Buongiorno cari dottori, ho davvero bisogno di una Vostra opinione. In queste settimane sono stata

21 risposte
Buongiorno cari dottori, ho davvero bisogno di una Vostra opinione.
In queste settimane sono stata lasciata dal mio fidanzato, dopo 14 anni di fidanzamento.Un legame tenero e rispettoso,ma spesso litigioso per banalità, come ad esempio il fatto per me tuttora non spiegabile che lui non volesse mai andare in vacanza con me,quando da single o in famiglia andava. Lui è sempre stato fragile e incline al pianto, figlio unico di madre vedova giovane e un po' troppo presente, io ultima figlia di famiglia numerosa, famiglia in cui ci vogliamo molto bene e andiamo d'accordo ma funestata dall'abuso di alcol e dalla schizofrenia molto violenta di un mio fratello, che ha purtroppo condizionato tutta la nostra esistenza, specie la mia e quella di mamma,che eravamo le sue vittime predilette con episodi gravi di violenza(ora sta fuori casa da molti anni per fortuna. Non lo odio,sarebbe una brava persona senza la malattia.Di fatto non gode di libero arbitrio. Mi tengo lontana per la mia incolumità ma non porto rancore,ed è anche malato fisicamente, e soffro per questa cosa. ) Mio padre è venuto a mancare alcuni anni fa e mi manca tanto...Il mio fidanzato è entrato in famiglia da subito, come un figlio e un fratello per tutti. Per me era il grande amore,avevamo 20 anni...negli ultimi tempi lo vedevo strano,svuotato, apatico.Si addormentava mentre parlava,dormiva sempre,so che è successo anche a lavoro. Credevo fosse una carenza vitaminica visto che ne soffre...sia prima che dopo il covid si discuteva della convivenza e del matrimonio, prima del covid io avevo portato mezza casa da lui,che vive da solo in una casa divisa a metà con la mamma,provvista di ingresso indipendente. Nonostante ciò, continuava a venire ospite per settimane lui da me,e ne notavo il fastidio. Per onestà dico che ho fatto una cosa brutta a Capodanno,l'ho picchiato.Era un brutto litigio per colpa della mamma,lui ha iniziato a muoversi in modo strano,si dava delle botte forti in testa e al muro,ed io non so cosa mi è preso,forse mi sono sentita aggredita, gli ho messo le mani addosso.Io non ho mai aggredito nessuno in vita mia,e la cosa mi ha sconcertato. Ho evidentemente un problema di rabbia repressa.Ci siamo sempre rispettati,lui ha sempre detto che io era la sua anima gemella, io altrettanto.Nel frattempo mi ammalo agli occhi,uveite acuta,e mi rimane un danno permanente. Vivo nella paura di perdere la vista, ma cerco e sto cercando di farcela, dopo due mesi passati da cieca che mi hanno lasciata traumatizzata. Lui sembra starmi vicino...a luglio lo assumono in una nuova azienda, ma non lo pagano.Comincia ad essere scontroso e ad aumentare quei gesti strani,le botte in testa,e si rompe una mano mentre discutiamo del fatto che non viene pagato. Mi dice che sono io che lo presso e che lo faccio sentire in colpa. Mi scuso,come ho sempre fatto,del mio carattere pesante e a tratti pretenzioso, non sono perfetta ma cerco di non ferire apposta le persone...però nemmeno voglio essere ferita. Sono sempre stata chiara sulle mie intenzioni,tra cui il matrimonio,e lui sembra d'accordo. Prima di Ferragosto mi dice che vuole una pausa,ma lo convinco a stare insieme a Ferragosto e lui dice di stare bene e che mi ama. A fine agosto, dopo una discussione per me normale e non tragica,ma per lui pesante, dove manifesta sempre più autolesionismo e instabilità con atti violenti anche se mai contro di me,io lo invito ad uscire da casa mia per non assistere a queste scene. Dopo alcuni giorni mi lascia per messaggio vocale, dicendo che mi ama ma vuole stare solo per sempre. In seguito abbiamo molte discussioni telefoniche, io posso accettare di essere lasciata ma vorrei una spiegazione. Lui mentre mi tratta bene mi dice cose brutte,molte false e non è da lui,mi sembra strano,spento, morto dentro.In questi ultimi giorni mi sembrava più conciliante, poi ieri mi ha ridetto che è finita,che mi ama e amerà per sempre ma lui ha un altro destino. Questo alternando estrema calma alla minaccia di rompere il nuovo cellulare (ne ha rotti due con me). Era il mio amato, il mio migliore amico,non mi capacito.Ieri gli ho detto che non ce la facevo più e che devo pensare a me,lo stress mi fa male agli occhi. Dottori cari,sono a pezzi. Sto male per lui,sto male per la salute,devo traslocare e sono disoccupata. Vorrei morire ma so di avere un forte istinto di sopravvivenza sviluppato con mio fratello,e che non mi ammazzerei mai.Ma sono stanca,e senza di lui mi sembra tutto privo di bellezza e significato.
