Buongiorno a tutti, Sono un ragazzo di 31 anni e circa 3 anni fa ho iniziaton ad avere pensieri oss
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risposte
Buongiorno a tutti,
Sono un ragazzo di 31 anni e circa 3 anni fa ho iniziaton ad avere pensieri ossessivi sulla mia ragazza , l'amo o no? Sto bene con lei o no? Se una sera non ho voglia di vederla mi piace davvero? E cosi via. Naturalmente dopo circa 3 mesi ci siamo lasciati e da li la rivolevo. Ho iniziato subito una terapia cognitivo comportamentale con assunzione di fevarin. Piano piano mi sono sentito meglio e ho iniziato ad uscire con ragazze una volta e poi sparivo. Ho mania di controllo del futuro , bassa autostima ma apparentemente mi sentivo bene. Fino a quando 2 mesi fa ho conosciuto una ragazza e visto che mi ci trovavo particolarmente bene ho iniziato a riavere gli stessi pensieri. Stare da solo con lei ho paura di annoiarmi e avere ansia , non riesco a organizzare nulla perché quasi sicuramente poi non avrei voglia di fare nulla nel weekend. Riesco ad alzarmi la mattina con molta fatica e se sto sul divano dopo qualche ora mi arrabbio perché ho sprecato un giorno a non fare nulla. Da 3 settimane ho aumentato il fevarin , continuo la psicoterapia. Ma non capisco se questa ragazza mi piace davvero o sto solo cercando di farmi lasciare , a volte mi manca e a volte no... e adesso ho iniziato a pensare che non ne uscirò mai da questo problema e che allora mi conviene stare da solo cosi non mi faccio piu pensieri.
Grazie per l eventuali risposte
Sono un ragazzo di 31 anni e circa 3 anni fa ho iniziaton ad avere pensieri ossessivi sulla mia ragazza , l'amo o no? Sto bene con lei o no? Se una sera non ho voglia di vederla mi piace davvero? E cosi via. Naturalmente dopo circa 3 mesi ci siamo lasciati e da li la rivolevo. Ho iniziato subito una terapia cognitivo comportamentale con assunzione di fevarin. Piano piano mi sono sentito meglio e ho iniziato ad uscire con ragazze una volta e poi sparivo. Ho mania di controllo del futuro , bassa autostima ma apparentemente mi sentivo bene. Fino a quando 2 mesi fa ho conosciuto una ragazza e visto che mi ci trovavo particolarmente bene ho iniziato a riavere gli stessi pensieri. Stare da solo con lei ho paura di annoiarmi e avere ansia , non riesco a organizzare nulla perché quasi sicuramente poi non avrei voglia di fare nulla nel weekend. Riesco ad alzarmi la mattina con molta fatica e se sto sul divano dopo qualche ora mi arrabbio perché ho sprecato un giorno a non fare nulla. Da 3 settimane ho aumentato il fevarin , continuo la psicoterapia. Ma non capisco se questa ragazza mi piace davvero o sto solo cercando di farmi lasciare , a volte mi manca e a volte no... e adesso ho iniziato a pensare che non ne uscirò mai da questo problema e che allora mi conviene stare da solo cosi non mi faccio piu pensieri.
Grazie per l eventuali risposte
Salve, non credo che stare da solo risolva le sue problematiche relazionali.
Provi invece con l’aiuto della psicoterapia a comprendere meglio il senso della sua ansia, che sembra aumentare nelle situazioni in cui sente più coinvolto emotivamente.
Cordiali saluti
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Salve,
sicuro che la cognitivo comportamentale sia l'orientamento più corretto?
Mi pare di capire che il problema sia molto più emotivo e relazionale e così dovrebbe essere l'orientamento.
Nessuno potrà mai dirle se questa ragazza le piace davvero o no. Ma potrebbe andare alla base di questa insicurezza patologica delle relazioni.
Inoltre, perchè se è seguito già si preoccupa di avere altri pareri?
Ciò significa che npn è del tutto soddisfatto della sua terapia attuale.
