Buongiorno cercherò di essere il più breve e chiara possibile: circa sei mesi fa ho lasciato il mio

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Buongiorno cercherò di essere il più breve e chiara possibile: circa sei mesi fa ho lasciato il mio compagno dopo sette anni e mezzo di una non convivenza , nel senso che non siamo mai andati a vivere insieme per tanti motivi non dipendenti da me ma più da lui che ha messo sempre i bastoni fra le ruote a questo mio intento con tanti episodi anche spiacevoli nei miei confronti dal provare ad avere due volte un bambino, cioè io che faccio tutte le analisi e lui che si tira indietro all'ultimo minuto , a varie denigrazioni e tante volte in cui mi ha messo da parte con la sua famiglia ,con i suoi amici, lui non è mai voluto essere presente con la mia famiglia per intenderci non abbiamo mai fatto un Natale o un pranzo insieme, non è nemmeno venuto al funerale di mia madre e non ha voluto che io andassi a quello di suo padre. La mia decisione di lasciarlo è maturata davvero dopo molto tempo, dopo molta sofferenza e sono sicura di quello che ho fatto perché in realtà non ero più innamorata perché mi sono sentita davvero trascurata messa da parte anche se a modo suo sono piuttosto sicura che mi volesse davvero bene nel suo modo di amare. È solo che dopo sei mesi è come se non lo lasciassi andare o meglio è come se la mia mente non lasciasse andare tutto questo e quindi non non riesco a godermi il presente anche la presenza di un'altra persona molto diversa da lui e proprio per questo purtroppo tende a fare anche dei confronti e a sentirne la mancanza perché in tante cose eravamo affini e io ero davvero innamorata soprattutto all'inizio. È stata davvero la volta in cui mi sono messa in gioco totalmente e con tutto l'amore di cui ero capace e forse anche di più forse anche troppo amore e forse il suo non era a questo livello, ma ora non non riesco nonostante il tempo che passa nonostante la mia vita vada avanti e probabilmente anche la sua a voltare definitivamente pagina dedicarmi a me stessa anzi mi sento ancora sola e come se fossi in punizione come se fossi in lutto meglio come se dovessi ancora elaborare il lutto e soffro molto soffro davvero tanto e mi chiedo se avendo io preso la decisione come possa essere possibile che sia ancora in questo stato? Rimpiango la me stessa che ero quando ho iniziato ad amarlo e forse anche nel mentre lo amavo perché davo il meglio di me sempre e comunque ero al massimo dell'energia fisica e psichica e credevo di essere invincibile e una forza della natura e soprattutto ci credevo davvero nella nostra storia e so che è stata una storia speciale. Solo che ora fa davvero male e a questo punto mi chiedo se sono io che ho davvero fatto tutto questo dall'inizio alla fine e ancora adesso non trovo pace.Aggiungo ancora una cosa alla fine della nostra storia quando io l'ho lasciato, lui è impazzito in qualche modo è riuscito a mettermi sotto controllo il telefono ,a pedinarmi, a registrarmi e a credere che io lo tradissi con qualcun altro nelle registrazioni non si sentiva nulla ma lui diceva che sentivano me che facevo l'amore con un altro mi è piombato in casa mi ha frugato in casa trovando il mio diario dove scrivevo delle cose le mie impressioni su di lui e su altre altre persone della mia vita, c'era un amico che adesso è diventato la persona che frequento che era particolarmente interessato a me e mi stava particolarmente vicino ma io non l'ho mai tradito con lui. Ripeto lui è impazzito all'ultimo e ci siamo lasciati definitivamente in modo piuttosto brusco e violento direi. Eppure nonostante questo a me manca per le cose buone che mi dava ed è come se la mia mente non ricordasse il brutto ma solo il lato positivo di questa persona..... Io vorrei semplicemente capire qual è veramente la strada da intraprendere per stare bene in tutto questo e risentirmi di nuovo una vera forza della natura.
Buongiorno, è chiaro che questa "relazione", inconsapevolmente ha creato una forte ambivalenza in te. Per essere chiari un contraddittorio continuo: stiamo insieme ma non stiamo insieme, facciamo un figlio ma non facciamo in figli.....
La persona con la quale hai avuto una storia, penso di anni, è una persona incompleta, per molti versi con una Dipendenza emotiva dalla sua famiglia originaria, un cordolo che non gli permette di prendere decisioni mature ed assumersi le responsabilità.
Hai detto bene " a modo suo ti vuole bene", ma non si vive così! Continui sensi di colpa che ancor oggi ti porti dietro. Ti devi volere bene, devi avere quel sano egoismo che ti permetterà di dire anche no! A suo modo lo hai viziato, gli hai permesso di soddisfare le sue due parti, mantenere la dipendenza con la famiglia originaria e soddisfare parzialmente le sue esigenze psicofisiche ed affettive come uomo. Questo ci porta a pensare concretamente che non sia una persona cresciuta. Ha bisogno di aiuto e tu non puoi fornirglielo, si dovrebbe far seguire.

