Buonasera, vorrei condividere con voi il malessere che avverto ormai da diverso tempo. La mia condi
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Buonasera,
vorrei condividere con voi il malessere che avverto ormai da diverso tempo. La mia condizione psicologica è strettamente legata al disallinamento fra la mia identità di genere e il mio orientamento sessuale.
Da quando ho scoperto la mia omosessualità mi sento dilaniato da dubbi, incertezza, confusione e disagio
Vi sono momenti, come questo, in cui mi concentro in maniera spasmodica sul mio conflitto interiore: sperimento una sorta di pensiero ruminativo, non riesco a concentrarmi davvero su nient’altro e avverto un malessere fisico e mentale con conseguenze varie e pervasive
Sintomi: stato di confusione mentale, pensieri convulsi su domande alle quali non riesco a rispondere (sono gay o lo sono diventato? Il fatto che una parte di me sia restia ad accettare il mio orientamento sessuale vuol dire che in qualche modo la mia omosessualità è stata indotta? Del resto, come potrei spiegare altrimenti il disagio che in parte provo all’idea del mio orientamento sessuale?). Ma in merito all’orientamento sessuale la scienza parla di predisposizione genetica e di imposizione, non di opzione.
Insicurezza, pensieri negativi, ansia incontrollabile, stomaco chiuso e senso di nausea, disagio e senso di inadeguatezza, bruciore alla nuca e alla zona cervicale, vuoti di memoria e difficoltà cognitive (forse sintomi da dspt o forse problemi di somatizzazione, non ho le competenze né gli strumenti conoscitivi per dirlo).
Vi sono, poi, periodi in cui la mia mente decide di ignorare il problema, riuscendo a rinchiuderlo in un angolo della mia mente. Non mi pongo domande sulla questione e non penso a nulla che possa riguardare nemmeno lontanamente il mio orientamento o la mia identità sessuale; purtroppo il malessere psicofisico persiste, anche se chiaramente meno acuto e pervasivo.
Ho avuto per la prima volta la consapevolezza di non essere eterosessuale fra i 12 e i 13 anmi. Credo che questa consapevolezza e le dinamiche in cui l’ho interiorizzata abbiano causato un profondo cambiamento del mio essere: ricordo che in quel periodo ho cominciato ad avvertire un vero e proprio malessere psicofisico (vedi sopra), mi sentivo distante dalle persone a me più care, percepivo qualcosa di sbagliato dentro di me (come un difetto da correggere).
Ho realizzato di essere omosessuale a seguito di un’esperienza fortuita e imprevista: stavo studiando insieme a un altro ragazzo della mia età e il contatto fisico con lui ha provocato in me sensazioni impreviste e fino ad allora mai sperimentate.
Sono rimasto profondamente turbato: il mio corpo mi diceva una cosa ma la mia mente andava verso tutt’altra direzione: provavo un senso di vergogna e di disagio, repulsione e senso di colpa nei confronti di me stesso, un senso di negazione per ciò che provavo fino al punto di essermi convinto, per un periodo, che fosse solo frutto della mia immaginazione.
In aggiunta, in seguito ho scoperto che anche l’altro ragazzo aveva provato sensazioni analoghe alle mie e da ciò è scaturito un approccio fisico, limitato e ingenuo per via dell’età. Questo mi ha destabilizzato ancora di più: mentre sperimentavo le mie sensazioni insieme a lui avvertivo il conflitto fra il mio corpo e la mia mente.
Il mio corpo provava sensazioni inequivocabili e difficilmente controllabili, ma la mia razionalità mi portava a giudicare come profondamente sbagliato ciò che avvertivo. Infatti, al termine delle mie esperienze, ero pervaso da un senso di vergogna, disagio e riprovazione per me stesso.
Ciò non faceva altro che alimentare la mia confusione e i miei dubbi: il mio orientamento sessuale era stato indotto da quelle prime esperienze ed era questo il motivo per cui non riuscivo ad accettarlo pienamente? Oppure provavo quel senso di vergogna solo perché lo stigma sociale mi induceva a considerare il mio orientamento sessuale, innato e destinato a emergere, come qualcosa da cui rifuggire?