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, una lunga e carica condivisione di cui percepisco il forte peso. Comprensibilmente cerca una spiegazione alla conclusione della sua relazione che, leggendo quello che scrive, mi sembra sia già stata data: "vuole stare da solo". Altrettanto comprensibile è il senso di smarrimento dato il ruolo significativo svolto da questa persona nella sua vita in virtù anche di quanto scrive inizialmente. La invito a contattare uno psicologo con cui partire e snocciolare ogni punto descritto, dedicandosi esclusivamente al lavoro su sé stessa per ritrovare bellezza e significato. Un saluto

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Dott.ssa Marta Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Rho
Gentilissima, dal suo messaggio si percepisce bene la sofferenza intensa che sta vivendo, sofferenza connessa certamente alla relazione col suo fidanzato, e alla interruzione di questa, così come al contesto della sua famiglia di origine, e alla figura di suo fratello. Sofferenza intensa dove non mancano elementi di vita che, se non elaborati, rischiano di essere a tratti anche traumatici. E’ certamente un passo importante quello che lei ha fatto, scrivendo in questo portale, peraltro mostrando una notevole capacità introspettiva e di analisi di se’, ma appare per lei ora vitale potersi confrontare con uno psicoterapeuta in carne ed ossa che sappia accogliere il suo dolore e aiutarla a darvi senso. Faccia seguire a questo suo appello la possibilità di iniziare un percorso terapeutico. Merita di stare bene. Resto a disposizione per dubbi e chiarimenti, un caro saluto, Marta Corradi.
Dott. Stefano Minelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, ha mai pensato che tra il suo fidanzato, accolto in casa "come un figlio e fratello", e suo fratello malato vi possano essere delle comunanze, in termini di relazioni? SM
Dott.ssa Maria Cristina Pacella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Sarebbe davvero opportuno in questo momento così doloroso, considerando anche il trascorso familiare, rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Credo le sarebbe davvero utile avere uno spazio suo per elaborare questa difficile separazione e le emozioni connesse. Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Tardio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Cara utente,
Si percepisce tutto il dolore che riporta.
Oltre all’elaborazione della fine di una storia durata anni si vanno a sommare importanti questioni individuali che sarebbe opportuno rivedere in un percorso terapeutico.
Le consiglio di concentrare le energie su se stessa e di chiedere una consulenza per superare questo difficile momento.
Le auguro il meglio.

Dott.ssa Francesca Tardio
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Cara utente, la coppia è come un puzzle il cui incastro è spesso inconscio e dettato dalle nostre esperienze personali. Vi siete trovati con il peso di forti dolori passati e non risolti. Il suo ragazzo avrebbe bisogno di aiuto e scarica, probabilmente la sua rabbia con l autolesionismo e con il colpevolizzare lei; lei a sua volta ha un trascorso molto difficile e pesante che ora è aggravato dalla sua situazione fisica. Credo che dovrebbe partire da sé stessa con una psicoterapia per trovare un'altra volta l'energia per andare avanti. Se non ha un lavoro le consiglio di rivolgersi all ausl di appartenenza il prima possibile. In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Stefano Carrera
Psicologo, Psicoterapeuta
Padova
Gentile utente,
quella che racconta - e lo fa in maniera molto consapevole - è una storia di grande sofferenza: a partire dalla malattia del fratello e dalle sue conseguenze familiari, passando alla perdita del papà, per arrivare alla relazione con l'uomo cui è stata accanto per 14 anni - e che negli ultimi tempi si è fatta molto tesa - e alla separazione che sente incomprensibile.
