Buongiorno a tutti, sono un laureando di medicina, sono consapevole che questa sia un’arte lucrativa
1
risposte
Buongiorno a tutti, sono un laureando di medicina, sono consapevole che questa sia un’arte lucrativa, ma richiedo ad ogni modo informazioni riguardo alla mia situazione per pietà.
Il 22 Ottobre scorso mi sono infortunato verso la fine di un allenamento, dopo stanchezza/affaticamento muscolare a seguito di una partita pesante di 2 giorni antecedente, durante l’esecuzione di un tiro verso la porta con postura piuttosto inclinata e ampia apertura ad angolo dell’arto destro, avvalendomi in particolare dei muscoli della regione adduttoria, e riferendo, nel momento dell’impatto del pallone, un deciso quanto indimenticabile “schiocc/schiocco” e un’immediata incapacità funzionale accompagnata da un localizzato dolore medio-acuto nonostante l’adrenalina del momento, al termine dell’esecuzione del gesto atletico.
Successivamente il 31 di Ottobre (circa 10 giorni dopo), dopo irrinunciabile ecografia con sonda lineare ad alta definizione integrata con elastosonografia, mi è stata diagnosticata una lesione muscolare strutturale alla giunzione miotendinea prossimale dell’adduttore lungo, con interruzione dell’architettura muscolare ed ematoma 4 x 3 x 9 mm, con diffuso infarcimento edematoso-emorragico circostante, instabile alle manovre dinamiche, e con falda fluida perifasciale (grado 3B P MT RO).
Dopo i primi 5 giorni terribili dall’infortunio, nei giorni successivi ho ripreso gradualmente a camminare sempre meglio, probabilmente il 31 (giorno dell’ecografia) il problema sussisteva maggiormente nell’allungamento dell’arto e nell’adduzione ovviamente, piuttosto che nell’esecuzione della classica camminata che non era così tanto compromessa data la regione lesionata.
Il 17 Novembre ho iniziato con cautela fisioterapia con una graduale e progressiva riabilitazione mirata al ricondizionamento della funzionalità della zona lesionata, con esercizi specifici (prima isometrici, ecc..), bensì nonostante il miglioramento con sensazione di maggiore capacità funzionale (sia in allungamento sia di percezione di forza del muscolo) percepisco ancora sensazione di debolezza, anche da fermo, e accentuata soprattutto nel movimento di adduzione dell’arto con contrazione e movimento improvviso.
Il mio quesito è, siccome è tutt’ora percepibile anche al tatto un’avvallamento/escavazione a livello della giunzione miotendinea prossimale che prende origine dal pube (sostanzialmente a livello della coscia interna destra non percepisco la presenza delle fibre con morfologia corretta che fisiologicamente sporgono superficialmente ed esternamente a livello dell’angolo in rapporto con la sezione destra dei genitali, ma percepisco un’assenza/mancanza di parte di fibre che sono invece presenti con morfologia piuttosto cava e cilindrica lungo l’interno coscia esterno nell’arto sinistro “sano”), e da alcuni studi scientifici pare che il trattamento conservativo sia la prima soluzione, e a seguito un’eventuale trattamento chirugico (che forse non sarebbe nemmeno così inadeguato data la situazione), come posso stimolare una corretta rigenerazione muscolo-tendinea in sede da parte delle cellule se fin qui non è avvenuta ?? È sufficiente l’esercizio fisico mirato e se si quale tipologia di esercizi ?? Altrimenti dovrei accorrere al trattamento chirurgico per riprendere la completa funzionalità con la naturale e massima forza fisiologica ??
In parole povere non saprei cosa fare perchè è come se mi mancasse una parte di muscolo che comunque per natura è un muscolo debole e molto sensibile allo stress, e avvalermi solamente della cooperazione e integrazione degli altri adduttori e interni della coscia per sopperire a questa dismorfologia e disfunzione non penso mi permetterà di ripetere il medesimo gesto atletico con forza, senza percepire dolore, e soprattutto senza recidive.
Al momento pare che debba ritirarmi.. per questo vi chiedo aiuto
Il 22 Ottobre scorso mi sono infortunato verso la fine di un allenamento, dopo stanchezza/affaticamento muscolare a seguito di una partita pesante di 2 giorni antecedente, durante l’esecuzione di un tiro verso la porta con postura piuttosto inclinata e ampia apertura ad angolo dell’arto destro, avvalendomi in particolare dei muscoli della regione adduttoria, e riferendo, nel momento dell’impatto del pallone, un deciso quanto indimenticabile “schiocc/schiocco” e un’immediata incapacità funzionale accompagnata da un localizzato dolore medio-acuto nonostante l’adrenalina del momento, al termine dell’esecuzione del gesto atletico.