Ancora, il senso di rifiuto e disagio era legato alle dinamiche in cui avevo scoperto una parte di me che primo o poi avrei realizzato di possedere? Quindi, era stato il tempismo e il contesto a turbarmi tanto oppure avrei provato quel senso di disagio e repulsione in ogni circostanza?
Insomma, cercavo di capire quale fosse la causa e quale la conseguenza. Oggi, a distanza di molti anni, non lo so ancora, e mi chiedo se sia questo mio conflitto interiore - a tratti sopito e a tratti lampante - a determinare il malessere che provo costantemente.
So che fino a quando non troverò una mia risposta a questi interrogativi non sarò in grado di ricucire la spaccatura che avverto dentro di me, il disallineamento fra identità e orientamento sessuale.
Del resto, quando immagino una mia relazione sentimentale, non ho alcun dubbio sul fatto che, fisicamente parlando, debba trattarsi di un contatto omosessuale, ma sento che parte di me è restia a immaginare un parallelo sviluppo sociale di questa relazione.
Il momento particolarmente difficile che sto vivendo mi ha indotto a fare un passo in avanti: la prossima settimana incontrerò uno psicoterapeuta e spero di riuscire a districare quest’enorme matassa insieme a lui.
Nel frattempo vorrei chiedervi se è insolito sentirsi così o se un simile malessere psicofisico può accompagnare una crisi legata alla propria identità sessuale; soprattutto vorrei che rispndeste con sincerità a una domanda: c’è possibilità che stia meglio? A volte ho paura che il mio inconscio non troverà mai una risposta ai miei dubbi e che non mi libererò mai dall’angoscia che mi attanaglia.
Grazie per l’attenzione e per l’ascolto, confido nel vostro supporto.
Andrea
vorrei condividere con voi il malessere che avverto ormai da diverso tempo. La mia condizione psicologica è strettamente legata al disallinamento fra la mia identità di genere e il mio orientamento sessuale.
Da quando ho scoperto la mia omosessualità mi sento dilaniato da dubbi, incertezza, confusione e disagio
Vi sono momenti, come questo, in cui mi concentro in maniera spasmodica sul mio conflitto interiore: sperimento una sorta di pensiero ruminativo, non riesco a concentrarmi davvero su nient’altro e avverto un malessere fisico e mentale con conseguenze varie e pervasive
Sintomi: stato di confusione mentale, pensieri convulsi su domande alle quali non riesco a rispondere (sono gay o lo sono diventato? Il fatto che una parte di me sia restia ad accettare il mio orientamento sessuale vuol dire che in qualche modo la mia omosessualità è stata indotta? Del resto, come potrei spiegare altrimenti il disagio che in parte provo all’idea del mio orientamento sessuale?). Ma in merito all’orientamento sessuale la scienza parla di predisposizione genetica e di imposizione, non di opzione.
Insicurezza, pensieri negativi, ansia incontrollabile, stomaco chiuso e senso di nausea, disagio e senso di inadeguatezza, bruciore alla nuca e alla zona cervicale, vuoti di memoria e difficoltà cognitive (forse sintomi da dspt o forse problemi di somatizzazione, non ho le competenze né gli strumenti conoscitivi per dirlo).
Vi sono, poi, periodi in cui la mia mente decide di ignorare il problema, riuscendo a rinchiuderlo in un angolo della mia mente. Non mi pongo domande sulla questione e non penso a nulla che possa riguardare nemmeno lontanamente il mio orientamento o la mia identità sessuale; purtroppo il malessere psicofisico persiste, anche se chiaramente meno acuto e pervasivo.
Ho avuto per la prima volta la consapevolezza di non essere eterosessuale fra i 12 e i 13 anmi. Credo che questa consapevolezza e le dinamiche in cui l’ho interiorizzata abbiano causato un profondo cambiamento del mio essere: ricordo che in quel periodo ho cominciato ad avvertire un vero e proprio malessere psicofisico (vedi sopra), mi sentivo distante dalle persone a me più care, percepivo qualcosa di sbagliato dentro di me (come un difetto da correggere).
Ho realizzato di essere omosessuale a seguito di un’esperienza fortuita e imprevista: stavo studiando insieme a un altro ragazzo della mia età e il contatto fisico con lui ha provocato in me sensazioni impreviste e fino ad allora mai sperimentate.