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Buongiorno, intanto grazie della condivisione immagino non sia facile farlo. La prima risposta che da psicoterapeuta mi viene da darti è di concedersi il tempo necessario per poter elaborare questo lutto. Parlo di lutto per il fatto che la perdita di una relazione in cui lei aveva investito tanto (in termini di tempo, aspettative, intenzioni e anche praticamente rispetto alla convivenza e all'avere un bambino) lo è effettivamente e fattivamente. Consideri che dalle ricerche in tal senso - al di là delle differenze soggettive da persona a persona - emerge che si impiega generalmente all'incirca un anno per poter elaborare nella propria mente la perdita affettiva di una persona che per diversi anni è stato nel bene e nel male un punto di riferimento (nel suo caso sette anni e mezzo!!). Un altro consiglio che mi viene da darle, qualora nei prossimi mesi questi pensieri e riflessioni continuassero a ripresentarsi e girarle nella mente, è quello di consultare un esperto in queste tematiche che possa aiutarla a comprendere meglio il perchè questi pensieri hanno questo valore per lei. Ritengo da professionista esperto nel settore che un percorso del genere non solo possa aiutarla a stare meglio, ma anche, ad esempio, che possa imparare su di lei qualcosa che le permetta di viversi con maggiore soddisfazione e consapevolezza la sua attuale e futura relazione.
Spero di esserle stato di aiuto.
Buongiorno,

Grazie per aver condiviso la sua storia in modo così sincero e dettagliato. È evidente quanto questo legame sia stato profondo e significativo per lei, e quanto la rottura abbia lasciato delle ferite che ancora oggi sembrano non rimarginarsi del tutto.

Ciò che sta vivendo è un processo molto comune quando si chiude una relazione lunga e intensa. Anche se la decisione di interromperla è stata maturata consapevolmente e razionalmente, le emozioni seguono tempi diversi, spesso imprevedibili. È naturale provare nostalgia e ricordare con più forza i momenti positivi, mentre le vengono attenuate o relegate sullo sfondo.

Il suo senso di lutto, di perdita e di "punizione" può essere ricondotto a una forma di elaborazione del dolore che non si è ancora completata. A volte, anche l'autostima e la fiducia in sé stessi possono subire un contraccolpo, soprattutto quando si ha investito tanto amore ed energia in una relazione che non ha avuto l'esito sperato.

Un aspetto da tenere in considerazione è l'importanza di validare queste emozioni senza giudicarle. Permettersi di sentire il dolore, senza cercare di sopprimerlo o di accelerare la guarigione, può essere il primo passo per ritrovare un equilibrio interiore. Allo stesso tempo, risulta essenziale riflettere su quegli episodi spiacevoli e destabilizzanti che ha vissuto verso la fine della relazione. Spesso, la mente tende a idealizzare il passato per colmare un vuoto, ma riconoscere anche gli aspetti più critici aiuta a ristabilire una visione più completa e realistica della relazione.

