Buongiorno a tutti, da quando ho iniziato a viaggiare, ho iniziato a fare binge eating e ad oggi son

18 risposte
Buongiorno a tutti, da quando ho iniziato a viaggiare, ho iniziato a fare binge eating e ad oggi sono arrivata ad una situazione drastica (mi abbuffo di cibo e lo faccio continuamente, come se non fosse mai abbastanza). Provo in tutti i modi di smettere, ma non riesco. L'unica cosa che mi fa sentire bene quando sono in forte stress, triste o sola è il cibo. Trovo un infinito conforto nel cibo. È bruttissimo trovare conforto in una abitudine malsana, infatti mi sento male a non aver il controllo di smettere, di sentirmi perennemente pesante e di non mantenere la mia parola, ma sul momento è l'unico sollievo che posso trovare. Vi chiedo aiuto.
Gentile, percepisco la sofferenza che esprime, mi dispiace davvero per la situazione che riporta e mi rendo conto di quanto possa essere complicato conviverci. La prima cosa che mi sento di consigliarle è un consulto psicologico, anche online, che possa aiutarla ad affrontare il disagio espresso al fine di ritagliarsi uno spazio per comprendere meglio ciò che prova e cosa potrà farla stare meglio, elaborare i pensieri e i vissuti emotivi rivolgendosi ad un esperto con un approccio che si basi sull’accoglienza e ciò che è utile per la persona, valorizzando le sue risorse personali, aiutandola così a divenire artefice del racconto della propria vita, dando al corpo lo spazio e l’ascolto che merita. Iniziare un percorso per sentirsi meglio richiede coraggio, ma è già un importante passo iniziale verso il cambiamento. Resto a disposizione per ulteriori indicazioni e ad incontrarla. Cordiali saluti dott. Paolo Notarangelo

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Buongiorno, la ringrazio per la condivisione di un qualcosa di così doloroso. Lavoro all'interno di un Ambulatorio dove trattiamo i disturbi del comportamento alimentare. Quello che mi sento di dirle è, innanzitutto, di non procedere con l'auto diagnosi ma di affidarsi a un professionista. Aldilà della diagnosi, nel momento in cui abbiamo difficoltà ad entrare in contatto con alcune emozioni, possiamo rendere a compensarle con altro. Per alcuni è il cibo che può colmare quel senso di vuoto o quell'ansia, per altri sostanze diverse. Purtroppo, fin quando non si va ad approfondire la radice e a rendere queste emozioni meno dirompenti, rischiamo di sentirci sopraffatti e a cercare di spegnere le emozioni attraverso il cibo. Rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento. Le auguro una buona giornata. Dott.ssa Rota
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Gentile utente buongiorno, come lei sa il binge eating è un disturbo del comportamento alimentare e come tale va affrontato. Ci scrive che questo comportamento è nato quando ha iniziato a viaggiare; dunque da quando viaggia? E' importante agire sul disturbo il prima possibile perchè la sua durata interferisce con il processo di guarigione. Quindi non esiti a cercare aiuto perchè guarire in autonomia non è semplice. Il binge eating, come tutti i disturbi del comportamento alimentare è l'espressione di un disagio psichico agito sul corpo, lei stessa ce lo scrive: "L'unica cosa che mi fa sentire bene quando sono in forte stress, triste o sola è il cibo".Per questo l'intervento di cura deve contemplare entrambi gli aspetti, quello nutrizionale e quello psicologico e per questo l'aiuto psicologico è essenziale. Guarire si può, non esiti e se desiderasse ulteriori chiarimenti resto a sua disposizione. Un cordiale saluto, dott.ssa Manuela Leonessa


Buonasera Capisco come si sente e la ammiro per aver avuto il coraggio di chiedere aiuto. Il binge eating è un disturbo alimentare serio e può avere effetti negativi sulla tua salute fisica e mentale.
È importante cercare aiuto professionale per affrontare questo problema. Un nutrizionista e uno psicologo specializzato in disturbi alimentari possono aiutarla a comprendere le cause del suo comportamento alimentare e fornirle le strategie per superarlo.Pratica la consapevolezza durante i pasti. Cerca di concentrarti sul tuo cibo e sui tuoi sentimenti mentre mangi. Mastica lentamente e goditi ogni boccone.
Fai attività fisica regolarmente. L'esercizio può aiutare a ridurre lo stress e l'ansia, che possono essere fattori scatenanti per il binge eating. Evita di fare scorta di cibo. Cerca di non tenere in casa cibo che può scatenare il binge eating. Crea una routine alimentare. Mangia regolarmente ogni giorno e cerca di non saltare i pasti.
Cerca di identificare i fattori scatenanti che ti portano al binge eating. Potrebbe essere lo stress, la solitudine o l'ansia. Cerca di trovare strategie per gestire queste emozioni senza ricorrere al cibo.
Cerca il supporto dei tuoi cari. Parla con amici e familiari di ciò che stai vivendo. A volte il semplice fatto di condividere i tuoi sentimenti può aiutare. Vorrei aiutarla a comprendere le cause del suo binge eating e fornirle le strategie per superarlo.
Comprenderemo le cause del tuo binge eating. Potrebbe essere stress, ansia, depressione o altri fattori emotivi o ambientali. Una volta identificate le cause, la aiuterò a sviluppare strategie per gestirle in modo efficace.
Gestiremo le emozioni che potrebbero scatenare il binge eating. Le insegnerò tecniche di rilassamento, le fornirò strategie per gestire lo stress o l'ansia in modo sano e positivo.
Svilupperemo strategie alimentari sane, con un piano alimentare sano e bilanciato che funzioni per lei. La aiuterò a identificare gli alimenti che scatenano il binge eating e sviluppare strategie per evitarli. Inoltre le fornirei il supporto emotivo mentre lavora per superare il binge eating. Identificheremo i pensieri negativi o i comportamenti che potrebbero ostacolare il suo progresso e fornirle supporto emotivo per superarli.
Resto a sua disposizione qualora volesse approfondire.