Sono rimasto profondamente turbato: il mio corpo mi diceva una cosa ma la mia mente andava verso tutt’altra direzione: provavo un senso di vergogna e di disagio, repulsione e senso di colpa nei confronti di me stesso, un senso di negazione per ciò che provavo fino al punto di essermi convinto, per un periodo, che fosse solo frutto della mia immaginazione.
In aggiunta, in seguito ho scoperto che anche l’altro ragazzo aveva provato sensazioni analoghe alle mie e da ciò è scaturito un approccio fisico, limitato e ingenuo per via dell’età. Questo mi ha destabilizzato ancora di più: mentre sperimentavo le mie sensazioni insieme a lui avvertivo il conflitto fra il mio corpo e la mia mente.
Il mio corpo provava sensazioni inequivocabili e difficilmente controllabili, ma la mia razionalità mi portava a giudicare come profondamente sbagliato ciò che avvertivo. Infatti, al termine delle mie esperienze, ero pervaso da un senso di vergogna, disagio e riprovazione per me stesso.
Ciò non faceva altro che alimentare la mia confusione e i miei dubbi: il mio orientamento sessuale era stato indotto da quelle prime esperienze ed era questo il motivo per cui non riuscivo ad accettarlo pienamente? Oppure provavo quel senso di vergogna solo perché lo stigma sociale mi induceva a considerare il mio orientamento sessuale, innato e destinato a emergere, come qualcosa da cui rifuggire?
Ancora, il senso di rifiuto e disagio era legato alle dinamiche in cui avevo scoperto una parte di me che primo o poi avrei realizzato di possedere? Quindi, era stato il tempismo e il contesto a turbarmi tanto oppure avrei provato quel senso di disagio e repulsione in ogni circostanza?
Insomma, cercavo di capire quale fosse la causa e quale la conseguenza. Oggi, a distanza di molti anni, non lo so ancora, e mi chiedo se sia questo mio conflitto interiore - a tratti sopito e a tratti lampante - a determinare il malessere che provo costantemente.
So che fino a quando non troverò una mia risposta a questi interrogativi non sarò in grado di ricucire la spaccatura che avverto dentro di me, il disallineamento fra identità e orientamento sessuale.
Del resto, quando immagino una mia relazione sentimentale, non ho alcun dubbio sul fatto che, fisicamente parlando, debba trattarsi di un contatto omosessuale, ma sento che parte di me è restia a immaginare un parallelo sviluppo sociale di questa relazione.
Il momento particolarmente difficile che sto vivendo mi ha indotto a fare un passo in avanti: la prossima settimana incontrerò uno psicoterapeuta e spero di riuscire a districare quest’enorme matassa insieme a lui.
Nel frattempo vorrei chiedervi se è insolito sentirsi così o se un simile malessere psicofisico può accompagnare una crisi legata alla propria identità sessuale; soprattutto vorrei che rispndeste con sincerità a una domanda: c’è possibilità che stia meglio? A volte ho paura che il mio inconscio non troverà mai una risposta ai miei dubbi e che non mi libererò mai dall’angoscia che mi attanaglia.
Grazie per l’attenzione e per l’ascolto, confido nel vostro supporto.
Andrea
Buonasera Andrea,
Il suo racconto è molto denso ed intenso, quindi denota la sua necessità di condividere il suo disagio con qualcuno che sappia accoglierlo e aiutarla a "districarsi".
Pertanto, poiché mi sembra che lei, come è comprensibile che sia, sia scoraggiato e titubante rispetto alla possibilità di risolvere la sua situazione, le consiglio di affidarsi al suo istinto nel momento in cui andrà in seduta.
In modo da percepire dentro di sé se il Terapeuta già scelto possa trasmetterle quella sicurezza di cui ha bisogno, al di là della questione specifica dell'omosessualita'.
Consideri infatti, che sperimentare un senso di accoglienza, comprensione e fiducia, è un aspetto altamente terapeutico che può determinare la buona riuscita di un percorso terapeutico.
Detto ciò, le auguro di risolvere la sua situazione.
In caro saluto.
Il suo racconto è molto denso ed intenso, quindi denota la sua necessità di condividere il suo disagio con qualcuno che sappia accoglierlo e aiutarla a "districarsi".
Pertanto, poiché mi sembra che lei, come è comprensibile che sia, sia scoraggiato e titubante rispetto alla possibilità di risolvere la sua situazione, le consiglio di affidarsi al suo istinto nel momento in cui andrà in seduta.
