Buongiorno a tutti sono un ragazzo di 27 anni che negli ultimi 3/4 mesi sta vivendo un periodo davve

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Buongiorno a tutti sono un ragazzo di 27 anni che negli ultimi 3/4 mesi sta vivendo un periodo davvero particolare. Proverò a spiegarmi con “velocità” e descrivere i miei sintomi.. sostanzialmente circa 6 anni fa un mio amico molto stretto fece il gesto più estremo che esiste, lasciandoci tutti senza parole. Io, che sono sempre stato un ragazzo molto emotivo e molto ipocondriaco anche , non ho mai superato questa cosa. Ci penso tutti i giorni. Circa qualche mese dopo nel mio cervello si accese una lampadina con su scritto “e se mi succedesse anche a me?”.. non avete idea di che panico ho potuto provare. Ho passato mesi e mesi con il cuore a mille, e se devo esser sincero non ho idea neanche io di come ho affrontato quel periodo.. forse l’obiettivo di concludere l’università mi ha anche aiutato in questo. Sostanzialmente circa 3 mesi fa nel nostro vicinato esce una notizia di un altro ragazzo di 30 anni circa ritrovato in casa senza vita. Per giorni non si sapeva se avesse fatto anche lui quella roba o per cause naturali, ma quel pensiero, quella sensazione in quei giorni dove vi era il beneficio del dubbio ha risvegliato in me un panico non poco indifferente. Ricordo che ero a Roma a fare un concorso e talmente l’ansia che ricordo perfettamente che cominciai a percepire tutto come fosse finto, come un sogno, come se io c’ero ma non c’ero non so spiegarlo bene. Susseguirono giorni e giorni di disagio fortissimo, paura che quel gesto potesse riappartenermi , ragion per cui ho deciso di iniziare un percorso da una psicologa. Ora mi fermo qui, quel periodo era imbarazzante , ma ad ora ne sta susseguendo un altro che davvero non distinguo. In poche parole mi sento come se io non fossi più io, mi fa strano alcune volte esser me stesso, mi soffermo e dico “sono vivo e perche non mi ci sento?”, ogni mattina apro gli occhi e dico a me stesso “eccoci qui , un’altra giornata da affrontare insieme” quasi come se fossimo in due,3,4 dentro il mio stesso corpo. Sono sensazioni difficilissime da spiegare perché per l’appunto sono pensieri/sensazioni , ma ho il morale a terra completamente, mi sento triste e il solo fatto di esser presente a me stesso mi turba, quasi come se io non volessi più esser io. Vedo i miei pensieri completamente estranei ed è come se volessi vivere senza più pensare. Mi rendo conto che questo non è possibile, mi rendo conto di tutto ciò che mi cambia attorno ed è esattamente questo ciò che mi crea sconforto. Arrivo alla sera (momento migliore della giornata, non so perché) e mi ripeto “anche oggi ce l’abbiamo fatta. È orrendo, quasi come se mi sentissi in pericolo da me stesso h24. Adesso sicuramente alcuni pensieri/sintomi li starò sicuramente tralasciando, ma alcune volte mi sento pazzo sul serio. Eppure fino a qualche mese fa era tutto normale. Nella mia testa è come se non vivessi una vita normale, quando in realtà non c’è nient altro che mi turba se non questo, non riesco a programmarmi una cosa da fare “domani” o tra un mese perché tutto il mio focus è quello di rimanere in vita ora e distruggermi di domande (alcune esistenziali) sul senso della vita e sulla magia della vita, che ci permette di fare ciò che vogliamo noi quando e come vogliamo. Se guardò indietro ripenso a tutte le cose che ho fatto , a quanto ero felice, andavo a dormire e come mi veniva un dolore pensavo “speravo non mi succede nulla”, mentre adesso la sensazione è come se non mi interessasse più niente.. essendo anche molto “critico” verso me stesso ho cominciato a dubitare di me, dei miei pensieri, a volerti tutti quanti avere sotto controllo. È un disagio enorme quello che sto vivendo, perché so di esser vivo ma non mi ci sento, quasi come se io fossi un’anima a cui è stato affidato questo corpo.. spesso mi capita di percepire le cose come “finte”, ed è impressionante come fino a 2/3 mesi fa il mio volere era quello di vivere fuori città , mentre ora addirittura mi fa strano esser me stesso. Delle volte mi domando se esistessi veramente , e se esiste soprattutto una diagnosi/cura , ma ogni qualvolta me lo domando mi sale un panico non indifferente, soprattutto perché non capisco come possano passare dei pensieri. È tutto così “astratto” che mi sembra di vivere per “inerzia” , quasi per dovere morale verso la mia splendida famiglia, ma purtroppo io così mi sento.. anche io purtroppo sbagliando ho cominciato a leggere su internet storie su storie cercando di capire cosa mi stesse succedendo, ad alcuni mi sono ritrovato , ad altri no. La paura più grande mia è quella di sentirmi sempre così, perché davvero credetemi è vertiginoso. Quasi come se L’io o la mia anima fosse una cosa e il mio corpo un’altra. Non so se è depersonalizzazione o derealizzazione , la psicologa me l’ha confermato ed ora siamo a 4 sedute ma abbiamo solo parlato. Leggo di approcci particolari ma non ho idea di cosa siano, so soltanto che mi sento davvero molto strano, i miei interessi non hanno più il peso di prima , non mi interessa più trovare un buon lavoro (cosa a cui ho sempre aspirato) o costruirmi qualcosa. Il mio focus è tutto concentrato su un continuo discorso tra me e me nel cercare di capire cos’ho , addirittura il mio momento preferito della giornata è diventato il dormire , perche così non penso e sto meglio. Che vita brutta può essere se non si è in pace con se stessi? Scusatemi ho cercato di farla più breve possibile, ho frequenti attacchi d’ansia nell ultimo periodo per tutte queste sensazioni che ho, ma ancora non inizio una cura farmacologica, anzi solo concentrati di erbe (che non fanno nulla praticamente). Mi rivolgo a voi in quanto la mia speranza è aggrappata al fatto che esiste una “cura” o un nome, non è possibile che su tutti quelli che siamo solamente io stia vivendo una cosa del genere. Mi rivolgo alla vostra professionalità perché sicuramente sapete darmi una risposta diversa da quella che interpreto io con il mio pensiero. Scusatemi il papiro e vi ringrazio anticipatamente.
Gentilissimo, dal suo racconto sembra emergere una corrispondenza con l'esordio dei suoi "sintomi" e un evento di marca traumatica occorso nella sua vita che, in maniera coincidente, si è sovrapposto ad un altro fatto della stessa natura avvenuto anni fa e che l'ha evidentemente e comprensibilmente turbata. Le reazioni cognitive, emotive e corporee che sta sperimentando possono far pensare a diversi quadri sintomatologici, ma questa non è la sede opportuna per fare diagnosi né per indicare il miglior trattamento. Posso solo dirle che sì, esistono molti trattamenti psicoterapici che potrebbero aiutarla, ma solo dopo un'attenta, adeguata e scrupolosa consulenza e valutazione. Poiché sta effettuando un percorso con una collega, le suggerisco di affrontare questi dubbi e queste perplessità con lei, che in questo momento è il suo riferimento principale. Le auguro ogni bene, MP

