Buondi, sono una 49enne,che da 10 mesi va da un cognitivo comportamentale, psucotraumatologo, che us

19 risposte
Buondi, sono una 49enne,che da 10 mesi va da un cognitivo comportamentale, psucotraumatologo, che usa varie tecniche pure Emdr. Ed io lo contattai fiduciosa di quello letto in materia emdr. Ho lutti importanti e altri micro e macro traumi, non sono appagata dalla vita, ho provato a combattere, risanare, modificare ma la quota fortuna è fondamentale. Sono single e dopo vari tentativi con tipi vari, non esco più con soggetti non equilibrati. Meglio sola che male....ma sola dopo tanto tempo fa male. Per vicissitudini varie, non trovo lavoro e vivo con mio padre anziano, scrivo a tutti ma la realtà non fa trovare una soluzione lavorativa. Insomma il senso è che sono frustrata. E più provo a riemergere, e più non attingo a positività. La vita non può essere solo dolore e sofferenza, quindi in me, emerge la rabbia, una depressione reattiva e farmaci si, possono aiutare ma non risolvono ed attualmente prendo ansiolitico. L antidepressivo per ora, il neuropsichiatra, non lo ritiene necessario sptto perché devo portare a visione esami specifici epatici. Se vado da uno psicoterapeuta, non mi aspetto che mi dia ciò che non ho, mica è un mago ma che mi aiuti a risolvere gli iceberg del passato. 8 mesi fa, dopo aver raccolto info, mi propose una seduta emdr sul lutto materno ma dopo 2 gg ebbi un maestoso a di panico che detonó, tutte le paure, e non ci volevo più andare. Si scusódi aver forse azzardato, di avere prematuramente fatto qualcosa per la quale non ero pronta. Ho ridato fiducia ed abbiamo secondo lui, rafforzato la base per poi riprendere. Ieri dopo che gli eventi quotidiani, sono portatori sempre di ansia, problemi, depressione rabbia, mi sono incazzata, e gli ho detto che così non posso più continuare. Io ho rabbia perché non riesco a trovare modi per migliorare la mia vita, perché mi ritrovo sempre con le paure del passato vedi lutti, malattie, ipocondria nel frattempo arrivata, con tutto ciò che vivo. Sono io sola da tempo con un padre anziano pesante egoista. Mi ha proposto di rifare emdr a piccoli pezzi, stavolta sul primo lutto fraterno datato di 12 anni. Basta andare da lui e raccontare ciò che aumenta le mie paure e rabbie, tipo la visita medica con un dottore che mi fa allarmismo o mio padre che fa cose da menefreghista ecc, è tutto contorno, io devo sciogliere il passato.
In me ad oggi si evince tanta legittima rabbia ma tantaaaaaaaa paura. Sono spaventata e stanca di star male. Se rinizio emdr su mio fratello, non è che poi il gg dopo mi si smuove altra paura? Io mica posso crepare di paura ansia e/o imbottirmi di ansiolitico.
Gliel ho detto il dubbio, mi dice, facciamo a piccoli pezzi, se poi ci fosse un problema rifacciamo un po di stabilizzazione. Detto tra noi, mica sono una cavia o posso permettermi tentativi sulla mia pelle. Non so che fare cavolo.
Gentile utente, la storia di vita e le esperienze che descrive sono complesse ed effettivamente appaiono fonte di grande sofferenza per lei. Rispetto alla scelta di una psicoterapia con utilizzo di tecniche EMDR, le confermo si tratti di una scelta opportuna in caso di eventi traumatici da rielaborare. Accanto a questi aspetti tecnici, va sottolineata l'importanza dell'uso della parola, come in ogni psicoterapia. Se, come si evince dalle sue parole, ha dei dubbi sull'efficacia dell'uso di alcuni strumenti o vorrebbe chiarimenti in merito, le suggerisco di condividere le sue perplessità con il clinico a cui si è affidata. Sviluppare fiducia e alleanza nel lavoro con il proprio psicoterapeuta è un elemento centrale del percorso psicoterapeutico. Cordialmente, Dott.ssa Salustri

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Salve,
provi a manifestare le sue paure circa l'utilizzo dell'Emdr al suo terapeuta e provate a trovare una soluzione insieme, magari utilizzando altri strumenti, che possono essere più adatti a lei, se è un cognitivo comportamentale sicuramente conoscerà anche altre tecniche.