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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, comprendo la situazione di disagio che ha descritto.
Le consiglio di contattare un professionista per iniziare un percorso di psicoterapia che la aiuti a sostituire tale comportamento con attività più sane e funzionali, oltre che ad aiutarla a gestire le sue emozioni di tristezza e di solitudine.
Resto a disposizione per eventuali dubbi.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Buonasera, dal suo racconto emergono alcune dinamiche psicologiche che possono essere alla base del suo comportamento alimentare disfunzionale. La fenomenologia dinamica, un approccio psicologico che considera l'interazione tra pensieri, emozioni e comportamenti, può essere utile per comprendere meglio la sua esperienza. Sembrerebbe che il suo binge eating sia un modo per far fronte alle emozioni di solitudine, stress e tristezza che la affliggono. Sembrerebbe, che il cibo sia per lei un meccanismo di autoregolazione emotiva, un modo per lenire il dolore interiore. Tuttavia, questo comportamento alimentare le causa sensi di colpa e perdita di controllo.
Per affrontare questa problematica, potrebbe essere utile iniziare un percorso di terapia con uno psicologo specializzato nei disturbi alimentari. La terapia potrebbe aiutare a comprendere le origini del suo comportamento alimentare disfunzionale, a sviluppare nuove strategie di autoregolazione emotiva e a rafforzare la sua autostima e il suo senso di controllo sulla sua vita.

Le auguro il meglio per il suo percorso di guarigione.

Cordiali saluti, DM
Gentile utente,
un sintomo, come quello che caratterizza i disturbi alimentari, sono sempre un segnale che qualcosa di noi "ci parla" ma non riusciamo ad ascoltarlo. Il primo consiglio che mi sento di darle è di non colpevolizzarsi perché la sua è una strategia d'emergenza che ha trovato per far fronte a qualcos'altro, non un'onta. in secondo luogo, è il caso di rivolgersi a un professionista con cui intraprendere un percorso. Vedrà che l'unico beneficio non è solo la rimozione del sintomo, bensì saprà ritrovare quella parte di sé che ora non riesce ad ascoltare e sarà un'utile risorsa nella vita di tutti i giorni. sono sicuro che troverà il professionista più adatto a lei. Spero di esserle stato utile. cordiali saluti
Salve e grazie per la condivisione. Da quello che racconta si percepisce che c’è una consapevolezza riguardo al suo comportamento, e questa è una cosa positiva. Le consiglio di chiedere aiuto ad un professionista che saprà dirle se il comportamento disfunzionale che ha nei confronti del cibo è riconducibile a un vero e proprio disturbo. Le cose da valutare sono varie: da quanto tempo si presentano certe dinamiche, che durata hanno, qual è stata la causa scatenante, ecc. Spesso alcune situazioni, eventi o stati emotivi ci travolgono, ci si sente sopraffatti, e si cerca rifugio in qualcos’altro, come il cibo. Le auguro di trovare la sua strada che la conduca al benessere.
Resto a disposizione
Dott.ssa Jessica Contavalle
Gentile Amica,

dalla sua domanda si capisce che sta attraversando un momento davvero difficile. Tuttavia accenna brevemente a un momento di esordio: "Da quando viaggio"... Si tratta di viaggi di lavoro? Quale lavoro? Alcune situazioni possono farci sentire sotto pressione, in particolare sotto continuo giudizio. E' forse questo che le fa avvertire un'insieme di emozioni dolorose e confuse, che gestisce con le abbuffate? Ci sono episodi che in qualche modo "scatenano" queste abbuffate?