In modo da percepire dentro di sé se il Terapeuta già scelto possa trasmetterle quella sicurezza di cui ha bisogno, al di là della questione specifica dell'omosessualita'.
Consideri infatti, che sperimentare un senso di accoglienza, comprensione e fiducia, è un aspetto altamente terapeutico che può determinare la buona riuscita di un percorso terapeutico.
Detto ciò, le auguro di risolvere la sua situazione.
In caro saluto.
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Andrea la felicità nella vita non dipende dall'essere omosessuale o eterosessuale...bisogno affrontare le insicurezze umane che si hanno, da dove vengono le idee che abbiamo su di noi ed imparare a rispettarsi. Sembra semplice ma non lo è affatto, sopratutto bisogna ricostruire e capire perchè ci si trova in queste condizioni. Se ha veramente voglia di affrontare il problema e di lavorarci per passare oltre, decida di chiamarmi e ci lavoreremo.
Caro Andrea,
posso solo immaginare la sofferenza che prova in questo momento e che ha provato in passato. Penso che abbia fatto un grande passo verso se stesso dimostrando grande coraggio a chiedere aiuto. Nel contesto di cura con il collega avrà la possibilità di sviscerare e dare ascolto ai suoi vissuti.
Sono sicura che il percorso terapeutico sia molto d’aiuto per fare luce sul proprio orientamento sessuale e analizzarne i vissuti. Quindi poi raggiungere il benessere.
Le auguro un grande in bocca al lupo!
Un caro saluto.
Dott.ssa Francesca Tardio
posso solo immaginare la sofferenza che prova in questo momento e che ha provato in passato. Penso che abbia fatto un grande passo verso se stesso dimostrando grande coraggio a chiedere aiuto. Nel contesto di cura con il collega avrà la possibilità di sviscerare e dare ascolto ai suoi vissuti.
Sono sicura che il percorso terapeutico sia molto d’aiuto per fare luce sul proprio orientamento sessuale e analizzarne i vissuti. Quindi poi raggiungere il benessere.
Le auguro un grande in bocca al lupo!
Un caro saluto.
Dott.ssa Francesca Tardio
Buonasera, Andrea, comprendo il suo stato d'animo, gli interrogativi si affollano in maniera quasi ossessiva, ma il rimuginio è un pensiero circolare che produce angoscia senza soluzione. Accettare e accettarsi fa parte della costruzione di sé e lei prima o poi ci arriverà, credo che un percorso psicoterapeutico dove possa sperimentare l'accettazione di sé, condizione indispensabile perché possa realizzarsi come persona. Cerchi un terapeuta sensibile e preparato e inizi questo importante percorso, vedrà che imparerà a trovare un equilibrio soddisfacente. Resto a disposizione anche online. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Buona sera , Andrea. Il suo scritto è molto intenso , pieno di sofferenza e anche di equivoci. Uno fondamentale. Lei afferma che identità sessuale e omosessualità sono disallineati. Questa convinzione errata, sicuramente non la aiuta a risolvere i suoi laceranti conflitti interni. L'identità sessuale , sia essa maschile o femminile è assolutamente allineata con il desiderio di amare anche fisicamente persone dello stesso sesso. Questo accade in tutte le specie animali, nei mammiferi e quindi anche negli esseri umani.
Non può essere modificato e non deve essere modificato. E' la Natura.
Il fatto di essere attratto da persone del suo sesso non toglie nulla alla sua virilità , la rende solo diversa dalle altre, come del resto lo sono tutte.
E' fondamentale che lei individui un professionista di fiducia che l'aiuti a sintonizzare la sua vita con il suo Io profondo, affinché lei sia libero e felice di desiderare e amare chi vuole, chi la desidera, la apprezza e la ama.
Sia accogliente verso l'Andrea che abita in lei, non lo giudichi , lo abbracci e basta. Questo renderà la convivenza meno sofferente e lei non spenderà il suo tempo , le sue risorse, nella sofferenza , liberandole per vivere, costruire e amare. Buona serata. Bruno Ramondetti
Non può essere modificato e non deve essere modificato. E' la Natura.
Il fatto di essere attratto da persone del suo sesso non toglie nulla alla sua virilità , la rende solo diversa dalle altre, come del resto lo sono tutte.
