Buongiorno a tutti. All'incirca 2 anni fa ho iniziato un percorso con una psicologa in quanto, in qu

31 risposte
Buongiorno a tutti. All'incirca 2 anni fa ho iniziato un percorso con una psicologa in quanto, in quel periodo, mi sono ritrovato a fare da caregiver ad un famigliare. Col tempo, le sedute si sono sempre più diradate, l'ultimo colloquio è stato prima dell'estate. Sarei dovuta tornare dalla psicologa in questione dopo l'estate ma, contattandola per tempo, ho cortesemente chiesto di cancellare l"appuntamento in quanto, al momento, non sento più il bisogno di andarci. Dall'altra parte ho avvertito una resistenza alla sospensione della psicoterapia (nonostante, ad oggi, la situazione sia oggettivamente sotto controllo), al punto che mi è stato richiesto di posticipare il colloquio, anziché annullarlo, in quanto chiedere un percorso terapeutico con un colloquio finale sarebbe "più deontologicamente corretto". Lì per lì ho accettato, però più la data dell'appartamento si avvicina, più non ho voglia di andarci, in quanto personalmente non ne sento il bisogno. Secondo voi cosa dovrei fare? Andare controvoglia, oppure dire in tutta sincerità alla professionista in questione che, al momento, non ne sento la necessità? La vita quotidiana è frenetica e le spese sono tante, onestamente preferirei investire tempo e soldi in qualcosa in cui credo maggiormente, al momento. Secondo voi la sua "insistenza" è giustifica, oppure no?
Grazie a tutti coloro che mi daranno il loro parere. Buona giornata. Marco.
Buonasera. Al momento della presa in carico, la Psicologa dovrebbe averle fatto firmare il Consenso Informato, un documento che è d'obbligo nella nostra professione all'inizio di una psicoterapia. Ebbene nel consenso informato c'è scritto che lei ha, tra i suoi diritti, quello di abbandonare il percorso terapeutico quando lo ritiene opportuno. Aggiungo che, se lei è contraria ad andare alla seduta, è piuttosto evidente che si sia rotta l'alleanza terapeutica; aspetto fondamentale affinché una seduta sia prolifica. Può tranquillamente risparmiare i suoi soldi se non ha intenzione di andare.

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Buongiorno,
Non è semplicissimo rispondere alla sua domanda, in linea di massima credo che la collega non pensi che un'ultima seduta di chiusura di un percorso durato 2 anni possa "essere eccessiva" e preferirebbe, anche nel suo interesse, chiudere la vostra relazione terapeutica nel modo più formalmente corretto.
Ciò detto, personalmente ritengo che il paziente abbia l'ultima parola rispetto a questo genere di cose, per cui se davvero per lei quest'ultima seduta è eccessiva, ne discuta direttamente con la sua psicologa.

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani
Salve, capisco il tuo dubbio. Se oggi non senti più il bisogno di proseguire con la psicoterapia, è legittimo decidere di fermarti. La terapia dovrebbe rispondere ai tuoi bisogni, e se non li avverti più, hai tutto il diritto di interrompere. La resistenza della psicologa può derivare dalla sua professionalità e desiderio di concludere il percorso in modo completo, ma il tuo benessere è la priorità.