Forse le vicende che ha vissuto in relazione a suo fratello possono avere qualcosa a che fare con la relazione che ora tenta di portare avanti col suo compagno. D'altro canto, anche il suo compagno in questo momento sembra essere preda di una grande sofferenza. Ha fatto bene a chiedere aiuto attraverso questo portale: ora penso sia il caso che lei si rivolga ad uno psicologo che la aiuti ad attraversare questo momento così delicato e a recuperare i frammenti di quanto è accaduto e sta accadendo nella sua vita.
Se lo desidera, rimango a disposizione.
I migliori auguri,
dott Carrera
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, la sua storia è ricca di particolari che dovrebbero essere approfonditi.
Ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Potrebbe aiutarla a sfogarsi con qualcuno.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dr. Vittorio Cameriero
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Gentile utente, la sua storia è in parte ben analizzata da se stessa, dalla sua indole introspettiva. Ma lei ha bisogno nello stesso tempo di "curare se stessa" a livello emotivo, di cogliere la separazione dal suo fidanzato, come un momento per fermarsi e comprendere che così come ha superato tante frustrazioni nella vita familiare, può superare anche questa frustrazione affettiva attuale. Concedersi un tempo di lavoro psicologico con un terapeuta l'aiuterebbe a guardare la sua realtà con maggiori opportunità. Ed accettare magari che una lunga ed importante reazione sentimentale può concludersi, per lasciare spazio ad altro, ad esperienze costruttive per lei, per il suo futuro. Un caro saluto
Dr. Cameriero Vittorio
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
Mi pare di capire che la vostra relazione così longeva si sia infranta nel momento in cui si è cominciato a fare sul serio ossia quando di è cominciato a parlare di matrimonio. Chissà che questo non spaventi il suo ragazzo il quale tra l' altro da quello che narra non pare essersi svincolato dalla relazione materna. Anche la sua essa autonomia emotiva del suo ragazzi appare fragile. Vivere in una abitazione attaccata alla madre sicuramente può avere una comodità dal punto di vista economico ma manifesta anche risvolti psicologici di un certo tipo. Lei è sicura che quest' uomo riuscirebbe a stare lontano dalla madre? Molto probabile che lei debba chiedersi se questa uomo potrebbe realmente soddisfare le sue aspettative ed i suoi progetti per il futuro oppure. Capisco che un rapporto di coppia così lungo faccia stare male al pensiero di interromperlo, però le cose vanno guardate anche da diversi punti di vista. Rifletta su questo ed eventualmente mi contatti in privato, qualora avesse esigenza di continuare ad approfondire tale riflessione.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signora non sottovaluti la possibilità di contattare un professionista che possa sostenerla in questo momento. Il primo passo lo ha già fatto raccontandosi e chiedendo qualcosa per se. Di solito è possibile lavorare sui temi che ha portato. Certo la decisione spetta solo a lei ma come vede ci sono molti psicologi disponibili che l'hanno ascoltata. Valuti questa possibilità. Un cordiale saluto
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Signora,
ci racconta una storia lunga e articolata, in cui un elemento emerge in primo piano: l'aggressività, a tratti la violenza, che ha incontrato nella sua vita.
Il comportamento del suo fidanzato può avere molte spiegazioni, ma non credo sia questo il punto. forse la strada più proficua potrebbe essere riflettere su cosa lo lega a lui, cosa amava e ama ancora di lui: le ragioni della sua scelta, e di un rapporto fatto di molti compromessi, molte pretese, molti inspiegabili silenzi.
Per uscire da questo stato di confusione e dolore in cui la fine di questa storia l'ha precipitata, è necessario un lavoro su di sé, sulla sua storia, sui mille fili che intrecciati insieme l'hanno portata fino a questo nodo doloroso. Si rivolga a uno psicologo, e se non ha possibilità economiche, ricordi che i Centri di Salute Mentale della sua ASL sono a sua disposizione per offrirle il sostegno di cui ha bisogno.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott. Simone Marenco
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Gentile utente, le separazioni possono essere molto dolorose, nel suo caso è difficile anche comprendere la motivazione del suo compagno, legata probabilmente ad una grande sofferenza psichica personale che probabilmente ha condizionato il rapporto di coppia, non sono da sottovalutare gli atti aggressivi e autolesivi del suo compagno che hanno un impatto molto forte anche sulle sue emozioni rendendo difficile il dialogo e la comunicazione in quei momenti.