E' fondamentale che lei individui un professionista di fiducia che l'aiuti a sintonizzare la sua vita con il suo Io profondo, affinché lei sia libero e felice di desiderare e amare chi vuole, chi la desidera, la apprezza e la ama.
Sia accogliente verso l'Andrea che abita in lei, non lo giudichi , lo abbracci e basta. Questo renderà la convivenza meno sofferente e lei non spenderà il suo tempo , le sue risorse, nella sofferenza , liberandole per vivere, costruire e amare. Buona serata. Bruno Ramondetti
Caro Andrea ! Il suo racconto mi ha colpito molto ho sentito il suo dolore le sue insicurezze e la sua lotta interna ... la risoluzione del suo conflitto interno è possibile ... e non è per nulla anormale ... si affidi ad un terapeuta e quando sentirà di poter vivere la sua sessualità serenamente attraverso un percorso non avvertirà più quello scollamento di cui parla
Se fosse interessato ad un percorso io sarei disponibile
Cordiali saluti
AC
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AC
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Salve capisco la sua sofferenza per questo disallineamento che prova. Forse questa non integrazione può aver origine da "pregiudizi" che ha percepito nella sua famiglia o nel suo ambiente.
La cosa migliore che poteva fare l'ha fatta: iniziare una psicoterapia.
Questa la aiuterà a fare chiarezza ai suoi dubbi.
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
La cosa migliore che poteva fare l'ha fatta: iniziare una psicoterapia.
Questa la aiuterà a fare chiarezza ai suoi dubbi.
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
caro Andrea, sicuramente un percorso psicoterapeutico è una buona decisione per ritrovare un equilibrio e lavorare sulla propria autoconsapevolezza. il tema dell identità sessuale è un tema profondo e delicato, molti dei sintomi fisici descritti sono aperta dichiarazione di malessere e rimuginio di pensieri , tutte manifestazioni attraverso le quali il corpo cerca di esprimersi, e che in un percorso psicoterapeuttico trovano ascolto e significato. la propria storia famigliare in questi casi ha un suo peso e un suo valore, il tema del giudizio che inconsapevolmente si ripropone nel mostrarsi agli altri .quello che non deve finire mai è il porsi delle domande per scoprire parti di sè, dare un nome e legittimare le proprie sensazioni è parte di un percorso verso il benessere , verso lo starew bene con se stessi e quindi poi con gli altri. le auguro buona fortuna per il suo percorso, resto a disposizione per dubbi o perplessità. dottoressa alessandra stella
Salve. È comprensibile un vissuto di confusione come il suo, quando si prova vergogna per ciò che si sente e quando ci si giudica sbagliati. Ha fatto bene a chiedere aiuto perché potrà fare chiarezza sui suoi dubbi e potrà accettare di essere se stesso senza vergogna né giudizio. Perché qualsiasi possa essere il suo orientamento sessuale, lei non è sbagliato e non c'è nulla di cui vergognarsi. Distinti saluti
Gentile Signore la letteratura scientifica indica che c'è la possibilità di sentire meno angoscia e quindi la mia risposta alla sua domanda "c’è possibilità che stia meglio?" è si c'è la possibilità. E' utile ricordarle che "solitamente" si ottiene un cambiamento. Non sottovaluti il fatto che la consapevolezze e quindi "stare meglio" dipende da molti fattori e non ultimo da come riescono a lavorare il terapeuta e il paziente . Pertanto solo alla fine del processo si vede il risultato. In ogni caso quasi sempre si riescono a riattivare i processi legati all'autocoscienza e quindi si aggiungono nuovi elementi legati alla consapevolezze e di conseguenza si hanno dei cambiamenti. La sua riflessione "A volte ho paura che il mio inconscio non troverà mai una risposta ai miei dubbi e che non mi libererò mai dall’angoscia che mi attanaglia" non trova fondamento nei lavori scientifici che diversamente indicano che quasi sempre le persone che entrano in analisi riescono a "Wo Es war, soll Ich werden" tradotta liberamente in italiano con "Dove era l'Es, deve subentrare l'Io". Pertanto visto che in molti ci riescono e fra questi anche il suo terapeuta perché lei non ci dovrebbe riuscire. Mi permetta di dirle che con questo lavoro di analisi si sta facendo un regalo molto importante. Un cordiale saluto
Gentile utente di mio dottore,
