Buongiorno a tutti, ho bisogno di un aiuto. Ho 28 anni e sto da quasi nove anni con un ragazzo. Ci s

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Buongiorno a tutti, ho bisogno di un aiuto. Ho 28 anni e sto da quasi nove anni con un ragazzo. Ci siamo messi insieme appena iniziata l'università (lui ingegneria e io lingue). Da allora ne abbiamo affrontate moltissime assieme, e siamo sempre usciti vincitori dalle varie difficoltà. Lui è dolce, sempre stato propenso all'idea di formare una famiglia, sposarsi avere figli ecc. Dopo l'università io mi sono dovuta spostare in una città lontana 300 km per lavorare con i miei studi, mentre lui è rimasto nella nostra città d'origine. Io avevo vissuto molto male questa situazione perchè mi aveva fatto credere che sarebbe venuto con me ovunque, invece si è tirato indietro. Abbiamo però affrontato insieme la cosa, io mi sono resa conto che lui aveva semplicemente capito che quello che lo faceva stare bene era stare a casa sua mentre io avevo il diritto di fare le mie esperienze dove mi sentivo di farle in quel momento. Dopo questa reciproca consapevolezza, raggiunta sempre insieme senza mai lasciarci, abbiamo affrontato i successivi due anni. Questo gennaio io ho tuttavia chiesto ai miei datori di lavoro di poter lavorare in smartworking per potermi riavvicinare alla mia città e iniziare finalmente la nostra vita assieme, visto che ci potevamo vedere solo un paio di volte al mese. Purtroppo la risposta non è mai arrivata, portandomi a diventare molto ansiosa e a vivere molto male l'ambiente lavorativo e dopo una bellissima settimana di ferie con lui, ho avuto un episodio di depersonalizzazione, il chè mi ha portato ad ottenere la possibilità di lavorare da casa per un breve periodo legato alla terapia. In tutto questo sono in cura presso una psicoterapeuta per affrontare le mie paure riguardo la possibilità di sentirmi realizzata al di fuori dell'attuale occupazione e slegarmi dalla dipendenza da esso. Nel momento in cui pensavo che le cose stessero migliorando, il mio ragazzo mi dice che si sente soffocare, si sente confuso e ha bisogno di capire se stesso. Questo perchè siamo passati dal vederci una volta ogni due settimane al vederci 3/4volte a settimana e perchè lui è una persona molto pigra e sedentaria e questo ha "sconvolto" la sua routine. Lui dice di essere consapevole che la sua routine era malsana, solo casa e lavoro e videogiochi nel tempo libero, che non ha coltivato molto le amicizie e che quindi si ritrova solo con me e la sua famiglia. Quindi vorrebbe provare a vedermi qualche volta in meno per riprendersi e riflettere, nel frattempo ha deciso di mettersi a dieta e iniziare la palestra. Continua a dirmi che mi vuole nella sua vita, che vuole ancora fare progetti con me e non riesce a immaginare la sua vita senza me. Tuttavia io ho paura, vedo che sta cercando di lavorare su se stesso, ma proprio in un momento in cui io stessa sto cercando di uscire da una situazione molto dura, l'unica punto fermo che era la mia relazione con lui viene messa in discussione. Io non ho mai voluto soffocarlo, nè mai costretto a lasciare i suoi hobby, o passare qualche weekend da dei suoi compagni di università (che sono però in un'altra città, quindi riesce a vederli davvero poco). Noi nella nostra città abitiamo comunque un po' distanti, a una mezz'ora di auto, ma lui dice essere un po' pesante il fare avanti indietro...quando abbiamo sempre cercato di alternarci. Ora temo davvero che alla fine del suo periodo di riflessione lui giunga alla conclusione di non volermi più, di stare meglio senza... e io mi sento colpevole di aver contribuito, senza volerlo, alla sua crisi. Mi dice di volerne uscire assieme a me, sarà vero che mi vuole ancora nella sua vita? Ho sempre immaginato un futuro con lui, perchè è una persona buona, brava intelligente e soprattutto perchè i miei sentimenti per lui sono forti...come dovrei comportarmi?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Credo innanzitutto che sia importante che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero mediante il quale poter condividere pensieri e vissuti emotivi circa la situazione da lei riportata al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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L'unico punto fermo della mia vita era lui!! Questo è il tema sul quale deve lavorare. Il suo patner non può e non deve essere l'unico suo punto fermo altrimenti lei passerà la vita a fare da satellite ad un uomo.
