Buongiorno. 4 mesi fa sono stato operato in laoparoscopia di ernia inguinale bilaterale. A destra mi

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Buongiorno. 4 mesi fa sono stato operato in laoparoscopia di ernia inguinale bilaterale. A destra mi si è immediatamente formato (dopo l'intervento c'era già subito) un linfocele inguino-scrotale di circa 10x4 cm. Aspirato 5 volte (2 con introduzione di cortisone) si è rapidamente riformato. Farò a breve linfoscintigrafia per verificare eventuale lesione collettore linfatico. Può invece trattarsi di non perfetta richiusura del peritoneo? Ho fatto ecografia e risonanza ma i dubbi sulla provenienza del siero rimangono. Ho sentito 3 pareri, compreso il chirurgo operante, e tutti vorrebbero rioperare ma effettuando interventi fra loro diversi (eversione della tunica vaginale, apertura inguinale esplorativa per ricercare il punto di alimentazione della sacca, aspirazione e sclerotizzazione o exeresi chirurgica del linfocele con chiusura del collettore linfatico a seconda dei risultiati della linfoscintigrafia). Posso semplicemente continuare a convivere con il linfocele? Avete qualche idea da suggerirmi ? Grazie
Buonasera, di solito dopo l'intervento di ernia può svilupparsi l'idrocele che può risolversi chirurgicamente con l'eversione della tunica vaginale. Tuttavia non si forma in poco tempo. Il linfocele è diverso e ha tutta altra origine e trattamento. Per poterle dare un parere più preciso occorrerebbe un'attenta valutazione ecografica.
Cordiali saluti
Fabrizio Muzi

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Buongiorno, entrambe le ipotesi sono possibili andrebbero valutate le caratteristiche del liquido che viene aspirato se perfettamente limpido escluderei che si tratta di linfa
LB
Caro lettore,

l'evenienza di un "idrocele" dopo intervento di ernioplastica inguinale è fenomeno possibile e quasi sicuramente è legato alla interruzione dei dotti linfatici che decorrono nel funicolo spermatico e che dovrebbero "drenare" il liquido prodotto dalle membrane vaginali dei testicoli "continuamente" e che altrettanto" continuamente" viene drenato dal sistema linfatico ( strutture vascolari estremamente sottili e difficilmente visibili alla osservazione). Il "traumatismo" che comunque viene indotto dall'intervento di ernioplatica induge le membrane vaginali a produrre una maggiore quantità di liquido che, però, non può essere drenato per la interruzione dtereminata dalle manovre chirurgiche atte a separare il sacco erniario e la sua "plastica" riparativa. Immagini una vasca da bagno dal cui rubinetto (la membrana vaginale) , ogni tanto, cade una goccia di acqua che esce dal tubi di scarico (i vasi linfatici) della vasca stessa. Se, però il tappo viene chiuso (intervento di ernia), progressivamente la vasca si riempie di acqua quasi a traboccare. quasi sempre bisogna chiamare l'idraulico a riparare la faccenda !
nella mia esperienza,raramente ho visto un idrocele post erniario di discretra entità scomparire da solo.
Non ha senso fare RMN o altre indagini per vedere i linfatici ( mica si possono riattaccare!!)
mi dispiace, cari saluti
caro signore,
la diagnosi tra siero e linfa è abbastanza facile: basta usare i nostri sensi. Direi che vista e tatto sono già sufficienti per capire.
1. Un idrocele, cioè liquido nello scroto, è una eventualità abbastanza frequente mentre il linfocele è rarissimo.
2. la patologia è benigna, seppur fastidiosa.
3. per risolverla occorre un reintervento di eversione della vaginale (esplorando magari anche l'anello inguinale) mentre per il linfocele gli interventi di riparazione dei linfatici sono quantomeno discutibili
Mi sembra che l'ipotesi più probabile sia in effetti un idrocele. Ha già eseguito un esame chimico-fisico e cellulare del liquido? potrebbe essere utile, così come utile è attendere la linfoscintigradia
A disposizione
Dopo plastica laparoscopica il sieroma (accumulo di siero nella sede dell'ernia) è frequente.
Dipende dal fatto che dove si crea un vuoto (dove c'era l'ernia), questo viene riempito da liquido.
Il sieroma si aspira se è sintomatico, se no si può applicare una medicazione compressiva che tende a ridurne le dimensioni e a consentirne il riassorbimento.
Non conviene ripetere numerose aspirazioni per il rischio di infezione.
In ogni caso è necessaria una visita dal chirurgo operatore che escluda una possibile recidiva, ed eventualmente potrebbe essere utile una ecografia per escluderla.

Buongiorno, i linfoceli se di questo si tratta prevedono tempi lunghi per la risoluzione, e non è da escludere che lo sia. Non ho compreso perche dovrebbe fare l'eversione della vaginalis se trattasi di linfocele. Comunque penso che debba affidarsi al chirurgo che l'ha operato o al massimo chiedere un consulto esterno.

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