Successivamente il 31 di Ottobre (circa 10 giorni dopo), dopo irrinunciabile ecografia con sonda lineare ad alta definizione integrata con elastosonografia, mi è stata diagnosticata una lesione muscolare strutturale alla giunzione miotendinea prossimale dell’adduttore lungo, con interruzione dell’architettura muscolare ed ematoma 4 x 3 x 9 mm, con diffuso infarcimento edematoso-emorragico circostante, instabile alle manovre dinamiche, e con falda fluida perifasciale (grado 3B P MT RO).
Dopo i primi 5 giorni terribili dall’infortunio, nei giorni successivi ho ripreso gradualmente a camminare sempre meglio, probabilmente il 31 (giorno dell’ecografia) il problema sussisteva maggiormente nell’allungamento dell’arto e nell’adduzione ovviamente, piuttosto che nell’esecuzione della classica camminata che non era così tanto compromessa data la regione lesionata.
Il 17 Novembre ho iniziato con cautela fisioterapia con una graduale e progressiva riabilitazione mirata al ricondizionamento della funzionalità della zona lesionata, con esercizi specifici (prima isometrici, ecc..), bensì nonostante il miglioramento con sensazione di maggiore capacità funzionale (sia in allungamento sia di percezione di forza del muscolo) percepisco ancora sensazione di debolezza, anche da fermo, e accentuata soprattutto nel movimento di adduzione dell’arto con contrazione e movimento improvviso.
Il mio quesito è, siccome è tutt’ora percepibile anche al tatto un’avvallamento/escavazione a livello della giunzione miotendinea prossimale che prende origine dal pube (sostanzialmente a livello della coscia interna destra non percepisco la presenza delle fibre con morfologia corretta che fisiologicamente sporgono superficialmente ed esternamente a livello dell’angolo in rapporto con la sezione destra dei genitali, ma percepisco un’assenza/mancanza di parte di fibre che sono invece presenti con morfologia piuttosto cava e cilindrica lungo l’interno coscia esterno nell’arto sinistro “sano”), e da alcuni studi scientifici pare che il trattamento conservativo sia la prima soluzione, e a seguito un’eventuale trattamento chirugico (che forse non sarebbe nemmeno così inadeguato data la situazione), come posso stimolare una corretta rigenerazione muscolo-tendinea in sede da parte delle cellule se fin qui non è avvenuta ?? È sufficiente l’esercizio fisico mirato e se si quale tipologia di esercizi ?? Altrimenti dovrei accorrere al trattamento chirurgico per riprendere la completa funzionalità con la naturale e massima forza fisiologica ??
In parole povere non saprei cosa fare perchè è come se mi mancasse una parte di muscolo che comunque per natura è un muscolo debole e molto sensibile allo stress, e avvalermi solamente della cooperazione e integrazione degli altri adduttori e interni della coscia per sopperire a questa dismorfologia e disfunzione non penso mi permetterà di ripetere il medesimo gesto atletico con forza, senza percepire dolore, e soprattutto senza recidive.
Al momento pare che debba ritirarmi.. per questo vi chiedo aiuto
Buongiorno. La lesione muscolare di grado 3B alla giunzione miotendinea prossimale dell’adduttore lungo è una condizione seria, e il recupero dipende dalla corretta gestione riabilitativa e dalla risposta individuale. La sensazione di debolezza residua e l'avvallamento percepito al tatto indicano una possibile cicatrizzazione non ottimale e una perdita di continuità strutturale delle fibre muscolari.
Il trattamento conservativo, se ben condotto, spesso permette un buon recupero funzionale. È essenziale proseguire con esercizi mirati al rinforzo e alla coordinazione muscolare, iniziando con lavoro isometrico e progredendo verso esercizi eccentrici e pliometrici, che migliorano la resistenza alla trazione e la funzionalità del muscolo. La fisioterapia dovrebbe includere terapie manuali, stretching controllato, e graduale reinserimento di gesti sport-specifici.
Tuttavia, se la debolezza persiste nonostante un programma riabilitativo ben strutturato, o se la morfologia muscolare compromessa influisce significativamente sulla funzione, potrebbe essere indicata una valutazione chirurgica. La riparazione tendinea è considerata in casi di mancato miglioramento clinico e nei pazienti con elevate esigenze funzionali, come gli sportivi.