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Ciao, intanto hai fatto la scelta giusta nell'affidarti ad una professionista. E' importante che parli con lei rispetto alla tua mail inviata a questa piattaforma proprio per capirne il senso. E' come se ancora dovessi scegliere se rimanere in quella relazione terapeutica e questo ha a che fare con il tuo senso di fiducia: rispetto a te stesso e anche all'altro. Il tuo amico con la sua decisione di suicidarsi ti ha "fregato", ti ha tradito...ti ha spaventato....e ora il tuo senso di fiducia si è abbassato notevolmente. Questo senso di staccarti dalla tua vita, dal tuo corpo, da te è una modalità che utilizzi inconsapevolmente per proteggerti; il problema è che è disfunzionale e quindi ti rende ancora più preoccupato.
Valuta con la tua psicologa psicoterapeuta di vedervi almeno 2 volte a settimana e di prevedere un supporto farmacologico: la tua testa è troppo piena di paura, rimurginii, preoccupazione e rischi di non avere lo spazio mentale per potere cominciare a lavorare su di te in modo più sereno.
Non cercare per forza il nome del tuo problema, ti serve a poco. Concentrati sulla relazione terapeutica che piano piano ti permetterà di respirare e cominciare a vedere altro oltre i tuoi sintomi. Di ricominciare cioè piano piano a trovare la fiducia di ricominciare a investire sulla vita.
Michela Romano
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Il suicidio di una persona molto vicina, intima, è un evento tragico e sconvolgente anche se questo atto è stato preceduto da importanti avvisaglie o, ancora di più, sia improvviso e senza precedenti o minacce.
Assistere a questo evento apre a tante domande, dubbi, senso di incertezza ed impotenza, ma certamente non è un fatto casuale che può in qualche modo capitare o essere "contagioso".
Il ripetersi incessante di dubbi sulla propria incolumità è l'espressione di un pensiero ossessivo guidato dall'ansia e dall'incertezza.
La cosa migliore è affrontare le paure ed i dubbi, ripercorrere la storia dell'altro e soprattutto la propria,
La psicoterapia è un potente mezzo per affrontare e superare le paure.
Maria Grazia Antinori, Roma
Salve, innanzitutto la ringrazio di aver condiviso questa esperienza e mi dispiace molto del periodo che sta vivendo. Posso solo provare ad immaginare quanto possa essere difficile per lei convivere con tutto ciò. L'esperienza che ha vissuto sembra averle creato molta domande e perplessità. Assistere a questo crea dubbi, senso di incertezza, non sentendosi in grado di affrontare un evento cosi incontrollabile. A queste domande è possibile trovare una risposta, con la consapevolezza però che qualunque percorso terapeutico richiede fiducia e tempo. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicoló
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Comprendo la situazione difficile che sta vivendo e apprezzo che si sia rivolta a me per cercare una risposta alle sue preoccupazioni.
Quello che sta descrivendo sembra essere un'esperienza molto angosciante. Le sensazioni di depersonalizzazione e derealizzazione che sta sperimentando possono essere molto spaventose e disturbanti. Tuttavia, è importante sottolineare che non è solo in questa situazione e ci sono persone e professionisti in grado di aiutarla a superarla.
La sensazione di non sentirsi più se stessa e di percepire la vita come irreale potrebbe essere correlata all'ansia o allo stress. Questi sintomi possono manifestarsi in risposta a situazioni stressanti o a traumi passati. È positivo che abbia già iniziato un percorso di consulenza con una psicologa, poiché questa è una mossa importante per affrontare questi sintomi.
Durante le sedute con la psicologa, saranno esplorati ulteriormente i suoi pensieri, sentimenti e esperienze per comprendere meglio la causa di questi sintomi.
Tuttavia, è importante anche consultare uno psichiatra o uno psicoterapeuta specializzato in queste condizioni, poiché possono essere necessari ulteriori interventi terapeutici o farmacologici.
Inoltre, eviti di cercare informazioni su Internet, in quanto ciò può aumentare l'ansia e confondere ulteriormente le sue sensazioni. È fondamentale concentrarsi sulla terapia e sul sostegno professionale.