La presenza di una nuova persona nella sua vita può rappresentare una risorsa, ma non è raro far fronte o vivere momenti di incertezza. Si concede tempo, senza fretta, per costruire nuovi legami emotivi basati su una versione di sé che sta lentamente emergendo da questa esperienza.

Per affrontare questi sentimenti in modo più strutturato e ritrovare quella forza interiore che descrive con tanto desiderio, potrebbe essere utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista. Un percorso di psicoterapia può aiutarla a elaborare questo lutto relazionale, rafforzare la sua autostima e accompagnarla nella costruzione di una nuova narrazione di sé.

Resto a disposizione, qualora sentisse il bisogno di approfondire ulteriormente.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno,
quello che descrivi è una fase di elaborazione del lutto relazionale, resa complessa dall’intensità della relazione e dagli episodi negativi. È normale che la mente tenda a enfatizzare i ricordi positivi e minimizzare quelli dolorosi, creando confusione. La psicoterapia breve strategica può aiutarti a interrompere questo circolo vizioso, lavorando sulle strategie mentali che mantengono il legame emotivo con il passato e favorendo una riconnessione autentica con il presente.

Un intervento mirato può aiutarti a distinguere tra ciò che ti manca davvero e ciò che è un’idealizzazione, permettendoti di recuperare energia e fiducia in te stessa. Considera di iniziare il percorso per affrontare il blocco emotivo e riscoprire la tua forza interiore.
Buon giorno. Il primo consiglio è di lasciare andare questa persona in modo definitivo, Vi sono numerosi elementi che mi portano a dirLe questo, e seleziono i più importanti: la perdita della razionalità da parte del suo compagno in seguito alla vostra separazione, il fatto che non sia venuto al funerale della sua mamma e che non abbia voluto che lei venisse al funerale del papà, il fatto che abbia cambiato idea rispetto ai figli. Quello che la invito ad indagare è: perchè lei si sia tanto legata a questa persona, evidentemente manchevole su un piano affettivo, cosa rappresenta per lei, quali sono le "Sue" mancanze affettive di base (legate alla storia familiare) che la spingono ad accettare e a desiderare un rapporto così poco nutriente su un piano emotivo. Indaghi sulla propria storia (forse attraverso la psicoterapia) e ricerchi la sua felicità altrove. Tantissimi auguri, i modi per uscire da questa situazione ci sono!! buon 2025
Buonasera,
grazie mille della sua condivisione.
Io sono psicologa psicoterapeuta SISTEMICO RELAZIONALE ed esperta in DIPENDENZA AFFETTIVA.
Mi ha colpito all'inizio quando parla dei funerali e di tutte le occasioni in cui l'ha trascurata. Che cosa le manca? Una persona che come lei ha descritto non è mai stata presente nei momenti più difficili o nei momenti più importanti?
A volte rimaniamo "innamorate" dell'idea di quella persona, perché la idealizziamo nella nostra testa ma la realtà è ben diversa. Una persona che ama, in un rapporto simmetrico e alla "pari", è presente, c'è, ti sostiene e ti è vicino. Se non è così, il rapporto è sbilanciato e rimaniamo ancorati a quella persona anche se sappiamo che non ci fa stare bene. Da qua il lavoro che si fa in psicoterapia è AMARE SE STESSI, prima di tutto l'amor proprio, per NON ACCONTENTARSI DI AMORI "BRICIOLA".
Mi metto a disposizione per colloqui on line.
In bocca al lupo!
Gentilissima ha fatto bene a lasciarlo alla luce delle cose che ha scritto, provato e subìto: se ha scelto di farlo ha avuto motivi più che sufficienti. Il fatto che ora viva un conflitto indica l'opportunità di un percorso di approfondimento delle dinamiche affettive che caratterizzano la sua vita relazionale, per cui contatti uno psicologo / psicoterapeuta e lavori un po' su se stessa e vedrà che chiarirà molti dei suoi dubbi. Buona vita.
Dott. Lucio Aucello
Gentile Signora
mi dispiace per l'esperienza della "non convivenza" che sembrerebbe una "non relazione" dove manca una reale reciprocità e progettualità.
Si dia tempo per riprendersi, conservi i bei ricordi nel suo privato e sappia che questo "bello" che ricorda è la sua parte buona che proiettava sul partner.
Con il tempo lavori sulla sua assertività per imparare a mettere dei confini all'altra persona e a esprimere anche i suoi bisogni affettivi ed emotivi, che non devono più andare in secondo piano.
