BuongiornoAvevo già scritto qualcosa, ora espongo le vicende salienti, per inquadrare l'intera sto

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Buongiorno
Avevo già scritto qualcosa, ora espongo le vicende salienti, per inquadrare l'intera storia e riferire della “dupplicità” delle problematiche: ortopediche e/o neurologiche.
Nel giugno 2016 trauma piede su 5 metatarso (mi fecero cadere monitor di pc); si formò un sottostante ematoma di ca 2 cm, che poi si riassorbì, mi dissero
Il primo ortopedico che mi vide dopo una settimana, mi fece mettere dei cerotti antinfiammatori (ketoprofene) e dispose Laser e Tecar. A parte i cerotti antinfiammatori, non dispose nulla al piede (che so, tutore, scarpone, gambaletto, gesso, stampella etc), non mi disse neppure che non dovevo camminarci sopra.
Attualmente avverto quasi continuamente lo stimolo di “tirare” il piede, specie verso le dita e sento il piede come fosse “legato”, a volte piede lievemente “addormentato”, e poi fastidio all'appoggio, come se sotto il bordo esterno del piede sotto il 5 metatarso ci fosse un sassolino; mi han detto che si chiama “disestesia”. Col piede a riposo, tipo seduto o disteso, ci sono le sensazioni di piede “legato e che tira”, mentre all’appoggio e ancor più camminando, queste sensazioni di “tirare” spariscono, o non ci faccio caso, ma interviene il fastidio di contatto corpo estraneo con pianta piede, piuttosto fastidioso camminare.
Poi dopo circa 7 – 8 mesi dal trauma ho fatto 10 laser Yag e 10 ultrasuoni in baccinella.
Ho fatto due risonanze, nel tempo
REFERTO RMN - Aprile 2017 – 10 mesi dopo trauma -Piede e caviglia – App. 1,5 Tesla

"Irregolarità della corticale e della trabecolare spongiosa al terzo medio - prossimale del quinto metatarso, come da esiti di frattura in asse. Residua modesta disomogeneità della intensità del segnale del midollo osseo, come da fenomeni riparativi.
Di minore entità la irregolarità della trabecolatura spongiosa peronale, come da esiti di frattura intraspongiosa. A questo livello non vi sono alterazioni residue della intensità del segnale del midollo osseo.
Non altre alterazioni delle componenti scheletriche. Regolari i rapporti articolari.
Nella norma le componenti tendinee e legamentose comprese nelle immagini.
Regolare il profilo della sella astragalica, in assenza di lesioni osteocondrali."

Referto RMN - Giugno 2018 – 2 anni dopo il trauma - Piede e caviglia – App. di 1,5 Tesla