Mi rendo conto che questa situazione sia estremamente difficile da affrontare, ma voglio rassicurarla che esistono approcci terapeutici che possono aiutarla a recuperare il suo benessere. Non si preoccupi se inizialmente non vede risultati immediati; il percorso può richiedere del tempo, ma con impegno e supporto, c'è una buona probabilità che possa superare queste sensazioni angoscianti.
Continui a collaborare con la sua psicologa e non esiti a discutere anche l'opzione di una consulenza psichiatrica per esaminare ulteriormente la sua situazione e determinare il trattamento più adeguato.
Le auguro sinceramente il meglio e spero che trovi la via per superare questa difficile fase della sua vita.
Ciao,
mi spiace per questo disagio che evidentemente crea ansia e stress, come si evince dal lungo flusso di coscienza che hai scritto qui.
Avendo già iniziato il percorso con una collega mi chiedo cosa ti possa spingere a chiedere aiuto anche qui. Da quello che posso intuire cerchi una tecnica ben specifica che magari la psicologa con cui ti vedi non fornisce. Forse hai sentito parlare dell'EMDR? In quel caso potrebbe essere utile provare a fare una o due sedute con un professionista specializzato in quella tecnica dato che si tratta di una tecnica utile in caso di traumi (e il suicidio del tuo amico potrebbe aver fatto scattare la molla in questo caso). Ma prima di ciò devi parlarne con la tua psicologa perchè lei ti possa confermare l'utilità e in modo che non confligga con l'approccio che sta adottando lei.
Buona fortuna,
Edoardo Giordano Psicologo
Gentile ragazzo, penso sia importante l'alleanza che si instaura tra lei e la sua terapeuta, se stiamo parlando di dissociazione, questa alleanza aiuta il Sè a ricompattarsi. Prima cosa vanno rinforzate le risorse e rinsaldata l'alleanza di cui sopra, e per questo va riposta fiducia nella sua terapeuta. In secondo luogo si elaborano i traumi del passato e del presente. E' probabile che il secondo episodio traumatico abbia agito da trigger e l'abbia ritraumatizzata e fatto riemergere i vissuti traumatici del primo episodio. Anche io le indicherei, previo consulto con la sua psicoterapeuta, il ricorso in parallelo ad uno psichiatra per valutare lil possibile ausilio di un supporto farmacologico. Deve avere pazienza e fiducia che ne uscirà. Un augurio quanto prima in questo senso.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gentile utente di mio dottore,
il fatto di aver iniziato un percorso di psicoterapia deve già rassicurarla, soprattutto se pensa di aver già trovato la forza di prendersi cura di queste angosce. Si affidi alla collega con cui ha iniziato la psicoterapia, vedrà che con il tempo potrà dare un nome e un cognome ai suoi pensieri, e che le angosce che ad oggi le sembrano insormontabili potranno tornare ad essere di una dimensione più gestibile.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. Chiedere aiuto e permettere ad un professionista di supportarla è un primo passo per trovare le strategie per uscire da questo vissuto d’ansia che la ingabbia in un vortice di pensieri. Con un percorso psicologico è possibile trovare risposte alle sue domande ed acquisire consapevolezza riguardo a pensieri e meccanismi che attualmente possono mantenere il suo malessere e la conseguente chiave per sbloccarli.
Ricordi che qualsiasi dubbio sul suo percorso può essere condiviso con la sua psicologa per poter costruire sempre meglio il percorso in base alle sue esigenze.
 Ad ogni modo, resto a disposizione per qualsiasi confronto.
Dott.ssa Federica Di Lauro
Buongiorno, hai scritto un post di enorme sofferenza e su questa non mi viene da dire nulla perché andrebbe affrontata faccia a faccia, da esseri umani. Adesso ti sei ritagliato la possibilità di parlarne faccia a faccia con la tua psicologa, bene così.
Quattro sedute sono poche per agire su sintomi psicologici, sono sufficienti per capire se vuoi intraprendere un percorso con quella Professionista e forse non sono ancora abbastanza per consolidare una relazione con questa.
Gli "approcci particolari" (sempre che esistano) li lasci eventualmente scegliere al professionista, è come se io andassi ad operarmi e volessi scegliere al posto del chirurgo come fare l'operazione. Pensa piuttosto, se senti che ne vale la pena, a consolidare il rapporto con la tua Psicologa, e non perdere la speranza. Un caro saluto. Paolo Mirri
Buonasera,