Malgrado le difficoltà, in ogni caso, ha chiuso la sua precedente relazione ed è andata avanti, è stata brava, il primo passo per trovare la propria strada è non perdersi nella direzione sbagliata, sia fiduciosa.
Un caro saluto
Dottoressa Barbara La Bella
Buongiorno gentile utente.
Ehi si. Una separazione da una storia per giunta complessa e tossica, attraversa processi di elaborazione simili al lutto.
Lei ha una buona capacità introspettiva e analitica.
Credo sia utile un percorso EMDR di psicoterapia focalizzata sui traumi infantili legati all’attaccamento e alla separazione che possono ora interferire e rendere complesso l’attuale processo di elaborazione.
A sua disposizione
Un saluto cordiale
Buongiorno,
a volte la fine di una relazione può richiedere un tempo di elaborazione più lungo. Questo dipende dal come ci si lascia da cosa ha rappresentato un rapporto e soprattutto da come funzionava al punto da arrivare a chiudere. Credo sia importante per lei comprendere meglio quanto le stia accadendo attraverso uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. L' aiuto di un professionista potrebbe restituirle con il tempo un significativo a tutto quanto accaduto e farle guardare alla sua vita nuovamente con serenità.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso la sua storia e le sue emozioni. La decisione di lasciare una relazione lunga e complessa come la sua non è mai semplice e richiede molto coraggio. È normale sentirsi ancora legati a quella persona, soprattutto quando ci sono stati momenti significativi e intensi, sia positivi che negativi.
Il percorso di elaborazione del lutto per una relazione finita può essere lungo e tortuoso. È importante riconoscere e accettare i propri sentimenti, senza giudicarli. Il fatto che lei stia vivendo una nuova relazione e che tuttavia si senta ancora legata al passato è comprensibile. È naturale fare confronti, ma è fondamentale ricordare che ogni relazione è unica e non può essere paragonata a un’altra.
Il processo di guarigione potrebbe includere alcuni passi:
Accettazione delle emozioni: riconosca e accetti i sentimenti di dolore, rabbia e rimpianto. Sono parte del processo di guarigione.
Focus su se stessa: dedichi tempo e attenzione a se stessa. Le attività che la rendono felice e le persone che le sono vicine possono aiutare a ricostruire la sua autostima e il senso di benessere.
Supporto professionale: continuare il percorso terapeutico con uno psicoterapeuta può offrire uno spazio sicuro dove esplorare questi sentimenti e trovare strategie efficaci per affrontarli.
Costruzione di nuove esperienze: cerchi di vivere nuove esperienze positive che possano aiutarla a creare nuovi ricordi e a distogliere l’attenzione dal passato.
Evitare l'autopunizione: non si punisca per i sentimenti che prova. Ogni emozione ha il suo valore e il suo scopo.
Le relazioni passate ci insegnano molto su noi stessi e sulle nostre esigenze. Attraverso la riflessione e la crescita personale, potrà trovare la forza per andare avanti e sentirsi di nuovo una forza della natura.
Un caro saluto e un augurio di serenità.
Buongiorno cara, a leggere la sua storia ho la netta sensazione di avere a che fare con una persona che in tutto questo tempo ha subito la manipolazione di quest'uomo, che ha deciso per entrambi le regole del gioco e che quando si è sottratta al suo sopraffare continuo della situazione, si è visto togliere qualcosa al suo potere ed al suo interesse egoico, come un sadico. Allora le chiedo: non è che a lei manchi questa situazione di dare e togliere che le ha creato la costante adrenalina, portando in lei la dipendenza di adrenalina? Faccia attenzione perchè allora bisogna lavorare su quello e far rinascere quanto crede in lei, la sua autostima, il suo amor proprio piuttosto che ritornare in un copione dove è vero che vedeva la sicurezza di una situazione bizzarra a cui era abituata, ma che non le portava nulla di nuovo. Tant'è che quanto si è dimostrato nella totalità alla fine, quando ha alzato il tiro con la gelosia e il non sopportare che il topolino in prenda alle sue decisioni avesse veramente deciso di escluderlo. Si metta in sicurezza, gli ultimi episodi le fanno capire di aver avuto a che fare con una persona percolosa, cerchi un professionista per lavorare sulla sua forza interiore e autostima.
Cordialmente, Dott.ssa Tonetto
Buongiorno,