" Al controllo odierno, confrontato con una precedente analoga indagine dell'aprile 2017, non più presente l'edema spongioso del quinto metatarso della metà prossimale; residua una esile banda iperintensa nelle sequenze ad alto contrasto intrinseco, con decorso longitudinale.
Anche a livello peroneale, è tuttora presente esile banda iperintensa a decorso obliquo che coinvolge il malleolo, del tutto invariato, quale esito di frattura intraspongiosa.
Non evidenza di alterazioni delle strutture legamentose di caviglia..
Ridotta la volta plantare.
Non alterazioni dei complessi legamentosi della sotto - astragalica; circoscritta focalità interessa la spongiosa dell'astragalo e la porzione media (7 mm) da piccola componente cistica.
Minima quota fluida reattiva intraarticolare tibioastragalica, con minima distensione del recesso posteriore.
Regolari i tendini achilleo e della fascia plantare"
Nel gennaio 2018 ho eseguito Elettroneurografia; la neurologa che mi visitò prima di disporre la ENG, in referto scrisse che“ Non ci sono deficit neurologici…Pz vigile collaborante…Probabile minima neuropatia compressiva”.
Il neurologo (esperto in quegli esami) che lesse la ENG, mi disse che i nervi da risultati erano nei limiti di norma (lo ha pure scritto), mi disse che nei traumi di questo tipo sono coinvolti i "tessuti molli" e ci vuole molto tempo a che questi tessuti molli si normalizzino..
E infine negli ultimi mesi mi sono messo in contatto (tramite un sito on line) con un giovane e cortese ortopedico, che ha voluto visionare tutte le immagini RMN. Trovai pure piuttosto suggestiva la sua teoria, e di certo non ne negai io la sua fondatezza; lui praticamente mi disse che non c’è più algodistrofia, il tempo ha aiutato, e ha fatto questa ipotesi, ovvero che io sentirei il piede “tirare” davanti verso le dita, però secondo lui il problema parte da dietro, ed è un insieme di situazione da condropatia (caviglia – malleolo), piede un po’ piatto e tendini che lavorano male, ed allora io sentirei quelle fastidiose sensazioni e secondo lui non è più tanto il discorso del trauma vecchio. Sul discorso del piede un poco piatto, gli ho fatto notare che pure l’altro piede è “piatto”, ma problemi zero, km e km (prima del trauma ovvio, adesso cammino al minimo..) anche per impervi sentieri montani, e fastidi zero..
Invece recentemente il contatto con un altro Ortopedico (esperto nei piedi) e secondo lui il problema “è riconducibile al momento ad una possibile sindrome algodistrofica del piede su base postraumatica”; e poi un Neurologo – Algologo dai sintomi descritti mi ha scritto “Ritengo si tratti di DISTROFIA SIMPATICO RIFLESSA. In quest'ottica sono coinvolti la rarefazione ossea (dismetabolismo del Calcio), circolazione ematica ed innervazione periferica somatica ed autonomica (ossia para- ed orto-simpatica)”. Contatti un centro di Terapia del Dolore”
Ho ricontattato l’ortopedico che adduceva i miei disturbi a mix condropatia / piattismo / tendini che lavorano male e lui mi ha risposto che “L’algodistrofia dovrebbe essere confermata dalla risonanza. Non si fa diagnosi solo basandosi sulla clinica”
Gli ortopedici (e fisiatri) che mi han visitato in questi 2 anni più che altro mi hanno detto che devo mettere i plantari personalizzati previo esame baropodometrico statico e dinamico, e poco altro.
A questo punto non so più neppure io da chi farmi seguire, se da un ortopedico, da un neurologo e se ci sono speranze che la sintomatologia nel tempo migliori.
Saluti cordiali e grazie
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Credo che stia focalizzando tutte le sue energie e i suoi pensieri forse in maniera un po’ ossessiva compulsiva sul suo piede e che -considerato che i traumi ossei e le sequele - soprattutto quando si instaurano sindromi algodistrofiche - possono perdurare per anni- dovrebbe cercare di non accentrare tutta L energia sugli esiti di questo trauma; tutto ciò anche perché un minimo di “ diversità “ rispetto all atro piede che non ha mai subito traumi la avvertita in questi anni e ciò non vuol dire che ci sia qualcosa di patologico ma solamente che il nostro organismo ha provveduto a “riparare” . Nel processo di riparazione dopo la formazione di un ematoma c è un interessamento dei tessuti molli e delle fasce e dei tendini che necesssita di processi di rimaneggiamento negli anni e talvolta anche dei MINIMI esiti come nel suo caso- non per niente ad ogni frattura viene riconosciuta una percentuale di invalidità variabile in base alla tipologia es alla gravità della frattura stessa -
Comunque usi plantari personalizzati cambi per ora le sue abitudini di vita - non lunghe camminate in montagna ecc- faccia bici e nuoto e attenda che vedrà che il tempo le ridonerà un piede funzionale al 97 percento
Leggendo la sua storia posso capire la sua ansia e i suoi timori essendo stato sballottato da una diagnosi all'altra. A mio giudizio in base a quello che riferisce non vi è, prima di tutto, alcun interessamento neurologico, secondo me si tratterebbe di esiti di fratture per fortuna non scomposte e forse no trattate bene sin dall'inizio. Dall'epoca del trauma lei non mobilizzato l'arto molto inportante per la rivitalizzazione ossea e quelle degenerazioni possono essere dovute degenerazioni legate all'età all'uso e poi può esserci stato un aggravamento dopo il trauma. Il fatto di avere un piattismo bilaterale e il piede sano non è asintomatico è normale perchè in quello traumatizzato si è verificata una instabilità posturale. Concludendo son d'accordo con un algodistrofia che dura parecchi anni però necessita di un particolare trattamento: uso di plantari su misura rigidi o morbidi in base alla rigidità articolare che può evidenziare il tecnico ortopedico tramite la baropodometria, è importante che il carico del corpo abbia una buona distribuzione sulla pianta del piede, poi un lungo trattamento con magnetoterapia da fare giornalmente ed in fine camminare con i plantari più possibile in terreno regolare. Controlli radiografici ed ortopedici inizialmente ogni 2-3 mesi.
Sperando di essere stato chiaro cordiali saluti.

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