Buongiorno, assumo Tavor da un mese e mezzo per insonnia iniziata in gravidanza e proseguita ne

17 risposte
Buongiorno, assumo Tavor da un mese e mezzo per insonnia iniziata in gravidanza e proseguita nel post parto. A breve inizierò un percorso con psicoterapeuta per l’ insonnia ma ho una domanda; è possibile che dopo questo periodo a mio parere breve di assunzione il mio corpo sia già assuefatto dal Tavor, dato che da tre giorni la pastiglia non mi fa più effetto? Avete consigli da darmi visto che non mi fa più niente può essere il momento di scalarlo? L’insonnia però rimane, quindi come posso gestirla nell’immediato? (Ho bisogno di dormire avendo una neonata). Grazie
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi a chi le ha prescritto il farmaco cosi da poter avere una risposta dal punto di vista medico. Il periodo del post parto è un momento che può essere difficile proprio per la continua interruzione del sonno dovuta all'accudimento della neonata. Le suggerisco di chiedere aiuto a chi vive con lei per ritagliarsi dei momenti per dormire durante il giorno ed eventualmente stabilendo dei turni di notte. Anche se non riuscisse proprio a dormire è importante riuscire ad avere un po' di tempo per riposare prendendosi delle piccole pause.
Il percorso psicoterapeutico le sarà utile per capire cosa mantiene in piedi il sintomo e come risolverlo per ritrovare un buon ritmo sonno-veglia.
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Gentilissima, è sempre consigliabile che la sospensione del farmaco venga seguito dallo psichiatra, a questo punto in equipe con la collega psicoterapeuta, in quanto il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento; esso è maggiore in pazienti con storia di abuso di droga, farmaci, alcool o con marcati disturbi della personalità.

La possibilità di dipendenza è ridotta quando Tavor è usato nella dose appropriata con un trattamento a breve termine. In generale le benzodiazepine devono essere prescritte solo per periodi brevi (2-4 settimane). L' uso continuo a lungo termine non è raccomandato.

Sintomi da astinenza (p. es. insonnia di rimbalzo) possono manifestarsi in seguito alla sospensione del dosaggio consigliato dopo una sola settimana di terapia. La brusca sospensione del trattamento deve essere evitata ed un esteso periodo di terapia deve essere seguito da un programma di graduale riduzione del dosaggio.

Una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, il termine brusco del trattamento sarà accompagnato dai sintomi da astinenza. Questi possono consistere in cefalea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza, confusione, irritabilità, fenomeni di rimbalzo, disforia, capogiri, nausea, diarrea, perdita di appetito. Nei casi gravi possono manifestarsi i seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio delle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni/delirio, scosse epilettiche o convulsioni. Le convulsioni/crisi epilettiche possono verificarsi più comunemente in pazienti con preesistenti disturbi di natura epilettica oppure che fanno uso di altri farmaci che abbassano la soglia convulsiva quali gli antidepressivi.

Altri sintomi sono: depressione, insonnia, sudorazione, tinnito persistente, movimenti involontari, vomito, parestesia, alterazioni percettive, crampi addominali e muscolari, tremore, mialgia, agitazione, palpitazioni, tachicardia, attacchi di panico, vertigini, iper-reflessia, perdita della memoria a breve termine, ipertermia.

Insonnia e ansia di rimbalzo: all'interruzione del trattamento può presentarsi una sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine ricorrono in forma aggravata. Può essere accompagnata da altre reazioni, compresi cambiamenti di umore, ansia, irrequietezza o disturbi del sonno.

Sintomi da sospensione, specialmente i più gravi, sono più comuni in quei pazienti che hanno ricevuto dosi eccessive per un lungo periodo di tempo, essi possono però verificarsi anche dopo sospensione di benzodiazepine prese di continuo a dosaggi terapeutici, specie se la sospensione avviene in modo brusco.

Poiché il rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si suggerisce di effettuare una diminuzione graduale del dosaggio.