Saluti.
Cara utente, emerge tanta sofferenza da ciò che racconta ed è assolutamente comprensibile la sua frustrazione. La scelta che ha fatto può essere giusta per le problematiche che porta ma potrebbe non esserlo per lei. Se si sente di dare un'altra possibilità al suo terapeuta, sia completamente sincera riguardo alle sue paure. Altrimenti inizi un percorso di psicoterapia psicoanalitica che probabilmente potrebbe essere calzante per lei.
Rimango a sua disposizione se ha bisogno di dubbi e domande.
Dott.ssa Federica Leonardi
Buonasera, dal suo doloroso racconto arriva un grande senso di solitudine e paura che sembra non trovare un conforto. I modelli e le tecniche psicoterapeutiche sono valide, tutte, quando la relazione funziona: si confronti con schiettezza con la persona che la sta seguendo, anche sui dubbi che nutre e che forse possono alimentare il senso di alienazione da sé e dal terapeuta. Se poi, ancora, non dovesse sentirsi "al sicuro" potrà sempre rivolgersi a un altro professionista, ma credo valga la pena fare un tentativo proprio in voce dell'investimento che ha fatto finora. Un caro saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Buonasera sono una terapeuta emdr e comprendo bene le sue reazioni. La invito a parlare della sua paura al suo terapeuta, quando accadono queste reazioni forti da parte del paziente spesso c'è un conflitto tra una parte che vorrebbe guarire dall'ansia ed un'altra che invece non vuole perché vuole proteggere la persona dallo risperimentare una sofferenza percepita come insopportabile. Quindi si attiva una parte protettiva che impedisce l'elaborazione. Inoltre le tecniche di stabilizzazione che le propone il terapeuta sono strumenti da inserire nella sua cassetta degli attrezzi utile per sostenersi ed abbassare il livello di attivazione. Le saranno molto utili. Provi ad ascoltare la sua esperienza interna e notare se ci sono parti in conflitto. Il nostro cervello è come una carrozza con i cavalli ed il cocchiere. In una persona che non ha subito traumi il cocchiere ha in mente la direzione, i cavalli sono sintonizzati con il cocchiere, il cocchiere vuole bene ai cavalli, li tratta bene, i cavalli lavorano con il cocchiere, la carrozza è stabile e si va nella direzione che il sistema decide. Al momento che si sono subiti dei traumi come è come se il cocchiere avesse in mente qualcosa e cerca di andare in quella direzione e ogni singolo cavallo tira in una direzione diversa. Capisce che in questo modo la carrozza non va da nessuna parte, magari la carrozza è un po' ammaccata per i traumi subiti e ci sono delle difficoltà nell'andare. Se ci sono parti diverse è importante che imparino a collaborare per andare nella stessa direzione ma vanno accolte e comprese. provi ad ascoltare la sua esperienza interna e cogliere se ci sono parti in conflitto. Tutti abbiamo delle parti e le possiamo riconoscere quando ci mettiamo in ascolto del nostro disologo interno.Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Gentile utente, mi sembra di capire che la vita non le abbia regalato molte carezze. La rabbia e la disperazione spesso si autoalimentano creando dei blocchi insormontabili fatti di dolore e percezione di impotenza. Sono d'accordo con Lei quando dice che uno psicoterapeuta non può darle ciò che non ha, nessuno lo farà, ma credo che debba a se stessa di credere che si possa cambiare ciò che sarà, adattarlo alle proprie risorse, slacciarsi da ciò che toglie il respiro. Ogni terapeuta ha fatto una scelta teorica, pratica una terapia in cui si ritrova, ma sono assolutamente convinta che non esiste la terapia elettiva per un tipo di problema. La psicoterapia è un incontro, sempre e comunque e come tale, a volte, non funziona. Non si arrenda!