Ti consiglio di essere sincera con lei, spiegando che al momento non ritieni necessario continuare. È una scelta legittima, e la tua sincerità è importante. Se senti che il tempo e le risorse vanno investiti altrove, segui il tuo istinto. La terapia è utile finché serve, ma deve rispettare i tuoi tempi e bisogni.
Dott.ssa Klarida Rrapaj
Quelle che effettuiamo sono prestazioni come qualunque professionista o impresa, il potere d’acquisto ce l’ha sempre il cliente, e il cliente sceglie se usufruire o meno del servizio.
Si senta libero di annullare l’appuntamento.
Buonsera Marco, è importante che si senta libero di prendere decisioni che riflettano il suo attuale stato d’animo e le sue priorità. Tuttavia, la richiesta della sua psicologa di un colloquio finale non è insolita: serve a chiudere formalmente il percorso, consolidare i progressi fatti e lasciar spazio per eventuali riflessioni o chiarimenti. Se però sente che questa chiusura non è necessaria o che non vuole investirci ulteriore tempo e risorse, può comunicare il suo punto di vista con sincerità. Un messaggio chiaro e rispettoso, spiegando che al momento non sente più il bisogno di continuare, sarà sufficiente. La psicoterapia deve essere sempre al servizio delle sue necessità, non un obbligo. Buona serata!
Buongiorno Marco,
Capisco la sua percezione riguardo alla situazione e la conseguente non voglia nell'andare all'appuntamento. È probabile che la psicologa desideri un incontro di persona per esplorare più a fondo le ragioni del suo desiderio di interrompere il percorso. La comunicazione sincera è fondamentale in queste circostanze, quindi le suggerirei di esprimere apertamente come si sente in merito alla terapia e al bisogno di non proseguire, che sia di persona o non. Un caro saluto
Buongiorno, non direi, annulli pure l'appuntamento se non ha voglia di andarci. è stata anche più corretta della maggior parte delle persone che spesso non si presentano senza nemmeno avvisare.
Buonasera, è preferibile non interrompere una terapia drasticamente. Distinti Saluti. Dott.ssa Sarno
Marco, ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza. Mi sembra che tu stia affrontando una situazione delicata con molto buon senso e riflessione.

Il fatto che la tua terapeuta ti suggerisca un colloquio conclusivo è una pratica piuttosto comune e ha delle basi professionali. Questo tipo di incontro serve spesso a fare un bilancio del percorso svolto, a consolidare eventuali progressi, e a lasciare spazio per eventuali riflessioni finali. È anche un’occasione per chiarire che la chiusura della terapia non è una "rottura", ma una tappa naturale del percorso.

Detto questo, la psicoterapia è uno spazio tuo, e la decisione finale deve essere in linea con il tuo sentire e i tuoi bisogni attuali. Se percepisci che, ad oggi, la tua vita è sotto controllo e che non hai più necessità di quel supporto, è del tutto legittimo comunicarlo alla terapeuta. Essere autentici e chiari su come ti senti può anche essere parte del processo terapeutico.

Ti senti pronto a esprimere questa tua posizione alla terapeuta, o hai qualche dubbio che ti trattiene?
Buona fortuna

Dott.ssa Giulia Ruffino
Salve Marco, la sua situazione è molto comune e comprensibile. L' "insistenza" della sua terapeuta nel proporle un colloquio finale non è una forma di pressione, ma una pratica generalmente consigliata per chiudere un percorso in modo strutturato. Esso ha generalmente lo scopo di riflettere sui progressi compiuti dall'inizio del percorso terapeutico e di valutare l'eventuale presenza di aspetti non risolti o lasciati in sospeso. Considerando che in questo momento ha altre priorità, è giusto che queste siano prese in considerazione nella sua decisione di avere o meno il suddetto colloquio conclusivo. Può spiegare alla psicologa che ha riflettuto sulla proposta e che, pur apprezzando il suggerimento, in questo momento non sente la necessità di incontrarvi.
Gentile utente,
è nel suo diritto decidere o meno se concludere il percorso psicologico con la collega.
La professionista ha il dovere deontologico di consigliarle ciò che reputa opportuno e consono alle sue mansioni, ma nessuno può obbligarla a seguire i suoi suggerimenti.
E' la stessa cosa che accade quando viene consigliata una visita specialistica o una terapia farmacologica da parte di un medico. Si può scegliere di farla, oppure no, così come si può ascoltare un altro parere.

Le consiglio, ad ogni modo, di inserire il supporto psicologico tra le cose in cui "investire tempe e soldi", per usare le sue parole. Il benessere mentale e la soddisfazione di vita sono tra le cose più preziose che abbiamo e meritano di essere salvaguardate.

Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno Marco,
è appropriato che la sua psicoterapeuta le abbia chiesto di fare un ultimo colloquio di chiusura. E' importante per ripercorrere il percorso, avere un rimando finale e salutarsi dando valore al tempo terapeutico che avete passato insieme. Comprendo che lei possa non sentirne il bisogno, anche in considerazione del tempo intercorso dall'ultima seduta ed è sicuramente libero di scegliere cosa fare. Un caro saluto.
Buonasera Marco. Io le consiglio di contattare il terapeuta e spiegare il suo sentire. Puo' interrompere la terapia spiegandole i motivi e lasciare aperta la possibilità di riprendere in futuro, qualora ne sentisse il bisogno. Saluti
Buonasera gentilissimo utente, la terapia che ha intrapreso, ipotizzo, sia stata importante per lei e si sarà instaurata una relazione non solo di cura ma anche una relazione basata sul dialogo, di stima ed anche affettiva. Si può decidere di concludere la terapia, certo, ma si va dalla terapeuta, se ne parla e ci si saluta. E' importante più per lei che per la terapeuta. Le relazioni, perché di questo si tratta, si chiudono bene. Ritengo che la terapeuta stia insistendo per chiudere bene il percorso che ha fatto.
Cordiali saluti. dr.ssa G. Di Vara
Buonasera Marco, comprendo il suo dubbio e sarebbe interessante esplorare perché ora la seduta risulti "un peso" (forse proprio questo l'intento della Collega), ma spetta a lei l'ultima decisione di organizzare liberamente il suo tempo e il suo spazio. Concludo che una disdetta per tempo è più che ligittima, sarà del terapeuta il compito di capire che significato ha, per lui stesso, questa chiusura improvvisa.
Gentile Marco,
trovo materiale di riflessione nella sua richiesta (di cui la ringrazio).
È indubitabile che, per quanto oneroso, il costo di una singola seduta sia in termini di tempo che economici non sia determinante a fronte di due anni di terapia.
Ma il punto non è questo.
Credo parli da sé la sua frase: "più la data si avvicina, più non ho voglia di andarci".
Come mai?
Dunque la prospettiva dell'incontro attiva in lei
stati d'animo non indifferenti.
Si potrebbe ipotizzare, senza la pretesa di avere la verità in tasca, che, nonostante la lunga pausa estiva, il transfert sia ancora attivo e che lei opponga una resistenza su cui forse sarebbe il caso di riflettere.
Il mio consiglio è dunque di sciogliere questo nodo con la sua terapeuta.
Credo che la collega abbia ben chiara la situazione e che, dunque, solo per questa ragione abbia "insistito".
Spero che andrà, questo incontro potrebbe sorprenderla più di quanto non crede.
Sarebbe bello conoscere l'esito (nel caso in cui dovesse decidere di andare).
Se vorrà, saremo qui per lei.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Greco
Gentile Marco,
comprendo la tua indecisione. Se oggi non senti più il bisogno di proseguire con la psicoterapia e la situazione è sotto controllo, è del tutto legittimo non voler continuare. La psicoterapia è un processo che deve essere centrato sulle tue necessità e, se ora ritieni di non averne più, questo va rispettato. L’insistenza della psicologa potrebbe derivare dal desiderio di una conclusione “formale” del percorso, che spesso si considera utile per un lavoro di chiusura. Tuttavia, la terapia è sempre qualcosa di personalizzato e se non ne senti più la necessità la tua scelta è assolutamente valida.
Ti consiglio di parlare con sincerità, spiegando che al momento non avverti il bisogno di proseguire, e che preferisci concentrare tempo e risorse altrove. Sarà un modo per rispettare il tuo benessere e la tua percezione della situazione. La psicologa dovrebbe comprendere e accettare questa tua decisione. È importante che tu non ti senta in colpa o in obbligo di continuare qualcosa che non senti più utile.
Ti auguro serenità nella tua scelta e nella comunicazione con la professionista.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Gent.mo Marco, la collega ha sicuramente agito per dare a lei un senso di chiusura del percorso fino ad ora attuato e lasciarle aperta la porta qualora, in futuro, dovesse sentire l esigenza di tornare. Detto questo credo sia utile per lei ascoltare il suo bisogno di interrompere la terapia che é, inoltre, suo pieno diritto. Probabilmente l alleanza terapeutica è in qualche modo venuta meno! Si prenda cura di lei anche e soprattutto ascoltandosi e rispettando i suoi bisogni. Un caro saluto
Buonasera, la cosa da capire secondo me è se non vuole fare un'ulteriore seduta con quella professionista o se non sente il bisogno di parlare con nessun professionista in generale.
Capire cosa la porta ad avere questa resistenza.
Cordialmente.
Dott. Ssa Chantal Danna
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Buonasera Marco, non conoscendo il vostro percorso non so quale sia il motivo dell'"insistenza" della collega, quello che mi sento di consigliarle è di parlarne apertamente e chiaramente spiegandole i motivi per cui in questo momento per lei non è un buon momento per continuare a vedervi.
Può specificare, se vuole, che la ricontatterà in futuro nel caso dovesse averne bisogno.
Un caro saluto,