Mi dispiace sentire che sta attraversando un periodo così difficile. È coraggioso da parte sua cercare aiuto e condividere le sue preoccupazioni. Non è sola in questa esperienza, molte persone hanno affrontato o stanno affrontando simili sensazioni e pensieri.

Le sensazioni che ha descritto, come il sentirsi distaccata da se stessa, pensieri intrusivi e una costante preoccupazione per la sua salute mentale, possono essere molto angoscianti. È positivo che abbia già iniziato un percorso di psicoterapia con una professionista. È un passo importante verso il miglioramento del suo benessere emotivo.

La sensazione di depersonalizzazione o derealizzazione che ha menzionato può essere un sintomo di ansia o stress e può essere trattata con il supporto adeguato. Il suo terapeuta potrà aiutarla a esplorare ulteriormente queste sensazioni e lavorare su strategie per affrontarle in modo più efficace.

Inoltre, è importante notare che la terapia può richiedere del tempo prima di vedere risultati significativi, quindi è normale avere dubbi e incertezze lungo il percorso. Continui a comunicare apertamente con il suo terapeuta, poiché lui o lei sarà in grado di darle un supporto mirato e personalizzato.

È positivo che stia considerando diverse opzioni per migliorare il suo benessere, ma è fondamentale discutere qualsiasi cambiamento nel trattamento con il suo terapeuta prima di iniziare qualsiasi cura farmacologica o integratore.

Non è sola in questa esperienza. La sua psicologa è lì per aiutarla a trovare il percorso migliore per lei. Continui a lavorare insieme a lei per affrontare questi pensieri e sensazioni, e con il tempo, speriamo che possa ritrovare la sua pace interiore.