Consultare sempre il proprio medico prima di aumentare o diminuire la dose di farmaco o prima di sospenderlo.
Gentile Utente si confronti con il medico che le ha fatto la prescrizione sia per adeguamenti sia per una corretta informazione sugli effetti dei farmaci, sulla variabilità che ci si aspetta rispetto alla tolleranza ecc.
Cordiali Saluti
Buonasera, per vedere se scalare o no il Tavor deve parlare con il medico che l' ha prescritto ( è un medicinale che deve essere usato per brevi periodi come è riportato sulla confezione).
In commercio ci sono moltissimi prodotti naturali con un buona efficacia come le alghe giapponesi che aiutano per l'ansia .
Per quanto riguarda l'insonnia potrebbe provare altre tecniche come lo yoga, la meditazione, il Training Autogeno etc.. che sono tutte attività che potrebbero aiutarla a dormire.
Se ha bisogno di avere altre informazioni mi può scrivere tranquillamente. Dr. Jasmine Scioscia
Salve, ritengo utile esporre la questione al medico che ha prescritto i farmaci, figura professionale più competente in materia.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere l'efficacia dell'intervento combinato ossia costituito da farmaco più psicoterapia dunque la invito, qualora non lo avesse fatto, a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno le consiglio di rivolgersi al medico che le ha prescritto il farmaco, in quanto anche i suoi ritmi sonno-veglia sono cambiati con l'arrivo della bimba e quindi forse è necessario rivedere il dosaggio. Inoltre iniziare un percorso di psicoterapia sicuramente potrà esserle utile per comprendere cosa c'è dietro al sintomo, ovvero cosa le porta questo stato di insonnia. Cordiali saluti, dott.ssa Francesca Gruosso.
Salve, le suggerisco di chiedere al medico di riferimento. Inoltre, ottimo che lei abbia deciso di farsi seguire in questa fase così delicata per lei.
In bocca al lupo
Dott.ssa Daniela Chieppa
Buongiorno e grazie per la condivisione. Mi dispiace molto per la situazione che sta affrontando, non credo che un mese di assunzione del farmaco possa averle già portato assuefazione ma allo stesso tempo Le consiglio di parlarne con lo specialista che glielo ha prescrittto. Comunque ciò che emerge dal suo racconto è che probabilmente è la nuova situazione della sua vita a portarle difficoltà a dormire. Le consiglio di intraprendere subito un percorso di psicoterapia per ridare serenità alla sua vita e godersi questo bel momento. Resto a disposizione per qualsiasi informazione, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Gentile utente, le consiglio, in accordo con i colleghi che le hanno risposto, di confrontarsi con il medico che le ha prescritto il Tavor, in modo che possiate monitorare insieme l'andamento del farmaco, eventuali effetti collaterali e decidere come proseguire.
Cordialmente,
Sara Molinaro
Gentile utente é importante si rivolga al medico prescrittore per le sue domande ed eventuali decisioni in merito a modifiche della posologia.
Dr.ssa Damiano Maria
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Si tratta sicuramente di un periodo molto delicato e complesso della sua esistenza, fatto di tanti cambiamenti e di tante emozioni e sensazioni, per cui è necessario che lei si affidi a figure di riferimento quali il medico che le ha prescritto il Tavor e lo psicoterapeuta con cui sta per iniziare un percorso di terapia, al fine di affrontare questo periodo insieme e di ritrovare il suo benessere psicofisico. Non esiti a contattarli per qualsiasi dubbio, chiarimento o bisogno. Cordiali saluti. Dott.ssa Daiana Distante
Gentilissima, se l ' insonnia è venuta a trovarla, ci sarà una ragione inconscia che al momento ancora non riesce a raggiungere la condanna.Per il momento, più che lottare contro di essa e sconfiggerla come un nemico, sarebbe meglio accoglierla e accettarla . Come ? Come se fosse un' ospite ben accetta: non resti a letto a girarsi e rigirarsi, ma si alzi, faccia cose che le riaccendano buona energia: un bagno rilassante, la visione di un film, una torta, un disegno, la lettura di un libro...e soprattutto coltivi una sua passione, anche tra le 3 e le 5 del mattino. Se c'è insonnia, nel suo profondo c'è un impulso creativo che sta spingendo e che chiede di essere accolto, insieme alla sua creatura. Vedrà che più accetta l ' insonnia e più essa la saluterà gradualmente. Il farmaco sì, è un aiuto da gestire insieme al medico che gliel' ha prescritto... Sicuramente apporterà modifiche alla posologia per aiutarla . Un caro saluto. Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Buongiorno. Il farmaco da lei assunto è un ansiolitico facente parte della classe farmacologica delle benzodiazepine. Come riportato dalle linee guida, questi farmaci andrebbero assunti continuativamente per non piu di 4/5 settimane, per evitare forme di dipendenza e assuefazione. Le consiglio dunque, se i sintomi persistono di rivolgersi allo specialista che le darà una cura farmacologica adeguata e personalizzata rispetto ai suoi sintomi. Eviti il "fai da te".Un caro saluto
Gentile utente, rispetto la modulazione del farmaco è opportuno confrontarsi con il medico che glielo ha prescritto. E' importante tuttavia abbinare una psicoterapia, così come sta per iniziare lei, perché la terapia permette alla persona di modificare abitudini scorrette riguardo il sonno e anche eventuali pensieri dannosi. In casi di disturbi del sonno è molto frequente avere delle convinzioni scorrette che mantengono il problema stesso.
Le auguro in bocca al lupo!
Dott.ssa Melania Filograna
Gentilissima, grazie per aver posto il suo quesito
Sugli effetti farmacologici, la invito a sentire il medico psichiatra che gliel'ha prescritto.
Da un punto di vista psicologico, posso dirle che i farmaci per l'insonnia possono sì aiutare, ma tutto dipende dal soggetto e da come risponde ad essi: ovvio che il farmaco, da solo, non fa il "miracolo", ma questo discorso vale anche per la psicoterapia ed altri tipi di tecniche!
Le consiglierei (in linea del tutto generale) di esporsi il più possibile alla luce del sole, così da poter equilibrare i livelli ormonali che permettono anche una corretta igiene del sonno, oltre ad un'alimentazione che le permetta di assumere i giusti livelli di serotonina.
Spero di averle dato qualche aiuto, resto a disposizione anche online.

Un grosso in bocca al lupo!
Cordialmente, Dr. E. Nola
Gentilissima utente, la ringrazio per la condivisione e ritengo utile esporre la questione al medico che ha prescritto i farmaci, figura professionale più competente in materia. Mi dispiace molto per la situazione che sta affrontando, non credo che un mese di assunzione del farmaco possa averle già portato assuefazione ma allo stesso tempo.
Inoltre iniziare un percorso di psicoterapia sicuramente potrà esserle utile per comprendere cosa c'è dietro al sintomo, ovvero cosa le porta questo stato di insonnia.
Grazie mille
Salve,per la gestione del farmaco si deve rivolgere al medico che l’ha prescritto. Per quanto riguarda l’insonnia potrebbe praticare nell’immediato il training autogeno come modalità di rilassamento.
Saluti, dott.ssa Sandra petralli

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