grazie per aver condiviso in questo spazio la sua situazione personale. Mi permetto di suggerirle di rivolgersi a uno psicologo per intraprendere un percorso di elaborazione del lutto. Mi sembra che lei abbia bisogno di un tempo per elaborare il lutto della sua precedente relazione.
Rimango a disposizione per ogni eventuale domanda o chiarimento.
Un saluto.
Buonasera, la prima cosa che ho notato leggendo le sue parole è la sua capacità di amare con tutta se stessa e il dolore nel non riuscire più a sentire queste emozioni e questa forza dentro di se. Spesso quello che non riusciamo a lasciar andare alla fine di una relazione non è la persona che ci ha fatto soffrire ma come noi ci sentivamo mentre stavamo con lui. Come se lasciarsi volesse dire perdere una parte di noi. Non è così, quello che hai fatto, provato, sentito nel primo periodo della vostra relazione fa parte di te e lo farà per sempre.
Forse potrebbe avere senso chiedersi cosa non riesce a lasciar andare e che non le permette di andare avanti. Spero di esserle stata d'aiuto. Un caro saluto Marina Albanese
Salve, riporto una sua frase: “come se dovessi ancora elaborare il lutto”. Ha centrato pienamente il punto.

Se è vero che sono passati sei mesi dalla chiusura, è anche vero che non è facile rielaborare sette anni e mezzo di relazione, tanto più che quella che ha tratteggiato è una relazione caratterizzata da alcune grandi complessità (es. il suo desiderio di convivere che non andava nella stessa direzione del suo compagno, la mancata condivisione dei momenti importanti delle famiglie di entrambi, etc.).

Per elaborare in maniera più ampia la chiusura della relazione, ci sono alcuni punti su cui vale la pena che lei si interroghi più a fondo:

1) Quando cita il “suo modo di amare”, apre un piccolo spiraglio su un discorso che è probabilmente molto più ampio. Esempio: come la faceva sentire? Cosa vi dicevate a tal proposito? Qual era la visione del suo compagno e quale la sua rispetto alla relazione?

2) Gli episodi finali della relazione (quelli di cui lei scrive che lui è “impazzito” improvvisamente) andrebbero rivisti; in particolare, lei scrive che è come se la sua mente “non ricordasse il brutto ma solo il lato positivo”. È probabilmente proprio questa dicotomia a non aiutarla nell’elaborazione del lutto; sono invece aspetti che andrebbero integrati.

Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Quanto lei racconta fa pensare che il rapporto che ha tenuto con l’uomo che ha lasciato di recente sia stato così umiliante da averla convinta nel tempo di essere effettivamente un’incapace, colpevole del fallimento, convinta di non valere e di non avere mezzi per vivere senza di lui, indegna di rispetto. Lei parla come chi è convinta di questo, lo provano tutte le domande che si fa e soprattutto la mancanza che ne sente. Francamente non mi sembra nelle condizioni di uscire da sola da un simile tunnel e nemmeno, da come ne parla, riesco ad immaginare che il suo attuale compagno possa aiutarla abbastanza da riuscirci. La prego di iniziare al più presto una buona psicoterapia, per evitare di intrappolarsi in altre situazioni umilianti e mortificanti o, peggio, di diventare a sua volta come la persona che l’ha umiliata. Non solo lei, ma il mondo intero ha bisogno di ben altro.
Le suggerisco di praticare una psicoterapia a indirizzo cognitivo comportamentale o a indirizzo frankliano (logoterapia). Molto dipende dalla città nella quale vive, o dalla sua disponibilità ad una modalità a distanza.
Non perda tempo!
Buongiorno,

chiudere una relazione lunga e intensa, soprattutto quando ci sono stati momenti dolorosi e dinamiche complesse, può lasciare una ferita profonda. È normale che la mente tenda a ricordare i momenti belli e a minimizzare quelli difficili, rallentando il processo di separazione emotiva. Il senso di lutto che descrivi è comprensibile e, anche se sei stata tu a chiudere, questo non annulla la sofferenza della perdita.

Un percorso di psicoterapia interazionista potrebbe aiutarti a esplorare queste emozioni, comprendere meglio le dinamiche relazionali che hai vissuto e trovare nuovi modi per riconnetterti con te stessa e con il tuo presente.

Datti il permesso di vivere questo momento senza giudicarti: elaborare richiede tempo.

Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Gentile Utente, sembra emergere dalle sue parole una fase di seria e profonda elaborazione della passata relazione e della trasformazione di sé, dei propri orizzonti di vita (avere un figlio, convivenza, amor proprio, ecc.). Sette anni e mezzo di relazione sono un capitolo della propria vita molto ampio e mi sembra più che comprensibile che l’elaborazione dei propri sentimenti, richieda un tempo che è ‘dell’anima’ più che strettamente cronologico. Non stupisce, proprio in virtù dei sentimenti (anche contrastanti) provati per il suo ex compagno, che sia difficile ‘lasciare andare’ una persona che si è tanto amata e per tanto tempo. È inoltre molto doloroso lasciare andare una parte di se stessi che sette anni e mezzo fa era probabilmente molto diversa, con altre energie. Un lutto di una nostra parte di vita è qualcosa che investe differenti parti di noi, oltre che delle persone amate che escono dalle nostre vite.
Infine, ricordarsi i momenti belli della relazione e consegnare all’oblio quelli più penosi (peraltro non sembra che sia totalmente così- Lei ha esordito con elementi molto difficili da accettare: ritirarsi all’ultimo nel progetto gravidanza, esclusione dalla famiglia, veto alla convivenza, ecc.) forse si può pensare che sia uno sguardo di grazia rispetto al nostro passato, un sereno congedo, proprio per predisporsi al nuovo che arriva nelle nostre vite. Rimango a disposizione qualora volesse approfondire. Un cordiale saluto
Buonasera,
Sembra che il suo stato d'animo in questo momento della sua vita sia davvero "fatto" di tante cose, e questo è fisiologico. Emozioni, desideri, dubbi e paure danzano insieme, creando fatica, rabbia e confusione.
Quando finisce un rapporto importante, benchè controverso, è importante fare i conti con la consapevolezza, semplice ma non scontata che: "non incontrerò mai più nessuno come lui/lei", magari nella sua vita incontrerà persone migliori o peggiori ma sicuramente mai più il suo ex.
L'impatto con tutto ciò crea confusione, dolore, e come dice bene "ci fa ricordare solo le parti buone".
Le consiglio di parlare con un terapeuta, magari che si occupa di terapia relazionare.
Sicuramente la aiuterà a trovare un senso al momento che vive e a tornare ad approcciarsi alla vita in modo sereno.
Cordialmente,
Dott. Gianpaolo Della Cagna.

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