Se ha ulteriori domande o preoccupazioni, non esiti a condividerle. Sono qui per offrire supporto e informazioni nel miglior modo possibile.

Un caro saluto,

Dott.ssa Laura Sozio
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Le ho risposto con un video che troverà nella mia pagina youtube dal titolo "La nascita di un attacco di panico e altri sintomi". Spero possa trovarne giovamento. Cordialmente Amico Colaianni
Carissimo Utente buongiorno.
Quello che lei sta descrivendo a tutti gli effetti può rientrare in chi ha subito un vero e proprio trauma. Solitamente la condizione più facilmente riconducibile a chi fa difficoltà a superare un evento fortemente traumatico viene definito Disturbo Post Traumatico da Stress, lei descrive sintomi che rientrano e se li sta vivendo da un periodo prolungato (circa 6 mesi) allora “forse” potrebbe essere una condizione riconducibile, però sono tutte supposizioni, non la voglio neanche riempire troppo di perplessità.
A tutti capita di vivere eventi fortemente traumatici ed esiste molto comunemente la situazione in cui non solo la nostra mente ma anche il nostro corpo fa moltissimo difficoltà a superare ciò che ci ha traumatizzato.
Cerchi di parlarne più profondamente con chi la sta seguendo, magari cerchi chi effettua le tecniche di mindfulness e EMDR, sono specifiche per chi ha subito forti traumi e non riesce a liberarsene.
Si dia tempo e soprattuto trovi qualcuno che la possa sostenere, altamente specializzato.
A disposizione
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Buongiorno e grazie per la sua domanda. Lei descrive un vissuto difficile e pesante, logorante sia delle sue risorse fisiche che mentali. Può certamente avere avuto origine con la morte del suo amico o essere a lui precedente. Le consiglio di ricercare un supporto psicologico e sono convinta che rimetterà presto insieme i pezzi di questo puzzle. Cordiali saluti,
Hai fatto molto bene ad iniziare un percorso psicologico perchè è importante riuscire a contenere questi pensieri e a dargli un nome e una spiegazione. Quattro incontri sono pochi per avere un riscontro positivo o negativo, datti tempo e dai fiducia al vostro rapporto e al percorso che avete intrapreso, al di là degli approcci e delle modalità. Un saluto
Buonasera, il percorso con la sua psicologa è praticamente in fase iniziale di conoscenza. I sintomi che esprime possono appartenere a vari quadri diagnostici che chi la segue saprà darle. Valuterete anche se sia il caso o meno di affiancare un sostegno farmacologico. Ciò che però posso dirle è che qualcosa in lei sembra essersi staccato, come se quell'evento le abbia fatto chiedere, nel profondo, se ciò che stava facendo nella sua vita corrispondesse veramente a ciò che è e ciò che vuole. È solo un'impressione, ma andrebbe, a mio parere approfondita. Concludo dicendo che i rimedi ci sono e i malesseri possono essere affrontati con buoni risultati. Continui e vedrà i frutti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Mi dispiace molto sentire che stai attraversando un periodo così difficile e pieno di ansia. È evidente che le tue preoccupazioni e i tuoi sintomi stanno avendo un impatto significativo sulla tua qualità di vita e sul tuo benessere emotivo.

La tua descrizione dei sintomi suggerisce la possibilità che tu stia sperimentando una combinazione di depersonalizzazione e derealizzazione, che sono due sintomi spesso associati all'ansia e al disturbo da stress post-traumatico. La depersonalizzazione è la sensazione di distacco o estraneità da te stesso, mentre la derealizzazione è la sensazione di distacco o irrealità dell'ambiente circostante. È importante sottolineare che queste esperienze possono essere molto spaventose e sconcertanti, ma sono comuni nelle persone che vivono situazioni di forte stress emotivo.

Ti incoraggio fortemente a continuare il percorso con la tua psicologa e ad esplorare queste esperienze con lei. La terapia cognitivo-comportamentale può essere particolarmente utile nel fornirti strumenti per gestire l'ansia e affrontare i sintomi di depersonalizzazione e derealizzazione. La terapia può anche aiutarti a esplorare le cause sottostanti dei tuoi sintomi e a sviluppare strategie per affrontarle in modo efficace.