I punti fermi sono da cercare dentro, non fuori di Sè. Lavori a lungo per sviluppare la resilienza che le servirà nella vita e per arrivare a sentire che il punto fermo è dentro di lei, non fuori!
Buona serata. Bruno Ramondetti
Cara utente, la tua situazione è molto dolorosa perché quello che hai sempre considerato il centro della tua vita, si sta dimostrando meno solido e sicuro di quanto tu non pensassi. Dal tuo lungo racconto emerge quanto tu sia una donne forte e piena di risorse, ma che sembra non esserne pienamente consapevole. Stai lavorando su te stessa in una psicoterapia e questo lavoro richiederà un po' di tempo. È molto importante che tu scopra le tue risorse profonde e capisca i tuoi bisogni come persona, prima di viverti solo come parte di una coppia, per la quale tu ti dai tanto da fare e ti assumi anche responsabilità e colpe che non hai.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cari saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Gentile utente, sembra che le risorse che ha investito nel costruire il suo futuro siano sbiadite a fronte di un uomo che non sembra darle le attenzioni che lei vorrebbe. Non c'è nulla che può fare per cambiare il suo partner. Credo che la lontananza abbia offuscato il rapporto reale, con frequentazioni sporadiche che non vi hanno fatto vivere per ciò che siete realmente. Non penso che sarebbe andata diversamente se lei avesse scelto di rimanere nella stessa città. Ciò su cui deve focalizzarsi è se stessa, il suo valore a prescindere dall'essere in coppia e dall'essere in coppia con lui. Esplori nell'ambito della psicoterapia tutti gli aspetti più profondi del legame che nutre per lui e ritrovi in lei stessa il valore che le servirà in tutti i campi della sua vita, non solo in quello amoroso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, capisco che i suoi progetti al momento non trovano certezze future sia nell'ambito del lavoro sia relazionale.
Questo determina ansia e confusione. In genere, i problemi sono tanti e vanno affrontati e risolti o accettate le conseguenze. In questo momento della sua vita sembra ci sia una flessione della resilienza. Non è semplice suggerire cosa fare poichè sarebbe darle dei consigli senza conoscerla. La psicoterapia non da consigli, ma aiuta a trovare innanzitutto le forze per affrontare i periodi della vista complicati. Suggerisco di continuare il percorso e di parlare apertamente con il suo terapeuta di questo blocco.
Saluti
Dott.ssa Silvana Zito
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Buongiorno,
potrebbe esserle utile aprire un confronto sereno ma schietto con il suo compagno proprio sugli aspetti che lei ha evidenziato.
E' molto positivo il fatto che lei stia seguendo un percorso di psicoterapia, si confronti anche con la sua terapeuta, le sarà di indubbio aiuto. Dia a sé stessa ed alla terapia il tempo di lavorarci.
Cordialmente, EP
Il suo partner riconosce che “la sua routine era malsana” e, da ciò che descrive, sta modificando il suo stile di vita prendendosi maggior cura di se’: suppongo che lei interpreti questo cambiamento come un allontanamento, un distacco affettivo, che la sta destabilizzando. Le suggerisco di approfondire questo tema nel setting terapeutico poiché, oltre alla vita di coppia, esiste un mondo da esplorare. Questo vale anche per lei, che sembra “crollare” qualora le cose non vadano secondo i suoi piani e non siano sotto il suo controllo.
Gentile utente di mio dottore,