Le consiglio di pensarci.
Un caro saluto.
sicuro che la cognitivo comportamentale sia l'orientamento più corretto?
Mi pare di capire che il problema sia molto più emotivo e relazionale e così dovrebbe essere l'orientamento.
Nessuno potrà mai dirle se questa ragazza le piace davvero o no. Ma potrebbe andare alla base di questa insicurezza patologica delle relazioni.
Inoltre, perchè se è seguito già si preoccupa di avere altri pareri?
Ciò significa che npn è del tutto soddisfatto della sua terapia attuale.
Le consiglio di pensarci.
Un caro saluto.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, spero di non essere frainteso nel proporle un cambio di prospettiva. Ogni situazione problematica cambia notevolmente a seconda del modo in cui la si osserva e si vive. Accade anche nell'esperienza ordinaria che se osserviamo un oggetto illuminato con una luce diversa cambia molto il suo aspetto. Allo stesso modo guardare i problemi da un certo punto di vista, fornisce un' immagine e una prospettiva diversa. Per tornare a quanto riferisce dei suoi problemi, mi sembra che la prospettiva con la quale sta guardando la sua situazione possa generare essa stessa problemi e difficoltà. Nella fattispecie, lei parla di "pensieri ossessivi", ma questa definizione può influenzare molto il suo pensiero entrando in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Se io credo che il mio pensiero è ossessivo, comincerò a guardare con sospetto ai miei pensieri, introducendo un dubbio su qualsiasi cosa. Allo stesso modo se stare accanto a una persona che risveglia la sua emotività le innesca un attività di pensiero così ricorsiva e disfunzionale, è chiaro che il problema non è stare con qualcuno o da soli. Si tratta di comprendere e gestire la vita interiore ed emotiva che non riesce a trovare una via per progredire verso il benessere psico-fisico.
Salve! Oltre a continuare il suo percorso psicologico potrebbe iniziare a farsi altre domande, ad esempio, che cosa voglio evitare con tutti questi pensieri?, di cosa sto fuggendo?, cosa c'è dentro di me che non mi permette vivere un rapporto d'intimità con un'altra persona?, in ogni domanda faccia qualche respiro, forse attraverso il respiro trova le risposte e così potrebbe cominciare a vedere un altro panorama dentro di sé.
Un abbraccio e buoni respiri
Un abbraccio e buoni respiri
Buonasera. Grazie per aver condiviso i suoi pensieri qui. È molto importante. Ha parlato di queste oscillazioni del suo desiderio col terapeuta? Forse portare i suoi dubbi in uno spazio che sia suo, autentico, libero, potrà aiutarla ad attraversare questo momento. Coraggio! Greta Tovaglieri
Salve, le relazioni personali sono cose molto complesse e tutti hanno dubbi all'inizio di una conoscenza sullo spessore della relazione. Continui la terapia e ne parli col suo psicologo che le saprà dare tutte le risposte che le servono. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, la terapia cognitivo comportamentale è la terapia di elezione per il trattamento dei pensieri ossessivi e del disturbo ossessivo- compulsivo. Se non l'ha già fatto, è fondamentale che esponga al suo terapeuta i vissuti che qui riporta e i suoi pensieri a riguardo. Alcune domande che possono stimolare in lei una riflessione: a cosa le serve il suo evitamento? evitare di vederla già pensando che si annoierà o proverà ansia ( anche se non può saperlo, perchè stiamo parlando di un tempo futuro nel quale ancora non si trova) a cosa le è utile? ha una funzione protettiva? tenersi a distanza di sicurezza le serve per quale motivo?