È comprensibile che tu sia preoccupato per il futuro e per la possibilità di continuare a provare queste sensazioni, ma è importante ricordare che con il tempo e il sostegno adeguato, molte persone riescono a superare queste difficoltà e a ritrovare un senso di benessere e normalità nella loro vita.

Se ritieni che la terapia attuale non stia funzionando o se hai dubbi riguardo alla tua diagnosi o al trattamento, non esitare a discuterne con la tua psicologa o a cercare un secondo parere da un altro professionista della salute mentale. È importante trovare il supporto e il trattamento giusti per te.

Infine, ti consiglio vivamente di evitare la ricerca di informazioni su internet che potrebbero alimentare ulteriormente le tue preoccupazioni e ansie. Fai affidamento sulle informazioni e il supporto forniti dai professionisti della salute mentale che lavorano con te.

Ti auguro tutto il meglio e spero che tu possa trovare il sostegno e il sollievo di cui hai bisogno per superare questo momento difficile.
Buonasera, è un periodo molto complesso ed emotivamente intenso, la tua reazione alle ultimi notizie è comprensibile dato la tua precedente esperienza che ti ha segnato da vicino. Ora vedi tutto come se stai dentro un grande vortice con soli muri intorno che non ti permettono di venirne fuori e di vedere luce, ma vedrai che con la pazienza e la tenacia nel voler tornare a stare bene, con l'aiuto di un professionista dal quale ti senti compreso e accolto, ne uscirai più forte di prima. Dal mio punto di vista, ti consiglio di non perdere la fiducia nelle tue risorse e capacità, il tuo corpo sta inviandoti dei segnali di aiuto, tu ascoltalo e troverai la strada per trovare nuovamente la serenità e la tranquillità che cerchi. La nostra cultura ci sta portando a normalizzare il fatto di voler sempre tenere tutto sotto controllo, ma così facendo più cerchiamo controllo e più lo perdiamo, sembra assurdo ma è così. Dobbiamo tornare a "riscoprire" il corpo come confine, come rifugio, come casa. In questo modo, non sentiremo più le sue avvisaglie come dei sintomi di pazzia o di intrusione, ma vedremo tutto dalla prospettiva del "sentire", come occasione di ascolto e di conseguenza come strumento di cambiamento. Cito un pioniere del mio approccio: “Senza la consapevolezza delle sensazioni e delle attitudini fisiche una persona viene spezzata in uno spirito privo di corpo e in un corpo disincantato”, afferma Alexander Lowen, padre della Bioenergetica. La consapevolezza del proprio corpo è essenziale per sentirci pienamente vivi e in connessione con il mondo che ci circonda.
Molto spesso accade di essere così immersi nei propri pensieri, ancorati alla testa, da perderci e desiderare la fuga. “Chi sono?” “Che ci faccio qui?” “Cosa voglio?”: domande che non necessariamente devono farci preoccupare ma piuttosto riflettere su quanto ci siamo allontanati dal corpo. Tornare ai sensi e alle sensazioni rappresenta pertanto la via per tornare a casa.
Non so darti delle risposte da una prima lettura del tuo caso, ma ti vorrei lasciare delle domande su cui poter riflettere:
Da quanto tempo non ci accade di ascoltare con totale attenzione e presenza le nostre sensazioni, di goderci pienamente un attimo come se non esistesse nient’altro? Spesso ci spaventiamo di ciò che si muove dentro di noi, considerato un nemico da combattere, un ostacolo per i nostri obiettivi, dimenticandoci che è solo l’ascolto e l’accettazione di ciò che ci accade che ci permette di coglierne il valore e di trasformarlo nel nostro più valido alleato.
E’ proprio nei momenti più difficili che è importante dare spazio alle sensazioni, imparare a contenerle, riservandole una stanzetta dentro di noi dove possano sentirsi accolte, per poi aprire una feritoia e dare a loro la possibilità di far luce sul nostro cammino. Come possiamo riconoscere ciò che ci crea benessere o che ci fa star male se non ci ascoltiamo? Come possiamo perseguire un obiettivo se non sappiamo “contenere” e utilizzare la nostra forza ed emotività?
Perciò ti posso dire: Se non siamo in contatto con il nostro corpo, tutte le nostre sensazioni appaiono confuse, tortuose, prive di confine. Occorre ricentrarci, magari facendoci aiutare dalla montagna che con la sua immensità, riesce a risvegliare tutti i sensi.
Ti auguro di ritrovare il tuo centro.
Dott.ssa Jessica Furlan

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