Dott.ssa Ludovica Virgili
Buongiorno utente, un colloquio psicoterapeutico non è una cosa che si possa/debba fare così controvoglia, neppure se le venisse regalato! È vero che un colloquio conclusivo sarebbe meglio farlo, ma alla fine è lei che paga, è lei che decide, ed è lei che dovrebbe sentirne il "desiderio".
Se questo non c'è, fare una cosa controvoglia mi pare un non-sense.
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Buonasera Marco, grazie per aver condiviso il suo vissuto e i suoi dubbi. La sua riflessione è importante, e trovo che il modo in cui si sta interrogando su questa decisione dimostri grande attenzione verso i suoi bisogni e rispetto per il percorso che ha intrapreso. È naturale trovarsi in questa fase a chiedersi se e come proseguire o chiudere la terapia, soprattutto se sente che la situazione è sotto controllo e che non vi sia più una necessità immediata di proseguire. Per quanto riguarda il comportamento della sua psicologa, posso dirle che la sua proposta di effettuare un colloquio finale è deontologicamente corretta e riflette una prassi comunemente consigliata. Concludere un percorso con un incontro di chiusura offre un’occasione per fare un bilancio dei progressi raggiunti, consolidare quanto appreso e riflettere su come mantenere i risultati nel tempo. È un momento che può risultare prezioso non solo per la psicologa, ma anche per lei, perché permette di dare un senso di conclusione e consapevolezza al lavoro fatto. Tuttavia, è altrettanto vero che ogni percorso deve rispettare i tempi e i bisogni del paziente. Se lei sente che, in questo momento, la terapia ha raggiunto per lei un punto naturale di chiusura e che partecipare a questo ultimo colloquio sarebbe controproducente o semplicemente non necessario, è importante dare valore a questa sensazione. La terapia è uno spazio che deve rispecchiare le sue necessità, e se al momento sente di non avere bisogno di quel momento di chiusura, è legittimo comunicarlo. Un’opzione potrebbe essere quella di contattare la sua psicologa per esprimere con sincerità il suo stato d’animo. Potrebbe spiegare che apprezza il suggerimento di un colloquio conclusivo, ma che al momento ritiene di aver trovato un equilibrio e di volersi concentrare su altri aspetti della sua vita. È probabile che la sua terapeuta comprenda questa posizione, accogliendola con rispetto e magari offrendole un confronto breve o lasciando aperta la possibilità di riprendere in futuro, qualora sentisse il bisogno. La chiusura di un percorso terapeutico non deve essere vissuta come un’imposizione, ma piuttosto come un momento di passaggio che rifletta la sua consapevolezza e i progressi fatti. E ciò che ha appreso in questi due anni non andrà perso: il lavoro su di sé, i nuovi strumenti e le consapevolezze acquisite saranno risorse che potrà portare con sé nel lungo termine, indipendentemente dalla scelta di partecipare o meno a questo ultimo colloquio. Mi sembra inoltre molto significativo che lei stia valutando con attenzione anche gli aspetti pratici, come la gestione del tempo e delle risorse economiche. Dedicare le proprie energie a ciò che ritiene prioritario e utile in questo momento è una scelta che dimostra grande maturità. Se in futuro sentisse il bisogno di tornare, lo potrà fare senza problemi, sapendo che la terapia rimane uno spazio aperto e disponibile quando ne avrà necessità. Intanto, ascolti i suoi bisogni attuali: questa è una delle lezioni più preziose che ogni percorso terapeutico può insegnare. Le auguro il meglio per questo momento di cambiamento e per il suo futuro. Dott. Andrea Boggero