Buongiorno, dalle sue parole pare che la sua attenzione sia focalizzata prevalentemente sui suoi pensieri e ragionamenti. La nostra esperienza di vita però è fatta anche di emozioni e sensazioni che hanno un ruolo fondamentale nell'orientarci nelle relazioni e nel mondo. Provare ad esplorare questi ambiti ed ampliare la sua consapevolezza con l'aiuto del suo terapeuta potrebbe essere la via d'accesso ad una più profonda e chiara conoscenza di sè e delle sue scelte. Un caro saluto. Dott.ssa Elisa Siri
A volte una reazione depressiva è l'esito sintomatologico dell'insuccesso della strategia portata avanti per molto tempo, strategia che si è rivelata per noi disfunzionale. Nel tuo caso, si parla di strategia "di controllo", come hai ben riconosciuto tu. Come saprai, però, chi tenta di controllare tutto, finisce per non avere il comando su niente e, per di più, non essere riuscito a goderti nulla.
Tornando a quello che ti succede in ambito relazionale, potrebbe essere che l'ansia derivi dalla paura di annoiarsi nello stare con lei?In questo caso, sarebbe importante capire il pensiero dietro. Perché c'è quest'ansia? Potrebbe essere che abbia origine dallo scoprire che l'altro non corrisponde poi tanto alle nostre aspettative, e quindi in qualche modo sfugge al nostro controllo?
Sicuramente il percorso CBT che hai intrapreso è quello adatto per te, infatti è il percorso più adatto ad individuare i pensieri automatici disfunzionali che spesso arrivano inconsapevolmente e ci guidano in maniera dannosa nella vita quotidiana. Solo diventando consapevoli di essi potremmo riuscire a uscire dai circoli viziosi.
Spero di esserti stata utile,
Dott.ssa Elisa Folliero
Tornando a quello che ti succede in ambito relazionale, potrebbe essere che l'ansia derivi dalla paura di annoiarsi nello stare con lei?In questo caso, sarebbe importante capire il pensiero dietro. Perché c'è quest'ansia? Potrebbe essere che abbia origine dallo scoprire che l'altro non corrisponde poi tanto alle nostre aspettative, e quindi in qualche modo sfugge al nostro controllo?
Sicuramente il percorso CBT che hai intrapreso è quello adatto per te, infatti è il percorso più adatto ad individuare i pensieri automatici disfunzionali che spesso arrivano inconsapevolmente e ci guidano in maniera dannosa nella vita quotidiana. Solo diventando consapevoli di essi potremmo riuscire a uscire dai circoli viziosi.
Spero di esserti stata utile,
Dott.ssa Elisa Folliero
Buonasera,
comprendo quanto possa a volte essere difficile confrontarsi con le proprie vulnerabilità e le proprie paure.
Credo che abbia fatto molto bene a chiedere aiuto. La psicoterapia insieme ad un adeguato supporto farmacologico specie nelle fasi iniziali del percorso terapeutico, sono lo strumento migliore per stare meglio e per guarire.
Si fidi del suo terapeuta e parli con lui di tutti i suoi dubbi e le sue perplessità.
La relazione terapeutica è quella che cura davvero.
Molti auguri
S. L.
comprendo quanto possa a volte essere difficile confrontarsi con le proprie vulnerabilità e le proprie paure.
Credo che abbia fatto molto bene a chiedere aiuto. La psicoterapia insieme ad un adeguato supporto farmacologico specie nelle fasi iniziali del percorso terapeutico, sono lo strumento migliore per stare meglio e per guarire.
Si fidi del suo terapeuta e parli con lui di tutti i suoi dubbi e le sue perplessità.
La relazione terapeutica è quella che cura davvero.
Molti auguri
S. L.
Buongiorno,
Da quanto narra, mi pare di capire che il nucleo del suo problema sia la difficoltà a stabilire un contatto via via più intimo con il partner.
Tale paura sembra attivare i meccanismi di controllo ossessivo che ha descritto. Quindi, a mio parere, agire solo sul meccanismo ossessivo non sarà risolutivo per lei.
Affrontare invece la sua difficoltà a stabilire una relazione intima può aiutarla. Come si sente in intimità con una ragazza?
Cosa significa per lei avere un rapporto sentimentale?
Come procede la sua vita in altri ambiti (lavoro, famiglia, amicizie ecc)?
Un caro saluto
Da quanto narra, mi pare di capire che il nucleo del suo problema sia la difficoltà a stabilire un contatto via via più intimo con il partner.