In un periodo così difficile della sua vita le consiglio di contattare un professionista e di iniziare un percorso di psicoterapia che le permetta di elaborare la separazione, la conclusione di una relazione importante e le su e emozioni.
Dott. Marenco
Dott.ssa Elisa Taverniti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, ho letto con molta attenzione la sua richiesta di aiuto. I fatti che elenca sono senza dubbio dolorosi e difficili da tollerare in solitaria specie a seguito di una rottura relazionale importante come quella con il suo ragazzo. Noto che lei stessa si rende conto che ci siano delle emozioni profonde che forse per tanto tempo sono state taciute e che invece meritano di essere esplorate ed elaborate. In questo, il migliore aiuto lo può trovare attraverso una psicoterapia struttura per garantirle sostegno in un percorso di maggiore consapevolezza di se stessa.
Cordialmente
Dottoressa Elisa Taverniti
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
il consiglio è di iniziare un percorso con un professionista, ed elaborare insieme a lui tutti questi vissuti.
Un saluto,
MMM
Dott.ssa Silvia Venditti
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara utente, ciò che porta è un vissuto doloroso e sofferto, però anche carico del desiderio di stare meglio e tornare a sentirsi. Comprensibilmente ora le sembra tutto spento e senza colori e il solo fatto di essersi aperta è una richiesta di aiuto. Come vede siamo qui in molti a tenderle la mano e a non farla sentire sola. La invito a prendere in considerazione un percorso psicologico per ritrovare un suo benessere, che forse cerca da anni. Un abbraccio. Silvia Venditti
Dott.ssa Giulia Bernardinello
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Bologna
Gentile utente, la sua condivisione deve essere stata dura da ripercorrere e si percepisce una grande sofferenza, soprattutto di questo ultimo anno trascorso. Si conceda il tempo necessario per fare emergere i suoi dubbi, uno spazio tutto per lei dove ritrovarsi. Rimango a disposizione. Dott.ssa GB
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace per la situazione ed il disagio espresso. Chiudere un rapporto dopo 14 anni può provocare una sofferenza paragonabile a quella di un lutto, specialmente se la separazione è avvenuta in maniera traumatica. A mio avviso sarebbe inoltre essenziale intraprendere un percorso di supporto psicologico che possa identificare e riconoscere cause e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, la sua storia è molto piena e penso che avere uno spazio nel quale fare ordine, le potrebbe essere di aiuto. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, lei racconta una storia dolorosa, che andrebbe approfondita. Non c'è dubbio che il suo ex fidanzato abbia bisogno di cure, soffre di un forte disagio che manifetsa attraverso autolesionismo, instabilità, atti violenti. Credo che una domanda utile sia, non tanto perchè lui l'ha lasciata (difficile avere energie per una relazione quando si sta così male), ma cosa lei ha trovato dentro questa lunga relazione. Valuti seriamente la possibilità di un aiuto psicologico: la malattia di suo fratello, la sua malattia agli occhi ed ora la separazione, sono tutti ottimi motivi... Dott.ssa Franca Vocaturi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno,
Le sue parole trasmettono un dolore profondo, e voglio dirle fin da subito che è comprensibile e legittimo sentirsi così dopo la fine di una relazione così lunga e intensa. Quattordici anni di vita condivisa non si cancellano facilmente, e il senso di vuoto, la confusione e la sofferenza che sta provando sono reazioni naturali alla perdita di un legame che per lei rappresentava amore, sicurezza e un pezzo fondamentale della sua esistenza. Dal modo in cui descrive il suo ex compagno, sembra che lui stesso stesse attraversando un momento di grande difficoltà personale, fatto di apatia, comportamenti autolesionistici e sbalzi emotivi che potrebbero indicare una sofferenza psicologica profonda. Tuttavia, so che per lei questa consapevolezza non allevia il dolore, anzi, potrebbe amplificare il senso di impotenza e la domanda che inevitabilmente sorge: “Cosa avrei potuto fare di diverso?”