Carissimo, mi complimento con te per aver chiesto aiuto nel momento di difficoltà e per essere riuscito a migliorare la situazione. Concordo con te sulla decisione di non proseguire la terapia se ritieni che di non averne più necessità. Ciò che ti propone la psicologa è in effetti una modalità che solitamente si adotta nel percorso terapeutico. Un ultimo incontro necessario per concludere il percorso di crescita, per tracciare un bilancio degli obiettivi raggiunti e dei cambiamenti apportati. Se avete già affrontato questi temi nel corso degli ultimi incontri potrebbe non essere necessario rivedersi. In ogni caso è importante che non sia un addio ma un arrivederci nel caso tu abbia necessità nel corso della vita. Se la relazione nel corso dei due anni si è consolidata, lo psicologo rimarrà sempre un punto di riferimento per superare disagi e problematiche di vita. Un car saluto spero di esserti stata di aiuto. Dott.ssa Anna Verrino
Buongiorno,
solitamente quando un percorso terapeutico sta volgendo al termine si concorda insieme la possibilità di diminuire in un primo momento la frequenza delle sedute per poi pian piano arrivare ad una conclusione. Una interruzione così, improvvisa di una terapia può fare presagire altro e credo sia questo il motivo per cui la sua psicologa la esorti a tornare in seduta per parlarne insieme ed eventualmente poter accompagnare tale richiesta.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Marco,
capisco quello che scrive, e credo che se lei non avverte più necessità di proseguire, fa bene a interrompere. Semplicemente, per semplice cortesia, le suggerisco di comunicarlo alla sua terapeuta. Benché professionisti, siamo anche noi esseri umani e i rapporti terapeutici sono rapporti reali in cui si provano emozioni reali.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno Marco, è una prassi comune che un collega proponga, laddove il paziente esplicita la richiesta di voler interrompere il percorso, un ultimo colloquio "restitutivo" in cui il terapeuta riassuma i progressi ed eventualmente i fallimenti di una psicoterapia e riceva anche un feedback da parte del paziente accogliendone da quest'ultimo ulteriori dubbi e perplessità. È un'occasione per il terapeuta di proporre eventualmente il contatto di un collega per valutarne insieme al paziente l'invio e sarà quest'ultimo poi a valutare tale opzione o meno. Inoltre sta al terapeuta valutare se far pagare al paziente quest'ultimo colloquio conclusivo o meno. È interessante capire se c'è stato durante il percorso qualche elemento che abbia determinato una rottura dell'alleanza terapeutica o se effettivamente la richiesta iniziale d'aiuto ha trovato già delle positive risposte determinando nel tempo un miglior benessere della persona che a tal punto decide di poter interrompere il percorso perché non ne sente più la necessità! Infine nel consenso informato è esplicitato che il paziente possa interrompere in qualsiasi momento il percorso di cura. Spero di esserle stato d'aiuto Marco, per qualsiasi info resto a disposizione,
Saluti,
Dott. Giordano Sofia
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno Marco, la sua è una domanda legittima. Molti colleghi hanno piacere di effettuare, in caso di sospensione, un ultimo colloquio di confronto per poter tirare le somme, capire che cosa si è fatto, che cos'altro si poteva fare e per chiudere il rapporto terapeutico di persona anche per salutarsi simbolicamente. Credo che lei debba sentirsi libero di fare ciò che desidera. Tuttavia sarebbe anche interessante chiedersi come mai percepisce questo ultimo colloquio come qualcosa di molto sgradito. E' una reazione all'imposizione della sua psicologa? Si è creato delle aspettative particolari su questo ultimo incontro? Teme che non riuscirà a chiudere se si presenta? E' possibile che la percezione di una resistenza alla sospensione da parte della psicologa possa essere soltanto una sua visione soggettiva?