è comprensibile la sua sofferenza per il disallineamento di cui ci parla. Condivido con alcuni colleghi che questa non integrazione può aver origine da "pregiudizi" che ha percepito nella sua famiglia o nel suo ambiente.La psicoterapia la aiuterà a connettere le diverse parti di se e a percepirsi nella sua totalità. Qiuesto le consentirà di vivere la sua sessualità in maniera serena.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
è comprensibile la sua sofferenza per il disallineamento di cui ci parla. Condivido con alcuni colleghi che questa non integrazione può aver origine da "pregiudizi" che ha percepito nella sua famiglia o nel suo ambiente.La psicoterapia la aiuterà a connettere le diverse parti di se e a percepirsi nella sua totalità. Qiuesto le consentirà di vivere la sua sessualità in maniera serena.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Gentile utente, sono contenta per lei che abbia deciso di "districare la matassa" come lei stesso dice. Ha trascorso molto tempo in questo dubbio che la logora e in sottofondo mi pare ci sia una sorta di giudizio sociale e scientifico che la colloca dentro un'etichetta. Le persone sono molto di più e credo che sicuramente starà meglio in questo percorso che ha deciso di affrontare. Penso che con la persona giusta riuscirà ad allineare corpo e mente seguendo quelli che sono i suoi profondi desideri, non solo in campo sentimentale. Non è insolito vivere momenti come il suo, in persone che scoprono la propria omosessualità. Un grosso in bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, mi dispiace per il malessere che sta provando, ma ha fatto la cosa più giusta che potesse fare, ossia iniziare un percorso psicologico. Con il tempo vedrà che le cose miglioreranno.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buonasera, penso che rivolgersi ad uno psicoterapeuta sia giusto dato la sua situazione. Sta vivendo da anni un grande malessere, nel non avere chiaro dentro di sè circa la sua identità sessuale. Forse ha qualche difficoltà nel non voler accettare ciò che prova, molto probabilmente fin da piccolo le hanno inculcato dei pregiudizi, circa la scelta dell'oggetto d'amore, ed ha paura di non essere accettato perchè è lei il primo a non accettarsi. Quindi si affidi al suo psicoterapeuta ed elabori tutto ciò che prova, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno, dalle sue parole emerge un importante conflitto tra ciò che sente emotivamente ed invece ciò che razionalmente vorrebbe non sentire o sente di dover sentire. Questa dualità inevitabilmente le causa un importante stato di malessere, potrebbe pensare ad un percorso di psicoterapia che la aiuti a comprendere meglio ciò che prova e a gestire questa lotta tra ciò che la attrae e ciò chela spaventa.
Cordiali saluti Dottoressa Michela Campioli
Cordiali saluti Dottoressa Michela Campioli
Gent.mo, potrà valutare e approfondire i numerosi dubbi su di sé che qui riporta nell’appuntamento che riferisce di aver preso con uno psicoterapeuta. Considerati i suoi interrogativi e il disagio che descrive, una psicoterapia potrebbe esserle di aiuto e renderla un po’ più libero dai conflitti: per districare la matassa occorrerà però tempo. SG
Buongiorno! Lei trasmette molto bene tutta la fatica, il tormento, l'incertezza, la paura che deve sostenere di fronte ad un profondo conflitto interiore. Su questo, sembra aver realizzato una certa consapevolezza: "il corpo da una parte, la mente dall'altra". Ha fatto molto bene a chiedere aiuto ad un* psicoterapeuta. Considerato questa circostanza e i limiti dello strumento, proverò solo darle un piccolo contributo di pensiero. Il comportamento, così come l'orientamento sessuale, dovrebbe derivare dal nostro modo di essere e di sentire. Se il nostro sentire, il nostro orientamento di genere, non è in armonia con il nostro corpo, allora si tratta di una questione psichica. L'accordo tra la mente e il corpo non può essere dato per scontato, non può essere acquisito attraverso leggi matematiche e regole culturali. Non è un difetto, non è un peccato, ma richiede un cambiamento, una perdita e quindi un lutto da elaborare. Ci sono, forse, cose che dovrà ascoltare e lasciare andare (con dolore) affinché possa vivere pienamente e serenamente la sua vita. In bocca al lupo
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