Tutte queste domande dovrebbero essere esplorate in psicoterapia. La cosa migliore da fare è rivolgersi subito ad un professionista che la possa aiutare.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, comprendo appieno il suo profondo disagio. Le suggerisco di rivolgersi ad un centro specializzato nei disturbi del comportamento alimentare, oppure ad uno psicoterapeuta che se ne occupi. Inoltre può anche provare con uno psicoterapeuta che pratichi emdr.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve,
dal suo racconto si percepisce tutta la sofferenza e il disagio, che questa situazione le sta provocando.
Non deve sentirsi in colpa per il fatto di non riuscire ad arginare questo comportamento. Infatti questo, che rientra nella categoria dei Disturbi del Comportamento Alimentare, si caratterizza proprio per una perdita di controllo e per l’incapacità di astenersi dal mangiare.
Purtroppo, riuscire a risolvere questa situazione da soli è poco auspicabile. Ha bisogno di un aiuto da parte di un professionista, così da apprendere e imparare a riconoscere i meccanismi e le emozioni che la portano poi a mettere in atto questo comportamento, così da ridurre e poi eliminare le abbuffate.
La Terapia Cognitivo Comportamentale è dimostrato avere un buon successo nella cura del Binge Eating.
Augurandole una buona giornata, resto a disposizione per un colloquio conoscitivo e una prima valutazione.
Cordiali Saluti.
Gentile Utente, dalle sue parole sembra evidente che abbia identificato le abbuffate come una strategia per gestire forti stati negativi: stress, tristezza e solitudine.
Sempre dalle sue parole si evince come sul momento la strategia sia anche efficace, il conforto del cibo è "infinito", tuttavia tamponata la situazione arriva il forte senso di colpa e la sensazione di perdita di controllo.
Aggiungendo a questi 2 vissuti (colpa e perdita di controllo) gli oggettivi rischi per la salute nel lungo periodo possiamo definire questa strategia "efficace" ma "disfunzionale".
Chiaramente l'obiettivo è di trovare un'altra strategia di gestione emotiva che sia efficace ma anche funzionale.
Per fare ciò bisognerebbe per prima cosa capire cosa scateni questi stati negativi (quali pensieri, situazioni,ricordi etc), imparare a riconoscere quando arrivano e sperimentare cosa si può fare per evitare che diventino così forti.
Tutto questo è esplorabile e affrontabile in una percorso psicologico, con il supporto di un professionista.
Il consiglio quindi è il valutare di chiedere un consulto psicologico per approfondire la questione.
Spero di essere stato utile, mi scriva pure in chat avesse ulteriori dubbi o bisognodi chiarimenti.
Dottor Mauro Simonetti
Gentilissima o forse mi permetto di scrivere carissima per annullare un poco di quella distanza che a volte lo schermo ci impone. Innanzitutto grazie per aver raccontato un pezzetto della sua storia, immagino quanta fatica ci sia stata dietro nello scriverlo nero su bianco. In questo spazio posso soltanto permettermi di iniziare a dirle di non giudicarsi per questo suo comportamento, occorrerebbe provare a decifrare come mai il viaggiare ha scatenato questa reazione; c'è qualcosa che la preoccupa, che non la fa sentire a suo agio? Le mie sono piccoli interrogativi per capire come iniziare a gestire questo disagio che immagino le stia rendendo la vita complessa e difficile.
Se posso aiutarla in qualche modo sono qui.
Spero presto che possa trovare il modo di affrontare questo "groviglio" che non le permette di stare bene.

Un caro saluto

Roberta Vacca
Car* che ci scrive, che intende da quando è in viaggio? Viaggia molto per lavoro? Da quando ha iniziato a mangiare sentendo di perdere il controllo? Forse è un buon momento per lei di iniziare a considerare di avere uno spazio psicologico dove poter sostare per pensare a quelle che lei chiama "abitudini malsane". Ci pensi a prendersi un suo spazio,
cari saluti
Buongiorno, cercare di controllare un sintomo oltre che frustrante non è risolutivo. Si dia la possibilità di ampliare il discorso con un terapeuta e scoprire cosa c'è sotto.
Gentile utente di mio dottore,

il suo messaggio risuona come una vera e propria richiesta di aiuto a tutti gli effetti. Sarebbe opportuno iniziare un percorso di psicoterapia al fine di poter meglio comprendere questo suo senso di vuoto e di solitudine. Mangiare è chiaramente una forma disadattiva con cui cerca di risolvere questo senso di insoddisfazione che la accompagna. Resto disponibile nel caso anche per un consulto on-line di approfondimento.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, è importante riconoscere che non sei da sola e che ci sono modi differenti per affrontare questo problema.
La prima cosa potrebbe essere quella di parlare con un professionista della salute mentale, come uno psicologo o un nutrizionista specializzato in disturbi alimentari. Possono aiutarti a comprendere meglio le cause sottostanti del binge eating e sviluppare strategie per affrontarlo in modo sano e sostenibile.
Anche il supporto di amici e familiari potrebbe essere un grande sostegno per affrontare queste sfide.
Resto a disposizione per un eventuale supporto
Un caro saluto,
Dott. Moro

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