Le consiglio di valutare i prossimi step riabilitativi con il suo fisiatra o ortopedico i quali decideranno la possibilità di ulteriori accertamenti, come un’ecografia di controllo o una risonanza magnetica, per valutare la qualità della cicatrizzazione e la funzionalità residua del muscolo lesionato.
Il trattamento conservativo, se ben condotto, spesso permette un buon recupero funzionale. È essenziale proseguire con esercizi mirati al rinforzo e alla coordinazione muscolare, iniziando con lavoro isometrico e progredendo verso esercizi eccentrici e pliometrici, che migliorano la resistenza alla trazione e la funzionalità del muscolo. La fisioterapia dovrebbe includere terapie manuali, stretching controllato, e graduale reinserimento di gesti sport-specifici.
Tuttavia, se la debolezza persiste nonostante un programma riabilitativo ben strutturato, o se la morfologia muscolare compromessa influisce significativamente sulla funzione, potrebbe essere indicata una valutazione chirurgica. La riparazione tendinea è considerata in casi di mancato miglioramento clinico e nei pazienti con elevate esigenze funzionali, come gli sportivi.
Le consiglio di valutare i prossimi step riabilitativi con il suo fisiatra o ortopedico i quali decideranno la possibilità di ulteriori accertamenti, come un’ecografia di controllo o una risonanza magnetica, per valutare la qualità della cicatrizzazione e la funzionalità residua del muscolo lesionato.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?Esperti
Domande correlate
- Buonasera, dalla risonanza alla spalla risulta:"diffuse note tendinopatiche dell'infraspinoso e del sovraspinoso quest' ultimo con focale lesione del versante bursale del tratto posteriore, all'inserzione tendinea, di circa 4 X 3 mm ed interessante circa il 50 % dello spessore. Concomita la presenza…
- Salve da circa un anno mi fa male il pettorale dx( e male che va e viene , non costante , magari dopo aver fatto un movimento strano mi viene la fitta e dopo poco se ne va ) e dopo un anno mi sono deciso a fare ecografia, che però non ha riscontrato nulla di anomalo , cosa potrebbe essere ?? Io facevo…
- Buongiorno; Sono un ragazzo di 26 anni che pratica mezzofondo da una decina d'anni, da circa 15 mesi convivo con un dolore bilaterale nella zona al di sotto del gluteo durante la corsa e quando rimango seduto per più di 30’. Il comparire della patologia è avvenuto in concomitanza all’inizio dell’attività…
- Buongiorno dottori, Sono una ragazza di 32 anni e da giugno ho iniziato a soffrire di dolore alla pianta del piede (lato esterno) e al tallone. Mi sono sottoposta a una decina di sedute d'onde d'urto ma non ho risolto. Il medico di base mi ha prescritto una RX al piede dx e il referto indica: Assenti…
- Ho inspessimenti ai tendini di Achille, il giorno successivo a una breve corsa ho dolore. A quale tipo di professionista mi consigliate di rivolgermi?
- Buongiorno, ho una grossa calcificazione alla spalla sx. di ca. di 25 mm che mi blocca in alcuni movimento ho sentito parlare della litoclasia della spalla a chi potrei rivolgermi?
- Buonasera, ho una grossa calcificazione alla spalla sx. Inizialmente era di 26 mm. Ora si è spezzettata e mi ha procurato un dolore fortissimo per giorni . Con la seconda infiltrazione è andata meglio. Il dolore però permane durante alcuni movimenti. A breve dovrei fare la litoclasia. Siccome sono un…
- calcificazioni, la maggiore nel sottospinato, al passaggio con la borsa di 13×12x7 mm e nel sovraspinato 7mm Buongiorno questo è il referto della rmt ho dolore continuo alla spalla sinistra. Che ne pensate? grazie
- Salve, all'inizio di febbraio u.s. nel sollevare un peso gravoso ho avvertito un dolore al braccio sinistro, interno gomito. La successiva Ecografia ha evidenziato al bicipite brachiale una ampia lacerazione muscolare di 3° grado con associata lacerazione tendinea. La RM ha rilevato lesione parziale…
- Salve mi tagliato con la motosega estensori Dell alluce piede sx, mi hanno operato e ricucito il nervo da una settimana ma il dolore non passa, quali sono i tempi di recupero per poter camminare? Grazie
Vuoi inviare una domanda?
I nostri esperti hanno risposto a 129 domande su Tendinite
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.