trasformati in un’ansia perenne quando mi metto alla guida della macchina, nonostante un’aiuto da una psicologa e l’assunzione di tranquillanti la situazione è altalenante.. riesco a gestire le situazioni di pericolo ma molte…
- Mi sono trasferita nella città del mio ragazzo per stare con lui e per lavoro. Faccio una premessa: provengo da una famiglia dove le cose si fanno sempre insieme, mia madre non ha amiche e idem mio padre. Vivono in simbiosi uno per l'altro e hanno trovato così il loro equilibrio, e sono certa che questa…
- Non riesco a capire cosa realmente vorrei fare nella vita. Attualmente lavoro come cassiera ma il lavoro non mi piace e non mi soddisfa, mi sento schiava di questo lavoro e vado avanti per inerzia. Mi sento sempre insoddisfatta e vedo le condizioni di vita lavorative degli altri sempre migliore della…
- Sono di San Giusto vicino a Torino e cerco psicologo/a che mi aiuti ad uscire da una situazione di difficoltà e a dimenticare una relazione finita mesi fa, ritrovare me stesso e soprattutto tranquillità interiore che è svanita da tempo e mai più recuperata.
- Salve, il mio compagno probabilmente sta passando un periodo non facile e per questo capita qualche giornata che abusi di alcol, degenerando successivamente... Con me o con la famiglia non riesce a parlare... ha bisogno di uno specialista con cui parlare per provare a risolvere il problema... Premetto…
- Buongiorno, Sono di San Giusto Canavese in provincia di Torino. Dopo un inizio anno molto difficile, ho conosciuto una persona alla quale mi sono aggrappato inconsciamente per occupare il vuoto creatosi. Questa persona decisamente sbagliata per i valori con i quali sono cresciuto ha in qualche modo…
- Il senso di colpa mi sta inghiottendo. Ci hanno scoperto dopo 4 anni di relazione extraconiugale. Siamo entrambi sposati con figli. Ci ha scoperto la moglie di lui io spaventata gli ho detto di non fare uscire nulla, non posso perdere la serenità di mio figlio e ho paura anche per tante altre cose che…
Hai domande?
I nostri esperti hanno risposto a 117 domande su colloquio psicologico
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.