i miei migliori auguri,
dott.ssa MArianna Genitore
Gentile Utente,
mettere mano al passato, soprattutto se traumatico come nel Suo caso, è maledettamente faticoso, quindi complimenti per la forza di volontà che sta avendo. I traumi sono tali perché rappresentano bolle mentali di emozioni dolorose, che eccedendo alla capacità della mente di digerirle, vengono confinate e lasciate da una parte. Purtroppo ciò tampona ma non libera dal problema, perché nelle relazioni quotidiane basta un promemoria di quei traumi per riaccendere il dolore. L'EMDR è molto efficace in tal senso, ma necessita comunque di una solida relazione terapeutica che faccia da contenitore alle emozioni che va a smuovere. Non le voglio vendere l'idea di una terapia rose e fiori, lavorare sui lutti porterà sempre ad entrare in contatto con quote di dolore molto intense, che dovrà gestire con l'aiuto del Suo terapeuta, anche se questo richiedesse più di un incontro a settimana. E' questa la strada per star bene davvero. Non demorda, il percorso è quello giusto, porti le Sue perplessità nella relazione terapeutica e continui a compiere passi come sta già facendo, che pur apparendole impercettibili sono invece ciascuno propedeutico al successivo. Un caro augurio di buona fortuna
Buongiorno,
sono terapeuta EMDR e mi trovo molto bene con il suo utilizzo. E confermo, come detto dai colleghi, che è una buona tecnica per l'elaborazione dei traumi, sia quelli singoli, come incidenti stradali, lutti, ecc. sia per quelli ripetuti e relazionali che ancora oggi influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Non dobbiamo dimenticare però che l'EMDR è solo una tecnica! e che come tante altre tecniche funziona se si crea una buona alleanza terapeutica e se il terapeuta la integra bene con le sue conoscenze e strumenti pregressi. Immaginiamo un martello...è uno strumento utile se devo appendere un quadro ma non utile per aprire una bottiglia. Voglio dire che l'efficacia dipende dall'utilizzo. Come già ha scritto una collega che mi ha preceduto nella risposta, in noi convivono diverse parti e ce n'è almeno una che tenta di mantenere l'equilibrio attuale seppur precario e seppur disfunzionale. Il fatto che ci siano state emozioni forti non significa che la tecnica sia stata applicata male o che non funzioni, ma che bisogna comprenderne il motivo, capire se ci sono parti in conflitto e cosa ci sta comunicando quella parte emotiva. Uno degli obiettivi dell'EMDR è proprio cercare un dialogo tra le parti e un ascolto delle emozioni fino a quel momento tappate per consentire alla persona di lasciarle finalmente andare. Il terapeuta EMDR comunica sempre al paziente la sua disponibilità ad un confronto tra un incontro e l'altro nel caso emergessero emozioni forti, ma che devono essere ascoltate, comprese e utilizzate e non solo stabilizzate.
Spero di esserle stata utile
Cordiali saluti
dr.ssa Fabiana Fratello
Gentile utente, attraversare il dolore è l'unico modo, purtroppo, per venirne fuori. Se non si sente ancora pronta, se teme le conseguenze dei trattamenti, deve parlarne con il suo terapeuta e trovare una soluzione che non sia da lei vissuta come intrusiva.
La fiducia e l'alleanza terapeutica sono la base di un lavoro ben riuscito.
Saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Concordo con i colleghi rispetto alla necessità di riportare tutte le sue perplessità e, mi pare , una forte emozione di rabbia all'interno della relazione terapeutica. Sarà probabilmente un punto di svolta per lei lavorarci direttamente in quanto affronterebbe dentro lo studio, quindi un contenitore saldo, questo tumulto che ha dentro
Osservo anche io la sua reazione intensa e rabbiosa. Come già suggerito dai colleghi, aldilà delle tecniche, della formazione del terapeuta e suo orientamento teorico, a mio avviso sono molto importanti il setting, ovvero il contenitore terapeutico, e l'alleanza terapeutica. Esprima ogni dubbio e perplessità con tranquillità, come si suol dire nel nostro gergo è tutto materiale di lavoro. Un caro saluto
Buonasera, parli apertamente con il suo terapeuta esponendogli i suoi dubbi. "Saltare" da uno specialista ad un altro serve frequentemente solo a mantenere quello status quo emotivo che le permette di proiettare all'esterno (sul terapeuta incapace) il suo disagio e la sua sofferenza. Auguri