Credo che la risposta alla sua domanda sia da ricercare unicamente nel rapporto che si è creato tra voi due e nelle reciproche aspettative.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Caro Marco, grazie per aver condiviso i suoi dubbi in modo così chiaro. È comprensibile che, in un momento in cui sente di aver ritrovato un equilibrio e la situazione è sotto controllo, il bisogno di continuare il percorso terapeutico possa venir meno. Al tempo stesso, la richiesta della sua terapeuta di chiudere il percorso con un colloquio finale non è inusuale, anzi, è una prassi comune nella psicoterapia. Un incontro finale è utile non solo per "concludere formalmente" la terapia, ma anche per riflettere sui progressi fatti, consolidare i risultati, e per affrontare eventuali residui di insicurezza o domande che potrebbero emergere in futuro.
La fine del percorso diventa così un momento simbolico, che sancisce il passaggio alla piena autonomia.
È importante riconoscere che, se non sente più il bisogno di continuare, questa è una sensazione valida e degna di rispetto. Tuttavia, potrebbe chiedersi se dietro il desiderio di non partecipare ci siano altri fattori, come il timore di confrontarsi con la terapeuta o di "giustificare" la scelta di interrompere.
Rifletta se partecipare potrebbe offrirle l'opportunità di chiudere il percorso in modo più strutturato e, magari, trarne un valore aggiunto per il futuro. Se sente di non voler partecipare, può contattare la terapeuta e spiegare la sua scelta con rispetto
Faccia ciò che sente più in linea con il suo benessere, comunicando in modo aperto e rispettoso. Buona giornata e complimenti per il percorso che ha fatto fino a qui!
Buongiorno.
Naturalmente nessuno può obbligarla a fare nulla, nemmeno un colloquio psicologico.
Ma anche io di solito invito chi viene da me, quando si avvicina la chiusura di un percorso, a fare un colloquio di bilancio condiviso. E' anche una questione di reciprocità oltre che effettivamente un bilancio.
Buongiorno gentile Marco, grazie per aver condiviso il suo dubbio, che è assolutamente comprensibile. Dal suo racconto emerge una consapevolezza chiara rispetto al momento che sta vivendo e ai suoi bisogni attuali, ed è importante riconoscerlo.
Quando si tratta di sospendere una psicoterapia, è normale che il professionista consigli un colloquio di chiusura. Questo non è segno di insistenza immotivata, ma piuttosto una prassi etica e deontologica che ha lo scopo di concludere il percorso in modo consapevole e ordinato, dando spazio a una riflessione su ciò che è stato fatto e su come proseguire autonomamente. Tuttavia, è altrettanto importante che questa chiusura sia in sintonia con le sue esigenze attuali e non vissuta come un'imposizione.
Se sente di non avere più il bisogno di continuare e avverte che partecipare a un ulteriore incontro sarebbe più un obbligo che una scelta autentica, potrebbe essere utile esprimere chiaramente questa sensazione alla sua psicologa. Potrebbe spiegare, in modo rispettoso ma diretto, che sente di aver raggiunto un buon equilibrio e che, al momento, preferisce non proseguire, pur riconoscendo il valore del percorso fatto insieme.
Può anche sottolineare che la sua decisione non implica una chiusura definitiva: qualora in futuro sentisse nuovamente la necessità di un supporto, sarebbe aperto a ricontattarla. Questo approccio potrebbe facilitare una chiusura serena per entrambe le parti.
È importante ricordare che il percorso terapeutico è il suo, e lei ha il diritto di decidere quando ritiene sia il momento di concluderlo, purché lo faccia con la consapevolezza del valore che un colloquio finale potrebbe offrire. Se, dopo averci riflettuto, dovesse scegliere di partecipare a questo ultimo incontro, potrebbe viverlo come un’opportunità per tirare le somme e consolidare ulteriormente la sua autonomia.
In definitiva, la cosa più importante è che la decisione che prenderà rispetti il suo stato d’animo attuale e le sue priorità. La psicoterapia è un percorso di crescita e consapevolezza, e anche la scelta di concluderlo fa parte di quel processo.
Le auguro di trovare la strada che sente più giusta per sé.
Un caro saluto.
Dott. Luca Vocino

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