si apra alla possibilità di avere un confronto con il suo compagno proprio sugli aspetti che lei ha qui espresso. Si confronti anche il la sua terapeuta di quanto le sta accadendo, potrà sicuramente supportare e orientare i suoi dubbi in merito.

In bocca al lupo per tutto.
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, è un errore basare la propria sicurezza su un'altra persona. Questo tra l'altro può generare pressioni inconsapevoli che fanno allontanare l'altro, creando un paradosso. Ma questo può non essere l'unico motivo di una eventuale rottura. Lei in questo momento deve cercare di trovare un suo equilibrio autonomamente e poi decidere se la relazione aumenta il suo livella di benessere oppure lo diminuisce. Solo così riuscirà a capire bene cosa vuole. Altrimenti cercherà sempre di adattarsi ai bisogni dell'altra persona senza considerare i suoi.
Salve, lei non ha nessuna colpa. Tuttavia le persone possono cambiare, maturare prospettive e consapevolezze diverse. Non si colpevolizzi e lo lasci libero di far ciò che desidera e sarà lei a valutare se ciò che le darà sia ciò che serve e che desidera. Non affidi la sua vita e le difficoltà che ovviamente incontra come tutti a una relazione perché non ne trarrà giovamento caricando il suo fidanzato di responsabilità che potrebbero spaventarlo. Si concentri su se stessa e il suo psicoterapeuta le darà gli strumenti per farlo. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno giovane donna emancipata,
credo che questi temi e queste domande, piuttosto che raccogliere consigli tra i colleghi coi quali non ha stabilito alcun accordo e relazione, debba riportarle alla o al suo terapeuta, con il quale ha deciso di prendersi cura di sè, auspico, anzichè farsi prendere in cura.
Un cordiale saluto
dott.ssa Marzia Sellini
Buongiorno, leggendo il suo messaggio ho percepito il suo smarrimento e dolore per la "minaccia" che sente incombente rispetto ad una possibile fine della relazione a cui tiene tanto, fine che sente di subire.
Nei percorsi psicoterapeutici spesso si passa attraverso una separazione soggettiva dall'immaginario che riversiamo sui nostri diversi partner di vita (mariti, compagni, datori di lavoro) per capire se si possa realmente stare assieme in una relazione differente dalla dipendenza, che è un posizione che ci fa sentire assoggettati e in cui pensiamo di non poter scegliere.
un caro saluto
Dott.ssa Villa
Gentilissima mi sembra che lei già stia facendo i passaggi per comprendere i meccanismi sottostanti i suoi comportamenti : con la decisione di iniziare una psicoterapia, tuttavia a è un percorso lungo richiede tempo e fiducia. Potreste, contemporaneamente, fare una psicoterapia di coppia che vi aiuti a comunicare con maggiore consapevolezza bisogni e desideri.
Un caro saluto
L'efficacia nel portare avanti una relazione è data dalle basi solide su cui questa si cotruisce. La fiducia, la comunicazione e l'empatia sono elementi fondamentali per creare uno spazio sicuro in cui entrambi possiate veicolare pensieri, opinioni e vissuti emotivi. In questo modo potrete individuare i bisogni di una e dell'altro, e
conoscere e rispettare i vostri limiti nell'accogliere e gestire tali bisogni.
Resto a disposizione per ulteriori dubbi.
Dott. Giacomo Ginestrone
Cara utente,
la ringrazio per aver condiviso qui la sua situazione.
Spesso purtroppo andiamo in terapia sperando che il terapeuta ci dia consigli e suggerimenti su come dobbiamo comportarci e su quello che dobbiamo fare, ma non è così. Il compito del terapeuta è quello di farle comprendere alcune dinamiche, farle raggiungere così maggiore consapevolezza del suo funzionamento e fornirle delle strategie e risorse in più per affrontare la sua vita.
Non esistono formule per far rimanere accanto a noi una persona, però possiamo ragionare su cosa realmente vogliamo in una relazione, su cosa possiamo scendere a compromessi e cosa no e, soprattutto, lavorare su individuare i propri bisogni e comprendere se l’altro è disposto a “soddisfarli” tanto quanto noi siamo disponibili a soddisfare i suoi.

Spero di averle dato uno spunto di riflessione,
Dott.ssa Giada Valmonte
Gent.ma, mi dispiace per questo momento così difficile della sua vita. Tuttavia ogni crisi comporta risvolti positivi, aperture verso il futuro e verso nuove possibilità. E' importante che riposrti ogni sua emozione o pensiero al suo terapeuta. Da considerare anche che ogni membro di una coppia proviene da sistemi familiari in cui si apprende appunto la vita di coppia, si apprendono le nozioni di come e quando sia giusto diventare indipendenti, di quanta pazienza ( o resistenza) si debba portare di fronte a comportamenti indesiderati dell'altro. insomma: il modello di terapia sistemico-relazionale di certo non trascura questi aspetti così potenti. A disposizione. Un caro saluto. B.C.
Gentile utente traspare sofferenza da quello che scrive. Quello che posso consigliarle è di iniziare un percorso terapeutico dove poter approfondire questa sofferenza derivante da questa relazione affettiva. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene delimitata la problematica e fatta una prima raccolta anamnestica a cui far seguire un percorso terapeutico online oppure in presenza. Per ulteriori informazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino

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