Tale paura sembra attivare i meccanismi di controllo ossessivo che ha descritto. Quindi, a mio parere, agire solo sul meccanismo ossessivo non sarà risolutivo per lei.
Affrontare invece la sua difficoltà a stabilire una relazione intima può aiutarla. Come si sente in intimità con una ragazza?
Cosa significa per lei avere un rapporto sentimentale?
Come procede la sua vita in altri ambiti (lavoro, famiglia, amicizie ecc)?
Un caro saluto
Buonasera. Mi dispiace per le difficoltà che sta sperimentando e che condivide. Se sta seguendo una psicoterapia, oltre che una farmacoterapia, il mio suggerimento è di confrontarsi direttamente con il/la suo/a terapeuta, condividendo i propri sentimenti ed i propri pensieri, e permettendosi il tempo necessario per poter poter affrontare in modo sempre più costruttivo le difficoltà relazionali che riferisce. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno, le motivazioni che scatenano i nostri sintomi sono radicate nella storia passata di ognuno. Per comprendere approfonditamente la sua situazione continui la psicoterapia.
Buon lavoro
Buon lavoro
Gentile utente di mio dottore,
sarebbe opportuno ne parlasse con il suo terapista. Continui pure la psicoterapia cominciata ed il trattamento farmacologico, vedrà che con il tempo starà meglio, non demorda.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
sarebbe opportuno ne parlasse con il suo terapista. Continui pure la psicoterapia cominciata ed il trattamento farmacologico, vedrà che con il tempo starà meglio, non demorda.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, credo che le sue dinamiche nella relazione siano da discutere all'interno del suo percorso di cura. Provi a parlarne con chi la segue, sono materiale prezioso per il suo percorso. Ne uscirà con il giusto approccio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, leggendo le sue parole mi arriva un profondo senso di disorientamento. Immagino sia molto faticoso per lei.
Le suggerisco di affrontare i suoi vissuti con il suo terapueta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Le suggerisco di affrontare i suoi vissuti con il suo terapueta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Buongiorno, da quanto descrive, sembra che stia affrontando un ciclo di pensieri ossessivi e ansia che si ripresentano in diverse situazioni relazionali, un aspetto tipico del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), che può coinvolgere dubbi su se stessi e sulle relazioni. La psicoterapia cognitivo-comportamentale è sicuramente una scelta efficace per affrontare questi pensieri, e l'uso del farmaco, come il Fevarin, può supportare la gestione dell'ansia e dei pensieri ossessivi.
Per quanto riguarda la sua relazione attuale, il fatto che si stia ponendo continuamente domande sul "piacere" o sul "voler stare con questa ragazza" potrebbe essere legato a una mania di controllo tipica del DOC. In questi casi, è importante imparare a tollerare l'incertezza e smettere di cercare conferme continue su ciò che sente. Il percorso terapeutico che sta seguendo la aiuterà a disinnescare queste compulsioni.
Nel frattempo, accettare il disagio emotivo senza giudicarlo e non forzare decisioni o conclusioni affrettate le permetterà di ridurre l'intensità di questi pensieri. La terapia breve strategica potrebbe aiutarla ulteriormente a gestire meglio il suo rapporto con l'incertezza e con i pensieri intrusivi.
Per quanto riguarda la sua relazione attuale, il fatto che si stia ponendo continuamente domande sul "piacere" o sul "voler stare con questa ragazza" potrebbe essere legato a una mania di controllo tipica del DOC. In questi casi, è importante imparare a tollerare l'incertezza e smettere di cercare conferme continue su ciò che sente. Il percorso terapeutico che sta seguendo la aiuterà a disinnescare queste compulsioni.
Nel frattempo, accettare il disagio emotivo senza giudicarlo e non forzare decisioni o conclusioni affrettate le permetterà di ridurre l'intensità di questi pensieri. La terapia breve strategica potrebbe aiutarla ulteriormente a gestire meglio il suo rapporto con l'incertezza e con i pensieri intrusivi.
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