Buongiorno. Gentile Signora, l'EMDR è un eccellente sistema per affrontare i traumi, ma è scientificamente dimostrato che dopo breve tempo perde della sua efficacia. Credo che un bravo psicoterapeuta lo possa usare ma sapendo che comunque deve lavorare sopratutto sulla Relazione e su quegli aspetti che hanno reso quegli eventi così significativi per lei, tali da riuscire difficile elaborare il lutto. Sono uno psicoterapeuta analitico, lavoro col "profondo", e ho conosciuto molte persone deluse dall'EMDR, non perché non funzioni, ma perché mal gestito. nessuno ha la bacchetta magica, ma uno psicoterapeuta degno di questo nome dovrebbe riuscire a renderla più protagonista della sua vita, che è quello che cerca. Cambiare spesso terapeuta è un sistema per lasciare le cose come stanno, ma c'è da prendere atto che non tutti sono "capaci", almeno col nostro caso, come può succedere con i medici, avvocati, architetti. Non si arrenda mai ma trovi gli strumenti per rialzarsi. sempre. Enrico Piccinini
Gentile signora,
Capisco che la sua situazione attuale e il prodotto di tante fatiche e riporta ad uno stato di frustrazione e fragilità che non può essere solo collegata alle seppur importanti situazioni traumatiche. L' EMDR é una buona tecnica ma come tutte le tecniche non funziona per tutti allo stesso modo. Io per situazioni come la sua consiglierei piuttosto che dei metodi di terapia focali, come EMDR o terapia cognitivo comportamentale, un approccio più a 360 gradi. Naturalmente e anche importante che si crei un clima di fiducia con il terapeuta e che lei riesca a sentire anche di essere supportata durante i colloqui e non solo indagata. Le faccio i miei migliori auguri.
Gentile utente, la terapia deve essere "costruita" sul paziente in base alle sue esigenze e attitudini personali. Non esiste un modello uguale per tutti. La psicoterapia dovrebbe aiutare le persone a scoprire le proprie potenzialità e i propri limiti cosi da poter affrontare quelle esperienze traumatiche portatrici di tanto dolore. L'EMDR è un'ottimo metodo e trattamento terapeutico, ma come già detto non è la bacchetta magica. Nella mia pratica, quando è indicata e possibile, la utilizzo all'interno di un lavoro strutturato più completo e mirato a rafforzare la personalità. Un cordiale saluto Dr.ssa Patrizia de Sanctis
Gentile Signora, sia onesta con il suo terapeuta condividendo ogni paura e timore, sono certa che il collega può proporle altre tecniche per affrontare gli episodi della sua vita più faticosi dal punto di vista emotivo.
Un cordiale saluto
Buon giorno, cerchi di instaurare un miglior rapporto di fiducia reciproca con il suo terapeuta in modo tale che possa esporsi senza aver paura di essere giudicata. Cordiali saluti,
Dott.ssa Beatrice Planas
Salve, mi dispiace per la sua sofferenza. Provi a manifestare al suo terapeuta le sue perplessità e difficoltà. E' importante per la vostra relazione un clima di autenticità. Al di là della tecnica usata ciò che davvero apporta un cambiamento è la relazione che si instaura tra paziente e terapeuta, quello spazio che permette di entrare in contatto con le proprie emozioni e i propri desideri senza essere giudicati e che permette l'esplorazione di sè in relazione all'altro, al fine di raggiungere una consapevolezza di come ci muoviamo nel mondo, utile poi per provare a trovare alternative più funzionali alle nostre reali esigenze.
Buona fortuna,
Rosella Pettinari
Salve. Il suo è un lungo vissuto di sofferenza, paura, rabbia e dolore profondo che si è cristallizzato e congelato in lei. Va affrontato con un'alleanza terapeutica forte. Al di là delle tecniche usate, quello che funziona davvero è la relazione terapeutica su cui si può stabilire un'alleanza. Il percorso prevede che il terapeuta sia l'accompagnatore, perché deve essere attento a muoversi nel rispetto di ciò che l'accompagnato può affrontare e, può essere lungo, proprio perché ci vuole tempo per rispettare le paure, il dolore, la rabbia, altrimenti si rischia di far emergere le situazioni quando non si è pronti. Il rispetto dei tempi, dei vissuti emotivi, per aspettare il momento in cui si è pronti, per questo è importante l'alleanza, al di là della tecnica. Parli con il suo terapeuta dei suoi dubbi e delle sue paure. Distinti saluti

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