. È una domanda naturale, ma anche una trappola della mente che rischia di intrappolarla in una spirale di rimorsi e ipotesi senza risposta. In una relazione non c’è mai un solo responsabile, e spesso la fine di un rapporto dipende da una complessità di fattori che vanno oltre il controllo di una singola persona. Lei descrive il suo ex come qualcuno di fragile, cresciuto con una madre molto presente, e questo potrebbe aver reso per lui difficile gestire le dinamiche di autonomia e impegno nella relazione. Il fatto che evitasse le vacanze con lei, che mostrasse insofferenza quando era ospite a casa sua e che si sentisse sotto pressione nelle discussioni sono segnali che potrebbero indicare un conflitto interiore rispetto all’idea di impegno e di indipendenza. Non significa che non la amasse, ma potrebbe essere stato combattuto tra il desiderio di una vita con lei e la difficoltà di gestire il peso emotivo della relazione. Lei ha mostrato grande lucidità nel riconoscere anche i propri comportamenti, come l’episodio di Capodanno. È importante non colpevolizzarsi in modo eccessivo, ma anche accogliere il fatto che in momenti di forte stress e frustrazione possano emergere reazioni impulsive. Il fatto che quell’episodio l’abbia turbata così tanto dimostra la sua sensibilità e la sua volontà di non diventare una persona che ferisce gli altri. Forse, dentro di lei, si è accumulata nel tempo una rabbia repressa per tutto ciò che ha vissuto nella sua famiglia, per il dolore che ha dovuto sopportare e per la necessità di essere sempre forte. Questa forza l’ha aiutata a sopravvivere a situazioni difficili, ma potrebbe averla anche portata a trattenere dentro di sé emozioni che, a lungo andare, cercano un modo di uscire. Oltre al dolore della separazione, sta affrontando problemi di salute, incertezze lavorative e la necessità di traslocare. È normale che tutto le sembri insormontabile in questo momento, perché la fine della relazione ha tolto un punto di riferimento in un periodo in cui già molte cose erano instabili. Il suo ex rappresentava un pilastro, qualcuno con cui condivideva tutto, e ora si sente sola a dover affrontare tutto questo. Ma ciò che mi colpisce delle sue parole è che, nonostante la sofferenza, riconosce di avere un forte istinto di sopravvivenza. Questo istinto è prezioso e le ricorda che, anche se ora sembra impossibile, c’è una strada per uscire da questo dolore. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, potrebbe essere utile lavorare su alcuni aspetti che in questo momento alimentano il suo stato di malessere. Uno di questi è il pensiero catastrofico, ovvero la sensazione che senza questa relazione la sua vita abbia perso bellezza e significato. È un pensiero comprensibile, ma anche distorto, perché il dolore della perdita le sta facendo vedere la realtà in modo assoluto e senza sfumature. Ciò che oggi sembra insopportabile, con il tempo potrà trasformarsi, e nuove possibilità di felicità potranno emergere. Un altro aspetto su cui potrebbe lavorare è la tendenza a ruminare sui dettagli della fine della relazione, cercando di trovare una spiegazione definitiva. È naturale voler capire, ma quando questa ricerca diventa ossessiva, rischia di mantenerla bloccata nel dolore. Potrebbe essere utile provare a spostare il focus da “Perché è successo?” a “Come posso prendermi cura di me stessa adesso?”. Anche il suo senso di colpa e la sua tendenza a mettersi in discussione potrebbero essere affrontati. Lei ha fatto degli errori, come tutti, ma non è colpevole della fine della relazione più di quanto lo sia lui. Una relazione è fatta di due persone con le loro fragilità, e a volte queste fragilità si scontrano in modi che rendono difficile la convivenza. Ora è il momento di prendersi cura di sé, un passo alla volta. Non deve avere tutte le risposte subito, non deve sentirsi forte ogni giorno. È normale crollare, è normale sentirsi svuotata. Ma questo dolore non durerà per sempre. Può provare a darsi degli obiettivi piccoli, come riprendere attività che la fanno stare bene, anche se ora le sembrano prive di senso. Può cercare sostegno, parlare con qualcuno di fidato o con un professionista che possa aiutarla a ritrovare un equilibrio. La sua vita non ha perso significato. È solo che, in questo momento, il dolore le sta impedendo di vederlo. Con il tempo e con il giusto supporto, potrà ritrovare la bellezza e la speranza, anche se oggi sembra impossibile.
Cari saluti
Dott. Andrea Boggero

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